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Autore: Loki    06/01/2009    1 recensioni
Questa e' una fanfiction di genere introspettivo su Yamamoto Takeshi di Hitman Reborn. Tratta delle relazioni di Yamamoto con gli altri personaggi, dopo aver fatto un incontro "particolare".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un'altra prefazione piccina piccio'. 'Nsomma.
Mi e' stato chiesto di fare una fanfiction su Reborn, e le alternative erano una GianninixUccellodiHibari o qualcos'altro di profondamente sconcio, per cui ho optato su una one-shot incentrata su Yamamoto Takeshi.
Probabilmente la mia interpretazione del personaggio e' leggermente diversa rispetto a com'e' nell'opera originaria e la cosa e' voluta.
Se c'e' qualcosa che mi ha affascinato di questa serie sono proprio la maggior parte dei personaggi e Yamamoto e' uno dei piu' riusciti. Adoro i personaggi semplici ma non stupidi, e Yamamoto e' uno di quelli. Non mi ero nemmeno mai dilettato nel trattare personaggi del genere, per cui scrivere di Yamamoto mi ha dato qualcosa in piu' per i miei lavori originali e penso che io possa farne tesoro in futuro. Thank you, Yama.
E, per far risaltare la sua personalita' e i miei obiettivi di narrazione, gli ho dato la caratterizzazione che porto in mente; insomma, ho messo per iscritto come lo vedo io la sua idealizzazione. Ci ritroviamo cosi' un Yamamoto non stupido, ma semplice; un Yamamoto che conosce piu' di quanto conosca nell'opera originale ma che le nasconde dietro un suo solito sorriso, prendendo come al solito le cose con superficialita' profonda ma non con profonda superficialita'. Tutto questo per mettervi in guardia.
Mi e' piaciuta anche molto la relazione con Reborn; nella mia mente, nei loro silenzi erano di sicuro coloro piu' vicini.
La prima parte e' originale e non ricalca nulla. Dalle altre parti in poi, la successione degli eventi ricalca la seconda ending dell'Anime di Reborn, interpretata sempre alla mia maniera. Perche'? Perche' e' un ottimo motivo per sviluppare il mio personaggio di Yamamoto Takeshi in relazione con uno spiraglio di vita 'normale' (Dio me ne scampi, dopo tutti i filler iniziali!), perche' quell'ending e' una delle poche cose belle che mi piacciono di quell'anime, perche' mi piace la canzone e perche' mi piacciono i colori del tramonto. Ora mi posso ritenere soddisfatto: la prefazione e' piu' lunga dell FanFiction in se'. Woah.

