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Autore: NapalmNoir    27/05/2015    1 recensioni
"Una testarda rivendicazione di spazio."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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     Era colpa della prospettiva. Mi dava la nausea se mi fissavo troppo a guardare. Non era un treno velocissimo, ma se stavo troppo tempo a guardare le cose vicine mi faceva male la testa e mi veniva da vomitare. Mai cercare di inseguire qualcosa che ti sfuggirà. Un po' come il tempo. Non devi prenderlo, devi passarci attraverso, cercando di non urtarlo. Tanto non esiste comunque...

     Le cose lontane stavano lì, fisse a guardarmi, mentre tutto intorno interferiva con la mia vista. Centinaia di tetti ed abitazioni, sviluppati in altezza, in lunghezza, in larghezza. Una testarda rivendicazione di spazio. Riempiamo più che possiamo lo spazio fuori, compriamoci un altro divano, ci serve un comodino in più, una lampada, un quadro. Così le nostre vite saranno piene, piene di robaccia inutile e priva di senso. Ma almeno così avremo la sensazione di vivere. Lo stiamo lasciando un segno, no? Guarda queste colline: prima qui non c'era un'anima. Ed ora, come vedi, la situazione non è cambiata. Non si vede alcuna anima.

     Di fronte a me, seduto, c'era un uomo sulla quarantina. Vestito elegante, cravatta, scarpe nere lucide, sguardo da uno che si sente fuori luogo. La sua giacca e i suoi pantaloni emanavano una sensazione di ribrezzo al contatto con il vecchio sedile sintetico. L'uomo teneva in mano un cellulare più grande del suo cervello, ma con il quale poteva comprarsi il mio. Guardo di nuovo fuori. Stesso paesaggio di prima: la natura che soccombe a colpi di calcestruzzo.

     Api che dedicano l'esistenza al lavoro, al progresso. Case su case, uffici su uffici, scuole su scuole, fabbriche su fabbriche. Dobbiamo lavorare, non si scappa! Sembra che le nostre vite si riducano a questo. Ma un uomo, vissuto tremila anni fa, senza computer, cellulari, corrente elettrica e derivati, era forse meno uomo di noi? No, era un uomo anche lui, né più né meno. Veniamo al mondo uomini e moriamo come tali, che uno sia un barbone o un capo di Stato. Non c'è differenza. Migliaia di anni di filosofia e non abbiamo ancora capito nulla. Vite senza senso. Ci cibiamo di attimi e passiamo il resto del tempo a ricordarli. Ve l'avevo detto: mai urtare con qualcosa che non esiste. L'oblio è l'ultima spiaggia. Dimenticare cosa siamo; dimenticare che non possiamo diventare niente, che non dobbiamo diventare niente; che siamo destinati a sentirci manchevoli sempre. Non c'è una strada da prendere, non c'è la tua strada. Ci sono solo infinite vite gratuite.  

  
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