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Autore: Team Disturbo Bipolare    28/05/2015    3 recensioni
Corypheus ha trovato la sua fine per mano dell'Inquisitore. I suoi oscuri poteri sono stati sconfitti da colei che ora comanda una delle forze più potenti del Thedas.
Ma che ne è stato del resto del mondo dopo quelle battaglie?
La vita apparentemente ha ripreso a scorrere come nulla fosse accaduto, ma con una cicatrice nel cielo a ricordare a tutti gli errori e gli atroci massacri compiuti in nome della superbia. Eppure, per quanto possa essere accurato il lavoro dell'Inquisizione, non tutto è sotto al loro controllo.
Il lascito dell'oscuro Magister aleggia minaccioso sui regni del Thedas, strisciando in silenzio fra le ombre per poter risorgere ancora...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Dahlia guardò il profilo del suo nemico numero uno: la folta zazzera grigia incorniciava il viso magro e sciupato del mago, ma gli occhi neri e malvagi scrutavano la folla davanti a sé con una vitalità particolare. Sembrava piuttosto eccitato per qualcosa e quel qualcosa preoccupava non poco l'assassina.
«Fratelli miei, questo è un gran giorno per il nostro Signore, l'unico vero dio!» esclamò il Venatori con voce profonda «questo è il giorno in cui il suo ritorno si fa sempre più vicino!»
Il gruppo di maghi davanti all'altare proruppe in mormorio compiaciuto, prima di formare un cerchio attorno a Pretus. Quest'ultimo appoggiò una coppa d'oro intarsiata sopra all'altare, quindi si tagliò il palmo della mano sinistra con un piccolo pugnale di metallo rosso, facendo gocciolare il sangue all'interno del contenitore. I Venatori cominciarono a dondolarsi a destra e a sinistra, mormorando una lenta litania, che faceva accapponare la pelle.
Dahlia, Saarebas e Arnell rimasero nascosti all'ombra, cercando di trattenere il respiro per fare meno rumore possibile; il loro sforzo fu vano, poiché di punto in bianco Pretus urlò «ci sono degli intrusi!».
Il mormorio dei Venatori cessò, sostituito da grida rabbiose, che anticiparono la frenetica ricerca di coloro che avevano osato interrompere il loro rituale.
«Correte!» urlò la Corvo, senza perdere un minuto. I tre si precipitarono dentro la biblioteca, sperando in una via d'uscita, ma ben presto si resero conto di aver commesso un grave errore: in tutta la stanza non c'erano altre porte, se non quella dalla quale erano entrati, e le finestre erano poste troppo in alto persino per Saarebas. I Venatori non tardarono ad accerchiarli, intrappolandoli in una gabbia fatta di elettricità.
«Bene, bene, bene» disse la voce cavernosa di Pretus, mentre si avvicinava ai tre prigionieri, ghignando soddisfatto «e così siete riusciti a trovarmi alla fine!»
L'espressione di pura sorpresa che si dipinse sul volto di Dahlia lo fece scoppiare in una fragorosa risata, seguito dai suoi adepti.
«Pensavate che non vi tenessi d'occhio? Un Corvo, una maga qunari e un mezzelfo che scorrazzano per il Thedas, convinti di potermi uccidere?». Pretus lanciò uno sguardo disgustato verso Arnell, poi con voce gelida disse «voi mezzelfi sarete i primi a scomparire, quando il nuovo dio sorgerà!»
Dahlia proruppe in una risatina di scherno «certo che voi Venatori non imparate mai, eh?»
Il magister la guardò come se si trovasse davanti ad un nug dall'aspetto particolarmente sgradevole «la tua insolenza sarà punita severamente!»
«Ma sentiti come parli... “la tua insolenza”, “il nuovo dio”...non ci aveva già provato il tuo amico Corypesce? Non mi sembra abbia fatto una bella fine!». Dahlia continuava a provocare il nemico, mentre con la mente cercava freneticamente una via di scampo da quell'assurda situazione. Ma come potevano essere stati così stupidi da mettersi in trappola da soli?! Ora si ritrovavano completamente circondati da maghi pazzi ed assassini. Oltre al fatto che, se solo avessero provato a fare un passo, nel migliore dei casi sarebbero finiti per diventare un ottimo arrosto, fulminati all'istante dalla gabbia magica che li intrappolava.
«Stupida ragazzina insolente! Come osi insultare l'Antico?!» sbraitò Pretus, sputacchiando per la rabbia.
L'assassina trattenne a stento una faccia schifata «beh, non credo che mi possa sentire dall'Oblio...»
Pretus ridacchiò, come se la ragazza avesse fatto una battuta «certo, ora è nell'Oblio, ma presto tornerà tra di noi!»
«E di grazia, come pensi di poterlo recuperare da laggiù?»
«Potrei anche spiegarti come, ma cosa ne può capire una come te di argomenti come il risveglio trans-corporale?»
Dahlia stava per ribattere, quando con la coda dell'occhio vide due magister dietro a Pretus accasciarsi a terra, morti. La Corvo sbuffò, quindi sorrise e disse «voi cattivi vi divertite sempre a parlare troppo, non è vero?»
«Tanto fra poco morir...»
La minaccia di Pretus fu bloccata sul nascere, quando si rese conto che uno dei magister che stava evocando la gabbia elettrica si stava accasciando a terra, con tanto di pugnale conficcato sulla schiena. La gabbia implose, producendo un'esplosione verso l'esterno, uccidendo sul colpo i restanti Venatori che la stavano evocando.
«Dicevi?» disse Dahlia, accarezzando distrattamente l'elsa dei pugnali.