Loki




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Rondine al Tramonto

"Non so" disse Yamamoto. "E' tutto cosi' diverso da come vivevo un tempo la mia vita. Voglio dire... Tutte queste cose nuove, questi giochi..."
Le sue parole si persero nel silenzio. L'uomo di fianco a lui non disse nulla. Si limitò ad alzare lo sguardo verso il cielo del tramonto.
Sotto al giorno che moriva il fiume scorreva placido, lento, pacato, delicato. Tutta la città di Namimori era immersa da quella luce, in attesa del crepuscolo. Solo loro due, soltanto loro, sostavano in quei momenti di calma. Soltanto le loro parole e i loro silenzi riempivano quegli istanti.
Yamamoto sorrise. Era lo stesso sorriso che aveva sempre posseduto: un sorriso puro, quasi innocente.
"In fondo questo gioco e' divertente, no? Tanto mi basta...", disse.
L'uomo non sorrise. Lo guardò con aria perplessa. "Ti basta ciò? Anche se non ne comprendi appieno le regole? Da quel che ho capito, hai cambiato il tuo stile di vita. Sei stato trascinato in qualcosa di grande che non comprendi, ma che accetti. Ti basta davvero ciò?"
Le punte delle labbra di Yamamoto si inarcarono un poco. Ora sembrava quasi che sapesse qualcosa di segreto. Era un altro dei suoi soliti sorrisi. "Gliel'ho detto. E' divertente. Tanto basta, no...?"
L'uomo sorrise. "Mpf. Ti conosco da pochi minuti, ma credo che tu sia proprio come la pioggia. Ti scorre via ogni pensiero: ti resta solo la tua stessa essenza. Hai ragione, in fondo nessuno di noi comprende appieno le regole, eppure in ogni caso noi andiamo avanti, nel bene o nel male."
"E lei, signore?" chiese Yamamoto sviando un discorso forse fin troppo pesante addirittura anche per lui. "Cosa ci fa qui con quel piccone in mano?"
L'uomo sorrise. Appoggiò la mano sul casco da muratore che aveva posto sul terreno, poco lontano. "Ah ah! Io sto lavorando... Yamamoto Takeshi."
A quel nome, la sua voce sembrò farsi più sussurrata, quasi sibilata.
Yamamoto non capì, eppure continuò a sorridere. "E' un idraulico, vero? Non sapevo ci fossero perdite nei paraggi. Deve scavare, giusto?"
L'uomo dapprima si stupì un poco, poi rise di gusto. "Ah ah! Diciamo di sì, ragazzo. Ci sono dei problemi urgenti che stanno emergendo. Sono solo venuto a fare un sopralluogo."
"E dove sarebbero queste perdite?" chiese Yamamoto mentre continuava a sorridere. "Forse, posso dare una mano..."
L'uomo lentamente si alzò. Appoggiò il piccone sulla spalla e l'elmetto in testa.
Il tramonto, sempre più pesante e tinto dei colori dell'alba della notte, iniziava a riflettere gli ultimi spiragli di luce sull'acqua placida.
"Un po' lontano da qui. Ma credo di aver già trovato una delle cure necessarie per la manutenzione. Non preoccuparti, per il momento non servi."
"Ah sì?", sorrise Yamamoto. "Spero che lei possa risolverle presto, allora."
L'uomo sorrise. "Chiamami Iemitsu. Ci si vede in giro di sicuro, ragazzo. Per un po'... Lavorerò nei paraggi."
"Ma come, va già via?" rispose Yamamoto, sorpreso.
Iemitsu voltò la testa. Sorrise. "Ci sarà ancora del lavoro da fare. Eppure, siamo sulla buona strada. Yamamoto, continua a scorrere come la pioggia. Chissà, magari presto potremo avere modo di lavorare insieme. Anzi, è probabile che ci incroceremo ancora, tra un po' di tempo."
"Ah!" Yamamoto sorrise mostrando i denti. "Perchè no!"
"Ti saluto, Yamamoto Takeshi!", disse Iemitsu. I suoi passi si rivolsero verso la strada dell'argine. "Mi sei stato più utile di quanto pensi..."
Salutò il ragazzo con la sua mano. Yamamoto continuò a sorridere.
"A presto, signor Iemitsu... Sawada...", sussurrò Yamamoto. Dopodichè si lasciò andare, sdraiandosi sull'erba.

~

"Yamamoto!", chiamò il piccolo Reborn. "Dobbiamo andare a prendere Tsuna!"
Yamamoto si svegliò come da un lungo sogno. Si stirò e sbadigliò. Il tramonto era ancora alto. Aveva dormito per cinque minuti, eppure si sentiva pieno di energie.
"Stupido!", urlò Gokudera. "Dormire in un posto simile... Andiamo, dobbiamo andare a prendere Decimo!"
Yamamoto si ricompose, poi si rialzò. Sorrise di nuovo. "Hai ragione! Che scemo che sono... Mi sono addormentato!"
Reborn lo fissò dritto negli occhi. "E' successo qualcosa, Yamamoto?" gli chiese. "Il tuo sorriso è diverso."
"Oh?" chiese, quasi stupito. "Ah, niente... Pensavo solo a delle cose... Forse ho avere sognato... No..."
Il sorriso di Yamamoto tornò simile a quello solito. "Sai... Ho fatto un incontro particolare."
Il volto di Reborn divenne serio.
"Ho incontrato un uomo che sapeva il mio nome, ma che io non conoscevo", disse. "Ahah! Buffo, no?"
"Un uomo che--" urlò Gokudera. "Deficente! E se fosse uno di-"
"Calmati Gokudera" disse Reborn. "Hai incontrato colui di cui ti ho parlato, Yamamoto Takeshi?"
Yamamoto sorrise. "Esatto. Un semplice idraulico, credo..."
Reborn non sorrise. "Se è qui significa che c'è qualcosa in atto. Dobbiamo essere prudenti."
"Nah..." rispose, solare come sempre, Yamamoto. "Ha detto che era solo un sopralluogo. Ha parlato di perdite e cose... da idraulici! Che però se ho ben capito non ci sono ancora, ma che ci saranno... O cose così."
Ora Reborn sorrise, sollevato. "Bene. Allora, Gokudera? Cosa stai aspettando? Andiamo!"
Gokudera li guardò in modo alterato. "Ma siete voi che state parlando di idraulici e di perdite! Io--"
"Ooohi! Gokudera! Muoviti o faremo tardi!", urlò Yamamoto dopo essersi allontanato. Pieno di rabbia, Gokudera iniziò a seguirli.

