Anime & Manga > Detective Conan
Segui la storia  |       
Autore: KiarettaScrittrice92    31/05/2015    3 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo dell'autrice:
Mamma mia, oggi sono in ritardissimo XD
Scusate, ho avuto altri impegni.
Allora, che dire... Lo scorso capitolo è piaciuto molto a quanto pare. E sembrerebbe che nella mia fic la mia OTP piaccia di più di quella classica. Ne sono davvero felice :)
Parlando invece di questo capitolo. Avviene una cosa molto importate. Voi nella scorsa saga avete visto Conan, mentre all'inizio di questa torna Shinichi.
Abbiamo solo due informazioni di quello che è accaduto, sia Shinichi che Shiho hanno due cicatrici. Il primo al fianco, la seconda sul viso. Cosa è accaduto esattamente nello scontro finale contro i MIB?? Chi mi conosce sa che io non lascio mai nulla al caso nelle mie storie, ed è per questo motivo che oggi vedrete un pezzetto di quello scontro... Dovrete aspettare per avere il quadro intero della situazione.
Inoltre questo capitolo penso che farà piacere ai miei lettori ConanxAi.
Vi ringrazio delle recensioni! Soprattutto a chi ha recuperato al pelo!
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Ricordi in sogno

«Ragazzi, – sussurrò Ayumi avvicinandosi ai due amici – è arrivata Shiho, sembra sia qualcosa d’importante.»
«Perché non andiamo a sentire?» chiese Genta, sempre a voce bassa.
«Non so, – disse Mitsuhiko – mi sembra maleducato.»
«Dai Mitsuhiko, ti prego! In fondo siamo la Squadra dei Giovani Detective.» disse la bambina facendo gli occhioni dolci.
«Eh va bene... – sospirò – andiamo a sentire.» aggiunse, mentre tutti e tre si avvicinavano alla porta.
«Allora? Cos’hai scoperto?» chiese Shinichi.
«Poco e niente, – rispose la ragazza – i baristi sono così tanti che fanno turni di cinque ore in due a settimana, i bagni sono normalissimi bagni e il tema principale del bar sono i fiori... Inoltre fanno un ottimo Sherry!»
Il ragazzo si passò una mano sulla faccia.
«Nient’altro?»
«Niente.»
«Shinichi posso sapere perché sei tanto interessato a questo locale?» chiese il professor Agasa.
«Un mio amico si è indebitato con quel locale e l’hanno costretto a lavorare lì, ma mi ha raccontato cose davvero strane su quel posto.» mentii Shinichi.
Fortunatamente Kaito gli aveva dato una copertura plausibile per investigare. Non aveva la più pallida idea di come facesse quel ragazzo a sapere esattamente cosa fare. Aveva l’impressione che da quando si era fermato dal fare il ladro, fosse diventato ancora più furbo e misterioso rispetto al solito solito. 
«Comunque io più di quello non ho scoperto.» fece la ragazza.
«Mi potresti descrivere i due baristi che c’erano quando sei andata?»
La ragazza descrisse il più dettagliatamente possibile i due, ma trascurò gli occhi del ragazzo, parlarne le metteva i brividi.
A quella descrizione Shinichi ebbe la conferma dei suoi sospetti. Il motivo per cui Koriko ed Alice avevano rifiutato il loro invito a uscire fuori era proprio perché avevano un qualche tipo d’impegno col Giardino e, a quanto pareva, quell’impegno era proprio lavorare al locale.
Eppure ancora non riusciva a comprendere come due persone come loro potessero stare con un’organizzazione del genere. Non avevano l’aria da criminali e lui ormai riusciva quasi a fiutare quel genere di persone. Anzi in realtà gli ricordavano molto Ai il primo periodo in cui l’aveva conosciuta, forse anche loro avevano un motivo che li costringeva a rimanere. Questo avrebbe anche spiegato il fatto che Koriko alla recita si era rifiutato di usare la pistola, anche se era ancora sicuro che nascondesse qualcos’altro, più di Alice, pur non sapendo cosa fosse.
«Ora che ti ho fatto il mio resoconto posso andare?» chiese freddamente la ramata.
«No! Professore, può lasciarci soli un attimo?»
«Certo, vado a preparare il caffè.» disse lui allontanandosi verso la parte opposta da cui i bambini ancora spiavano.
Appena l’uomo sparì, successe una cosa che lasciò stupiti e col fiato sospeso, non solo i tre dietro la porta socchiusa, ma anche la ragazza. Shinichi l’aveva presa alla sprovvista e l’aveva avvolta in un abbraccio. Lei arrossì vistosamente.
«Shinichi...» disse staccandosi da lui.
«Dovevo ringraziarti per quello che hai fatto. Dopo tutto quello che ti ho fatto passare non avrei mai pensato che avresti accettato.» disse il ragazzo spiegando quel gesto.
«Invece l’ho fatto.» disse lei tornando con la sua voce fredda.
«Ai... Come posso fare per farmi perdonare per quello che ti ho fatto?»
La ragazza sbuffò.
«Non fare quella faccia da pesce lesso, odio quest’espressione. Ti ho già detto che mi è passata.»
«Non è vero! Lo vedo da come mi guardi... Ascolta io...»
«No, smettila! – lo bloccò lei – Ascolta non mi va di parlarne ok? Tu hai Ran. Questa è una motivazione più che valida. Ci vediamo Kudo!» e uscì dalla casa.

