Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: Laix    31/05/2015    5 recensioni
Lo scopo di questa raccolta di one-shot è di sperimentare varie coppie (non solo love couples) sia tra le più conosciute che tra le più impensabili. Alcune delle presenti sono già state suggerite da voi: con diversi personaggi e couple sperimentate, si vede cosa ne esce e si cerca di accontentare tutti! Non siete vincolati alla lettura dell'ultima shot pubblicata... Ogni shot è una storia a sé, quindi liberi di aprire la tendina dei capitoli e scegliere i duetti favoriti! ;) I contesti possono essere dei più svariati, anche passando per l'assurdo :D
***
35. Mary Sera e Shuichi Akai ~ [Sei dura, donna. Dura come la pietra, il ghiaccio, sei cemento. Io con te divento calce ma tu non ti rompi mai, una corrente salata che viaggia al contrario e apre le onde. Eppure guarda cosa hai nascosto lì sotto. Dietro le botte, gli insulti, lo sguardo, l'odio, ti stai solo preoccupando per me e per il destino avverso che inseguo. Hai già visto tutto coi tuoi occhi e su un altro uomo.]
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Heiji Hattori, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Vermouth | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5. Conan e Ai ~ 

***





Schermata bianca


Colpi contro la porta della stanza, forti e decisi. Colpi incessanti. Facevano vibrare le pareti, tremolare i vetri della finestra.
Da dove diavolo lui tirasse fuori la forza per produrre quei suoni, tramite quel corpo da ragazzino delle elementari, Ai lo ignorava completamente. Anzi, no, in realtà sapeva pressapoco a cosa fosse dovuto. Alla rabbia.
Grazie al cielo, grazie al cielo aveva una chiave per chiudere la porta della stanza.
- Aprimi! Dannazione, Haibara, fammi entrare! Apri questa porta o ti garantisco che finisce male! -
Credo possa finire male anche nel caso in cui ti aprissi, a dire il vero.
Ai emise un sospiro grave dovuto all'ansia, allontanandosi dalla porta e iniziando a ragionare per risolvere quella situazione. Continuava a pensare ad una scena ipotetica e melodrammatica in cui, aprendogli la porta, Kudo sarebbe balzato nella stanza e l'avrebbe sbattuta contro la parete in malomodo, intimandole in modo minaccioso di sputare il rospo nel modo più preciso possibile. In realtà non credeva sul serio che Kudo l'avrebbe fatto, però il timore ce l'aveva e si aggravava man mano che quei colpi rimbombavano sulla porta.
- Haibara, io ti avverto... aprimi, adesso, o la butto giù questa merda di porta! -
Come chicca finale, un colpo un po' più duro degli altri riecheggiò nella camera di Ai.
- Kudo! Ascoltami bene – gli disse la scienziata attraverso la porta, avvicinandosi ad essa per farsi udire meglio.
- O la smetti e ti dai una calmata, o qui dentro non ci entri nemmeno tra un secolo -
- Cos'è che mi dovrei dare? Una calmata?! -
- Capisco bene quello che provi, okay? Se ho deciso di non rivelarti la verità per un certo periodo di tempo, è proprio perché lo capisco -
- No, Haibara, non si è trattato di un certo periodo! E se Agasa non si fosse lasciato scappare quella piccola rivelazione, visto che lui sapeva già tutto da tempo, chissà per quanto ancora sarebbe andata avanti questa menzogna! Io sarei ancora qui speranzoso a brancolare nel buio, come un povero idiota! -
- Hai ragione, però...-
- Mi avete imbrogliato tutti e due... solo che lui, alla fine, non è più riuscito a tenerselo dentro! Eri tu quella che gli ha imposto di mantenere il silenzio! -
- Perché pensavo potessimo ancora uscirne! -
- Sai solo scappare con la coda tra le gambe, non hai neanche il coraggio di dirmelo chiaramente guardandomi negli occhi! -
Dopo avere alzato la voce in quel modo, lui diede alla porta altri due o tre colpi forti, facendo sobbalzare la piccola scienziata. La sua mente volò al fatto accaduto appena pochi istanti prima: acquattata dietro l'angolo della parete, aveva visto Agasa pronunciare delle parole a Conan, il quale subito dopo si era alzato in piedi dalla sedia con uno scatto davvero poco rassicurante, partendo poi al suo inseguimento. A quel punto lei era letteralmente fuggita, chiudendosi nella sua stanza ed arrivando a creare quella folle situazione.
- Sei una codarda! Bugiarda, ipocrita e codarda! -
E proseguì con un'altra scarica, procurandosi sicuramente forti dolori alle mani, non poteva essere altrimenti. Ai pensò che era la seconda volta che lui si arrabbiava in quel modo con lei: la prima era avvenuta tanto tempo prima, quando si erano appena conosciuti e lei aveva rivelato subito di essere la creatrice dell'APTX. In effetti non avevano avuto un buon acchito iniziale.
- Ti detesto, dannazione! Non me l'aspettavo da te! Aprimi! -
Lei abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi, affranta, mentre ascoltava l'eco dei pugni e delle parole di Kudo.
So che non sta parlando sul serio. Forse. Vero? Sì, è solo in preda all'ira e allo sconvolgimento, tuttavia è doloroso. Seppur si tratti di considerazioni portate all'eccesso, il fatto che tramite questo stato alterato lui stia riuscendo a farle emergere mi fa pensare che, probabilmente, le ha covate davvero nei miei confronti.
In ogni caso l'avrebbe perdonato. Sostenendo però un peso amaro sul cuore.
All'improvviso i colpi alla porta cessarono. Come quelle tempeste che, dopo aver scosso rumorosamente una città, si fermano nel silenzio. Ma lei non sentì dei passi allontanarsi, perciò Kudo era ancora lì.
- Haibara... apri la porta... -
Il suo tono era cambiato drasticamente, completamente ribaltato. Lo sentì anche appoggiarsi di peso sulla porta, come fosse privo di forze. Ed era esattamente la sensazione che le venne trasmessa dalle sue seguenti frasi strascicate.
- Aprimi... ti scongiuro... ho bisogno di parlarti... -
Ai si sentì invadere il petto da tristezza e malinconia. La repentinità con cui l'umore di Kudo era variato la sconvolse, soprattutto perché in lui la collera sembrava essersi dissolta del tutto, sostituita da dolore e smarrimento.
- Lasciami entrare... e parlami chiaramente, voglio sentirlo da te... -

