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Autore: suni    05/01/2009    6 recensioni
Jiraiya tossì ripetutamente, aumentando il loro dondolio. Annaspò prendendo lunghi respiri asmatici, prima di emettere una protesta inarticolata.
“Razza di psicopatico, volevi strangolarmi?” ragliò quindi con enfasi, agitando una mano nel vuoto a mimare un pugno.
Orochimaru assottigliò gli occhi, truce.
“Sono molto, molto tentato,” commentò gelido, sbuffando poi stancamente. “Ora vediamo di…” s’interruppe, spalancando leggermente gli occhi.
La gamba che aveva puntato tra il ramo e la roccia sovrastante per fare leva era scesa verso il basso a causa dello strattone dovuto al peso di Jiraiya, ed attualmente era incastrata. Scalciò per liberarla, ma quella rimase totalmente ferma e bloccata, nonostante lo spasmo dei suoi muscoli. Cercò ancora di muoverla, prima di abbandonare tutto il peso verso il basso con un sospiro irritato.
“Ti odio, Jiraiya.”

(Momento di vita giovanile.)
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Orochimaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, che dire… Mi stanno conquistando. Spiegazioni a fondo pagina.

Voleste mai farmi sapere cosa ne pensate, eviterò come sempre di biasimarvi per questo.

Buona lettura.

suni

 

 

 

Musoni, scarti e gambe incastrate

 

 

 

 

“…Inque…”

“Mi stai ascoltando o no, idiota?”

“…Sei…”

“Ehi, musone! Guarda che parlo con te!”

“…Sette…”

“Orochimaru! Lo so che non sei sordo, sai?”

“…Otto…”

“Adesso vengo lì e ti rompo la schiena prima che te la rompa da solo, buffone pieno di te!”

“…Nove…”

“Basta! Scendi di lì! Scendi, ti ho detto!”

“…Dieee…”

“OROCHIMARU!”

La rabbia e il fastidio si trasformarono repentinamente in panico nella voce tonante di Jiraiya, che sgranò gli occhi con angoscia nel vedere il corpo in precario equilibrio del compagno di team, talmente in alto da sembrare quasi sfocato dalla distanza, sbilanciarsi pericolosamente e ondeggiare nel vuoto. “NO!”

“…Undici,” sussurrò infine il genio con un altro passo in avanti, recuperando la stabilità all’ultimo momento.

“Scendi immediatamente di lì! Vado a chiamare il sensei, sai?”

“…Dodi…ii…”

“Basta! Basta, scendi! Hai vinto tu, hai vinto, ma scendi immediatamente!”

Orochimaru s’immobilizzò con le braccia allargate, sbuffò leggermente senza minimamente variare la sua espressione apatica e quindi gettò un’occhiata di regale superiorità verso il basso.

“Non ti starai preoccupando per me…Jiraiya,” commentò, con il suo gelido tono beffardo.

Così si tolse lo sfizio di vedere l’altro ragazzino farsi scarlatto per l’imbarazzo e distorcere il viso in una smorfia di furia repressa.

“Certo che no, antipatico!” berciò Jiraiya dal basso, serrando i pugni. “Sarei molto felice se ti sfracellassi in pezzetti piccolissimi, ma sicuramente il sensei darebbe la colpa a me in qualche modo! Quindi scendi, ecco il perché!” spiegò sprezzante.

Orochimaru restò ancora perfettamente fermo, con gli occhi leggermente spalancati in una curiosa espressione di finto consenso.

“Oh, certo,” confermò atono.

“Cos’è quella faccia, eh, musone?” starnazzò l’altro scalmanandosi. “Non penserai sul serio che mi preoccupi per te? Guarda che non me ne importa un tubo se muori, anzi, mi fai un favore!”

“Naturalmente,” acconsentì Orochimaru distrattamente. “Quindi non ti dispiacerà se… Tredic…” E riprese la sua marcia a filo del vuoto.

“Insomma!” ragliò Jiraiya perdendo definitivamente le staffe, prima di scattare verticalmente verso l’alto. “Adesso ti faccio vedere io, ecco! Te la sei voluta, ti darò tante di quelle botte da farti dimenticare persino come ti chiami e dove abiti, così ti passerà la voglia di fare l’equilibrista soltanto per dimostrarmi che tieni il chakra meglio di me, cosa del tutto falsa e…eeeeeh…”

Jiraiya perse il controllo della propria energia e prese a cadere vertiginosamente verso terra prima ancora di essersene reso conto, serrando gli occhi nell’attesa dell’urto che probabilmente lo avrebbe ucciso all’istante. Invece il respiro gli si spezzò in gola e un improvviso dolore soffocante al collo, unito a quello lancinante di un colpo di frusta alla schiena mentre il suo corpo si immobilizzava nel vuoto, lo spinse a socchiudere le palpebre con circospezione.

