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Autore: mik wicked    30/05/2015    2 recensioni
Juliette è una diciasettenne diversa dalle altre. Fin dalla nascita possiede il potere di controllare la materia e da poco si è manifestata la capacità di scorgere il futuro, che purtroppo non riesce a controllare bene. In seguito a un incidente tutta la sua vita cambia, lei stessa cambia, e per questo motivo i suoi genitori la mandano al Collegio dello zio. Sarà a quel punto che arriverà una svolta importante e la conoscenza di nuove persone, di lui in particolare, porteranno nuovi esordi. Ma la calma sembra durare poco perché strane sparizioni cominceranno a farsi strada e il passato sembra tornare, più spaventoso di prima..
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – L’INIZIO
Avete presente quel momento in cui tutto sembra perdere significato? Quel momento che dovrebbe durare un istante e invece finisce col prolungarsi per giorni, che a loro volta finiscono per diventare mesi fino a confondersi col passare del tempo? Ecco, era così che mi sentivo ultimamente. Appesantita dalla mia vita.
Tutti quelli che mi circondavano avevano tentato in ogni modo di farmi uscire da questa sorta di “guscio”, definizione inappropriata a mio avviso. Un guscio serviva a proteggerti, serviva a tenerti al sicuro. Io non avevo bisogno di questo. Credo che il mio inconscio stia cercando di dimenticare, ma direi che è tardi ormai. Il passato non si cancella, rimane sempre lì, in agguato.
L’unico sollievo lo trovavo quando non pensavo a nulla. Dolce apatia..
Per gli altri è così facile, immuni dal senso di colpa.
Che senso aveva avere un potere che non potevi controllare e che non poteva nemmeno aiutarti a evitare il peggio? Che senso aveva vagare tra presente e futuro quando a malapena riuscivi a trovare il filo che li univa? Ero così.. patetica.
“Adesso basta Juls!”
Non persi nemmeno tempo a rispondere, ormai ero abituata a quel suo tentativo irruento di riportarmi alla realtà.
“Io e tuo padre siamo stanchi di vederti in questo stato, non puoi continuare così!”
“Scommettiamo..?” chiesi ironica.
 Faceva parte del mio carattere controbattere sempre, a ogni cosa, ma probabilmente, se fossi stata zitta, avrei evitato quello che sarebbe successo da lì a poco. Maledizione alla mia lingua.
“Bene. Vorrà dire allora che a partire da domani andrai al Collegio di tuo zio.”
“..cosa?”
Che simpaticona. Forse stava scherzando…
No. Non stava scherzando. La sua espressione era fin troppo seria.
 Non riuscivo proprio a capire come potesse esserle venuta questa idea. E anche stavolta non ero riuscita a vedere niente. L’amarezza si fece largo dentro di me. Possibile che anche i miei genitori mi trovassero così patetica?
“Non è come pensi” disse dando voce ai miei pensieri.
“Ah no? Eppure volete mandarmi in una scuola con gente come me dove insegnano come controllare i propri poteri. Ah, e non una scuola come altre, un collegio in cui sarò costretta a restare chissà fino a quando!”
“Questo non è il momento per fare la ribelle! Abbiamo lasciato che questa situazione andasse avanti anche per troppo tempo! Di questo passo ti fai solo del male, invece andando là potresti ricominciare da capo ed essere più al sicuro!”
Una smorfia mi comparve sul viso. Ricominciare da capo? Con che coraggio lo diceva? Niente sarebbe potuto cambiare. Per quanto riguardava la mia sicurezza, era meglio se non dicevo niente perché avrei preferito essere uccisa da chissà chi piuttosto che continuare a stare in quella condizione.
“Lo so che sembra difficile Juls, però ti prego, provaci. Fallo per noi, fallo per te stessa..”
Odiavo quando faceva così. Era insopportabile perché non potevo scegliere. Lei aveva già deciso per me e tutta quella pagliacciata serviva solo per mettermi al corrente della cosa. Come se non fossi in grado di prendere decisioni da sola.
Per questo motivo la mattina seguente mi ritrovai in macchina diretta verso il Nevada.
Di solito si dice “veloce e indolore”.  Beh non nel mio caso.
 
