AVVERTENZA PER I
LETTORI:
Ogni tanto riemergo con
storie disseppellite da anni di oblio! Sto elaborando una mia
elaborazione
della maturità, che cambierà fandom (sto buttando
giù una saga familiare a tema
The Lion King, ma prima che veda la luce passeranno mesi), ma per
adesso mi
faccio vedere solo riproponendo vecchie storie, scritte quando avevo
più
tempo/più ispirazione/più dolore da gridare al
mondo.
Ho scritto la storia
più di dieci anni fa, come si può ricostruire
dalla data dei diari.
Questa storiella era
capitolo di una storia più grande, di cui rappresentava
sostanzialmente quello
che adesso si chiama spin-off. Ma mentre la storia generale non ha quel
tocco
di brio che ancora me la fa piacere, questa mi muove ancora dei
sorrisi.
E ho pensato di condividerla
qui, nella speranza che magari possa far sorridere anche voi.
ALTRA AVVERTENZA: I personaggi umani che
compaiono nella fiction
esistono nella realtà. La storia raccontata, tuttavia, non
ha alcun riferimento
tangibile con avvenimenti svoltisi nella vita reale.
ENNESIMA, MA VI
GIURO ULTIMA, AVVERTENZA [nota
originale del 2004, nb]: I Pokémon e tutto quel che
è ad esso collegato
appartengono ai rispettivi proprietari.
Tutti i personaggi
menzionati in codesto capitolo, ad eccezione dei personaggi
Pokémon, esistono
nella realtà, ho soltanto provveduto a variare di poco i
loro nomi e/o i loro
cognomi e ad aumentare di qualche anno la loro età
effettiva. Posso pertanto
affermare che i personaggi non appartengono a me ma a loro stessi,
fatta la dovuta
eccezione per il personaggio che mi rappresenta (ma non vi dico qual
è). Ma
devo precisare che Yari è in realtà un ragazzo.
Il
Fantasma Del Banki
Dal
diario di Camilla Mavadi, 19 gennaio 2004/x
Flavius
è venuto ieri nel mio letto. Era notte. L’avevo
già sentito entrare e
scambiarsi degli affettuosi baci con Kekko. E poi, come al solito, era
scoppiata la lite. Flavius è strisciato in camera da me, io
che fingevo di
dormire ma avevo ascoltato con estrema attenzione l’intera
conversazione. Mi
aveva toccata con dolcezza sul braccio che avevo lasciato cadere
mollemente
oltre la sponda del letto.
"Camilla,"
aveva mormorato. "Che c’è, sei sveglia?" Mi
accorgo solo adesso
quanto fosse inutile ed inopportuna, da parte sua, quella domanda.
Perché, che
senso ha chiedere ad una se dorme quando è così
tardi che quasi certamente
quella starà dormendo? Ma Flavius non ci pensa mai a queste
cose.
"Sì,"
avevo risposto. "Sì, sono sveglia." E poi: "Hai di nuovo
litigato con Kekko?" avevo domandato.
Flavius
aveva annuito e mi aveva abbracciata. Piangeva.
"Perché?"
aveva singhiozzato, stringendomi a sé. "Perché
è così stronzo, Camilla?
Perché con me?" Gli avevo dato un bacio sul naso (lo spazio
da baciare era
tanto, quindi non ho avuto problemi di alcun tipo).
"Lo
conosci, Flavius," gli avevo sussurrato. "Lo sai,
com’è fatto."
E
c’era stato silenzio.
Poi mi
aveva chiesto:
"Posso
dormire qui? Non ho il coraggio di guardarlo ancora." Avevo sorriso,
con
la certa bieca consapevolezza di come si sarebbe conclusa la nottata.
"Resta
qua," avevo concesso, facendogli un po’ di posto del mio
letto. E Flavius
s’era adagiato al mio fianco. Sentivo i suoi occhi puntati su
di me. Con
stupore ho sentito dei piccoli brividi di piacere attraversarmi tutto
il corpo.
Il suo
bacio è arrivato timido ed io l’ho accolto con
piacere, perché così desideravo.
L’ho lasciato fare anche quando è diventato
più insistente e mi ha lentamente
denudata. Ammetto che ho goduto di ogni suo tocco.
E poi
so di non aver avuto più un pieno controllo delle mie
capacità mentali, delle
mie dovute inibizioni.
È
stato bello. Anzi, dirò, più che bello. Flavius
geme in antico egizio all’apice
del piacere, e questo potrebbe costituire un problema in determinati
frangenti.
Ma non posso negare che la scorsa notte è stata
meravigliosa. Non l’avevo mai
visto, Flavius, sotto questo punto di vista. Artemide è
già stata a letto con
lui... attorno al mese di ottobre, novembre dello scorso anno, se non
sbaglio... eppure non me l’ha raccontato così. Di
certo non i gemiti in antico
egizio.
E
ancora più bello del sesso, è il ricordo del suo
sonno adagiato contro il mio
fianco. Potevo sentirlo respirare, è stato tenerissimo!...
Sono rimasta ad
ascoltare il calore dei suoi sospiri per una decina di minuti,
finché non mi
sono sentita le palpebre pesanti e non mi sono adagiata ancora
più vicina a
lui. E ricordo di aver sperato che quella notte non fosse la sola.
Adesso
che sono sveglia, adesso che ogni ricordo di quella notte è
svanita dalle mie
carni, adesso che non fremo più a ricordare le sue carezze,
solo adesso posso
giudicare con maggior chiarezza e lucidità.
Davvero
uno strano individuo, quel Flavius.
Passa
tutto il giorno chiuso nella sua villa a tradurre le sue scartoffie
egizie, e
le rare volte che esce lo fa solo perché spinto da un motivo
trascendente:
Kekko.
Il
loro è l’amore più assurdo e tormentato
a cui abbia mai avuto la fortuna di
assistere. Non passa giorno che non litighino, e per stronzate poi,
eppure
Flavius è perdutamente assurdamente innamorato di Kekko.
Da
questo, ho perciò dedotto che Flavius è venuto a
letto con me per un motivo ben
diverso dall’amore. Potrei parlare di attrazione, forse. O di
un’improvvisa
impennata dei suoi ormoni maschili. Ma sarei più propensa ad
accettare la
crudele ma attinente alla verità, ipotesi per cui Flavius
è venuto a letto con
me solo per ingelosire Kekko, prendersi una rivalsa su di lui. So che
l’ha già
fatto, con Artemide. E io non sono certo un’eccezione alla
sua regola.
Peccato.
Mi è piaciuto tanto, ieri notte...! Era tanto tempo che non
provavo emozioni
simili, e non voglio perdere quello che è riuscite a farmele
provare di nuovo.
Peccato. Eppure, chissà... forse, Kekko ha bisogno di molto
tempo per
ingelosirsi. Chissà... E allora, niente esclude che Flavius
torni da me,
chiedendo aiuto e consolazione.
Cristo,
mi sento così cattiva...!
Dovrei
desiderare il ricongiungimento dei due amanti... sono amici miei del
resto.
Tutta
colpa degli ormoni, senza dubbio: estrogeno, si chiama.
Sono
donna anch’io, talvolta.