Lui diede un altro colpo alla porta, ma decisamente lieve e stanco. Sicuramente anche Kudo era stanco. Stanco di comportarsi in quel modo, stanco di una situazione che non poneva tregue.
- Voglio saperlo... ho il diritto di saperlo... -
Lui appoggiò la fronte alla porta, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni. Era una consapevolezza dura da sopportare, ancora di più se la diretta interessata, l'unica che potesse rivelargli concretamente ogni dettaglio, si rifiutava di farlo. O anche solo di comunicare con lui. Era anche per questo motivo che si era infuriato in quel modo, per quanto attualmente iniziasse a vergognarsene. Ma era davvero troppo.
Tutto ad un tratto dovette raddrizzare la testa, visto che la porta che gli faceva da supporto sparì da quella posizione, per potersi aprire. Si ritrovò la esile figura di Haibara davanti agli occhi, visibilmente angosciata e impaurita. Fu in quell'esatto istante che si rese conto del suo sbaglio.
- Scusami. Ho esagerato -
- Non ti preoccupare, non hai nulla di cui scusarti -
Ai si fece da parte per lasciarlo passare. Lui entrò nella stanza, deciso e incerto al contempo, come se tuttavia fosse spaventato a morte all'idea di dover ascoltare le rivelazioni della scienziata, le stesse che aveva richiesto a gran voce fino a quel momento.
Lei richiuse la porta e Conan si voltò a guardarla, il viso contratto. La semioscurità in quella stanza era decisamente marcata, il sole stava tramontando per lasciare spazio ad un cielo blu scuro e cupo. L'unica fonte di luce proveniva dalla schermata bianca e anonima di un computer acceso che emetteva lievi ronzii, e che sembrava comunicare loro il reale stato delle cose: “qui non c'è più niente da vedere, accantonate il lavoro svolto finora, okay? Adesso c'è solo uno schermo vuoto”.
- Allora? E' tutto vero, Haibara? -
- Lo è. Il mio lavoro, che ha come obiettivo quello di farci tornare adulti definitivamente, è una continua corsa verso un vicolo cieco. Qualunque direzione gli faccia prendere, qualunque minimo dato io possa variare, il risultato non cambia. C'è sempre un maledetto muro a sbarrare la strada, anche nelle ipotesi che sembrano più ottimistiche -
- Esattamente da quanto lo sai? -
- Da molti mesi. Da ancora prima delle ultime due volte che hai assunto l'antidoto temporaneo. Preferivo che tu ne prendessi pochi perché... perché, ecco... -
- Perché ormai sono rimasti la mia unica, flebilissima possibilità di ritornare al mio vero aspetto. -
Lei annuì mesta, per confermagli la frase. Lui abbassò lo sguardo scuotendo lievemente il capo, rialzandolo dopo poco per proseguire nel discorso.
- Prima dicevi... dicevi che me l'hai tenuto nascosto perché credevi potessimo ancora uscirne -
- Esatto. Ho evitato di darti ansie che in quel momento mi parevano inutili, visto che magari, con alcune ricerche aggiuntive, sarei potuta giungere ad un risultato soddisfacente -
- E sei ancora della stessa idea? -
- Non proprio -
- Cos'è cambiato? -
- Il dato statistico riguardante le possibilità di riuscita dell'antidoto vero e proprio. Un dato molto basso -
- Così basso da essere preoccupante...? -
- Kudo. La percentuale di riuscita dell'antidoto definitivo dell'APTX si aggira intorno allo 0,1% -
Il detective riabbassò lo sguardo sospirando gravemente, comprimendo l'aggressiva ed alta marea di emozioni che si stava abbattendo dentro di sé.
