Beh, che dire… Mi stanno conquistando. Spiegazioni
a fondo pagina.
Voleste mai farmi sapere cosa ne pensate,
eviterò come sempre di biasimarvi per questo.
Buona lettura.
suni
Musoni, scarti e gambe incastrate
“…Inque…”
“Mi stai ascoltando o no, idiota?”
“…Sei…”
“Ehi, musone! Guarda che parlo con te!”
“…Sette…”
“Orochimaru! Lo so che non sei sordo, sai?”
“…Otto…”
“Adesso vengo lì e ti rompo la schiena
prima che te la rompa da solo, buffone pieno di te!”
“…Nove…”
“Basta! Scendi di lì! Scendi, ti ho
detto!”
“…Dieee…”
“OROCHIMARU!”
La rabbia e il fastidio si trasformarono
repentinamente in panico nella voce tonante di Jiraiya, che sgranò gli
occhi con angoscia nel vedere il corpo in precario equilibrio del compagno di team,
talmente in alto da sembrare quasi sfocato dalla distanza, sbilanciarsi
pericolosamente e ondeggiare nel vuoto. “NO!”
“…Undici,” sussurrò infine
il genio con un altro passo in avanti, recuperando la stabilità all’ultimo
momento.
“Scendi immediatamente di lì! Vado a
chiamare il sensei, sai?”
“…Dodi…ii…”
“Basta! Basta, scendi! Hai vinto tu, hai
vinto, ma scendi immediatamente!”
Orochimaru s’immobilizzò con le
braccia allargate, sbuffò leggermente senza minimamente variare la sua
espressione apatica e quindi gettò un’occhiata di regale
superiorità verso il basso.
“Non ti starai preoccupando per me…Jiraiya,”
commentò, con il suo gelido tono beffardo.
Così si tolse lo sfizio di vedere l’altro
ragazzino farsi scarlatto per l’imbarazzo e distorcere il viso in una
smorfia di furia repressa.
“Certo che no, antipatico!”
berciò Jiraiya dal basso, serrando i pugni. “Sarei molto felice se
ti sfracellassi in pezzetti piccolissimi, ma sicuramente il sensei darebbe la
colpa a me in qualche modo! Quindi scendi, ecco il perché!”
spiegò sprezzante.
Orochimaru restò ancora perfettamente fermo,
con gli occhi leggermente spalancati in una curiosa espressione di finto
consenso.
“Oh, certo,” confermò atono.
“Cos’è quella faccia, eh,
musone?” starnazzò l’altro scalmanandosi. “Non
penserai sul serio che mi preoccupi per te? Guarda che non me ne importa un
tubo se muori, anzi, mi fai un favore!”
“Naturalmente,” acconsentì
Orochimaru distrattamente. “Quindi non ti dispiacerà se… Tredic…” E riprese la sua marcia a filo del
vuoto.
“Insomma!” ragliò Jiraiya
perdendo definitivamente le staffe, prima di scattare verticalmente verso l’alto.
“Adesso ti faccio vedere io, ecco! Te la sei voluta, ti darò tante
di quelle botte da farti dimenticare persino come ti chiami e dove abiti,
così ti passerà la voglia di fare l’equilibrista soltanto
per dimostrarmi che tieni il chakra meglio di me, cosa del tutto falsa e…eeeeeh…”
Jiraiya perse il controllo della propria energia e
prese a cadere vertiginosamente verso terra prima ancora di essersene reso
conto, serrando gli occhi nell’attesa dell’urto che probabilmente
lo avrebbe ucciso all’istante. Invece il respiro gli si spezzò in
gola e un improvviso dolore soffocante al collo, unito a quello lancinante di
un colpo di frusta alla schiena mentre il suo corpo si immobilizzava nel vuoto,
lo spinse a socchiudere le palpebre con circospezione.
La mano chiara e sottile di Orochimaru gli
stringeva la gola tanto da asfissiarlo, le unghie piantate nella sua carne in
una morsa ferrea. Boccheggiò, cercando di manifestare la sofferenza e la
mancanza di fiato mentre il genio, con le palpebre un po’ calate sugli
occhi come unico indizio dell’esasperazione sul viso altrimenti
illeggibile, dondolava a testa in giù col volto poco lontano dal suo. I suoi
capelli lunghi gli facevano il solletico, il che non migliorava la situazione.
