Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Fenrir_23    27/05/2015    8 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi, spero che il capitolo sia di vostro gradimento, fatemi sapere!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rin lo vide da lontano, steso fra le macerie di quello che era stato il campo di battaglia di un combattimento fra demoni troppo potenti. Intorno, ogni cosa era stata distrutta e spazzata via dalla furia dello scontro.

Smontò da Ah- Un e corse verso Sesshomaru più veloce che poteva.

“Sta attenta, potrebbe esserci qualche demone ancora qui!” Kahaku la raggiunse insieme a Kirara, guardandole le spalle.

Rin non aveva mai visto Sesshomaru in quelle condizioni. Quando si erano incontrati nel bosco, anni addietro, era ferito e stanco, ma tutto quel sangue ormai secco che imbrattava la terra intorno e la sua bella veste e i suoi capelli del colore della neve, formando una pozza cremisi … non poteva essere vero.

Sentì gli occhi che le si riempivano di lacrime.

“Non è morto ...”Riuscì a dire Inuyasha con quel filo di voce che gli rimaneva, mentre Kohaku lo aiutava a mettersi precariamente in piedi. Anche lui era ferito, ma sembrava star bene. “Portalo al villaggio, Rin, Kagome saprà curarlo adeguatamente ...”

Lei si riscosse, decisa a fare qualcosa di concreto..

Spostò i capelli lunghissimi dal viso di Sesshomaru con un gesto delicato e gli passò un braccio attorno alle spalle, per tentare di sollevarlo. “Kohaku, aiutami ...”Disse in un soffio, mentre si guardava intorno. “Ah-Un, vieni ….”

 

 

 

 

 

 

 

 

Sesshomaru si svegliò nel buio di una piccola stanza, illuminata dal tenue bagliore di una candela. L'aria di quel posto … era impregnata di un forte odore di umano e mezzodemone. Doveva essere la tana di Inuyasha: un moto di rabbia s'impossesso di lui, mentre immagini confuse di quanto accaduto gli tornavano alla mente in modo graduale.

Inuyasha … era stato proprio quel maledetto ad intervenire, quando l'Orso stava per avere la meglio. Quel fratellastro impuro, l'aveva salvato dalla morte.

Il demone cane digrignò i denti, ringhiando per la frustrazione … quel genere di cose erano decisamente ciò che lo faceva imbestialire più di ogni altra, perché ferivano direttamente il suo orgoglio. Decise che era il giunto il momento di andarsene, ma quando cercò di alzarsi una fitta di dolore gli partì dal petto, percorrendogli l'addome. I muscoli s'irrigidirono, incapaci di sostenerlo e Sesshomaru si trovò costretto a restare dov'era. Che razza di umiliazione, per un demone maggiore come lui.

Un'ombra al di là dello shoji attirò la sua attenzione. Quest'ultimo slittò verso sinistra, e Rin s'intrufolò nella stanza, attenta a non causare rumore.

“Rin...” La voce del demone uscì in un sussurro.

Lei s'immobilizzò sulla soglia a guardarlo per qualche istante, poi fece semplicemente ciò di cui non poteva fare a meno: si chinò verso Sesshomaru e lo strinse in un abbraccio. Era stata così in pena per lui … Kirara e Ah – Un erano stati bravi, avevano galoppato nel cielo talmente veloci da condurli al villaggio in un solo giorno di viaggio ininterrotto, ma quand'erano arrivati Sesshomaru era in pessime condizioni … per tutto il tempo, non aveva mai ripreso conoscenza. Kagome le aveva assicurato che non c'era pericolo di perderlo, ma Rin non era riuscita a darsi pace … le immagini di quel brutto squarcio sul petto del demone e la consapevolezza che anche prima di quel combattimento lui si stava ancora riprendendo da ferite ben più gravi, non l'avevano lasciata in pace per un solo istante. Aveva passato quei tre giorni al suo fianco, dormendogli accanto sul pavimento, cambiandogli le medicazioni, prendendosi cura di lui. E ora, a vederlo sveglio, si sentiva così bene … si lasciò sfuggire un sospiro, ritrovandosi ad ascoltare il battito del cuore di Sesshomaru. Non l'aveva mai abbracciato in quel modo, così stretto, per paura d'infastidirlo. Nonostante i modi gelidi, il demone emanava calore, un calore avvolgente e piacevole. Rin si ritrovò a ad appoggiare una guancia contro la pelliccia soffice che si avvolgeva intorno al braccio destro di Sesshomaru. Sorrise teneramente. Da piccola, quel candido ammasso di pelo caldo, retaggio della della forma di cane del demone, l'aveva sempre incuriosita; in quei giorni, nel medicarlo, aveva scoperto che l'attaccatura di quella pelliccia partiva proprio dalla sua spalla destra.