~~



"Toglimi una curiosità, Yamamoto..." disse Reborn mentre camminavano insieme sulla strada. "Perchè fai sempre finta di non sapere nulla? Eppure sei ben cosciente delle regole della mafia, quasi più di Tsuna."
Yamamoto pensò un attimo attentamente. "Così è più divertente. Sembra davvero sia un gioco, no?"
Reborn sorrise. "Già. Un gioco letale... Quelli come te sono rari."
Di nuovo, il volto di Yamamoto assunse un sorriso sicuro di sè. "Non so come siano quelli come me, ma... Io così mi diverto. Penso che a me questo basti, per ora."

~~~



"Svegliati, inutile Tsuna!", disse Reborn mentre calciava la testa di Tsuna, addormentato sul banco dopo le lezioni supplementari.
La classe era vuota. La luce del tramonto filtrava dalle finestre.
"Cosa...?" sussurrò. "Reborn...? Ah! Ragazzi!"
"Buonasera, Decimo!", disse sorridendo Gokudera.
"Yo!", salutò Yamamoto. "Torniamo a casa?"
Reborn sorrise in direzione di Tsuna. "Abbiamo organizzato una festa, Tsuna. A casa tua."
"Ho portato il sushi" sorrise giovalmente Yamamoto. "Celebriamo?"
"Cosa dovremo celebrare...?", chiese Tsuna perplesso.
"Tsuna, muoviti! E' una semplice festa per ritrovarci. La perderemo se resterai a dormire così."
"Vuoi una mano, Decimo?" chiese Gokudera tendendogli la mano.
Yamamoto sorrise. Era lì con loro, come sempre.

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"Allora? Cosa c'è oltre il sushi?", chiese Tsuna. "Ho voglia di qualcosa di dolce... Eheh!"
Quasi imbarazzato, Tsuna si grattò la testa.
Il semaforo era rosso. Aspettavano il verde per poter attraversare la strada.
Per un secondo, solo per un istante, Yamamoto alzò lo sguardo verso l'altra parte della strada. Tre persone familiari stavano passando.
Dokuro Mukuro gli diede una rapida occhiata, dopodichè andò per la sua strada, mentre gli altri due ragazzi parlavano tra loro. Tuttavia, Yamamoto continuò a sorridere, come se sapesse che quello non era il momento delle battaglie.
Reborn, sulla spalla di Yamamoto, rimproverò Tsuna. "E' già tanto che la facciamo, questa festa. Imbranatsuna, accontentati!"
"Uh? C'è qualcos'altro oltre il sushi, Gokudera?" chiese Yamamoto, stupito.
Gokudera ebbe le convulsioni. Si portò le mani sulla pancia e, in preda al dolore, mormorò sconnessi versi gutturali "Ugh... Io non..."
"Eh?" disse Tsuna. "Non ditemi che..."
Yamamoto sorrise. "Allora, che aspettiamo ad attraversare? Ormai è verde da un pezzo..."

~~~~~



"Oh!", disse Tsuna. "Ci sono Kyoko ed Haru!"
Le due ragazze, intente a parlare tra loro nella pasticceria, videro subito Tsuna e gli altri. Li salutarono e uscirono immediatamente dal locale.
"Ehi, ragazze!", salutò Yamamoto in modo solare. "Ci state per una festa a casa di Tsuna?"
Tsuna arrossì. "Yamamoto! Non costringere Kyoko ed Haru a--"
"Una festa!", urlò Haru. "Veniamo! Vero, Kyoko?"
"Ottimo" disse Reborn. "Così ci saremo proprio tutti."
Gokudera mise una mano sulla spalla di Tsuna. "Già che siamo qui, Decimo, perchè non ci prendiamo anche i dolci ed evitiamo di morire avv..."
"Due torte di quelle laggiù e un po' di paste" disse Yamamoto sorridendo, al commesso.
Gokudera strinse il pugno della mano destra. "Maledetto Yamamoto..." Era così arrabbiato che strinse addirittura la mano sinistra sulla spalla di Tsuna.

~~~~~~



"Ho chiamato anche loro", disse Reborn. "Eccoli laggiù."
Sulle scale sotto al ponte, sostavano.
"Lambo-san è qui!" urlò Lambo poco lontano, trotterellando sulla ringhiera del ponte. "Pensavate di...ehii!"
I-Pin frenò la sua corsa e prese in pieno Lambo, che per poco non cadde verso il fiume. "Anche I-Pin venire!"
"Tsuna-nii!" urlò l'altro ragazzo. "Mangiamo insieme!"
"Quella stupida mucca..." disse Gokudera. "Rovinerà di sicuro la festa."
Yamamoto sorrise. "Più siamo e meglio è, non è così?"
Reborn sorrise a sua volta. "Esatto, Yamamoto Takeshi. Non è poi così male questa vita, non è così?"
Yamamoto ridacchiò un poco. "Ahah, no, affatto", disse. "Mi ritengo fortunato, ad essere qui..."
"Lambo-san cavalca Tsuna!", urlò Lambo dopo essersi aggrappato alla testa del ragazzo. "Al galoppo! Lambo-san è vero cowboy!"
"Smettila, Lambo!" urlò Tsuna. "Mi f-fai male!!"
"Tira giù le mani, stupida mucca!", urlò Gokudera.
Yamamoto iniziò a ridere. "Sì..." disse tra le risate "...sono proprio fortunato!"

