"Basta Chelsea, basta piangere. Sii forte". Continuo a ripetermi, ma niente, i miei occhi non smettono di piangere. Non posso rimanere sola, non voglio. Tremo, ho paura di quello che potrà accadere. Sto pensando a come tutta la mia vita è cambiata in meno di 48 ore. Ad un certo punto mi squilla il cellulare. Guardo l'orario e rispondo. "Merda è tardi". "Pronto". "Pronto Chelsea, emm... come stai?". Attacco. Ormai tutti non fanno altro che chiedermi come sto, non gli è mai interessato a nessuno e ora? Gli faccio pena? Intanto mi lavo anche se non ho nè la forza nè il coraggio per andare. Ma devo. Forse una bella doccia calda mi laverà via tutti i pensieri. Mi asciugo i capelli in fretta e furia, mancano solo dieci minuti. Metto un paio di jeans e una felpa nera, la preferita di mio padre, è troppo grande ma adesso non mi importa, infilo le mie Converse e metto su un paio di occhiali da sole. Non voglio che la gente sappi che ho passato la notte in bianco. Mi fanno male i piedi ma devo correre se non voglio arrivare in ritardo. Eccoci qui. Entro, tutti mi fissano, e mi guardano senza farsi scrupoli. Voglio andare via e piangere in santa pace. Mi metto in prima fila, e mi perdo guardando le due bare. Sono aperte ma non ho il coraggio di avvicinarmi, non voglio salutarli, non voglio dirli addio. Si sentono dei singhiozzi trattenuti, niente in confronto a quelli di mio zio. Lo odio è sempre stato un uomo egoista, non è mai venuto a trovarci ed ora viene al funerale e si mette a piangere come un bimbo? Il mio sguardo ricade sulle bare, non posso farcela ma devo andare a salutarli. Non so da dove trovo il coraggio, e di scatto mi alzo e vado da loro. Eccoli. Vedo la mia bellissima mamma. Quel colore non gli dona affatto. Cerco di essere crudele ma..non posso respingere i miei sentimenti per sempre. Lei la mia dolcissima mamma, la mia fonte di ispirazione. Non sentirò mai più le sue mani sulle mie, le sue braccia che mi stringono, il suo sorriso e i suoi occhi così uguali ai miei. Non riesco più a guardarla, non c'è la faccio! Mi accascio a terra con un tonfo e urlo, urlo. Grido con tutta la voce che mi è rimasta. "Basta, basta per favore, fa male, fa troppo male, troppo". Sento il mio cuore crollare, frantumarsi, fermarsi. Devo rialzarmi e andare da mio padre, ma non ho forze. Devo avere coraggio. Lo guardo, ed è così bello. È stato sempre un uomo forte, ha superato sempre tutto. Sempre. Non riesco a staccare gli occhi da lui, non voglio lasciarlo andare. Mi allontano e li guardo entrambi. Non sono pronta ad un futuro senza di loro, ad un futuro senza il loro amore. All'improvviso sento chiamare il mio nome, mi giro e vedo un uomo. Non ho idea di chi sia, mi dice solo che è il momento di chiudere le bare. Mi scappa il respiro e rimango immobile. "No, no, no. Non potete, non potete. NO!". Dico mentre velocemente scivolano sul mio viso grandi gocce d'acqua. Li riguardo, ho un buco nel petto, fa troppo male, questo dolore mi sta distruggendo. É piú forte di me. E io non posso accettarlo. Sto per girarmi ma ad un tratto, vedo ogni cosa diventare sempre più nera.. ------------------------------------- Mi alzo di scatto e mi trovo su un letto d'ospedale. Sento delle voci dicono che sto male che ho le corde vocali e gli occhi distrutti, che devo fare dei controlli prima di andar via. Maledizione. Ieri sera ho pianto e urlato troppo, ma sapere che i miei genitori erano morti in un incidente stradale è stato come morire con loro. Mi alzo, non voglio stare qui, ho solo bisogno di riposare. Ed esco cercando di nascondermi. Grazie al cielo la mia casa é vicina. Neanche arrivo e crollo sul divano. Voglio perdermi per un pò. Dimenticare tutto. *Sono nuova, quindi siate buoni, datemi consigli, aiutatemi! Ahah. Scrivo da tanto ma non ho mai pensato di far pubbliche le mie storie. Spero che vi sia piaciuto <3