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Autore: Helerya    28/05/2015    2 recensioni
tratto dalla storia "Erano i primi di Maggio. La brezza fresca passava sotto alle maglie dell'enorme maglione di Anna. Il maglione era leggero, e lei aveva sempre freddo. I suoi genitori però erano poveri, e lei aveva pian piano imparato ad accontentarsi di ciò che aveva ed esserne grata. Sicuramente alcuni stavano peggio di lei, perché commiserarsi allora? Ogni giorno lei andava nel suo piccolo rifugio, che racchiudeva quasi tutto il suo mondo: il laghetto nel parco comunale. "
Una mia piccola creazione, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano i primi di Maggio. La brezza fresca passava sotto alle maglie dell'enorme maglione di Anna. Il maglione era leggero, e lei aveva sempre freddo. I suoi genitori però erano poveri, e lei aveva pian piano imparato ad accontentarsi di ciò che aveva ed esserne grata. Sicuramente alcuni stavano peggio di lei, perché commiserarsi allora? Ogni giorno lei andava nel suo piccolo rifugio, che racchiudeva quasi tutto il suo mondo: il laghetto nel parco comunale. Era un luogo che sembrava appartenere ad un altro mondo. Su quasi tutta la riva enormi salici gettavano lunghe ombre sull'acqua, le loro radici creavano invece sotto'acqua lunghi intrichi sinuosi, quasi ipnotici. Anna amava guardare quel posto. Era vero che le persone potevano far pensare alla Terra come ad un brutto posto, ma poi quando vedeva quel piccolo angolino che racchiudeva un tesoro tanto prezioso, si diceva:
"Ma perché le persone cattive vivono in un posto cosi bello e non lo sanno? Perché non si guardano intorno, per ammirare ciò che non costa nulla e spendono tanti soldi per qualcosa che non vale nemmeno la metà?"
Mentre la sua mente vagava, una piuma celeste cadde dal cielo e si posò con delicatezza sul pelo dell'acqua. Quella piuma, però, era così speciale che distrasse Anna, la quale fissava la piuma con stupore. La piuma sembrava brillare, ma non per un riflesso del sole, di luce propria! Com'era possibile? Anna alzò lo sguardo, e fu allora che le vide. Sui rami dei salici, stupende e antiche come il mondo stesso, uno stormo di fenici dal piumaggio celeste, proprio come il cielo in quella giornata, la guardava e le sussurravano nella mente.
Vieni... Vieni Anna...
Anna camminava verso la riva dello stagno e appena mise i piedi nell'acqua, questa si illuminò e alla ragazza sembrò come di volare in un grande vortice di luce. Sentiva il suo corpo leggero, mentre sentiva che la terra solida spariva, per lasciare il posto al nulla. Il terrore misto allo stupore iniziale, il quale stava pian piano diminuendo, le fece tenere gli occhi chiusi stretti abbastanzada non lasciar passare il minimo spiraglio di quella luce celeste che la stava avvolgendo con la grazia, la cura e l'amore di una madre. Tenne gli occhi chiusi per un periodo di tempo incalcolabile, divisa tra curiosità e timore. Intorno a sé sentì un calore diffondersi nell'aria, un calore così dolce e malinconico, gentile e generoso. In quel calore avvertiva una moltitudine di coscienze antiche e remote, che chiamavano con dolcezza il suo nome. Quando riaprì gli occhi, vide tante stelle intorno a lei, lo stormo di fenici che la trasportavano dentro una grande rete di fili dorati, proprio come i raggi del Sole, e sotto di loro la Terra, bella e lontana, rifletteva la luce del sole e brillava vivida. Anna spalancò gli occhi fino a che questi non iniziarono a bruciarle. Il dolore era reale, e così la ragazza dedusse che tutto ciò che le era accaduto non era un sogno, ma la realtà. Le fenici, intanto, la scrutavano con occhi sapienti, antichi, dai ricordi lontani e remoti di un passato dimenticato dagli uomini, di un mondo perduto. Anna ricambiò il loro sguardo. Perchè quelle fenici l'avevano portata lassù? Le fenici, come a rispondere a quella domanda che la ragazza, ancora troppo stordita, non aveva il coraggio di porre, le sussurrarono dolcemente con le loro voci incorporee.

