Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: ___Page    30/05/2015    4 recensioni
Contraggo le dita stringendo quello che ho ormai capito essere uno stelo e mi porto il fiore davanti al viso mente mi rimetto supina, un braccio abbandonato sulla fronte.
Sorrido felice, come raramente lo sono stata nella mia vita, come ancora non mi sono abituata a essere da un anno a questa parte.
Un tulipano rosso.
Un fiore romantico di per sé ma che per me, per noi, ha un significato ancora più bello.
*Seguito di 'Amazon Lily- My favourite flowers shop in town' di cui si consiglia la lettura per apprezzare meglio questa storia*
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Continuo a servire il mio cliente, cercando di ignorarla, di ignorare il suo sguardo freddo e raggelante.
Sono disgustata dalla sua aria di superiorità ma la sensazione che ora mi pervade è nervosismo.
Non so perché sia qui e la sua presenza mi innervosisce.
Il fatto che sia venuta proprio oggi che Law non c’è, il fatto che quando è entrato questo cliente mi ha invitata con un sorriso a servirlo senza curarmi di lei sono indizi sufficienti per farmi capire che c’è sotto qualcosa.
E non sono sicura di volerlo scoprire.
-Arrivederci!- salutò con un radioso sorriso, attendendo finché non sento la porta richiudersi per poi tornare seria e voltarmi determinata verso di lei.
-Dunque?! Cosa volevi dirmi?!- le chiedo senza troppi giri di parole, infischiandomene di essere scortese.
Voglio solo liberarmi di lei al più presto.
Alvida sorride, lasciando perdere le aquilegie e avvicinandosi al bancone.
-Margaret cara, ho come l’impressione che tu sia un po’ ostile verso di me, mi sbaglio?- domanda, con finta gentilezza, mandandomi ai pazzi.
La odio, odio quel suo sorriso falso e quel suo trattarmi come se fossimo amiche.
Lei non è mia amica!
-Alvida, io sto lavorando! Dimmi quello che devi dirmi per cortesia!-
Il tono duro che uso stupisce anche me stessa.
Non è proprio da me comportarmi così ma non riesco a trattenermi.
Tanto l’ho capito il suo gioco e finalmente anche lei si decide a gettare la maschera.
Il suo sorriso ha un che di sinistro ora e mi fa fremere di rabbia e frustrazione.
-Lo aveva detto io che eri più del candido fiorellino che sembri- soffia quasi malefica e io sgrano gli occhi, infastidita dal suo commento -Comunque mi spiace sentirti così astiosa, io ero venuta per farti un favore- mormora avvicinandosi alle gerbere e annusandone una.
Io mi acciglio, incrociando le braccia sotto al seno.
-Che favore?!- domando scettica e lei torna a guardarmi.
Si avvicina al bancone e io sento un brivido percorrermi la schiena.
-Sai io conosco bene mio nipote. Anche tu senz’altro, non lo metto in dubbio ma mi chiedevo se aveste mai parlato dei vostri…- si interrompe per cercare le parole e io stringo spasmodica le dita intorno alle braccia -…progetti futuri ecco-
Assottiglio lo sguardo su di lei, indignata.
È venuta qui per mettere il naso nella nostra vita di coppia?!
-Questi non sono affari tuoi- sibilò, sentendomi un serpente pronto ad attaccare.
Solleva le mani ai lati del viso in segno di resa, chinando appena il capo, ma non m’incanta.
-Hai ragione! Hai ragione! Margaret cara posso chiederti una cosa?!-
Non mi disturbo a risponderle, trapela da ogni mio poro che non la voglio qui e so che comunque me la chiederà lo stesso.
-Cosa pensi di Law come medico?!-
Sgrano appena gli occhi colta alla sprovvista.
Mi aspettavo di tutto ma di certo non questo.
Scuoto appena la testa per riprendermi.
-Beh trovo che sia un fantastico chirurgo! Pieno di talento!- lo difendo sicura di me e la osservo poi annuire.
-Sono d’accordo. Il fatto è che…- comincia studiandosi le unghie e poi tornando a guardarmi -… un mio caro amico a Punk Hazard mi ha informato che si sarebbe liberata una posizione piuttosto prestigiosa per un chirurgo pediatrico. Mi ha chiesto il curriculum di Law e dice che potrebbe essere un candidato ideale- mi spiega e io deglutisco, trattenendo il fiato.
Punk Hazard è dall’altra parte del continente!
-Sarebbe un passo davvero importante per la sua carriera-
Mi impongo di non dare a vedere quanto questa rivelazione mi abbia scioccata, stringendomi appena nelle spalle.
-Se dovessero contattarlo affronteremo la questione- mormoro secca ma Alvida sorride ancora di più.
-Tesoro, se dovessero contattarlo Law accetterà-
Un brivido mi scuote a quelle parole ma mi impongo subito di tornare in me.
Law non è così, mi coinvolgerebbe nella decisione!
-Sarebbe pazzo a non farlo e so che nutri l’idilliaca idea che per te è pronto a tutto ma, credimi, un posto di lavoro così non si rifiuta- continua, avvelenandomi con le sue parole mentre si allunga un po’ di più verso di me, prendendomi il mento tra pollice e indice -Soprattutto non per una piccola insignificante fioraia, la cui vita è limitata a un insignificante chiosco di fiori in un’insignificante città- soffia e finalmente la vedo, la cattiveria nei suoi occhi.
Mi scosto bruscamente allungando un braccio verso la porta, tremando.
-Vattene dal mio negozio- le intimo sottovoce.
Alvida sorride, soddisfatta.
-Me ne vado. Ma ricorda Margaret, tu e Law siete su due piani diversi. Presto o tardi se ne accorgerà anche lui. Non so se ti conviene mollare tutto per seguirlo, quando accetterà quel lavoro- conclude prima di liberarmi della sua presenza.
Rimango immobile a fissare il punto dove si trovava poco fa, per un tempo indefinito, scossa dai brividi e dalla nausea.
Non so cosa mi prenda, io non credo a una sola parola di quella donna.
Eppure…
Mi abbraccio da sola, mentre lo sconforto mi pervade.
Non è forse da un anno che non faccio che domandarmi come sia possibile che voglia proprio me?!
Non è forse da qualche settimane che ho cominciato a dubitare di essere all’altezza?!
Le parole di Usopp il giorno del suo matrimonio mi tornano in mente prepotenti.
-Non sarò mai abbastanza per lei! Io faccio l’idraulico Margaret! L’idraulico! Non ho nemmeno una laurea! Non sarò mai all’altezza!-
Della risposta che gli ha dato Sanji nella mia mente non c’è più traccia.
Perché ora finalmente ho capito.
Ho capito perché ho così paura all’idea che mi chieda di sposarlo.
Perché io non mi sento all’altezza, non mi sento abbastanza per lui e ho il terrore, l’atroce terrore di perderlo.
Perché lo so, è inevitabile, un giorno si sveglierà e si renderà davvero conto di chi ha accanto.
Non ho niente che non vada ma so che Law è troppo per me.
E mentre questa consapevolezza mi pervade del tutto sento qualcosa spezzarsi in me.
È il campanello della porta a impedirmi di crollare.
Alzo la testa di scatto e asciugo le lacrime, mettendo su il mio miglior falso sorriso per accogliere il mio nuovo cliente.
 