 

Stava correndo a perdifiato, nel labirinto di corridoi scuri. Gli mancava il respiro, ma non poteva smettere di correre. L'uomo dietro di lui gli stava addosso.
In sottofondo alla sua corsa sfrenata si sentivano solo urla e spari. Il caos più totale regnava in quel luogo, ma lui continuava a correre, mentre, se passava vicino a qualcuno già a terra esangue o privo di vita, chiudeva gli occhi e gli sfrecciava accanto. Era strano provare quella sensazione, non gli era mai successo di inorridirsi in quel modo per dei cadaveri.
Ad un tratto sentì uno sparo troppo vicino per provenire da quei rumori che lo circondavano. Non ebbe il tempo di girarsi per vedere da dove provenisse, che un dolore lancinante al fianco lo fece cadere a terra, mentre una macchia scura cominciava ad allargarsi sulla sua camicia.
Il ragazzo si girò, puntellandosi sulle mani. L'uomo si stava avvicinando pericolosamente, lui cercò d'indietreggiare spostando le mani una dietro all'altra e strisciando i piedi, ma fu tutto inutile.
Aveva il fiatone per la corsa e la vista gli si annebbiò per la ferita, eppure riconosceva ancora benissimo la sagoma che si avvicinava a lui. I lunghi capelli argentei, gli occhi di ghiaccio e la pistola che l'aveva appena ferito puntata su di lui.
«Sei stato una palla al piede fin dall'inizio. So che ci sei sempre stato tu dietro a tutto e so anche che sei stato tu a provocare questo. – e con un gesto ampio indicò tutto ciò che aveva attorno – Non so che debito abbia con te lei, ma non voleva ti uccidessimo, io però non ho nessun problema a farti fuori, perciò dì pure addio a questo mondo piccoletto...»
Serrò gli occhi. Sentì partire lo sparo e poi sentì un forte rumore metallico. Aprì gli occhi. Davanti a lui un uomo dell'FBI teneva in alto lo scudo protettivo.
Qualcuno corse verso di lui e lo prese in braccio, continuando la corsa. Ebbe appena il tempo di riconoscere gli occhi verdi e il berretto di lana poi cadde nel buio più totale.
Si risvegliò nel suo letto, aprendo gli occhi e stropicciandoseli. Un bel po' di gente stipata nella sua stanza tirò un sospiro di sollievo.
Li guardò uno per uno, dopodiché con un gemito si mise seduto sul letto. La ferita gli doleva molto e ricordò cosa era successo.
«Allora?» chiese mettendosi gli occhiali, non ne aveva bisogno, ma ormai era diventata un'abitudine.
«È finita!» disse una donna bionda e occhialuta, con un grosso sorriso, facendo sospirare anche lui di sollievo.
Pian piano la sua stanza si svuotò, finché non rimase solo lei, che si sedette sul letto di fianco a lui. Aveva gran parte del volto fasciato, ma il bambino vedeva bene il suo sguardo. Sembrava triste, oppure era sempre la sua espressione seria.
«Allora? Non sei contenta? Finalmente protrai vivere una vita normale!» disse lui.
«Già... finalmente...» fece eco lei, poco convinta.
«Che ti prende?»
«Io... Shinchi io... ti devo dire una cosa... – si girò verso di lui col viso e col corpo, ma lo sguardo era sempre basso – ...io vorrei... devo dirti che...»
Non poté più parlare, lui le aveva preso il viso e in un solo gesto l'aveva baciata. Un normalissimo bacio a stampo, ma che la fece arrossire. Durò appena qualche secondo, poi si staccò da lei.
«So benissimo quello che vuoi dirmi... e tu sai benissimo la risposta. Perdonami Ai, ma davvero non posso. Io amo Ran. Tutto quello che ti posso dare è questo. In Inghilterra i migliori amici si salutano in questo modo e tu per me potrai essere solo un'amica. Lo so che hai già sofferto tanto e ne soffrirai ancora e ti giuro che finché non ti passerà ti starò vicino. Ma non potrò vederti in altro modo se non come un'amica.»
«Capisco...» disse lei, poi si alzò e, senza una parola, uscì dalla stanza.

Si svegliò. Di nuovo quel sogno. Ogni volta che la rivedeva sognava quell’orribile giorno. La fine di tutto e l’inizio della sua vecchia vita. 
Quante volte l’aveva illusa? Come diamine aveva fatto ad innamorarsi di lui. Eppure davvero tra loro due non c’era nulla? No, ne era sicuro. Lui sarebbe stato sempre pronto a sacrificarsi per lei, perché aveva sofferto troppo e non voleva assolutamente che le succedesse qualcosa. Eppure solo quando era con Ran il cuore gli batteva a tremila, solo quando parlava con lei sentiva il sangue pulsare nelle vene e sentiva l’agitazione prendere il sopravvento. Solo Ran riusciva a farlo sentire bene. Era sicuro di ciò che provava: lui amava Ran, ma anche di un’altra cosa era sicuro. Non avrebbe mai abbandonato Ai. Mai.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: KiarettaScrittrice92