«Non mi sembra proprio il momento di sbeffeggiarlo adesso!» le sibilò Arnell, prendendo in mano la fidata balestra.
«Devi proprio sottolinearlo in questo momento?!» esclamò incredula Dahlia.
Per tutta risposta Saarebas sospirò, quindi battè le mani, provocando un'enorme onda d'urto che spazzò una decina di maghi di fronte a loro, facendoli finire a terra.
«Vi consiglierei di seguire l'esempio della vostra amica troppo cresciuta» disse una voce sconosciuta dal tipico accento antiviano.
Dahlia si voltò verso il luogo da cui proveniva e vide che a parlare era stato un elfo non molto alto, dalla pelle olivastra e capelli biondi lunghi fino alle spalle. Senza perdere altro tempo in chiacchiere, il nuovo arrivato si scagliò contro i maghi, che subito risposero con un vasto numero di magie, tutte evitate con una naturalezza quasi spaventosa. Dahlia si affiancò al nuovo alleato, schivando qualche palla di fuoco per pura fortuna e riuscendo ad uccidere qualche avversario, prima di essere scagliata via da un'Esplosione Mentale. Volò addosso ad uno scaffale, che le fece precipitare addosso svariati tomi antichi.
«Kadan!» urlò preoccupata Saarebas, mentre erigeva un muro di ghiaccio attorno all'assassina per proteggerla da ulteriori attacchi. Quindi si voltò verso due Venatori, intenti ad evocare qualche strana magia del sangue; la gigantessa non perse tempo a pronunciare formule e formulette magiche, fece crepitare l'energia del fuoco nei suoi palmi per poi scagliarla a tutta forza contro i nemici. Arnell, intanto, lanciava indisturbato i suoi dardi, proteggendosi dietro altri scaffali di pesante legno ammuffito.
Dahlia aprì gli occhi, guardandosi attorno ancora lievemente stordita: il colpo ricevuto era stato particolarmente duro da assorbire. Si alzò vacillando, facendo capolino da un lato del muro di ghiaccio. Quando riuscì finalmente a mettere a fuoco il mondo attorno a sé, distinse chiaramente Pretus che se la stava dando a gambe, insieme ad altri due Venatori. La Corvo cercò di lanciare l'allarme ai suoi compagni, ma, dopo una rapida occhiata attorno a sé, capì che erano fin troppo occupati per poterle dare ascolto. L'unica libera dai nemici era lei, così, sprezzante del pericolo, si lanciò all'inseguimento.
Quando Pretus la vide avvicinarsi con passo incerto, scoppiò in una risata fragorosa «e cosa vorresti fare tu, piccola Corvo dalle ali tarpate?»
«Uhm, fammici pensare bene...tipo ucciderti?» rispose sarcastica la ragazza.
«I miei seguaci non lo permetteranno mai, sono troppo prezioso, ormai dovresti averlo capito!»
«Certo, anche se continuo a pensare che abbiano davvero pessimi gusti, per aver scelto te come loro leader!»
«Leader? Oh ragazzina, non sai nemmeno di cosa stai parlando! Ma basta chiacchierare, penso che tu ormai conosca la mia fedele Orla» disse Pretus, indicando uno dei magister incappucciati accanto a lui. Quello si fece scivolare il cappuccio dalla testa, rivelando una chioma biondo cenere raccolta in uno chignon ed un ghigno sgradevole stampato in faccia.
«Chi non muore si rivede!» esclamò la maga, canzonando Dahlia.
«Eh già, ma dopo oggi spero di non vederti mai più!» rispose la ragazza scagliandosi contro la maga. Quella evocò un Glifo di Paralisi sotto i piedi dell'assassina, che bloccò qualsiasi suo movimento.
«Penso che da qui in avanti potrai pensarci tu!» disse Pretus alla sua fedelissima.
«Certo mio Signore, sarà un gioco da ragazzi» sogghignò quella.
Dahlia non potè far altro che guardare Pretus uscire dalla porta della biblioteca e scomparire alla sua vista; non poteva farselo sfuggire di nuovo!
«Scommetto che non vedi l'ora di rivedere il tuo amichetto!» la provocò la donna.
La Corvo non poteva rispondere, dato che il Glifo le impediva qualsiasi movimento, anche parlare.
«Sai, la sua mente è così affascinante, ha un sacco di sentimenti buoni, per essere un assassino» continuò quella, mentre accarezzava distrattamente il profilo del suo bastone d'ebano «e poi è così pieno di te...oh si! Gli hai fatto proprio perdere la testa!»
Dahlia digrignò i denti: quanto avrebbe voluto saltare alla gola di quella maledetta maga, se solo non fosse stata bloccata da quel Glifo...un momento! Era riuscita a digrignare i denti?!
«Vorresti sapere come liberarlo dal suo incantesimo? Oh la risposta è molto semplice...vedi, siamo in sei a tenerlo sotto controllo!»
Dahlia provò a spostare lateralmente un piede e ci riuscì, anche se solo di pochi centimetri.
«Come ho detto prima, il tuo ragazzo ha una mente piuttosto affascinante, non è per nulla facile mantenerlo piegato al nostro volere!» continuava a blaterare Orla, talmente concentrata nel pavoneggiarsi che finì per voltare le spalle all'assassina.
Dahlia prese la palla al balzo, con un enorme sforzo fece scivolare un piede fuori dal Glifo, interrompendo la continuità del disegno, facendolo quindi scomparire.
«Il tuo amico potrà essere libero solo se qualcuno riuscisse ad eliminare tutti i magister che lo tengono sotto controllo, altrimenARGH!»