La mano chiara e sottile di Orochimaru gli stringeva la gola tanto da asfissiarlo, le unghie piantate nella sua carne in una morsa ferrea. Boccheggiò, cercando di manifestare la sofferenza e la mancanza di fiato mentre il genio, con le palpebre un po’ calate sugli occhi come unico indizio dell’esasperazione sul viso altrimenti illeggibile, dondolava a testa in giù col volto poco lontano dal suo. I suoi capelli lunghi gli facevano il solletico, il che non migliorava la situazione.

“Sinceramente, Jiraiya…sei un completo imbecille,” affermò Orochimaru senza intonazione. “E secondo te stavi venendo a salvarmi, giusto?”

Aghchhgnnmh…” boccheggiò lui agitandosi debolmente. Il suo volto cianotico cominciava a tendere al viola.

“Fortunatamente non necessitavo di aiuto, altrimenti la mia preziosissima sopravvivenza sarebbe stata seriamente compromessa,” continuò Orochimaru con tutta calma, prima che un’altra serie di gorgogli da soffocamento disturbassero il suo monologo. La faccia tonda di Jiraiya era ormai bluastra. “Oh,” commentò unicamente, prima di allungare l’altro braccio e afferrare con anche troppa forza il suo bicipite, stritolandolo. Contemporaneamente mollò la presa sul collo.

Jiraiya tossì ripetutamente, aumentando il loro dondolio. Annaspò prendendo lunghi respiri asmatici, prima di emettere una protesta inarticolata ricambiando la stretta sul braccio del genio.

“Razza di psicopatico, volevi strangolarmi?” ragliò quindi con enfasi, agitando una mano nel vuoto a mimare un pugno.

Orochimaru assottigliò gli occhi, truce.

“Sono molto, molto tentato,” commentò gelido, sbuffando poi stancamente. “Ora vediamo di…” s’interruppe, spalancando leggermente gli occhi.

La gamba che aveva puntato tra il ramo e la roccia sovrastante per fare leva era scesa verso il basso a causa dello strattone dovuto al peso di Jiraiya, ed attualmente era incastrata. Scalciò per liberarla, ma quella rimase totalmente ferma e bloccata, nonostante lo spasmo dei suoi muscoli. Cercò ancora di muoverla, prima di abbandonare tutto il peso verso il basso con un sospiro irritato.

“Ti odio, Jiraiya.”

“No, io ti odio, musone! Adesso cosa dovremmo fare, eh, genio?” protestò vivacemente questi, con petulanza.

“Guarda che è colpa tua se siamo appesi qui.”

“Nemmeno per idea!” ribatté Jiraiya indignato. “Sei tu che giocavi all’uomo volante, e per la cronaca nessuno ti ha costretto a buttarti giù per me.” E sogghignò biecamente, trionfale. “Eri mica preoccupato?” domandò mellifluo.

Orochimaru non si mosse, tacendo impassibile per qualche secondo.

“Ovviamente no,” rispose annoiato. “Ma se tu fossi morto il sensei avrebbe dato la colpa a me, e sai quanto mi infastidiscono le sue prediche buoniste. Ora, se non ti è troppo disturbo e se ci riesci senza bisogno di una squadra di supporto, dovresti risalire a liberare il mio piede,” aggiunse sarcastico.

“Finiscila di trattarmi come un imbecille!” starnazzò Jiraiya punto sul vivo, digrignando i denti. Orochimaru lo ignorò tranquillamente, riprendendo a dondolare ampiamente sicché Jiraiya, grazie alla spinta, riuscì a ondeggiare abbastanza da toccare con un piede più in alto, contro la base della protuberanza rocciosa sopra di loro. Rimasero arcuati in quell’assurda posizione mentre lui cercava di stabilizzare l’appoggio usando il proprio chakra.

“Fai pure con calma, Jiraiya,” esclamò freddamente Orochimaru, con spregio.

“Un attimo, cavolo,” borbottò l’interpellato con una smorfia impegnata. “Ecco, ci sono.”

L’altro mollò la sua spalla, lasciandosi penzolare nel vuoto. Jiraiya ondeggiò pericolosamente  a testa in giù e quindi, dandosi lo slancio, riuscì a capovolgersi e aggrapparsi al ramo fino a tirarsi su, afferrò lo spuntone roccioso e vi si issò con un ansito.

