Ciao a tutti/e! E' davvero strano cominciare dalla fine,inaugurare il mio sbarco su efp parlando dell'ultima puntata della serie. Che dire,complice la rimessa in onda del mio telefilm del cuore,non ho potuto fare a meno di riavvicinarmi al fandom della mia adolescenza,e ora che la vita universitaria mi mette costantemente alla gogna (ah ah ah,che humor fresco di cella frigorifera!) ho ritagliato un pò del tempo a mia disposizione per buttar giù qualche riga in onore dei nostri baldi giovini. Non si tratta proprio di slash (ahimè,non volevo stravolgere troppo una puntata già ricca di svariati sottotesti -deheheh!-) ma per dovere di correttezza ho preferito specificare. Dunque chi tra i due vede soltanto della semplice amicizia,può leggere tranquillamente senza incappare in roba particolarmente ammmorosa. Lasciarvi con un "enjoy!" sarebbe davvero inappropriato,vista la situazione (sobsob!) ...spero solo abbiate piacere nel leggere quanto ho scritto. E' la mia prima volta,vi prego di essere clementi! E graditissime sarebbero delle recensioni,anche piccine piccine,il supporto di chi legge sta alla base di tutto. Vi abbraccio tutti,buona lettura!
- It's never over. -
“Ho fallito.”
Il realizzarsi di un tale destino era impossibile da
sopportare. Merlin aveva vissuto quei giorni di estrema tensione come l’inizio
di una rivoluzione epocale,come il preludio di una nuova,luminosa fase storica.
Aveva lottato con tutte le sue forze,ucciso a sangue freddo orde di uomini e distrutto
centinaia di vite,pur di difendere la sola vincolata a lui. Aveva rinnegato
ogni oscura profezia, perché in cuor suo,sentiva di poter vincere. Anche sulla
morte. Lui era destinato a quello! Lui ed Arthur lo erano;
Ma il drago era volato via e con lui ogni speranza di
salvare il suo re.
“Non può finire così!”- aveva urlato,e poi il silenzio.
Era totalmente perso nel caos indistinto dei suoi pensieri,affranto,il viso
ridotto a una maschera deforme. Le parole gli si fermavano agli argini delle
labbra,e il dolore era così lancinante da impedirne la fuoriuscita. Non poteva
esistere un futuro diverso da quello che aveva sempre immaginato per loro,per
Camelot,per la magia. La morte di Arthur rappresentava una realtà davvero
troppo irreale, per un ragazzo cresciuto con la consapevolezza di dover guidare
il re del nuovo mondo verso la grandezza,verso la gloria,verso la pace.
“Ho la magia. E la uso per voi,Arthur,solo per voi” - aveva
ammesso poco prima, raccogliendo il coraggio necessario per confessare ciò che
aveva sempre taciuto,per la paura di non essere accettato o magari,di
ritrovarsi sul patibolo come tutti quelli prima di lui. Lo aveva dichiarato
senza sapere che reazione aspettarsi,con una strana luce negli occhi e la voce
rotta dal pianto. Lo aveva fatto perché temeva che quelli sarebbero stati i
loro ultimi attimi insieme,e prima di
procedere verso Avalon, Merlin sentiva l’urgenza di mostrarsi così,nudo agli
occhi del suo signore,senza filtri,senza paura. Aveva fatto ciò che era
giusto,e anche Gaius gliene aveva dato conferma.
“Mi hai mentito per tutto questo tempo…”
L’ultima notte fu per Merlin il momento più difficile: il
silenzio di Arthur accompagnava il suo aspetto smorto, il viso era talmente
pallido da sembrar ricoperto di cera,le palpebre ormai troppo spesso
chiuse,facevano sfoggio di inedite sfumature cerulee,e le labbra,così serrate…apparivano
dannatamente simili a cancelli chiusi. Tutto attorno a lui era così freddo e
immobile che il mago cominciò a sperimentare per la prima volta la sensazione
di vivere in un mondo senza Arthur. Ed ogni cosa iniziò improvvisamente a
mancargli, in maniera struggente, nonostante l’ultimo erede dei Pendragon fosse
ancora lì,a pochi passi da lui,a riposare nella speranza di sconfiggere un
declino ormai inesorabile. Mosso da un impeto di estrema malinconia,si alzò per
accostarsi al suo re,finendo per rannicchiarsi sulla sua spalla ferrata. Alzò
gli occhi verso il viso del compagno e,dopo avergli accarezzato piano le gote,restò
lì,a vegliare su di lui fino al momento di ripartire,osservandolo
tacitamente,studiandone tutti i perimetri come fossero mappe
geografiche,paesaggi inediti,oasi di triste bellezza.
“Alcuni uomini
nascono per arare i campi,altri per diventare bravi medici,altri ancora per
essere grandi re. Io,sono nato per servirvi Arthur. E ne sono orgoglioso. E non
cambierei niente. Pronto?”
Avrebbe voluto spogliarlo della sua armatura ed estrarre il
frammento mortale a mani nude; quella spada aveva decretato la condanna,e la
consapevolezza di non poter fare più nulla,dopo le parole di Kilgharrah era sempre
più concreta,tangibile,perché ormai il re gli era morto fra le braccia,sorridendogli,chiedendogli
di tenerlo a sé,ringraziandolo dal profondo del cuore.
“Restate con me…”
Gli
ultimi sguardi che si scambiarono parvero andare al
di là del tempo,oltre lo spazio,oltre quel mondo fatto di
terra,acqua,aria,morte. Ignorando ogni legge cosmica rimasero come
sospesi,a guardarsi
vicendevolmente l’anima,specchiandosi l’uno negli occhi
dell’altro,contaminandosi,scambiandosi
infinite promesse. Poi, le palpebre di Arthur ricaddero nella
schiavitù del
tempo,socchiudendosi,lentamente,inesorabilmente.
Merlin lo trascinò lungo
le rive del lago annaspando,gemendo sommessamente, di tanto in tanto
chiamandolo per nome,prendendogli il viso tra le mani e bagnandolo delle sue
lacrime.
“In sibbe gerest”
Un lampo aureo nelle iridi,e subito osservò l’imbarcazione
allontanarsi,portando via con sé l’altra metà del suo destino,l’altra metà di sé
stesso. Non si trattava di un addio,però; un giorno si sarebbero incontrati
ancora,un giorno,lo avrebbe stretto nuovamente tra le braccia. Magari,quasi
sicuramente,avrebbe avuto una nuova forma,un aspetto diverso,ma Arthur era re
una volta e per sempre,e ciò bastò al mago per assopire ogni timore. Un ultimo sguardo
verso l’orizzonte d’acqua,e forte di quella nuova certezza, Merlin palesò un sorriso.
“A presto,Arthur.”