«Decisamente, oggi i cattivi hanno troppa voglia di parlare» sbuffò Dahlia, estraendo il pugnale di silverite dalle reni della maga.
Quella si voltò terrorizzata, trovandosi la faccia dell'assassina a pochi centimetri dalla sua.
Dahlia la afferrò per il bavero, trascinandola vicino a sé «voglio i nomi degli altri cinque magister!»
La donna rise di fronte alla minaccia, sputando sangue «e cosa ti fa credere che te li dirò?»
«Se me li dici avrai una morte rapida e indolore»
«Fai pure di me quello che vuoi, non m'interessa! Quando l'Antico risorgerà, avrò la mia vendetta!»
Dahlia piantò nuovamente la lama nel corpo della donna, che sussultò, mentre un rivolo rosso cominciò a scorrere all'angolo della bocca.
«Tutti uguali voi fanatici. Possibile che non v'interessi mai il “qui ed ora”?» chiese sprezzante Dahlia.
«L'amore che nutri per lui non ti fa onore, Corvo!» disse la donna, sputando saliva e sangue sul volto dell'assassina. La ragazza non ci vide più, fece scivolare il pugnale lateralmente e uccise la magister subito. Aveva capito che non avrebbe ottenuto nulla da lei, per cui era inutile essere troppo crudeli.
Lasciò cadere il corpo della donna a terra e si precipitò fuori dall'atrio, inseguendo Pretus: accanto a lei comparvero Saarebas e l'elfo misterioso, interamente coperti di schizzi di sangue.
«Arnell?» chiese preoccupata Dahlia, non vedendo da nessuna parte l'orlesiano.
Saarebas scosse la testa «è rimasto intrappolato sotto una libreria crollata, non ho idea di come stia».
Dahlia fece per tornare indietro, ma la qunari la fermò «lo so a cosa stai pensando kadan, ma di lui dobbiamo preoccuparcene dopo! Ora dobbiamo andare a prendere Pretus, altrimenti sarà stato tutto inutile!»
Dahlia chinò la testa, impotente: sapeva che la sua compagna aveva ragione, così a malincuore riprese a correre verso l'entrata del tempio.
Pretus e l'altro magister erano in piedi davanti all'altare, circondati da una bolla verde e sinistra. Dahlia si gettò contro di loro, ignorando la voce di Saarebas che le intimava di non avvicinarsi: appena entrò in contatto con la bolla, una forte energia la respinse, facendola volare lontano e sbattere con il muro. Si rialzò a fatica e vide che Pretus la stava osservando con un sorriso soddisfatto.
«Bastardo!» urlò la Corvo, avvicinandosi di nuovo ai due maghi, stavolta più cautamente. Pretus si limitò a sogghignare, poi schioccò le dita e i due scomparvero in un lampo verde. Dahlia si accasciò nel punto dove un attimo primo c'era il suo bersaglio e battè il pugno a terra.
«Ci è sfuggito di nuovo! Di nuovo!» urlò in preda alla rabbia.
«Beh, questa volta vi ha lasciato una pista» commentò l'elfo biondo, prendendo per una spalla la ragazza e forzandola a tirarsi su.
«Si può sapere chi saresti tu?» chiese lei, con un tono decisamente più aggressivo di quel che avrebbe voluto.
«Oh certo, non abbiamo ancora avuto il tempo di presentarci. Mi chiamo Zevran, ma le belle ragazze come te possono chiamarmi Zev» rispose lui, facendole l'occhiolino.
Dahlia stava per rispondere con qualcosa di sarcastico e pungente, dato che era abituata alle avances degli uomini, ma qualcosa la bloccò: vide che Zevran aveva un tatuaggio sulla parte sinistra del volto, il quale non aveva nulla a che fare con i vallaslin Dalish. Se non era un Dalish (e sicuramente non poteva far parte dei nani senza casta), allora voleva dire che era un...
«Corvo?!» esclamò incredula Dahlia.
L'elfo scoppiò a ridere di gusto, tenendosi gli addominali con una mano «oh, forse un tempo, ma ora direi proprio di no!»
La ragazza non capì subito, ma poi si allontanò di scatto «se non sei più un Corvo dovresti essere morto!»
Zevran la guardò con un mezzo sorriso «a quanto pare hai trovato un altro fuggitivo dalla Gilda!»
«Un altro?!»
«Oltre a te, intendo!» spiegò lui, guardandola interrogativo.
«Aspetta un attimo! Io sono in missione per conto dei Corvi, chi ti ha detto che sono una fuggitiva?!»
«Beh, il gruppo di Corvi che ti sta inseguendo da quando hai lasciato Skyhold non sembra essere dello stesso parere!»
Dahlia spalancò la bocca, non riuscendo a proferire parola. Vedendo il momentaneo sconvolgimento dell'amica, Saarebas si fece avanti «E tu cosa ci fai qui? Perchè ci hai aiutati?»
«Sto tenendo d'occhio i movimenti dei Corvi, sospetto stiano tramando qualcosa di losco assieme a quei magister del Tevinter. Per puro caso mi sono imbattuto in voi e m'incuriosiva molto sapere perché la Gilda vi abbia sguinzagliato dietro ben tre assassini!»
Dahlia e Saarebas si guardarono senza parlare: sapevano entrambe che tre Corvi a piede libero erano una minaccia non da poco, senza pensare anche a Julian ed al resto dei magister.
«Suvvia, cosa sono quelle facce tristi? Io sono ricercato da dodici anni ormai, eppure sono ancora qua!» esclamò Zevran.
