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Autore: Barks    27/05/2015    18 recensioni
Storia ad OC [Iscrizioni APERTE]
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16 partecipanti. Un torneo molto particolare, dove i Pokémon sono inclusi ma non come ci si aspetterebbe. Sfide tra le più disparate affronteranno i giocatori, solo una regola: ad ogni perdita corrisponde una morte. Così i 16 ragazzi vedranno sempre di più diminuirsi in una lotta all'ultimo sangue.
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Nuova storia ad OC!
Potete partecipare tutti! Qualsiasi personaggio vogliate metterò! La storia si basa su un torneo molto particolare di Poketopia, ma scoprirete di più leggendo! Potrete partecipare da protagonisti, comparse, l'importante è partecipare! Spero vi piaccia ^^
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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Incroci 
pt 1


Era tardo pomeriggio in una piccola cittadina della regione di Sinnoh. Al porto della città spirava un forte vento che increspava le onde e gonfiava i lunghi abiti dei pochi che osavano spingersi fino a Porto Maggiore per una passeggiata con un tempo così ostico. Si potevano distinguere undici figure lungo l’orizzonte, in netto contrasto con il sole che poco a poco s’apprestava a calare. Raggi purpurei graffiavano le nubi e coloravano il cielo di rosa.
« Il tempo ideale per una passeggiata sul lungomare, non lo credi anche tu? » scherzò Avery fermando il suo ampio cappello beige spinto dal vento sul suo capo. La sua chioma castano cioccolato le copriva buona parte del viso, cosa che non poteva evitare. Strinse i denti soddisfatta del suo umorismo sempre presente e continuò imperterrita.
« Anche tu hai ricevuto la lettera? » disse alzando la voce « non credo che sia legale questo. Voglio dire, tutti quei dettagli sula mia vita privata… cosa c’era scritto nella tua? »
Il suo sgurdo si posò su un ragazzo dai capelli biondi che per il suo vestiario grigio si confondeva col cielo nuvoloso e ben poco ameno, che ricambiò con un sorriso visibilemnte forzato.
« Il gatto ti ha mangiato la lngua? » fece sarcastica la castana avvincinandosi a lui « piacere, Avery Bennet, e tu? »
« Seth, Seth Moxley » rispose stringendole la mano « per quanto tempo pensi dovremmo stare qua? Fa un po’ freddo »
Avery gli sorrise, si allontanò dal ragazzo ignorando completamente la sua domanda e si diresse verso una panchina che non spiccava particolarmente per bellezza o altro, dove si sedette.
Nel frattempo il sole si stava immergendo nel mare e l’orizzonte aveva preso a brillare di rosso e porpora illuminando le nuvole in un modo quasi etereo.
Il vento era calato, ma le ombre che s’accingevano ad inghiottire la cittadina portuale avevano portato un freddo tagliente e sferzante, capace di penetrare nelle ossa come lame.
« Qua si congela! » eslcamò una corvina abbottonandosi il giubbotto sino all’ultimo bottone, a coprire la sua bocca. Portò lo sguardo all’orizzonte e vi rimase fissa sperando che arrivasse qualcosa dal mare.
« Cosa pensi che succederà? » rispose l’altra ragazza, sta volta dai singolari capelli rossi con rare sfumature rosee. 
« Nulla. O meglio, non ho bene una destinazione ora come ora, e qualsiasi cosa potrà andar bene, basta che abbia una bella cioccolata calda » la incalzò la corvina, allungando la mano verso la rossa « ma non ci siamo presentati. Buonasera, Andrea »
« Aika, piacere! » le fece eco l’altra « hai notato come ci siano altre 9 persone oltre a noi? »
« Si, l’ho notato. Ed è possibile, anzi sicuro, che tutti e 10 abbiamo ricevuto la lettera » constatò estraendo dalla tasca una busta in carta pregiata il quale sigillo era stato rotto.
« Mai visto una lettera più singolare di questa » commentò rimettendola in tasca. 
L’altra ragazza fece per aprir bocca che una folata di vento scosse il piccolo porticciolo.
« Cos’era? »
« Vento, succede in questo periodo » ribattè secca l’altra.
Il gruppo pareva piuttosto scosso dai repentini cambiamenti climatici ma non ci diede molta interesse, soprattutto poiché il freddo pareva una minaccia ben peggiore. Stufa di quella situazione, una ragazza camminò verso la rosa dei venti al centro del lungo braccio di rocca al quale attracavano le barche ed si mise a battere le mani in un tentativo di attirare l’attenzione degli altri dieci.
« Ehilà! Buonasera a tutti, mi chiamo Avery e mi piacerebbe molto sapere come mai stiamo partecipando a questa farsa. È da quattro ore che ci troviamo su questo porto senza un apparente motivo » prese fiato « e prima di tutto vorrei chiarire un punto »
Una volta catturata l’attenzione dei pressenti diede un rapido sguardo alle persone con cui si era ritorvata in quella bizzarra sera, leggendo nei loro volti le emozioni più diverse e complesse. Si mise a frugare nella tasca alla ricerca della fatidica lettera e la mostrò in aria.
« Come penso sia ovvio ognuno di noi ha ricevuto questa lettera » urlò sopraffacendo il mormorio creatosi ed il rumore del mare « quello che però non mi spiego è perché »
Frasi distinte e confuse riempirono l’aria sciogliendo quel clima di attenzione che tanto la castana si era impegnata a creare, e decise di mettersi anch’ella in disparte senza un apparente soluzione sotto mano.
« Bel tentativo » le sorrise una ragazza dai brillanti occhi verdi « ma non penso che saremmo arrivati ad un punto d’incontro, o almeno non a questo punto. Piacere, Piper Moon »
« Ti ringrazio » sospirò Avery.
« Nulla » rise l’altra « piuttosto, che ne dici di andarcene? C’è un buon ristorante qua vicino, magari possiamo farci un salto con gli altri e dimenticare la giornata »
« Mah, accetto » accettò la castana calciando un sasso che finì per rotolare lungo il lato corto del braccio di roccia e cadere nell’acqua con un sonoro zampillio « andare per anda—