 
§
 

Lo stomaco mi si accartoccia quando sento la chiave nella toppa.
Ho temuto questo momento per tutta la giornata.
Vada avanti imperterrita a tagliare le verdure per cena, immaginandolo con l’occhio della mente entrare in casa, richiudere e togliere la giacca per appenderla all’ingresso.
-Ciao- saluta ancora nascosto dal muro e io prendo un profondo respiro.
-Ehi ciao!- ricambio con falso entusiasmo quando appare sulla porta della cucina.
Mi ghigna, appoggiandosi allo stipite e io torno a concentrarmi sul tagliere, deglutendo a vuoto.
Sento i suoi occhi su di me, il suo sguardo che mi scruta.
-Ehi- mi chiama, dolce e sottovoce, avvicinandosi.
Mi irrigidisco e poso il coltello, mentre mi abbraccia da dietro, lasciandomi cullare da lui e dal suo profumo ma senza riuscire ad abbandonarmi del tutto.
Mi strofina il naso sul collo per poi risollevare la testa guardingo.
-Margaret che hai?!- domanda preoccupato e in allarme.
Punto gli occhi davanti a me, facendomi coraggio, prima di voltarmi, gli occhi a mezzaluna e un lieve sorriso che non convince neanche me.
Dovrei chiedergli come è andata al lavoro, se gli va la carne per cena e se ha voglia di uscire per un cinema.
Questo si domanda normalmente al proprio fidanzato quando rientra a casa la sera.
Ma quello che ho dentro non posso sopprimerlo un minuto di più.
-Law…- lo chiamo, afferrando i baveri della sua camicia e lui aumenta la presa sui miei fianchi, un muto invito a parlare -Senti tu… hai mai pensato a cosa fare finita la specializzazione?-
Corruga le sopracciglia, colto alla sprovvista.
-Beh il… chirurgo pediatrico- afferma, pensando probabilmente che sono diventata pazza.
Io sorrido tirata scuotendo la testa.
-Sì ma intendo… vuoi restare a Raftel?!-
Sgrana appena gli occhi e io sento il cuore stringersi.
Dì di sì, dì di sì ti prego.
-Beh io non… credo di sì- si stringe appena nelle spalle, visibilmente in difficoltà e il cuore mi si ferma per un attimo.
-Credi?!- domando conferma, deglutendo a vuoto.
Chiude gli occhi stancamente, portandosi una mano a stringere le tempie.
-Margaret perché questo discorso adesso?! Senti io sono stanco e…-
Non so perché.
Oggi è tutto il giorno che non mi capisco, che non sono in me.
Fatto sta che mi stacco bruscamente da lui e questo gesto lo blocca peggio di un urlo.
-Mi chiedi perché questo discorso?! Perché va affrontato prima o poi Law!- glielo butto in faccia, più aggressiva di quanto vorrei, facendolo sobbalzare.
Glielo leggo negli occhi che non mi riconosce e come dargli torto?!
Non mi riconosco nemmeno io!
Ma non riesco a calmarmi, la paura mi sta divorando.
-Margaret…- soffia scioccato.
-No!- lo interrompo alzando una mano a palmo pieno -Tu credi di voler restare a Raftel, quindi non ne sei sicuro! E quando pensavi di dirmelo?! Non ti sei accorto che la mia vita è qui?!-
Mi fissa a bocca spalancata, prima di prendere un respiro per calmarsi.
-Margaret cosa diavolo ti prende tutt’a un tratto?! Certo che lo so che la tua vita è qui! Se dovessero offrirmi qualche posto altrove ne parlerei prima con te!-
Un dolore lancinante si irradia al centro del mio petto.
Solo ora mi accorgo di quanto io abbia sempre dato per scontato che non se ne sarebbe andato mai e di quanto mi sia sbagliata.
Cocenti lacrime prendono a scendere dai miei occhi e Law reagisce d’istinto avanzando verso di me ma si blocca quando indietreggio.