Dahlia sorrise debolmente, non sapendo ancora da che parte prendere quella nuova notizia: per lei non era solo una questione di essere ricercata, per lei voleva anche dire che non faceva più parte della Gilda, quella che ormai da anni era una sorta di famiglia.
«Dovremmo andare a vedere come sta Arnell...» disse seria Saarebas.
Dahlia si colpì la fronte con una mano: Arnell! Se ne stava quasi dimenticando! Corsero di nuovo dentro la biblioteca, dove – Dahlia lo notò solo in quel momento– il pavimento era invaso da cadaveri di magister. Scavalcò un paio di corpi orrendamente mutilati, opera di Zevran sicuramente, e si precipitò verso uno scaffale crollato su un lato, da dove proveniva un flebile lamento.
«Arnell, resisti! Ora ti tiriamo fuori!»
«Oh io resisto, non vi preoccupate! Se fate con più calma potrei anche pensare di schiacciare un pisolino qui!» rispose sarcastico il balestriere.
Saarebas evocò una colonna di ghiaccio, che sollevò e spostò l'enorme libreria, rivelando la figura scomposta dell'orlesiano sotto di essa.
«Ma voglio dire ragazze, ci voleva tanto? Sono rimasto in questa posizione scomodissima per almeno mezz'ora!!!»
«Che esagerato, saranno passati nemmeno dieci minuti!» ribattè Dahlia, prendendolo per le spalle ed aiutandolo a rimettersi in piedi.
«Che siano dieci minuti o mezz'ora, prova tu a rimanere bloccata con una gamba piegata all'indietro!» brontolò l'uomo, zoppicando vistosamente.
Dahlia sbuffò, guadagnandosi un'occhiata truce da parte di Arnell, avvicinandosi agli altri due alleati.
«Dicevi che Pretus ci ha lasciato una pista» disse Saarebas, rivolgendosi all'elfo.
«Si beh, se non sbaglio ha parlato di risveglio trans-corporale e ...»
Dahlia balzò in avanti, afferrando per il bavero Zevran e lasciando cadere a terra Arnell, che imprecò inviperito contro l'assassina.
«Ne sai qualcosa?!» esclamò la ragazza.
«Ehi dolcezza, so che non vedi l'ora di entrare in contatto con il mio splendido corpo, ma forse ora dovresti calmare i bollenti spiriti!» ridacchiò Zevran.
Dahlia lasciò di scatto la presa e si portò a distanza di sicurezza «per favore, dicci quello che sai!»
«Io sono solo un'umile ex-Corvo, come potrei sapere qualcosa sull'argomento?»
Saarebas, Dahlia e Arnell sospirarono sconsolati.
«A quanto pare siamo di nuovo ad un punto morto» commentò Arnell, mettendosi faticosamente in piedi.
«Però c'è un posto dove potreste cercare informazioni» disse l'elfo «si dice che la biblioteca dell'università di Markham contenga un sacco di libri».
«Quindi ci aspetta un altro lungo viaggio, eh?» sospirò Dahlia «avrei bisogno di un bel po' di riposo».
«Per una volta mi ritrovo pienamente d'accordo con te» borbottò Arnell.

I quattro uscirono dal tempio, desiderosi di lasciare al più presto quella palude dall'aria pesante e umida. Zevran apriva la strada, tagliando con i suoi pugnali le radici ed i licheni che sbarravano loro la strada. Ad un certo punto, un sibilo quasi impercettibile catturò l'attenzione di Dahlia; la ragazza si guardò attorno, cercando di capire che cosa l'avesse provocato, finché non notò una freccia conficcata in un albero lì vicino.
«Giù!» urlò, buttando a terra Arnell con poca grazia e spingendo Saarebas, anche se il suo tocco non era abbastanza forte da trascinarla verso il basso. Zevran si appiattì contro un albero, un secondo dopo altre frecce fendettero lo spazio in cui si trovava qualche attimo prima.
«Merda!» imprecò l'elfo «i Corvi ci hanno trovati!»
Dahlia sbarrò gli occhi: chi avrebbe dovuto affrontare ora? Chi dei suoi vecchi compagni avrebbe cercato di ucciderla? La risposta alle sue domande arrivò, purtroppo, fin troppo presto.
«Sorellina, dove ti sei nascosta? Non vieni a salutare il tuo fratellone?» disse un ragazzo non molto alto, con capelli castano-rossicci corti, un pizzetto dello stesso colore e occhi verde acqua.
«Cablan!» mormorò Dahlia, rimanendo nascosta tra le fronde.
«Chi?!» chiese Arnell, cercando di sbirciare al di là della spalla della ragazza.
«Mio fratello!» sibilò di rimando lei, intimandogli di rimanere nascosto con un'occhiata glaciale.
«Piccola Dahlia, così mi deludi! Ho fatto tutta questa strada solo per vedere te! Non vorrai mica che i tuoi amici si facciano del male a causa tua...»
Dahlia tremò di rabbia, ma si costrinse a non intervenire. Saarebas la guardò con occhi interrogativi: sebbene ormai fossero compagne di viaggio da quasi due mesi, Dahlia non aveva voluto rivelarle nulla riguardo la sua storia personale. Non perché non si fidasse della qunari, ma semplicemente perché certi ricordi erano troppo dolorosi da affrontare e il dolore rende vulnerabili. Una cosa assolutamente inaccettabile per un assassino.
«Ma certo, sei sempre la solita...lasci che gli altri si sacrifichino per te, proprio come la mamma!»