“Evviva!” esultò soddisfatto.

“Complimenti vivissimi, idiota,” commentò Orochimaru piatto.

L’altro sbuffò superiore, andando ad afferrare il suo piede per tirarlo energicamente.

“Ahia,” fece Orochimaru inespressivo.

“Ma come hai fatto a intrappolarti così, musone?” biascicò Jiraiya, continuando a tirare da sopra e da sotto senza alcun risultato.

Orochimaru sbatté unicamente gli occhi, in cui danzò per un istante un bagliore omicida.

“Fammi capire bene,” rispose suadente. “Sarei stato io a fare questo? Jiraiya, ti devo squartare vivo subito o mi levi da qui?”

L’altro ridacchiò lezioso, gonfiando il petto con baldanza.

“Se sei bloccato lì come fai a squartarmi?” chiese strafottente.

“Troverò immediatamente il modo, stupido scarto di shinobi,” replicò l’altro, lugubre. Quindi prese un lungo respiro paziente, storse la testa da un altro e dall’altro facendo scrocchiare il collo e infine si piegò indietro. Il suo busto si arcuò ad un’inclinazione innaturale, con un movimento sinuoso e inumano, e il suo braccio si disarticolò, avvitandosi finché non ebbe raggiunto la gamba incastrata. Jiraiya non riuscì a seguire bene i suoi movimenti, come sempre affascinato da quell’abilità innata del compagno di team, e poi sbatté ripetutamente le palpebre nel trovarselo improvvisamente accovacciato accanto. Si accigliò, indispettito.

“Se potevi fare da solo perché mi hai fatto fare tanta fatica?” protestò indignato.

“Perché con te appeso addosso non potevo farlo e anche per vedere se potresti mai servire a qualcosa,” ribatté Orochimaru indifferente. “Naturalmente, la risposta è no. Come previsto.”

“Musone!” ringhiò Jiraiya offeso. “Io ti…”

“Ehi! Ma che state combinando, voi due?”

Abbassarono lo sguardo in sincrono, scorgendo molti metri più un basso la figura bionda e minuta di Tsunade, con le braccia incrociate e un’espressione seccata.

“Jiraiya cercava di uccidersi,” annunciò noncurante il genio

“Volevo salvarlo e lui mi ha strangolato!” esclamò l’altro con foga.

La ragazzina sbuffò rumorosamente, scuotendo la testa rassegnata mentre le sopracciglia le si corrugavano minacciose.

“Beh, eroi, vedete di muovervi,” intimò sintetica, con tono autoritario. “Io e Sarutobi sensei vi stavamo cercando da un quarto d’ora.”

Voltò loro le spalle e si incamminò per allontanarsi, impettita.

“Si sente dal suo tono che è pazza di te. Non noti l’amore che trasuda da ogni sillaba?” strascicò Orochimaru crudelmente.

“Oh, finiscila!” strepitò Jiraiya arrossendo miseramente. Cercò di tirargli un pugno, ma Orochimaru lo schivò agilmente, gli lanciò un sorrisetto inquietante e beffardo e si calò a terra maestoso.

Jiraiya lo guardò storto, ancora molto risentito, finché non notò che rimaneva lì ad aspettarlo con aria tediata. Allora ridacchiò sornione mentre lo raggiungeva, levando poi il mento all’aria con trionfo una volta toccata terra.

“Comunque ti stavi sacrificando per salvarmi,” sentenziò canzonatorio.

“Non dire idiozie, Jiraiya.”

“Io non dico mai idiozie. Lo hai fatto, musone,” replicò lui senza demordere, ancora sogghignando furbesco.

Orochimaru sospirò nuovamente, scuotendo piano la testa corvina. Quindi, evidentemente non trovando nulla di abbastanza sagace da rispondere, si mise in marcia in silenzio. Jiraiya lo seguì saltellando allegro.

Non smise di sorridere nemmeno quando il sensei Sarutobi, vedendoli arrivare, li guardò severo.  

 

 

 

 

 

 

 

 

_________________________________________

 

 

 

 

Ahm, bene.

Nel mio intento non era OOC, ma francamente non so cosa pensarne. Inoltre, che io sappia Orochimaru è un genio ma non si è mai capito bene quale sia la sua abilità innata – o più precisamente non l’ho capito io. Quindi ho ipotizzato che si tratti tra le altre cose della sua graziosa capacità di allungarsi, piegarsi in modi strani e sembrare disossato.

Alla prossima.

   
 
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