Un rumore sordo scosse gli undici ragazzi che si trovavano nel porto. Lentamente lungo l’orizzonte apparve una luce rossastra che a poco a poco si delineò in uno yacht di grandi dimensioni che sfrecciava sulla superfice del mare con notevole velocità. Avery strinse i denti in una finta smorfia di felicità: ora le cose si facevano interessanti.
Al chiaro di luna di quella sera, l’imbarcazione risplendeva di un innaturale bianco,  riflettendo i raggi pallidi della luna che troneggiava nel cielo cobalto di una notte dai risvolti ancora imprevisti.
« Cos’è quello? » esclamò una voce maschile a quella vista.
« Pensate sia quello che ci ha chiamato? » chiese Andrea sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio « lievemente in ritardo.
« Chiunque sia ci dovrà delle spiegazioni, e dovranno reggere se vorrà essere credibile » asserì ferma Aika ripensando a quanto avevano aspettato.
« Sicuramente sarà stato pianificato »
Nel frattempo lo yacht s’udiva rumoroso dal piccolo braccio di terra in roccia e s’apprestava a rallentare lungo la sua direzione. Subito si notò che per essere uno yacht era notevolmente lussuoso e ciò non stupì molto gli undici, chiunque li avesse chiamati e avesse inscenato quella farsa doveva disporre di molti soldi.
« Cosa facciamo? » fece una ragazza dai capelli bianchi, quasi albina, rimasta in disparte per la durata del pomeriggio.
« Saliamo » rispose Andrea « là almeno avremmo delle risposte circa tutto ciò.
Lo yacht si fermò a poca distanza dalla roccia ed una sorta di struttura piana oblunga uscì dal fianco sinistro. I ragazzi la risalirono sino a mettere piede sulla lussuosa imbarcazione, e seguirono un percorso in nastro colorato che li condusse all’interno, in una curiosa stanza. Squadrata, con 5 tavolini da bar posti come i pallini sulla faccia di un dado, rivestiti in pelle e apparecchiati, dall’altra parte della sala un palco da cabaret al buio. A contribuire all’atmosfera tetra e misteriosa un leggero sottofondo jazz e dei drink rossastri sui tavoli. Undici drink per undici persone, pensarono gli ospiti.
« Che facciamo? » chiesero in molti accomodandosi nei divani in pelle bordeaux « ci sediamo e basta? »
Nessuno rispose, e così ognuno scelse un posto e si sedette aspettando un segnale di qualsiasi tipo. Poco dopo, il palco da cabaret s’illuminò ed apparse un tavolo sopra il quale erano collocate delle lettere molto ordinatamente. Un uomo di media altezza, in giacca e cravatta nere, prese parola afferrando il microfono ed il sottofondo musicale si spense di colpo.
« Sono molto lieto che ognuno di voi abbia deciso di accogliere la richiesta del mio padrone, che può sembrare strana ma che tutto sommato non lo è. Eccentrica, la definirei » esordì, accenando un inchino con il braccio sinistro « ma non perdiamoci in chiacchere. Come avrete notato siete stati invitati ad un evento molto importante, una specie di torneo annuale con delle regole abbastanza singolari. Ogni sfida vedrà protagonisti due di voi, che si scontreranno per la cosa più preziosa su questo mondo, la vita. Com’è ovvio, il perdente dovrà pagare con la medesima moneta »
Al suono di quelle parole il gelo calò fra i partecipanti. I partecipanti si scambiarono occhiate fulminee e smorfie divertite fra loro, ed un leggero mormorio coprì la voce dell’uomo.
« Ovviamente non potrete ritirarvi da questo gioco » confermò lui suscitando la rabbia di molti che si alzarono per protestare.
« Non mi abbasserò mai a giocare a questa farsa! » esclamò Andrea mostrando il suo lato più aggressivo quando si trattava di cose che le stavano a cuore « non siamo carni da macello! »
« Non ho mai detto ciò signorina » rise il sadico presentatore « ma ora passiamo a questioni molto più importanti, come le lettere » dicendo questo una luce illuminò repentinamente le letttere sul tavolo.
« Ognuno di voi, a fine viaggio, riceverà una lettera, che sarà la sua conferma a giocare » 
Avery elaborò brevemente un piano che le frullava in testa per tutto il discorso. S’alzò con agilità e mostrò un sorriso beffardo all’uomo che sembrava così minaccioso agli altri.
« Lei ci sta dicendo che, secondo le regole, se noi non riceviamo le lettere non partecipiamo a questo teatrino psicopatico? »
L’uomo rise.
« Non ha capito molto bene. Ognuno di voi riceverà una lettera, non c’è modo di scappare da questo gioco cara Avery Bennet » concluse, scandendo il suo nome per farle capire quanto potere nelle sua mani « come ultimo consiglio, vi sconsiglio caldamente di avere quest’atteggiamento quando dovrete giocare, o ne pagherete le conseguenze »
Avery al suono di quelle parole si sentì come schiacciata da un pesante masso, e si sedette fulmineamente nascondesi dagli sguardi divertiti degli altri. In pochi erano riusciti a farla sentire così, e questo era tutto dire su quel gioco.
« Una domanda, è concessa? » fece Aika alzandosi in piedi con timidezza.
« Chieda pure »
« Ecco… noi in questa sala siamo in 11, ma di lettere sul tavolo, se ho contato bene, ve ne sono solo 10… » lasciò la frase aperta cercando di risiedersi senza centrare troppo l’attenzione su di lei, ma ebbe l’effetto opposto.
Ogni partecipante all’udire quelle parole si rese conto della terribile verità che l’uomo aveva nascosto loro, una verità molto più macabra di ciò alla quale avrebbero potuto pensare. Espressioni impaurite e sangue raggelato in ogni partecipante, senza che l’uomo dovesse chiarire una questione ormai chiara.
L’uomo rise per la seconda volta, portando il microfono alla sua bocca.
Increspò la bocca e portò lo sguardo a quei 5 tavolini da bar riempiti di persone impaurite come Pokémon in trappole, e diede un breve colpetto al microfono.
Ciò che disse avrebbe segnato per sempre le loro vite.
« Certamente, e vi è una spiegazione. Durante questo viaggio, questa notte, con questa luna, uno di voi morirà »