A quelle parole Dahlia vide tutto rosso e non ragionò più: scattò in piedi uscendo dal nascondiglio e lanciò uno dei suoi coltelli verso Cablan. Il colpo però non andò a segno e la lama andò a conficcarsi nel tronco accanto al ragazzo.
«Allora ti sei decisa ad affrontare la tua sorte, finalmente!»
«Non puoi uccidermi! Non ho finito la mia missione, posso ancora eliminare il bersaglio!»
«Però hai perso i tuoi compagni e ti sei fatta catturare. Mi sembra che sia abbastanza per poter dichiarare il tuo completo fallimento».
«Kinn non può volermi morta! Sono una delle sue assassine più fidate e...»
«Kinn è morto» annunciò Cablan con voce atona.
La notizia ebbe sulla ragazza l'effetto di un masso lanciato a tutta velocità contro lo stomaco: sebbene non potesse dire di aver avuto un rapporto di amicizia con il suo capo, Kinn l'aveva sempre spronata ed incoraggiata fino a farla diventare quella che era, pur rimanendo un burbero di prima categoria.
«Cosa...come?!» balbettò la Corvo, incredula.
«Non credo che possa più interessarti, non credi? In qualunque caso ora dovrai morire!»
Cablan si slanciò contro la sorella, coprendo con pochi passi la distanza che li separava; la lama dell'assassino si sarebbe conficcata sulla spalla della ragazza, se non fosse stata intercettata da un'altra lama. Zevran era accorso in aiuto, sorprendendo l'assalitore sul fianco e facendolo cadere all'indietro grazie alla forza del contraccolpo.
L'elfo si girò verso Dahlia e la riscosse dall'attonimento «che cosa aspetti?! Corri!»
Senza farselo ripetere due volte, la ragazza si voltò e cominciò a correre, acciuffando per la collottola Arnell, il quale doveva ancora rendersi bene conto di quello che stava succedendo. Un pioggia di frecce cadde attorno a loro e Dahlia sentì Saarebas evocare una catena di fulmini, che uccise uno dei tre Corvi nascosti tra gli alberi. Cablan ringhiò di rabbia e partì all'inseguimento, ordinando all'altro Corvo che lo accompagnava di rinfoderare l'arco e seguirlo.
I quattro corsero a perdifiato nella fitta vegetazione, scivolando a causa del fango e inciampando nelle radici. I rami bassi degli arbusti graffiavano ogni centimetro di pelle scoperta e Dahlia cominciò presto a sanguinare da diversi tagli, non da meno erano le condizioni dei suoi compagni.
Alla fine sbucarono in una piccola radura con una grotta, dove vi si nascosero senza indugio
«Sembra che siamo riusciti a seminarli» mormorò pensieroso Arnell.
«Forse li abbiamo allontanati per un po', non puoi seminare un Corvo» disse Dahlia con voce dura.
Arnell piegò la bocca in una smorfia di disappunto «certo, immagino che di questo ne andiate molto fieri, voi assassini».
Zevran tornò dal gruppo dopo aver esplorato la caverna «dovremmo essere al sicuro qui, i ragni giganti sono molto più in fondo. Direi che possiamo anche sistemarci per la notte, ci scambieremo a due a due i turni di guardia».
L'elfo e l'orlesiano fecero il primo turno, così Dahlia e Saarebas si sistemarono nei giacigli di fortuna, fatti di foglie secche, e si addormentarono. La Corvo si agitò parecchio durante il sonno, di nuovo alle prese con lo stesso incubo che la tormentava da anni. Si svegliò di soprassalto, quando una mano lo scosse gentilmente per svegliarla.
«Tocca a voi ora!» le annunciò Zevran.
L'assassina e la qunari si appostarono ai due lati dell'entrata della caverna, rimanendo in silenzio per un bel po' di tempo.
Alla fine Saarebas si decise a parlare «quando ti deciderai a parlarmi di tua madre?»
Dahlia spalancò la bocca per ribattere che non ne aveva voglia, come aveva ripetuto più e più volte nelle ultime settimane, ma quando guardò la sua compagna negli occhi qualcosa dentro di lei si ruppe. Non riusciva più a trattenere quel peso da sola: almeno prima c'era Julian con lei, l'unico con cui era riuscita a parlarne, ma ora si sentiva terribilmente sola.
«È morta mentre fuggivamo dalla nostra città, durante il Quinto Flagello...Lothering, non so se ne hai mai sentito parlare. È stata completamente rasa al suolo dalla Prole Oscura». Un nodo le strinse la gola, incrinandole la voce e facendole salire le lacrime agli occhi: i ricordi si riversavano prepotentemente nei suoi pensieri, rendendo ancora più difficile la confessione che stava per fare.
«Mentre quei mostri distruggevano tutto ciò che era stata casa nostra, io, Cablan e mia madre scappammo per metterci in salvo. Io però mi attardai, volevo recuperare a tutti i costi il pugnale che mi aveva donato Davon, mio fratello più grande, ma la mia strada fu bloccata da un genlock. Quell'essere mi avrebbe uccisa se mia madre non si fosse lanciata davanti a me per proteggermi e...»
Dahlia cominciò a singhiozzare senza ritegno, incapace di proferire parola. Il senso di colpa le schiacciava il petto e la mente, la vergogna per ciò che era successo era opprimente.
«È stato un incidente, kadan. Non è stata colpa tua» disse Saarebas.
«Invece si! Se solo non mi fossi intestardita per il pugnale...forse mia madre...»
«Non potevi prevederlo. Quel genlock avrebbe potuto attaccarvi più tardi, tu ti saresti trovata disarmata e magari ora saresti qui a darti della stupida per non aver recuperato l'arma!»