Anna, ora ti mostreremo cosa sta accadendo al mondo che tanto ami.

La ragazza dapprima non notò nel pianeta nessuna differenza, ma poi, a poco a poco, nella sua atmosfera cominciarono ad apparire strane macchie grigiastre, morte. Quelle erano le città costruite dall'uomo che, incurante del pericolo per la natura e anche per se stesso, continuava a distruggere l'unico posto che potesse ospitare la vita per come la conoscevano, la Terra.  Anna vedeva tutto proprio come lo vedevano le fenici: la Terra stava morendo, e le persone erano la causa di tutto ciò. Ma le persone erano stupide e non capivano, e di conseguenza non facevano niente.

Tu ora hai visto. Ora puoi cambiare le cose. Per questo ti abbiamo portato qui. Tu ora puoi salvare la Terra.

"Ma come potrei mai salvarla io da sola? Io non sono nessuno di così importante. Nessuno mi ascolterà mai!"

Allora devi continuare a lottare. Lotta, diventa qualcuno e aiuta il mondo. Se ci credi davvero nessuno potrà mai fermarti. Credi in te stessa, Anna, e gli altri cominceranno a credere in te. Tu ci puoi riuscire, tu puoi salvare la Terra.

Ma perchè io? Cosa ho io che gli altri non hanno?

Tu hai visto la bellezza che questo mondo possiede. Troppe persone hanno dimenticato cosa questo pianeta  possiede, quali sono le sue potenzialità e i suoi limiti. Tu puoi mostrarli a loro con tutta la sincera bontà del tuo cuore. Ora va, noi ti abbiamo fatto vedere ciò che devi fare. Tu sei la persona che abbiamo scelto per salvare gli esseri umani che da tanto tempo ci hanno dimenticato. Addio, e buona fortuna Anna.

Anna cercò di afferrare l'immagine lontana dello stormo di fenici, che pian piano veniva sostituita da un bianco accecante. Anna riaprí gli occhi. Era distesa sulla riva dello stagno. Si era addormentata. Quindi le fenici, le stelle e la Terra che aveva visto erano state solo uno sogno. Sconsolata, Anna guardava il pelo dell'acqua, dove una piuma celeste ancora brillava, anche se non come prima. Anna, sconvolta, si gettò in acqua per prenderla. La piuma era ancora fresca, e anche se Anna l'aveva afferrata con un po troppa energia, essa era ancora intatta. La osservò, avvolta ancora una volta dal calore delle fenici. Si alzò in fretta e furia e torno di corsa a casa, stringendosi la piuma al petto per tutto il tragitto. Una volta arrivata a casa salì in soffitta, che poi era anche la sua camera, e mise la piuma dentro una scatola da scarpe in cui erano custoditi i suoi piccoli tesori: alcuni sassi, una conchiglia e una vecchia pagina con cui una volta un ragazzo le aveva chiesto di uscire. Alla fine però era stato solo uno scherzo e lui le aveva dato buca. Quel giorno aveva pianto tantissimo per la delusione. Mise la piuma in cima a tutti gli altri oggetti, e fece quello che le fenici le avevano detto: doveva combattere e proteggere la Terra dagli stessi umani che la abitavano. Passarono gli anni, e Anna crebbe con la determinazione incrollabile di chi ha uno scopo, un obbiettivo. Scrisse un libro sulle piante, come curarle e garantirne la salute, e poi ne pubblicò un'altro in cui invece denunciava le persone che distruggevano le piante e gli animali solo per un proprio guadagno personale, che furono utilissimi a tante persone. Tantissimi vollero sapere che cosa la spingeva a combattere così fermamente contro l'inquinamento, cosa o chi le dava forza e speranza. Lei, ogni volta, dava sempre la stessa risposta: Ciò che la spingeva a combattere per salvare il mondo non era altro che il mondo stesso, che conteneva ogni meraviglia che l'uomo potesse immaginare. Ecco la storia di una ragazza che credeva di non valere niente e che invece aiutò le persone a migliorare se stesse e il mondo.

   
 
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