Come fosse una visione mistica, vide scomparire diverse cose di fronte a sé. Vide scomparire nel nulla il suo vero corpo, vide scomparire l'aula del liceo che frequentava, i compagni di classe che lo conoscevano, la prospettiva di poter indagare liberamente su qualsiasi caso usando il suo nome, la sua possibile carriera. Vide scomparire Ran.
- Come ben sai, prima o poi i tuoi anticorpi reagiranno totalmente agli antidoti temporanei. La durata del loro effetto si ridurrà sempre più, fino ad annullarsi del tutto. In altre parole... -
- Mi posso scordare di tornare come prima -
- Mi dispiace. Ho fatto il possibile. -
Lui si voltò dandole le spalle, posizionandosi poi le mani sui fianchi e restando immobile dov'era. Ai non lo sentiva neanche respirare, pareva si fosse calato in uno stato di ibernazione. Lei si accostò silenziosamente a lui, alzando la mano sinistra per toccargli con delicatezza la schiena. In realtà aveva una notevole voglia di abbracciarlo, per fargli capire che non era solo, che lei riusciva a capirlo. Però non sapeva quanto sarebbe stato opportuno e soprattutto non sapeva se ciò lo avrebbe realmente rassicurato. Si alzò in punta di piedi e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, con tono apprensivo.
- Ma ti assicuro che lavorerò su quello 0,1% applicando ogni mia singola capacità. E' comunque un dato non ancora scaduto nell'impossibilità, seppur di poco -
- Haibara... -
Lui si voltò su se stesso, trovandosela davanti a pochissimi centimetri da sé. Si aspettò che lei indietreggiasse almeno di mezzo passo, ma non lo fece.
- Credo non ne valga la pena. Credo che continuare a vivere in un'illusione sia sfiancante e dannoso... sia per me che per te. -
Parlava con un filo di voce, i suoi occhi esprimevano dolore e angoscia. E la guardavano in maniera diretta. Pian piano si stava tramutando in un Kudo che Ai non conosceva, che doveva adattarsi alla nuova e indesiderata incombenza, che non aveva mai visto. E che avrebbe preferito non incontrare mai.
Era evidente che Kudo non avrebbe mai voluto arrendersi, ma che al contempo si sentiva privo di risorse a causa di una situazione d'impotenza. La fragilità che in quel momento lui stava trasmettendo ad Ai, seppur senza farlo apposta, le riempì il cuore di fitte di compassione, sentimento che la indusse ad alzare un braccio per posargli una mano sulla guancia. Rimase così per alcuni secondi, in silenzio, prima di parlargli.
- Se il prezzo da pagare è vederti in questo stato ogni giorno, da adesso in poi... stai pur certo che quel dato dovrà quantomeno alzarsi. Illusione o meno, ce la metterò tutta. -
Lui sgranò gli occhi, colpito da una simile affermazione. Le sorrise mestamente, continuando a percepire il tocco confortante di lei sul proprio viso. Sapeva tuttavia che le sue parole erano certamente dirette ad ammortizzare quel momento, ma non il futuro. Il futuro andava rimodellato, ripensato... in modo definitivo.





******************************
Questa shot è basata su un'idea rivisitata un milione e mezzo di volte, lo so, ma volevo provare a re-interpretarla ^^ Ovverosia l'ipotesi che Ai non riesca ad ottenere l'antidoto definitivo dell'APTX, costringendo entrambi a rimanere nell'aspetto infantile. Diciamo che l'ispirazione ultima mi è arrivata dall'OAV10, al quale ho dato uno sguardo poco tempo fa :D e che si concentra su questa situazione.
Un ringraziamento enorme ai commentatori, aaaaw!! :') E a chi sta seguendo! E' chiaro che se vi andasse di recensire solo determinate coppie che vi piacciono e non tutte, è stra-lecito ^.^ Grazie ragazzi, alla prossima! ^^ 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: Laix