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Benvenuti/e a tutti!
Questo è il primo capitolo della storia, spero vi piaccia!
Ho molte cose da dire, prima di tutto ho cambiato titolo (significa "Recita delle ombre" ma play significa anche gioco, una sorta di gioco di parole in inglese) e descrizione (prima era molto vaga per tenere la sorpresa, qua invece ho deciso di scrivere la trama perché penso sia la cosa che interessa di più. Non preouccupatevi se la vedete diversa, è la medesima storia di prima.
Le iscrizioni sono ancora aperte essendo 16 giocatori, per cui in caso vogliate partecipare con il vostro OC non preoccupatevi, c'è ancora spazio!
Se non avete visto il vostro OC approfondito è naturale, questa è solo una parte del primo capitolo per appunto dare abbastanza spazio ad ogni OC che riceverò (come detto prima c'è ancora spazio in caso vogliate partecipare!), mi raccomando ditemi tutti i vostri commenti sulla storia! Se vi è piaciuta, se no, se la trama vi attira e cosa sperate nel futuro per i vostri personaggi! Inoltre potete dare consigli di ogni tipo e critiche di ogni tipo!
Riposto il modulo per gli OC poiché siete ancora in tempo!

Nome: (qualsiasi nome! ^^)

Carattere: (anche qua decidete voi!)
Costruzione fisica: (sbizzarritevi!)
Relazioni con altri: (decidete come si relaziona)
Fazione: (decidete se lo volete buono o cattivo! Ovviamente non rivelerò a nessuno questi particolari, solo a voi!  ^^)
Pokémon: (ogni allenatore dovrà avere due pokémon, per le vicende della storia)

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, uscirà entro questa settimana e sarà un'altra parte del medesimo di oggi, dove vedremo i nostri protagonisti alle prese con questo gioco, anche se ancora in una versione molto embrionale.
Ci vediamo allora ai prossimi capitoli!


 
  
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