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Autore: Hazel_    28/05/2015    3 recensioni
Sono stanco di prendere a pugni il muro e gli specchi immaginando che sia la faccia di quel coglione che ti ha portata via da me, di mordermi le dita nel bel mezzo della notte per evitare di piangere e gridare, di soffocare le urla strazianti nel cuscino che non sa piú di te, di scrivere canzoni e melodie depresse dedicate completamente a te: hai presente quelle che dicevi mi avrebbero reso un cantante da pochi spiccioli?

PREQUEL DI “DÉJÀ VU”.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James, Kendall, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Let the pain begin.




 
Non avevo niente da offrirti, eppure tu scegliesti me, Kendall Schmidt, il timido quindicenne quattrocchi, nerd e con l’acne cosparso per tutta la faccia, con i denti ferrati dall’apparecchio fastidioso ma un cuore che batteva solo e soltanto per te, Blake Allen, il capitano delle cheerleader, reginetta del ballo studentesco e rappresentante di classe, con i voti mediocri e quel sorriso che mi spezzava il cuore ogni volta che ti guardavo, perchè sapevo che non mi avresti mai rivolto la parola.
E poi -caso piú raro che unico- durante l’estate ho deciso di cominciare ad andare in palestra, comprare una crema antibrufoli, sostituire gli occhiali con le lenti e togliermi l’apparecchio, perchè tanto quel che era fatto, era fatto.
È stato un caso che al rientro a scuola tu ti eri già mollata con James Maslow, capitano della squadra di rugby, e ti sei seduta accanto a me durante l’ora di francese?
Sai Blake, io ho sempre pensato di sí; eppure non sono il tipo che crede a queste cose, alla fortuna, al destino, alla superstizione… Ma quella volta tutto si è completamente ribaltato.
«Sei nuovo o ci siamo già visti per caso?» mi domandasti, con la fronte corrugata, quella piccola ed adorabile ruga che ti si era formata fra le sopracciglia e le labbra socchiuse, come se volessi dire qualcosa ma non trovassi le parole giuste per farlo.
E ricordo come se fosse ieri la tua risata e le tue gote arrossate quando ti dissi che ero Kendall, il secchione della classe, dio: il mio cuore batteva all’impazzata, le mani mi sudavano e non riuscivo a smettere di sorridere perchè dannazione, io e Blake Allen stavamo avendo una conversazione seria.
E poi ci sono stati pranzi alla mensa della scuola, la nostra prima uscita, il nostro primo bacio sullo zerbino di casa tua, il ballo di fine anno, la nostra prima volta a casa mia, la mia rissa con James perchè lui ti aveva dato della poco di buono, la gita scolastica a New York, la nostra foto in cimaall’Empire State Building, quella che avevamo incorniciata entrambi sul comodino, lo scambio culturale a Madrid, l’amore fatto nel letto dei padroni di casa quando loro erano al barbecue in giardino, i baci al mare o in piscina, l’estate, l’ultimo “primo giorno di scuola”, la visita dei college, gli esami, l’ultimo ballo di fine anno, il diploma, il viaggio ad Amsterdam, Parigi e Londra durato un mese, e cristo!, ricordo ancora la faccia di tua madre quando ti sei presentata a casa con i capelli fucsia, non dicendole che era una tinta temporanea e che sarebbe andata via completamente al primo lavaggio; ricordo la sua faccia Blake perchè è stata la stessa che ha fatto quando ti ha visto sotto ad un lenzuolo bianco, nuda e con la pelle pallidissima, quando i medici le hanno detto che avevano fatto tutto il possibile ma non ce l’avevi fatta, facendola gridare fino a non avere piú voce, e lo stesso è successo a me.
Dannazione Blake, rimetterci la vita a diciotto anni per l’errore di un cretino che aveva bevuto come una spugna e che se l’è cavata dormendo per un paio di giorni, con il corpo un po’ ammaccato e gli incubi per qualche notte; ma non eri tu a meritarti questo, non cosí presto, non con ancora tanti sogni e tutta la vita davanti, no Blake.