“Julie.. noi lo facciamo solo per il tuo bene. Continuando in quel modo non sarebbe cambiato nulla. Un nuovo ambiente è proprio quello che fa al tuo caso. Vedrai, ti troverai benissimo”
“Wow, riesci a vedere il futuro ora?”
“Julie..”
“Svegliami quando arriviamo” e misi le cuffiette per non sentire più nulla.
 
Fu dopo circa 7 ore estenuanti di viaggio che raggiungemmo l’agognata meta.
Agognata? Ma quando mai? Per carità, adoravo mio zio, ma di certo non mi stava bene trascorrere il resto della mia vita in quel carcere.
“Julie tesoro! Da quanto tempo! Come stai piccola?”
Non risposi e ricambiai solamente l’abbraccio. Diciamocelo chiaramente, il fatto di sentirsi chiedere continuamente la stessa cosa non cambierà la risposta cazzo. Probabilmente suo padre intuì l’aumento esponenziale della sua loquacità perché intervenne.
“Stephan! Spero veramente non sia un disturbo aggiungere solo ora Julie al resto degli studenti”
“Figurati,  l’anno è appena ricominciato quindi non sarà un problema per lei. Ora le spiegherò tutte le regole, ma è meglio se ci spostiamo nel mio ufficio. Seguitemi pure”
Li lascia passare davanti e come una condannata a morte e cominciai a seguirli. Non c’è che dire, l’edificio era veramente grande, era un vecchio castello ristrutturato che si estendeva per un lungo tratto. Passarono per il giardino di fronte all’edificio e in lontananza riuscì a vedere alcuni di quelli che sarebbero diventati i miei “compagni”. Che gioia.
“Questo è solo un pezzo del giardino, dietro c’è il resto che si estende fino ai limitari del bosco. I ragazzi possono usare i loro poteri liberamente, anche se cerchiamo di controllarli, l’importante è che evitino di combinare guai. La mattina ci sono le lezioni ordinarie, che seguono lo stesso programma delle scuole normali, mentre dopo pranzo ogni studente è suddiviso in classi secondo le sue capacità. In quelle lezioni riuscirai a imparare come controllare il tuo potere e come sfruttarlo. Il resto del pomeriggio e il week end sono liberi. Lasciamo ai nostri studenti una certa libertà purché rispettino le regole, non voglio che pensino di trovarsi in una prigione”
Ops, troppo tardi.
“I dormitori tra maschi e femmine sono divisi, ma ho deciso di non essere troppo severo sulle visite reciproche, è meglio fare qualche concessione piuttosto che ritrovarsi tutti gli studenti a trasgredire le regole. Tuttavia c’è un coprifuoco che durante la settimana è fino le 11 e nel week end arriva massimo alle 2. È possibile inoltre uscire dal collegio per andare nei boschi o nelle città vicine, ma prima devi avvisare uno degli insegnanti. Spero davvero che ti troverai bene qui Julie, questo è tutto per ora. Bisogna solo sistemare qualche documento”
Devo ammettere che così come l’ha descritta non suona male, ma l’idea della prigione non credo se ne andrà presto. Ma infondo cosa importa, questo non è il peggio che possa succedermi.
“Sembrate ben organizzati Stephan e- “
Non sentì il resto della frase. All’improvviso non ero più davanti l’entrata della scuola, si era fatto tutto buio e una familiare sensazione si propagò dai miei occhi al resto del mio corpo.
 