Dahlia sbuffò ancora scettica «la colpa ce l'ho comunque e Cablan non ha mai smesso di ricordarmelo da allora»
«Perchè tuo fratello ti odia tanto?»
«Perchè lo ha sempre fatto. Lui era il secondogenito, si riteneva non abbastanza importante per competere con il primogenito e non abbastanza furbo per competere con la terzogenita» disse sprezzante la ragazza «razza di idiota. Gli ho sempre voluto bene, ma lui fraintendeva tutti i miei comportamenti, come quelli di Davon o di papà. Diceva che l'unica che lo capiva era nostra madre, che in effetti lo difendeva sempre a spada tratta, anche quando combinava guai».
«Quindi vorresti farti mettere i piedi in testa da un ragazzino viziato?» le chiese Saarebas «dov'era lui, mentre tua madre veniva uccisa? Perchè non è intervenuto per difenderti assieme a lei?»
Dahlia spalancò gli occhi: a questo non ci aveva mai pensato. «Lui...non lo so. Ho dei ricordi piuttosto confusi riguardo a ciò che successe».
«Dovresti smetterla di addossarti tutte le colpe, kadan. È stato un incidente, di cui nessuno è responsabile e che nessuno poteva prevedere».
La Corvo ci rimuginò sopra, rimanendo in silenzio per tutto il resto del turno.

Alle prime luci dell'alba lasciarono la radura, facendo attenzione a non lasciare tracce dietro di sé. Per raggiungere Markham avrebbero dovuto affrontare un nuovo viaggio in nave, gettando nello sconforto Arnell.
«Non c'è proprio un modo per evitare il viaggio in mare?» chiede con un filo di speranza nella voce.
«Certo, potresti farti catturare dai Corvi e fare in modo che ti trasportino via terra fino ad Antiva. Di solito, però, usano portare solo la testa delle loro vittime» commentò sarcastica Dahlia.
«Non parlarne come se non facessi più parte di quella maledetta Gilda!»
«Perchè, non ti è bastato sentire i bei discorsi del mio adorabile fratello?»
Arnell aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse quando si rese conto che non poteva dire nulla.
Fiancheggiarono la Via Imperiale, senza percorrerla apertamente, per evitare di essere riconosciuti; dopo qualche giorno di viaggio raggiunsero finalmente Val Chevin, da dove presero la nave che li avrebbe portati verso la città-stato di Ostwick, da dove poi avrebbero dovuto continuare via terra per Markham. Il viaggio in nave durò una settimana, purtroppo non fu affatto tranquillo: diversi temporali si abbatterono su di loro, dando vita a onde turbolente che metterono a dura prova la stabilità della nave. Arnell passò il tempo tra la preghiera fervida e il rimettere sistematicamente tutti i miseri pasti che riuscirono ad accaparrarsi. Quando finalmente toccarono terra, la faccia dell'orlesiano presentava un bel colorito mozzarella, corredato da una delicata sfumatura verdognola e profonde occhiaie blu. Racimolarono un passaggio da un contadino originario di Markham che vendeva le sue merci al porto di Ostwick, in cambio di aiuto nel caricare e scaricare le vettovaglie.
Zevran era rimasto con il gruppo: li aveva seguiti adducendo la scusa che con loro sarebbe riuscito a tenere d'occhio più facilmente gli spostamenti dei Corvi, cosa che rese scettica Dahlia, ma chi era lei per poter rifiutare un aiuto così valido?
Markham era una delle città più tranquille dei Liberi Confini: dediti soprattutto allo studio e all'agricoltura, i cittadini erano tra i pochi nel Thedas a potersi vantare di possedere un'università. Dahlia si guardò intorno, quasi non credendo alla pace e alla tranquillità che regnava in quel luogo, il tutto accentuato dalla leggera pioggia che batteva sui tetti di legno delle tipiche case basse e lunghe del posto. In lontananza si scorgevano le verdi colline, parte terminale della catena montuosa Vimmark, che circondavano la città, proteggendola dai forti venti che provenivano dall'oceano di Amaranthine. Trovarono una vecchia taverna poco frequentata, pagando per avere due stanze a poco prezzo. I soldi cominciavano a diventare un problema, dato che fino ad ora erano riusciti a cavarsela grazie ai piccoli furtarelli commessi da Dahlia e al saccheggio dei luoghi antichi in cui s'imbattevano.
«Presumo che dovremo cercarci qualche impiego» sospirò Dahlia, guardando il borsellino semi-vuoto.
«Sicuramente alla bacheca del cantore ci sarà qualche annuncio interessante» disse Arnell.
«Oppure potremmo vedere se ci sono dei mercenari a cui interessa il nostro aiuto!» esclamò la ragazza entusiasta.
«Già...che altro aspettarsi da una come te?» brontolò il balestriere, incrociando le braccia sotto al petto.
Dahlia gli rivolse una linguaccia di scherno, quindi raggiunse Zevran e Saarebas, entrambi stavano osservando pensierosi fuori dalla finestra del salottino della taverna.
«Come siamo musoni oggi! Allora, quando andremo all'università?»
«Ci saremmo già andati, se solo fossimo in possesso di un certificato di cittadinanza di Markham» rispose l'elfo, senza smettere di scrutare l'andirivieni di gente lungo la strada.
«Come prego?» chiese Dahlia, perdendo in un colpo la sua baldanzosità.
«Ci serve un certificato che dichiari la nostra appartenenza a questa città, il che implica che dovremmo aver vissuto qui almeno dieci anni» sospirò Zevran.
«Ok, allora come ci infiltriamo nella biblioteca dell'università?»