Non riesco piú a chiudere gli occhi come un tempo, perchè ogni volta che lo faccio vedo il terrore nei tuoi occhi, lo stridio della gomma delle ruote dell’auto a contatto con l’asfalto, il freno premuto troppo tardi, il rumore del clacson che mi rimbomba nelle orecchie, le tue urla ed i nostri vestiti macchiati di sangue, il tuo abito preferito dannazione, quello rosa antico con lo scollo sulla schiena: ce l’ho ancora io, lo sai?
Credo che sia l’unico ricordo che mi rimane di te, l’ultima cosa che ti ho visto indossare quella sera, prima che tutto ciò che avevo mi fosse strappato via dalle mani in meno di cinque secondi; è stato veloce però, come strappare un cerotto, veloce e indolore, si fa per dire, perchè il dolore è iniziato tutto dopo, quando mi sono svegliato e non sono piú riuscito a vederti se non dall’altra parte del vetro, perchè se non ero un parente non mi era concesso.
È stato cosí straziante Blake, tu non ne hai davvero la minima idea; ed è straziante tutt’oggi che ci ripenso, sono cosí stanco di tutto amore mio.
Sono stanco di prendere a pugni il muro e gli specchi immaginando che sia la faccia di quel coglione che ti ha portata via da me, di mordermi le dita nel bel mezzo della notte per evitare di piangere e gridare, di soffocare le urla strazianti nel cuscino che non sa piú di te, di scrivere canzoni e melodie depresse dedicate completamente a te: hai presente quelle che dicevi mi avrebbero reso un cantante da pochi spiccioli?
E io che dicevo che avrei fatto un baffo a Chris Martin: dovevi ammettere che non stonavo per niente quando cantavamo insieme “A sky full of stars”, soprattutto al concerto… Te lo ricordi il concerto dei Coldplay, non è vero?
Tu eri emozionatissima, piangevi, gridavi e cantavi allo stesso tempo, ma soprattutto stringevi il mio braccio fino a farmi male, per sorreggerti e per darti forza, come ho fatto io a te quando è avvenuto l’impatto: ero debolissimo, lo ricordo bene, ma ho usato tutte le poche forze che mi rimanevano per stringerti la mano e per sussurrarti che ti amavo e che sarebbe andato tutto per il meglio, prima che le palpebre diventassero ancora piú pesanti e il buio s’impossessasse di me.
Ed ora che ti guardo riesco solo a pensare al perchè tu abbia scelto me e non James quattro anni fa, cos’avevo di speciale io?
Tu eri cosí bella, eri cosí pura, non riuscivo a toccarti senza pensare di poterti sciupare, e invece credo di averti migliorata anche se non ce n’è stato bisogno, e tu hai fatto lo stesso per me.
Dimmi Blake, riuscirò mai ad andare avanti?
Francamente io non ne ho idea, la tua foto qua davanti mi sta facendo perdere la testa, era la tua preferita, ricordi?
Ma certo che lo ricordi, come dimenticare la tua festa a sorpresa per i diciotto anni, il tuo ultimo compleanno in fin dei conti?
Non è stato facile dirti addio, non ne ho avuto la possibilità, e se dovessi realizzare un desiderio sarebbe quello di vederti un’ultima volta per dirti addio come si deve, anche per pochissimi secondi, mi basterebbero sicuramente.
È cosí raccapricciante leggere quelle parole su questa lapide, sapendo che non ho potuto fare niente per impedire questo incubo:
“Blake Miranda Allen, 15 Aprile 1995 - 22 Agosto 2013. 
I’m gonna give you my heart ’cause you’re a sky full of stars.”
Io sono il cielo e tu sei tutte quelle stelle che gli appartengono perchè tu sarai sempre parte di me Blake, sempre e per sempre.

 
Eccomi di nuovo qua a rompere ahahah
Ma giuro che non è colpa mia stavolta, perchè la noia mentre la prof d'italiano spiega Machiavelli ed il principe viene da sola uwu
No vabeh, in fin dei conti è colpa del mio cervellino che emana strane trame tutto da solo, e la cosa -tra l'altro- è davvero preoccupante ahahahah
In realtà, era da un po' che mi frullava per la mente un'idea come questa (molto allegra devo dire maaaa che ci vogliamo fare?? La scuola mi deprime ahahah) e siccome ho un'inguaribilissima cotta per Kendall che mi porto dietro da quando vidi i BTR per la prima volta su Nick aka 2009/2010 lol ho deciso di proporla, e devo dire che io mi sono messa pure a piangere scrivendola ahahahah quindi spero che se mai la leggerà qualcuno di fare lo stesso effetto eheheh sono cattiva :p
Adesso scappo, grazie a chi è arrivato fin quì, baaaci!
Hazel.
   
 
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