“Hei, Rin! Kagome vuole sapere se la med-”

Inuyasha comparve oltre lo shoji spalancandolo con poca grazia, poi gesticolò qualcosa d'incomprensibile e strabuzzò gli occhi, sparendo così com'era arrivato.

Sesshomaru non si era mosso fino a quel momento – il contatto con il corpo di Rin era piacevole – ma dopo quell'uscita di scena del suo fratellastro si scostò appena da quell'abbraccio che aveva accettato ma non ricambiato, fissando oltre la porta scorrevole che si era appena richiusa, con aria irritata.

Rin a quel punto si riscosse e lo lasciò, balbettando qualcosa, colta dall'imbarazzo.

“C-come vi sentite?”

Lui fece passare una mano nel collo del Kimono scuro che portava al posto di quello solito – Rin aveva dovuto lavarlo perché era totalmente impregnato di sangue – sfiorando le bende che ricoprivano la sua ferita.

“Cosa ...” la sua espressione non mutò in apparenza, ma l'umana lo conosceva troppo bene per fingere di non capire il suo grande disappunto misto ad ancor più grande irritazione.

“Kagome san vi ha fatto una medicazione.” Spiegò, senza giri di parole. “Con quella, grazie alle vostre capacità rigenerative, guarirete in meno tempo.”

Sesshomaru afferrò le bende che ricoprivano lo squarcio sul suo petto con tutta l'intenzione di strapparle.

“Non ho bisogno di questi stupidi rimedi per umani ...”

Rin gli posò una mano sul braccio, puntandogli addosso i grandi occhi scuri.

“Vi prego … non toglietele ...”

Lui non rispose, limitandosi soltanto a guardarla.

Perché, quando lei gli chiedeva le cose in quel modo, non riusciva a non accontentarla? Quella sensazione di affetto e quel desiderio di proteggerla e renderla felice li aveva già sperimentati, ma ora c'era qualcosa di diverso, oltre a quello. Senza pensarci, si trovò a sfiorarle il viso passandole le dite sotto al mento.

“Rin...”

 

 

 

 

 

 

 

Appollaiato sulla veranda in legno che contornava la casa, Inuysha guardava il cielo notturno con fare assorto.

“Che hai?” Gli domandò Kagome, sedendosi accanto a lui.

“Non dormi, tu?” Chiese in risposta il mezzodemone, sinceramente preoccupato. “Dovresti riposare ...”

Lei gli sorrise lievemente. “ … È … strano , senza te accanto.”

“Scusa, è che non riesco proprio a prendere sonno.” Inuyasha tornò a guardare in alto. “Una parte di me, non sopporta l'idea che Sesshomaru sia qui. Mi ha disprezzato e odiato per così tanto tempo, che non riesco a dimenticarlo ...anche se sono cambiate molte cose in questi ultimi anni.”

Una fitta di dolore gli mozzò il fiato. Anche lui aveva riportato ferite in quello scontro, e si era rotto un paio di costole.

Kagome gli si rannicchiò contro, stanca. La pancia gonfia, dove si stava sviluppando la vita di un altro figlio – o figlia – iniziava ad affaticarla parecchio. Poi però le venne in mente qualcosa … “Dove vai?” Le domandò Inuyasha, vedendola alzarsi lentamente.

“A chiedere a Rin se la medicazione di Sesshomaru sta avendo effett-”

“No!” I capelli di Inuyasha schizzarono in aria, e lui assunse la solita espressione imbarazzata di quando si sentiva a disagio nel dire qualcosa … in quello, non era affatto cambiato da quando si erano conosciuti. In effetti, non era cambiato per nulla, ma per uno con la vita così lunga, dieci anni non dovevano significare poi molto tempo. Che fosse destinato a rimanere un eterno bambinone ringhioso? Kagome sorrise all'idea.

“Che problema c'è?” Domandò, curiosa.

“Beh, non ti conviene andare.” Tagliò corto Inuyasha. “Penso proprio che Rin … si occuperà volentieri di controllargli le ferite.”

“Oh.” Kagome sorrise, furba. “Capisco ...”

 

 

 

 

 

 

“Padrone!” Jaken inciampò in una radice, rotolando su se stesso per diversi metri. “Padrone, dove siete!” Si era messo in cammino da qualche giorno, subito dopo la fuga di Rin, ma a metà strada aveva percepito quello stesso odore che tornava indietro, verso il villaggio, insieme a quello del sangue del grande Sesshomaru. Ora stava cercando di tornare indietro, ma era ancora distante.

“Padrone, giovane signore!”

Sospirò di frustrazione. “Perché sono l'unico ad essere sempre lasciato indietro?”

 

 

 

 

 

 

 

“Non avresti dovuto seguirmi, Rin.” Sesshomaru puntò i suoi occhi affilati da demone sulla ragazza che gli era accanto, in ginocchio sul pavimento di legno.