~~~~~~~



Hibari Kyouya li osservò da lontano. Incrociò lo sguardo di Yamamoto, che sorrise in sua direzione, senza fermarsi. Hibari non mosse nemmeno un muscolo del suo viso, "Come pensavo, Hibari non verrà" disse Reborn.
"Che ci vuoi fare? Lui è fatto così!", sorrise Yamamoto.
Sulla strada appoggiata alla riva del fiume, il gruppo si dirigeva lentamente verso la casa di Tsuna.
"E Ryohei?" chiese Yamamoto. "Dato che c'è Kyoko, potrebbe..."
"Che ci vuoi fare" lo interruppe Reborn, sorridendo. "Anche lui è fatto così. In fondo si diverte, no? Non è questo l'importante, per ora? Non disturbiamogli l'allenamento, Yamamoto Takeshi." Yamamoto sorrise, ancora. Questa volta il suo sorriso portò un pizzico quasi di malinconia dentro di sè.
"Già. Immagino che per ora, questa vita vada bene..."

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"Yamamoto Takeshi, sembra sempre che tu sia un imbecille, eppure sei il più attento di tutti questi ragazzini. Te lo chiederò ancora: ti sta bene tutto questo?"
Yamamoto rise. Reborn rimase serio. "Certo che lo sono. E' tutto così diverso da come vivevo la mia vita. Anche se non sembra, sono contento di essere qui. Non l'ho forse già detto prima?"
"Questo però non è un gioco. Ci si potrebbe fare male. Yamamoto, noi siamo la Mafia. Siamo Mafiosi. Ti sta veramente bene?"
Yamamoto sorrise, sicuro di sè. "Siete miei amici e con voi mi diverto. Ancora una volta, tutto questo è l'importante. Se farò delle scelte sbagliate la responsabilità sarà mia."
"No" rispose il bambino. "La responsabilità è di Tsuna e di tutto il gruppo. Dovresti capirlo, Yamamoto."
Yamamoto si fermò. Osservò il cielo, ormai il tramonto stava morendo. "Qualcuno oggi mi ha detto che sono come la pioggia che scorre, e che mi rimane solo l'essenza. Beh, detto un idraulico...! Ahah"
Reborn non sorrise. Restò fermo a fissarlo.
"Eppure" continuò Yamamoto "voglio restare a scorrere qui, con voi. Mi basta questo, davvero. Reborn...", disse sorrendo e muovendo la testa per osservarlo negli occhi.
"Io sarò la pioggia e la rondine. Resterò dietro a tutti quanti, se necessario, per non far preoccupare nessuno. A meno che Tsuna non me lo chiederà. Per cui, non c'è proprio nessun problema."
Reborn abbassò la testa e sorrise. Il suo cappello gli coprì il volto. "Eh... Yamamoto Takeshi, sei un vero Hitman."
Le ragazze, Gokudera e i bambini entrarono in casa. Tsuna si fermò. Osservò Reborn che fissava Yamamoto. Sembrava stesse guardando il tramonto.
"Forza, Reborn!", disse Tsuna. Gli porse la mano, contento. "Andiamo a mangiare!"
Reborn si voltò e lo fissò, sorridendo. "Sì. Tsuna."
Prima di entrare in casa, Vongola Decimo notò Yamamoto, ancora dietro a tutti gli altri.
"Allora, Yamamoto?" disse sorridendo. "Dai, che aspetti?!"
Yamamoto sorrise. Era un sorriso malinconico, sicuro di sè e innocente allo stesso tempo. A Tsuna parve quasi un'altra persona, per un secondo, dietro al tramonto morente. Probabilmente era solo una sua impressione.
"Sì, Tsuna" disse Yamamoto. "Arrivo subito. Pensò che resteremo fino a tardi, stasera..."
"Sì" rispose Reborn. "Resteremo insieme per molto tempo. Lo penso anche io!"

  
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