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Autore: KiarettaScrittrice92    29/05/2015    3 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Beh che dire?? A questo punto penso che abbiate capito tutti che Koriko è il fratello di Shinichi e che si mette le lenti a contatto marroni per fare in modo che il nostro giovane detective non noti che hanno gli stessi identici occhi e inizi a insospettirsi. Purtroppo per voi per sapere la verità e le origini di questo fratellone sconosciuto dovrete aspettare che sia Shinichi a scoprire la verità.
Per quanto riguarda Shiho, come vedete è tornata in gran forma e, sebbene sia ancora innamorata di Shinichi, ci saranno grandi svolte anche per lei (ma non vi preannuncio nulla).
In questo capitolo invece torniamo ai veri protagonisti dell'intera Fic, che ne dite??
Ringrazio ancora tutti per le stupende recensioni :)
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Corsa verso l'ospedale

L’aereo atterrò, per fortuna, in perfetto orario. Kaito, però, era ugualmente nervoso, tanto che per tutto il viaggio notturno, aveva dormito sì e no un’ora, non di più. Si ritrovò in aeroporto e sebbene non ci fosse mai stato, andò spedito all’esterno e fermò un taxi.
«How many hospitals are there in Turin?» chiese.
Il tassista ci mise un po’ a rispondere.
«Ehm... troppi... cioè... more...»
«A friend of mine is in the hospital, but do not know what... Can you make me go round all the hospitals? I pay all!»
«Ehm... ok...»
Ci misero più di mezza giornata. Ad ogni ospedale il tassista si fermava, faceva scendere il ragazzo per andare a chiedere e poi tornava. Verso mezzogiorno finalmente il ragazzo tornò con un’altra espressione.
«Thank you!» disse, porgendogli dal finestrino delle banconote, che aveva prontamente cambiato in aeroporto, dopodiché scappò.
L’uomo sul taxi guardò le banconote, c’erano almeno cinquanta euro in più, provò a chiamare il ragazzo, ma lui non si voltò e sparì all’interno dell’ospedale.

 

La ragazza era sdraiata sul letto, la sua stanza era occupata solo da lei. Era pensierosa: l’indomani i suoi sarebbero tornati a Torino e non sapeva assolutamente cosa raccontar loro, non le veniva in mente assolutamente nulla. Come gli avrebbe spiegato il fatto che fosse finita in ospedale? Poi qualcosa bloccò i suoi pensieri.
«Quindi sei ancora viva! Avrei dovuto prendere meglio la mira.»
Riconobbe quella voce, parlava in giapponese per non farsi capire dagli infermieri, si girò di scatto, ma non vide ciò che si aspettava. Appoggiato al muro della stanza c’era Kaito che la guardava coi suoi occhi azzurri.
«Sapevo che era stata Giada...» disse usando nuovamente la sua vera voce e chiudendo la porta.
Chiara era paralizzata, sicuramente stava sognando, non era possibile che fosse lui, si doveva svegliare. Avvicinò lentamente la mano alla guancia e si diede un pizzicotto.
«Ahi!» le scappò quando sentì dolore.
Il ragazzo scoppiò a ridere, poi tornò serio.
«Pensavi forse che sapendo che eri stata ferita, me ne sarei stato tranquillo in Giappone?»
«Io... beh... ecco...» non riusciva a parlare, quel viso, quello sguardo, quegli occhi azzurri, si sentì subito le guance bagnate e per un attimo si chiese il motivo.
Kaito sospirò, avvicinandosi al letto.
«Che fai ora, piangi?»
Lei si asciugò le lacrime e tornò seria. Si era ripromessa che non avrebbe mai più pianto davanti a lui.
«Non saresti dovuto venire, come vedi sto benissimo. Mi serviva solo una copertura per...»
«Taci! – disse lui duro – Ora mi ascolti bene. Non m’interessa se è solo un graffio. Mi avresti dovuto chiamare subito, appena era successo, e sul mio numero, non in studio come se mi dovessi riferire qualcosa, chiaro? Quando Bianca mi ha detto il motivo per cui hai chiamato mi è quasi venuto un infarto!»
La ragazza rimase muta, il viso basso. Lui glielo tirò su con una mano e inchiodò lo sguardo al suo. Gli occhi di lei tremarono, pronti a versare nuove lacrime, ma si trattenne, spostando la mano di lui dal suo volto.
«Te l’ho già detto non c’era bisogno che venissi, ora che hai visto che sto bene puoi anche andare!»
Il ragazzo a quelle parole rimase per un minuto buono zitto. 
«Kiaretta che diavolo sta succedendo?» disse poi.
«Niente!»
«No, questo non è niente. Cosa ti ho fatto? Perché mi tratti così?»
«Perché? – tirò su lo sguardo – E me lo chiedi? Vieni qui come se non fosse successo niente come se fosse tutto uguale a due anni fa quando ci siamo conosciuti. Non me ne sono andata dal Giappone solo perché era finito l’anno scolastico. L’ho fatto soprattutto per te. Per te e per Aoko. Non riesco a vederti come un amico né tantomeno come un fratello, mi è impossibile e so che tu ami Aoko. Quindi per favore, ora che sai che sto bene vattene. Ti scongiuro!»
Il ragazzo prese il suo volto, stavolta con entrambe le mani e la guardò di nuovo negli occhi.
«Kiaretta ascoltami, so benissimo cosa provi. I primi mesi che te ne sei andata mi sono sentito così anch’io. So che io ho avuto Aoko, – disse quando lei stava per parlare – ma comunque è stato lo stesso difficile. Credi che quello che è successo due anni fa l’abbia rimosso? Capodanno, il bacio, la lettera, i due del Giardino... Quell’anno è stato uno dei più speciali che abbia mai vissuto e sebbene io ami Aoko, tu per me sei speciale e non me ne andrò di qua finché tu non starai meglio. Non ho la minima idea di cosa provi per te, non so se ti voglio solo bene o se forse sono ancora innamorato, ma una cosa è certa non ti lascerò da sola. Mai!»

  
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