“Sinceramente, Jiraiya…sei un completo
imbecille,” affermò Orochimaru senza intonazione. “E secondo
te stavi venendo a salvarmi, giusto?”
“Agh…chh…gnnmh…”
boccheggiò lui agitandosi debolmente. Il suo volto cianotico cominciava
a tendere al viola.
“Fortunatamente non necessitavo di aiuto,
altrimenti la mia preziosissima sopravvivenza sarebbe stata seriamente
compromessa,” continuò Orochimaru con tutta calma, prima che un’altra
serie di gorgogli da soffocamento disturbassero il suo monologo. La faccia tonda
di Jiraiya era ormai bluastra. “Oh,” commentò unicamente,
prima di allungare l’altro braccio e afferrare con anche troppa forza il
suo bicipite, stritolandolo. Contemporaneamente mollò la presa sul
collo.
Jiraiya tossì ripetutamente, aumentando il
loro dondolio. Annaspò prendendo lunghi respiri asmatici, prima di
emettere una protesta inarticolata ricambiando la stretta sul braccio del genio.
“Razza di psicopatico, volevi strangolarmi?”
ragliò quindi con enfasi, agitando una mano nel vuoto a mimare un pugno.
Orochimaru assottigliò gli occhi, truce.
“Sono molto, molto tentato,”
commentò gelido, sbuffando poi stancamente. “Ora vediamo di…”
s’interruppe, spalancando leggermente gli occhi.
La gamba che aveva puntato tra il ramo e la roccia
sovrastante per fare leva era scesa verso il basso a causa dello strattone
dovuto al peso di Jiraiya, ed attualmente era incastrata. Scalciò per
liberarla, ma quella rimase totalmente ferma e bloccata, nonostante lo spasmo
dei suoi muscoli. Cercò ancora di muoverla, prima di abbandonare tutto
il peso verso il basso con un sospiro irritato.
“Ti odio, Jiraiya.”
“No, io
ti odio, musone! Adesso cosa dovremmo fare, eh, genio?” protestò vivacemente
questi, con petulanza.
“Guarda che è colpa tua se siamo
appesi qui.”
“Nemmeno per idea!” ribatté
Jiraiya indignato. “Sei tu che giocavi all’uomo volante, e per la
cronaca nessuno ti ha costretto a buttarti giù per me.” E
sogghignò biecamente, trionfale. “Eri mica preoccupato?”
domandò mellifluo.
Orochimaru non si mosse, tacendo impassibile per
qualche secondo.
“Ovviamente no,” rispose annoiato. “Ma
se tu fossi morto il sensei avrebbe dato la colpa a me, e sai quanto mi
infastidiscono le sue prediche buoniste. Ora, se non ti è troppo
disturbo e se ci riesci senza bisogno di una squadra di supporto, dovresti risalire
a liberare il mio piede,” aggiunse sarcastico.
“Finiscila di trattarmi come un imbecille!”
starnazzò Jiraiya punto sul vivo, digrignando i denti. Orochimaru lo
ignorò tranquillamente, riprendendo a dondolare ampiamente sicché
Jiraiya, grazie alla spinta, riuscì a ondeggiare abbastanza da toccare
con un piede più in alto, contro la base della protuberanza rocciosa
sopra di loro. Rimasero arcuati in quell’assurda posizione mentre lui
cercava di stabilizzare l’appoggio usando il proprio chakra.
“Fai pure con calma, Jiraiya,”
esclamò freddamente Orochimaru, con spregio.
“Un attimo, cavolo,” borbottò l’interpellato
con una smorfia impegnata. “Ecco, ci sono.”
L’altro mollò la sua spalla,
lasciandosi penzolare nel vuoto. Jiraiya ondeggiò pericolosamente a testa in giù e quindi, dandosi
lo slancio, riuscì a capovolgersi e aggrapparsi al ramo fino a tirarsi
su, afferrò lo spuntone roccioso e vi si issò con un ansito.
“Evviva!” esultò soddisfatto.
“Complimenti vivissimi, idiota,”
commentò Orochimaru piatto.
L’altro sbuffò superiore, andando ad
afferrare il suo piede per tirarlo energicamente.
