Ad Alec, Clary, non era mai piaciuta.  
Cosa ne sapeva lei degli Shadowhunters?
Cosa ne sapeva lei su come si uccide un demone? 
Cosa ne sapeva lei di loro? Di ciò che avevano affrontato?
Cosa ne sapeva lei di Jace?
Nulla, ecco cosa. Nulla. Assolutamente nulla.
Come si permetteva di sbucare all'impovviso e pretendere di sconvolgere le loro vite?
La vita di Alec era già abbastanza incasinata, non serviva una stupida ragazzina dai capelli rossi a scombussolarla ancora di più. 
Era il fratello più insicuro, quello più introverso, più chiuso in se stesso. La sua vita gravitava interamente intorno alla sorella Izzy e al parabatai, Jace. In più c'era sua padre. Quanto lo odiava a volte... No, non è vero. Alec non odiava suo padre, anzi. Stava provando a fare di tutto pur di renderlo fiero, felice che Alec fosse suo figlio. 
Non c'era verso. 
E, ciliegina sulla torta, era innamorato del suo parabatai. Buffo, no?
L'ironia della vita era strabiliante. Per gli Shadowhunters, essere gay non era una bella cosa. 
Essere gay ed innamorato del proprio parabatai era proprio proibito. 
E questa era la vita di Alec. 
Come se non fosse sufficiente, era arrivata lei. La modana. E il suo amico mondano.
Ma non aveva molti problemi con... Simon, gli pareva si chiamasse. 
Erano, dopotutto, nella stessa situazione: innamorati di una persona che non li ricambiava. 
Ed ora, quelle due persone stavano insieme. O almeno credeva.
Ciò che Jace, Clary e Simon non avevano mai saputo era che c'era anche lui quella notte. 
Stava percorrendo il corridoio dell'Istituto, diretto in sala armi dove aveva intenzione di allenarsi. 
L'unico rumore udibile era quello dei suoi passi sul marmo.
Toc, toc. Toc, toc.
Camminava a testa bassa, come era suo solito quando era sovrappensiero.
“Vai a dormire?” la voce calda di Jace lo riscosse dai suoi pensieri.
Aprì la bocca per rispondere ma qualcuno lo precedette: “Tu non hai sonno?”
Ad Alec si mozzò il fiato. Si nascose rapidamente dietro un pilastro e cercò di calmare il respiro. 
Perché era così agitato? Stavano solo parlando. Non stavano facendo niente.
“Non sono mai stato più sveglio” 
Ed entrambi si zittirono. Alec si sporse un po' per vedere, restando per sicurezza all'ombra della colonna. Inizialmente vide la chioma rossa di Clary muoversi leggermente, lei di schiena, la faccia rivolta verso l'altro lato del corridoio. 
Poi vide lui. 
Erano avvinghiati in un abbraccio tutt'altro che amichevole e...si stavano baciando.
Si ritrasse, sbattendo la schiena contro il muro con un tonfo. Fortunatamente nessuno se ne accorse, forse anche perché Simon era appena uscito dalla stanza, cogliendo i due in flagrante. 
Fortunatamente. O tutti avrebbero sentito il suono dei suoi passi correre via. 
Corse, corse, senza fermarsi. Arrivò in camera sua e spalancò la porta di scatto per poi sbattersela alle spalle. Si fermò e riprese fiato.
Il petto si alzava e si abbassava.
Ma l'aria non arrivava ai polmoni. Spalancò la porta a vetri e uscì sul terrazzo.
Appoggiò entrambe le mani sulla ringhiera di metallo e guardò in alto. 
Una delle tante cose meravigliose dell'Istituto era che l'inquinamento luminoso era ininfluente sul cielo sovrastante. Per questo motivo le stelle brillavano più forte che mai, accompagnate dal chiarore della luna. Era da poco passata la mezzanotte e la maggior parte delle luci di New York erano ancora accese. Si confondevano quasi con gli astri luminosi sopra di lui. 
Lentamente, iniziò a inspirare e ad espirare, cercando di recuperare l'ossigeno.
L'aria fresca della notte arrivò ai polmoni tutta d'un colpo, facendolo trasalire e rabbrividire. 
Si attaccò ancora di più con le mani alla ringhiera. Strinse i palmi intorno al metallo freddo finché le nocche non diventarono bianche. Un altro brivido gli percorse la schiena.
Piegò la testa, guardandosi le mani, facendo ricadere i capelli neri sugli occhi.
Fu scosso da un tremito, ma non di freddo.
Era perso, completamente perso. Era come se qualcuno gli avesse tirato addosso un secchio di acqua gelata, immobilizzandolo completamente.
Aveva il cuore ghiacciato. Fermo nel momento in cui aveva visto il suo peggior incubo diventare reale. Quasi sorrise al pensiero del fatto che il peggior incubo di uno Shadowhunters che rischiava la vita tutti i giorni lottando contro atroci demoni fosse vedere il proprio parabatai baciare una ragazza. 
Quasi gli venne da ridere. Ma anche se così fosse stato sarebbe stata una risata amara e piena di angoscia. Non aveva mai provato nulla di simile in tutta la sua vita. 
Aveva provato rabbia, paura, terrore, angoscia, timore, nervosismo, ribrezzo, panico. Ma mai ciò che stava sentendo in quel momento. Era fermo, bloccato in uno stato a mezza via tra lo sgomento e l'angoscia. Non riusciva a sentire nient'altro, se non il suo dolore.
Gli si era ghiacciato il cuore. Ma ciò che in molti dimenticano è che a volte il ghiaccio si scioglie.
Le meravigliose stelle di quella notte, unite allo scintillio delle luci della città, fecero risplendere la singola lacrima che scese dagli occhi di Alec e che poi scomparve nell'aria fredda della notte.
Ghiaccio.





NOTA DELL'AUTRICE:
In questi giorni sono superispirata! (non penso sia una parola)
Comunque, era da tanto che volevo fare una fanfiction su Shadowhunters (serie che io adoro) anche per celebrare il nuovo cast e l'inizio delle riprese della serie tv!!
So che non vi interessa.. 
Ho sempre pensato che l'avrei fatta su Jace e Clary coppia che, contrariamente a quello che si può pensare dopo aver letto questa ff, io adoro. Ma amo troppo anche Alec. Così mi è apparsa questa idea. 
Spero tanto che vi piaccia e come sempre se avete qualcosa da dire (anche una cosa tipo “amo gli unicorni rosa”) lasciatemi una recensione! Chi ha già letto qualcosa di mio sa che apprezzo molto le critiche costruttive.
Detto questo, alla prossima!
Baci Gio