Zev sogghignò «questa è una domanda interessante. L'edificio dell'università è piantonato giorno e notte dai soldati della Veglia, la guardia cittadina, noti anche come i combattenti più spietati dei Liberi Confini»
Dahlia fece spallucce «aggiunge un po' di pepe alla missione, altrimenti che gusto ci sarebbe?»
L'elfo si staccò dalla parete e si fermò davanti alla ragazza, guardandola dritta negli occhi «e tu come intendi procedere?»
La Corvo arrossì di fronte a quello sguardo dorato ed intenso, ma si riscosse subito «ovviamente dovremmo aspettare la notte, per evitare di incrociare gli studenti e...»
Il biondo scosse la testa «ed è proprio qui che ti sbagli. Quello che non ti ho ancora detto è che i cittadini hanno bisogno del certificato di cittadinanza per accedere alla biblioteca, ciò non è valido per gli studenti»
«Dunque dobbiamo procurarci una divisa da studente!»

«Smettila di fissarmi così!»
«Non è colpa mia, ma l'aria da studente universitario proprio non ti si addice».
«Perchè, a te si?!»
Arnell e Dahlia camminavano l'uno accanto all'altra lungo i corridoi silenziosi dell'università, guadagnandosi diverse occhiate di disapprovazione da parte degli altri studenti. Purtroppo erano riusciti ad accaparrarsi solo due divise (che consistevano in una lunga tunica blu notte bordata d'oro, una cinta marrone legata in vita ed una catenella d'oro completa di ciondolo tondo con impresso il simbolo della città di Markham) che, guarda caso, erano della taglia giusta dell'assassina e del balestriere. Zevran e Saarebas li avrebbero aspettati alla taverna, tanto il compito che li aspettava era piuttosto semplice: entrare in biblioteca, andare dritti alla sezione di magia arcana, cercare il significato di risveglio trans-corporale. Facile no? Certo, se non fosse stato che quella università fosse dannatamente immensa. Giravano da più di un'ora, senza arrischiarsi a chiedere informazioni per evitare di essere scoperti: tutti lì avevano l'aria di sapere esattamente cosa stavano facendo, dove stavano andando, cosa stavano cercando.
«Di questo passo non la troveremo mai!»
«Vuoi stare zitto?! Ti sentiranno tutti!»
Dahlia sospirò, guardandosi attorno e sperando di trovare qualche indicazione che li guidasse, ma ovviamente non ce n'erano, oltre al fatto che i corridoi erano tutti uguali. Stava per darsi per vinta, quando, girando un angolo, qualcuno le piombò addosso, rovesciandole addosso un'intera pila di libri.
«Oh scusami!» esclamò un ragazzo dai capelli mogano «accidenti che disastro! Devo riportare questi libri alla biblioteca, ma da solo non ce la farò mai!»
«Ti aiutiamo noi!» esclamò Dahlia, cogliendo l'occasione al volo.
Il ragazzo guardò scettico la minuta ragazza che aveva di fronte a sé e replicò «grazie, ma non mi sembra che il tuo amico sia molto d'accordo, mentre tu sei piuttosto mingherlina e...»
«Che cosa? Certo che il mio amico è d'accordo!» esclamò Dahlia, rifilando una gomitata all'orlesiano, che si affrettò ad annuire «e poi sono più forte di quel che sembro!»
Arrivarono finalmente al luogo del loro interesse, dove congedarono il ragazzo e si prestarono ad iniziare la loro ricerca. La biblioteca era decisamente affascinante: file e file di libri erano riposti su alti scaffali di legno lucido, dalla forma curiosamente ricurva e sinuosa, illuminati dalla luce che filtrava attraverso le grandi finestre a mosaico, che schizzavano gocce di colore in ogni angolo della stanza. Tra due scaffali c'erano enormi tavoli dello stesso legno, molti dei quali occupati da altre pile di libri, per metà aperti. Dahlia camminò timorosa tra quegli scaffali, cercando di limitare il rumore rimbombante che ogni suo passo produceva nel momento in cui il suo piede poggiava sul pavimento di marmo sale e pepe.
«Magia primordiale...magia entropica...magia arcana!» esclamò Arnell, indicando un cartello posto a lato di uno scaffale.
«Ma saranno tipo centinaia di libri!» disse Dahlia, strabuzzando gli occhi.
Arnell alzò gli occhi al cielo «esiste una cosa chiamata “ordine alfabetico”, sai!»
Dahlia gli fece una linguaccia e cominciò a scorrere con il dito le targhette d'oro che indicavano l'inizio di un gruppo alfabetico «ras...res...ris! Ecco qua!»
Nonostante tutto la fila conteneva almeno una ventina di tomi, ognuno dei quali trattava di diversi argomenti.
«Direi che “risveglia i tuoi compagni con le tecniche di cura arcana avanzata” possiamo escluderlo tranquillamente» disse Arnell, mettendo da parte un grosso tomo dalla copertina verde.
«Anche “riscopri le erbe con la magia arcana: una soluzione inusuale”» disse Dahlia, sospirando. Prese un altro libro, con una spessa copertina in pelle marrone, cominciando a leggerlo. Passarono tutta la giornata a sfogliare pagine, senza mai fare una pausa, nemmeno per mangiare. Alla fine calò il buio fuori dalle finestre e la biblioteca venne illuminata da alcune lampade ad olio, poste sopra i tavoli.
«In due siamo troppo lenti, dovremmo tornare qui domani» disse Arnell, sbadigliando.