Un ragazzo ride in cortile guardando i suoi compagni. Sono in cinque e stanno accerchiando una ragazza bionda, bella come poche, sembra quasi un angelo. Dietro di lei, in lontananza, scorgo anche la mia figura dietro a quella di mio padre e mio zio. Ma non è lì che devo vedere.
I ragazzi si avvicinano e lei indietreggia.
“Lasciatemi in pace, non voglio farvi del male” ma la voce le trema, ha paura.
“Piccola Lizzie. Qui non c’è tuo fratello e i suoi amici a proteggerti. E sappiamo bene che dopo aver usato i tuoi poteri durante l’allenamento non riesci più ad usarli per un bel po’. Quindi che ne dici di stare buona e chiacchierare un po’ con noi?”
“Non voglio parlare con voi. Ve lo ripeto lasciatemi stare!”
“Altrimenti?” le chiede uno.
Prova a scappare, ma non riesce a fare più di due passi. I suoi piedi sono come incollati al terreno.
“Ma guarda un po’, sto diventando bravo col mio potere. Riesco a tenere ferma persino te.”
Ridono, più di prima e la sua paura cresce, lo sento dentro di me.
La prendono tra le braccia, vogliono solo giocare, ma non si rendono conto del loro errore.
La feriscono per sbaglio e lei cade.
Cercando di riprenderla, ma qualcosa glielo impedisce. No, qualcuno.
Troppo veloce, non riesco a vedere, ma le sento le loro urla.
“Luridi figli di puttana, avete osato toccare mia sorella?! “
La sento la sua furia, il suo odio. Non riesco a vederlo, ma quegli occhi mi arrivano dentro all’anima.
Cambio scena. Tutti sono feriti. Solo Lizzie e quel ragazzo rimangono in piedi. Lei disperata.
“Tyler questa volta non te la faranno passare liscia! Ti costringeranno a lasciare la scuola! Non posso resistere senza di te!” e piange disperata, come se potessero toglierle l’unica cosa preziosa della sua vita. Ed è così. Riesco a vederlo. Senza di lui morirà. È troppo sola. Impazzirà.
 
Lui tenta di salvarla, ma è troppo lontana.
Troppo tardi.
 