-Se dovessero offrirti un posto altrove tu ti aspetteresti che io molli tutto per seguirti?!- domando con voce rotta e lui assottiglia gli occhi.
-Che cosa ti prende?-
-Rispondimi!!!-
-Cazzo Margaret ma non lo so!!! Non lo so dannazione, si può sapere cosa ti prende stasera?!?! Non ci ho mai pensato va bene?!?!-
Il silenzio che cala è perforante e mi provoca un potente ronzio nelle orecchie.
Lo osservo, deglutendo a vuoto prima di annuire piano.
-Bene… Bene ho capito…- mi asciugo le guance a palmo pieno prima di tornare a guardarlo determinata -Se dovessero proporti un posto all’estero non ci sarebbe niente di cui discutere comunque- affermo e stavolta è lui a sobbalzare -Io da Raftel non me ne vado-
Una strana luce gli invade gli occhi e io mi sento morire.
-Che stai dicendo?! Margaret tu…- lo vedo passarsi una mano tra i capelli in panico e resisto a stento all’impulso di stringerlo a me per rassicurarlo -Mi stai lasciando?!- domanda senza fiato e io ricomincio a piangere.
-È meglio… s-se… se andiamo ognuno per la sua… strada, Law… io non… non voglio esserti d’intralcio…- articolo a fatica non credendo alle mie parole.
E da come mi guarda non ci crede neanche lui.
Il problema però è che le ho dette davvero.
Mi scruta alla disperata ricerca di un segno che gli dica che si è sbagliato ma non ne trova e lo vedo rabbrividire, prima di uscire dalla cucina e di casa, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo secco che mi spezza definitivamente il cuore.
Mi mordo il labbro inferiore, raggiungendo la portafinestra che da sul balcone e mi appoggio alla balaustra soffocando a stento i gemiti.
Cerco di non pensare a quanto deve stare male ma non riesco a impedirmelo e le gambe mi cedono.
Mi siedo accanto al rododendro in vaso e lascio andare tutto il dolore che, masochista, mi sono provocata con le miei mani.
Ma so, mentre reclino la testa all’indietro e singhiozzo senza ritegno, so, mentre mi stringo la maglietta all’altezza del cuore quasi a volermelo strappare, so, mentre cerco disperatamente di non desiderare le sue braccia a stringermi, che è meglio così.
Ho preso la decisione giusta, sarebbe successo comunque prima o poi.
Ormai l’ho capito.
La mia perfetta storia d’amore non era altro che un fragile incanto, pronto a spezzarsi. 




Image and video hosting by TinyPic


Rododendro 

Fioritura: Aprile-Giugno. 

Significato: Fragile incanto. 

Storia e curiosità: Originaria dell'Eurasia e dell'America, la pianta prende il suo nome dalle parole greche Rhodon (=Rosa) e Dendron (=Albero). Ne esistono più di 500 specie e l'azalea fa parte di questa vasta famiglia, risultando più adatta del rododendro vero e proprio per la coltivazione in vaso. E' usato principalemente come pianta ornamentale.  






Angolo dei ringraziamenti:
Luna: Siiiiiiii Cora nonno!!! Vogliamo Cora nonno!!! ... A-ehm ... *si ricompone* Anche io li amo follemente e sono davvero felice che questo li faccia amare anche a te! Grazie di cuore e alla prossima! 
Gibutistan: Ma Kyros è l'amore! Grande, grosso e tenero! ** Sono contenta che la storia continui a piacerti! Grazie mille e un bacione! 
OneEyedTesoro: Io adoro l'idea di Law papà, dico davvero! Mi fa proprio sciogliere! E che dire, ogni volta che leggo una recensione che elogia il LawMargaret vado in brodo di giuggiole, quindi grazie infinite davvero! 
Al prossimo capitolo! 
Piper. 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: ___Page