«Non possiamo correre il rischio di essere scoperti, dobbiamo trovare qualcosa entro stasera!» sibilò di rimando l'assassina. Il suo stomaco brontolava per le fitte della fame e il suo cervello non voleva saperne di rimanere concentrato.
Alla fine sbottò, allontanando di scatto il libro che aveva sotto gli occhi «basta! Non ne posso più di leggere queste pappardelle sui viaggi nell'Oblio e sul ritorno al mondo terreno!»
«Aspetta! Cosa hai detto?!»
«Che non ne posso più di leggere su...»
«No, no! Parlavi di ritorno dall'Oblio?!»
«Si, ma...oh!» esclamò Dahlia, riacciuffando il libro e cominciando a leggere ad alta voce. «Ci sono diversi modi per richiamare un'anima intrappolata nell'Oblio: dai sogni coscienti alla divinazione tramite lyrium, dal Cammino del Penitente al Sussurro dell'Oltretomba. Tra questi, quello sicuramente più interessante è il Risveglio Trans-Corporale, che permette di accogliere un'anima dentro il corpo di un essere vivente, a patto che egli sia consenziente».
I due si guardarono negli occhi increduli, quindi Arnell spezzò il silenzio dicendo «Pretus vuol far reincarnare dentro di sé Corypheus?!»
Ma in quel momento una voce interruppe i loro pensieri «la biblioteca sta chiudendo, riponete i libri e tornate al vostro alloggio!». Una signora bassa e tondetta, con una lunga treccia bionda arrotolata a mo' di chignon sulla nuca, li stava osservando severa.
«Oh, ci scusi! Ci eravamo persi nello studio!» rispose Dahlia, sfoderando il suo perfetto sorriso rassicuratore.
«Bene, ora muovetevi, altrimenti vi chiuderò qua dentro!» disse la donna, allontanandosi dai due.
Appena fu lontana dalla loro vista, Dahlia estrasse il pugnale, legato per precauzione alla gamba, e tagliò le pagine del libro sul Risveglio Trans-Corporale.
«Ma che fai?!» chiese allarmato Arnell.
«Non abbiamo tempo per prendere appunti e di sicuro non abbiamo tempo per tornare qua e rimetterci a cercare!» rispose la ragazza, nascondendo velocemente i fogli sotto la tunica.
Si alzarono ed uscirono velocemente dalla biblioteca, cercando di orientarsi nella labirintica università; i muri di pietra, rivestiti da pannelli di legno scuro, si susseguivano senza differenze, facendo ben presto perdere l'orientamento ai due. Ora, però, i corridoi erano vuoti, ormai la maggior parte degli studenti e del personale si era ritirato nei propri alloggi.
«Mi scusi buon uomo!» esclamò Arnell, fermando un custode che fortunatamente passava di lì «mi sa dire dove devo andare per raggiungere gli alloggi?»
«E perché non usi la mappa?»
«La...mappa?»
«Il medaglione che porti al collo...ha una mappa all'interno! Non ve l'hanno spiegato al momento dell'iscrizione?»
«Io...ehm...non me lo ricordavo!» rispose nervosamente il balestriere.
Dahlia lo agguantò per un gomito, trascinandolo lontano «cosa diavolo ti è saltato in mente?! Vuoi farci scoprire?»
«Certo, meglio morire di stenti qui, allora!»
Finalmente raggiunsero l'esterno, tirando un sospiro di sollievo: percorsero per un tratto la strada che portava agli appartamenti degli studenti, nel caso in cui ci fosse stato qualcuno che li osservava, quindi deviarono verso la taverna, dove li aspettavano Zevran e Saarebas.

«Quindi stanno cercando di portare indietro l'anima di Corypheus infilandola nel corpo di Pretus» disse pensieroso Zevran «il che richiede un sacco di ingredienti, molto difficili da reperire, ed un numero praticamente infinito di rituali, da eseguire tutti in luoghi precisi. Se ci giochiamo bene le nostre carte possiamo impedirglielo!»
«Mi sembra strano che sia così semplice. Pretus non può essere stato così stupido da consegnarci la soluzione tra le mani!» obiettò Saarebas.
«Fammi vedere quei fogli» disse Dahlia «mmmh...osso di mummia consacrato è il primo ingrediente, questo spiegherebbe perché erano alla Grande Necropoli. Coppa del Destino è il secondo...che fosse la coppa che abbiamo visto al tempio?»
«Probabile. Dunque dovremmo essere riusciti ad interrompere il secondo rituale» disse Saarebas.
«Non credo, Pretus è riuscito a scappare e scommetto che non si è dimenticato di portarsi via la coppa!» ribattè Arnell.
«Non ci resta che capire qual è il terzo ingrediente, così possiamo arrivare lì in tempo» disse Dahlia, scrutando la lista «corno di Ogre...beh, i Prole Oscura ora come ora si trovano in un unico posto!»
Ci fu un momento di silenzio, poi i quattro si guardarono e dissero all'unisono «le Vie Profonde!»

Note dell'autrice:
Salve a tutti!!! E guarda un po' chi si unisce al gruppo sgangherato...ebbene si,l'elfo più
disinibito dell'Era del Drago!!! Finalmente scopriamo qualcosa di più del passato di Dahlia,
la quale non ha avuto un'infanzia rosa e fiori: il fratello di mezzo è decisamente un gran
b******o e ora che sono ufficialmente nemici ne vedremo delle belle! Ora vi lascio di nuovo
nelle mani di Stregatta, che si ritroverà ad affrontare l'incubo di gran parte dei cittadini del
Thedas (e dei videogiocatori!): le Vie Profonde! Alla prossima!
Baci <3
   
 
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