Un istante dopo ritorna la vista. Era da tanto che non mi veniva una visione.. perché ora?
“Julie stai bene??”
Annuisco a mio padre per tranquillizzarlo, ma in realtà sono ancora scossa. So che tutto quello accadrà tra poco, ma mi ero ripromessa di rimanere fuori dai guai. Perché anche se questo non l’ho visto, so che finirà male per me. Ma ne vale davvero la pena? Quella ragazza.. finirà per diventare come me.
“Lasciatemi in pace, non voglio farvi del male!”
È una voce lontana che però ho già sentito, per questo sono l’unica che riesce a distinguere le parole.
“Julie vieni in ufficio con noi?”
“No io.. faccio un giro nei dintorni per vedere il luogo. Vi raggiungo fra poco”
Mi allontano da loro sempre di più finché non riesco a vedere chiaramente i ragazzi che la circondano.
“Ma guarda un po’, sto diventando bravo col mio potere. Riesco a tenere ferma persino te.”
Appena in tempo. Li vedo, mentre si avvicinano a Lizzie, con i loro ghigni arroganti.
 E in quel momento oltre al bisogno di salvarla mi assale anche una rabbia cieca. Perché vedendola così inerme mi torna in mente il passato, quello che in tutti i modi cerco di cancellare.
È per colpa di ragazzi come quelli, che ingannano le ragazze, se l’illusione della felicità svanisce. È per colpa di persone come quelle se c’è chi viene sopraffatto dal presente. È per colpa loro che ragazze troppo semplici svaniscono nell’ombra di sentimenti futili, non accorgendosi di come basta poco per essere rovinate.
“Lasciatela stare”
Il mio è un sussurro, ma mi sentono. Mi guardano sorpresi, ma subito si riprendono ghignando. Schifosi animali. Mi credono davvero un’altra preda.
“E tu chi sei bocconcino? Ti consiglio di non intrometterti, ma se proprio ci tieni puoi giocare con noi” e ridono come solo un branco di scimmie idiote può fare.
“Ve lo ripeto per l’ultima volta, lasciatela andare”
Loro non smettono di ridere, ma lei mi guarda negli occhi. Ha lo sguardo quasi rassegnato eppure lo vedo che infondo prova ancora qualche speranza. Non la lascerò con loro. Non potrei mai.
Mi muovo verso di lei, ma subito vengo bloccata. Come nella visione sento le gambe incollate al suolo, ma questa volta sono le mie.
“Beh, noi ti avevamo avvertito. Ora starai con noi eheh” e si avvicinò per toccarmi.
Non aspettai nemmeno un secondo. Con uno scatto rabbioso alzai il braccio e lo spostai verso destra.  Allo stesso tempo i corpi dei cinque ragazzi fecero lo stesso movimento.
“Non osare mai più toccarmi” la voce mi tremava e anche il braccio per il potere usato. Soprattutto dopo aver avuto una visione.
“Chi c-cazzo sei tu?!”
Non sprecai fiato per rispondergli. Comincia a stringere piano piano le dita con uno sforzo enorme. Potevo sentire la loro debole resistenza cedere. Credo che resistere allo sforzo di chiudere la mano sia una delle cose più difficile che abbia mai fatto. Ma non ero un assassina.
“Ti pr-prego. Lasciaci.. ti p-p..”
“Se vi avvicinate di nuovo non mi fermerò. Ve lo giuro” e piano piano cominciai a liberarli dalla stretta.
Ora avevano paura, e facevano bene. Forse non sarei riuscita a farmi dei nuovi amici di questo passo, ma preferivo rimanere da sola a questo punto.
“Stai bene?”
“Io.. sì. Perché mi hai aiutato?”
Parlò così piano che quasi non la sentì. La guardai stranita. La sua era una domanda veramente strana, un grazie mi sarebbe bastato.
“Forse è perché vuoi avvicinarti a Tyler così?”
Adesso anche l’amarezza? Eh no, non ci tengo ad avere altri problemi oltre a quelli che mi sono già creata.
“Per prima cosa prego. Seconda cosa non ho idea di chi sia Tyler e non mi interessa. Sai a volte le persone aiutano gli altri senza motivo, anche se so bene quanto possa sembrare impossibile”
Le sorrisi, ma probabilmente quella che mi uscì fu una smorfia.
 
Vedo me stessa piangere come non facevo da tanto, appoggiata su un albero. Non vedevo me stessa da tanto in quello stato. Non immaginavo di poter ritornare in una condizione del genere.
“Tyler lasciala stare! Se sta male è colpa tua!”
“Lasciami Lizzie, devo spiegarle!”
A quelle voci vedo me stessa sussultare e stringersi ancora di più le ginocchia al petto. Come se non sapesse cos’altro fare per sfuggire dal suo inferno..
 
“Sta arrivando mio fratello..”
Sentendola impallidì. Se prima ero già intenzionata a stare lontana da qualsiasi maschio, ora non avevo nemmeno intenzione di guardarli.
“Devo andare. Fammi un favore, non dire a nessuno di me”
La sua espressione era qualcosa di davvero buffo, ma non avevo tempo per restare. Lui si stava avvicinando. Non sapevo qual’ era il significato di quello che avevo visto e sinceramente non mi interessava. Mi ero esposta fin troppo.
“Ciao Lizzie”
Troppo tardi mi resi conto dell’errore, ma ormai era fatta. In seguito avrei cercato una soluzione, in un modo o nell’altro.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Ringrazio chi ha sprecato un po’ del suo tempo per leggere il primo capitolo della mia storia, era da così tanto che ci pensavo che alla fine ho partorito questo primo capitolo! Spero che vi sia piaciuto, ditemi che ne pensate di questo inizio! Grazie in anticipo a chi lascerà un commento! Alla prossima :)
 
 
 
 
 
 
   
 
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