“Non potevo stare semplicemente ad aspettare mentre voi ...” Lei tentò di rispondere, ma le parole le morirono in gola.

“È bello averla qui ...” Si trovò a pensare il demone; odiava quella situazione – per il fatto di mostrarsi così debole, soprattutto davanti a lei – ma in qualche modo la sua presenza riusciva a fargli passare qualsiasi malumore. E vederla così preoccupa per lui … egoisticamente, lo faceva sentire appagato.

“Avevo paura di perdervi ...” Confessò l'umana, evitando di guardarlo. “Io non … so cosa farei, senza di voi ...”
Sesshomaru non disse nulla, ma continuò a fissarla. Non ci aveva mai pensato … si era sempre preoccupato dei propri sentimenti, provando il desiderio di proteggere Rin perché non sopportava l'idea di perderla, ma non aveva mai riflettuto sul fatto che anche per lei potesse essere lo stesso. Mettere in pericolo se stesso, voleva dire farla soffrire. Quell'ultimo pensiero gli fece capire quanto lei doveva essere stata in ansia in quei giorni e si sentì invadere da qualcosa simile al senso di colpa, che non aveva mai provato. Tornò a guadare Rin e la trovò tremendamente vicina a sé. I capelli lunghi di lei, gli solleticavano il viso, ricadendo in avanti ... fu a quel punto che la ragazza annullò quella poca distanza che li divideva, posando le proprie labbra contro quelle del demone, in un bacio solo accennato.

Sesshomaru non si mosse: quel gesto … cosa significava? Restò a fissarla mentre abbassava lo sguardo imbarazzata e si scostava, ma prima che potesse andarsene, le afferrò con forza il polso sinistro, bloccandola dov'era. Che diavoleria era mai quella? Possibile che una semplice umana gli facesse ribollire il sangue a quel modo?

Rin restò in silenzio accanto a lui per un po', lo sguardo basso, rivolto a terra. Poi sparì in un istante dietro lo shoji, lasciando Sesshomaru solo nel buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rin prese a camminare avanti e indietro, frenetica, per la sala d'entrata, poi si sedette su uno dei cuscini morbidi del tavolino basso al centro della stanza, prendendo a tamburellare nervosamente le dita sul legno.

Cosa diavolo le era passato per la testa? Presa dai sentimenti, non aveva pensato che quel bacio rischiava di allontanare Sesshomaru da lei, proprio come quando era solo una ragazzina adolescente infatuata e in cerca disperatamente di un contatto con lui.

I suoi pensieri assillanti vennero interrotti da Kagome, che entrò nel buio della sala a passi lievi, preceduta dal bagliore tenue della candela che reggeva nella mano sinistra.

“Rin?” La sacerdotessa le si sedette accanto, scrutandola con sguardo indagatore.

“Cosa succede, non vai da Sesshomaru?”

Lei non rispose, limitandosi a scrutare un punto imprecisato nel buio. Passarono diversi secondi.

“Si è svegliato … “ mormorò la ragazza, con un filo di voce. Poi altro silenzio.

“Kagome San, io … l'ho baciato.”

La sacerdotessa le rivolse un sorriso comprensivo.

“ … e?”

“Temo di averlo infastidito!” Rin prese a torcersi i capelli, arricciandoli fra le dita. “So che lui non ricambierà mai i miei sentimenti, perché è un demone, e perché ha sempre disprezzato gli umani … ma vorrei almeno... che tutto restasse com'è sempre stato. Non voglio allontanarlo da me ...”

Kagome le strinse una mano in un gesto affettuoso.

“Sesshomaru ha smesso di disprezzare a prescindere gli umani da quando ti ha accettata al suo fianco, e protetta, molti anni fa. E tu sei innamorata di lui, quindi sii spontanea.”

“Ma ...”

“Rin, non sei più una ragazzina, e lui lo sa. Non farti prendere dalla paura di essere respinta, perché ora le cose sono diverse ...”

La ragazza si concesse qualche secondo di silenzio, poi annuì.

“Ora va da lui.”La incitò Kagome.” Credo sia ora di rifargli la medicazione.”

Rin si alzò dal cuscino con un sorriso. “ … sì!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piccola nota sulla pelliccia/coda/criniera quel che è, di Sesshomaru. Ma secondo voi … come cavolo funziona, cioè, boh? Io penso sia attacca alla sua spalla e sia a tutti gli effetti una vera e propria parte del suo corpo, più che un ornamento, altrimenti come si spiega il fatto che, quando viene colpito lì, sanguina? É una cosa molto strana … vabé, non cerchiamo spiegazioni logiche sulla struttura fisica di un demone, vah … alla prossima!

 

 

   
 
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