“Ahia,” fece Orochimaru inespressivo.
“Ma come hai fatto a intrappolarti
così, musone?” biascicò Jiraiya, continuando a tirare da
sopra e da sotto senza alcun risultato.
Orochimaru sbatté unicamente gli occhi, in
cui danzò per un istante un bagliore omicida.
“Fammi capire bene,” rispose suadente. “Sarei
stato io a fare questo? Jiraiya, ti devo squartare vivo subito o mi levi da
qui?”
L’altro ridacchiò lezioso, gonfiando
il petto con baldanza.
“Se sei bloccato lì come fai a
squartarmi?” chiese strafottente.
“Troverò immediatamente il modo,
stupido scarto di shinobi,” replicò l’altro, lugubre. Quindi
prese un lungo respiro paziente, storse la testa da un altro e dall’altro
facendo scrocchiare il collo e infine si piegò indietro. Il suo busto si
arcuò ad un’inclinazione innaturale, con un movimento sinuoso e inumano,
e il suo braccio si disarticolò, avvitandosi finché non ebbe
raggiunto la gamba incastrata. Jiraiya non riuscì a seguire bene i suoi
movimenti, come sempre affascinato da quell’abilità innata del
compagno di team, e poi sbatté ripetutamente le palpebre nel trovarselo
improvvisamente accovacciato accanto. Si accigliò, indispettito.
“Se potevi fare da solo perché mi hai
fatto fare tanta fatica?” protestò indignato.
“Perché con te appeso addosso non potevo farlo
e anche per vedere se potresti mai servire a qualcosa,” ribatté
Orochimaru indifferente. “Naturalmente, la risposta è no. Come previsto.”
“Musone!” ringhiò Jiraiya
offeso. “Io ti…”
“Ehi! Ma che state combinando, voi due?”
Abbassarono lo sguardo in sincrono, scorgendo molti
metri più un basso la figura bionda e minuta di Tsunade, con le braccia
incrociate e un’espressione seccata.
“Jiraiya cercava di uccidersi,”
annunciò noncurante il genio
“Volevo salvarlo e lui mi ha strangolato!”
esclamò l’altro con foga.
La ragazzina sbuffò rumorosamente, scuotendo
la testa rassegnata mentre le sopracciglia le si corrugavano minacciose.
“Beh, eroi,
vedete di muovervi,” intimò sintetica, con tono autoritario. “Io
e Sarutobi sensei vi stavamo cercando da un quarto d’ora.”
Voltò loro le spalle e si incamminò
per allontanarsi, impettita.
“Si sente dal suo tono che è pazza di
te. Non noti l’amore che trasuda da ogni sillaba?” strascicò
Orochimaru crudelmente.
“Oh, finiscila!” strepitò
Jiraiya arrossendo miseramente. Cercò di tirargli un pugno, ma
Orochimaru lo schivò agilmente, gli lanciò un sorrisetto
inquietante e beffardo e si calò a terra maestoso.
Jiraiya lo guardò storto, ancora molto
risentito, finché non notò che rimaneva lì ad aspettarlo
con aria tediata. Allora ridacchiò sornione mentre lo raggiungeva,
levando poi il mento all’aria con trionfo una volta toccata terra.
“Comunque ti stavi sacrificando per salvarmi,”
sentenziò canzonatorio.
“Non dire idiozie, Jiraiya.”
“Io non dico mai idiozie. Lo hai fatto,
musone,” replicò lui senza demordere, ancora sogghignando
furbesco.
Orochimaru sospirò nuovamente, scuotendo
piano la testa corvina. Quindi, evidentemente non trovando nulla di abbastanza
sagace da rispondere, si mise in marcia in silenzio. Jiraiya lo seguì
saltellando allegro.
Non smise di sorridere nemmeno quando il sensei Sarutobi, vedendoli arrivare, li guardò severo.
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Ahm, bene.
Nel mio intento non era OOC, ma francamente non so
cosa pensarne. Inoltre, che io sappia Orochimaru è un genio ma non si
è mai capito bene quale sia la sua abilità innata – o più
precisamente non l’ho capito io. Quindi ho ipotizzato che si tratti tra
le altre cose della sua graziosa capacità di allungarsi, piegarsi in
modi strani e sembrare disossato.
Alla prossima.