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Autore: Black_Dreamer99    31/05/2015    1 recensioni
Ogni sabato mattina Cécile e Basile si vedono in un bar in centro a Parigi, dove lui le racconta sempre storie diverse sui parigini. Un giorno le racconta la storia di Héloïse, quella che un tempo era la donna più bella della capitale, per poi finire in disgrazia...
P.S.= non è mooolto scritto in modo letterale (da libro insomma) perché all'inizio era un soggetto per scuola, quindi doveva essere un po' più tecnico. Magari ci saranno delle contraddizioni per il tempo, ma è stato un casino scusate :)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Le Touche De Paris

Ogni sabato mattina, mentre suo padre fa il turno mattiniero in banca e sua madre resta per le sue solite quattro ore a casa di sua cognata dall’altra parte di Parigi, Cécile Jacquet esce di nascosto da casa, un antico palazzo signorile in centro città, per rifugiarsi al café del palazzo di fronte. Cécile ha solo nove anni, è molto curiosa ed adora ascoltare le storie sempre diverse raccontatele da Basile Fisher, un anziano di quasi settant’anni con la memoria ancora fresca per la sua età, che tutti i giorni alla stessa ora si siede al café davanti ad un bicchiere di vino. Lui e Cécile sono amici, quest’ultima gli parla come se fosse suo nonno, e a lui la cosa fa molto piacere.


I genitori della bambina non hanno mai visto di buon occhio la loro amicizia, vedendo un vecchio ed una bambina — pure carina — si sono spaventati, così hanno tentato di allontanare la figlia da lui, costringendola a frequentare solo ranghi elevati come i suoi e facendole conoscere figli con la puzza sotto il naso dei più ricchi di Francia. 
Cécile non ha mai sopportato questa cosa, lei è una semplice bambina a cui piace scoprire cose e divertirsi, quei ragazzini — anche più grandi di lei di diversi anni — la facevano innervosire. 

Un giorno, Cécile raggiunge Basile al café. Lui le ordina la solita spremuta d’arancia, poi ritorna a osservare una donna dall’aria arcigna seduta in un tavolo in fondo. La bambina gli chiede perché la fissa, lui si volta scuotendo la testa, ma non riesce a concentrarsi sul suo vino che gli occhi si riposano di nuovo sulla donna, come se fossero in un qualche modo incantati da quella bruttezza. Cécile chiama Basile e lui inizia a raccontarle la storia di quella donna seduta in fondo.

Si chiama Héloïse Legrand, fino a quarant’anni prima prima era tra le donne più belle della capitale. Era una ballerina di danza classica, la più elegante, leggiadra e graziata nella sua compagnia, la Touche de Paris. 
Il balletto era il suo sogno fin da piccola, quando per le strade di periferia si esibiva davanti al solito palchetto di marmo della chiesa, con davanti a lei un orsetto di peluche a farle da giudice. Era questo il suo difetto, stava sempre da sola abbracciando il suo pupazzo, passava il pomeriggio a ballare per un orso finto. Ogni tanto chiedeva pareri anche ai suoi genitori, ma loro l’assecondavano con un falso sorriso sperando che quel suo sogno di diventare una ballerina se ne andasse in fretta. 

Héloïse non aveva amici della sua età, se non Gustave Blanc, con cui era cresciuta assieme pochi anni prima che poi si son dovuti allontanare per un trasferimento di lui in un altro quartiere lontano. Essendo i suoi genitori amici di famiglia, la bambina vedeva l’amico due volte al mese. Non gli aveva mai mostrato i suoi passi, aveva paura di vedere il suo sogno infrangersi nel sentire qualcuno che la criticava, soprattutto da qualcuno che le voleva bene. 

Questa cosa continuò finché i due ragazzini non compirono dodici anni. Al compleanno di Héloïse, Gustave la andò a trovare. Allora i due erano già migliori amici, le poche volte che si vedevano erano meravigliose, lei gli raccontava di quanto immaginava di trovarsi su un palco, di aver appena finito di ballare e della gente in piedi che applaudiva; ma lui non l’aveva ancora vista danzare. 
Quel giorno la cosa cambiò.

Héloïse portò Gustave davanti alla chiesa dove andava tutti i giorni, il quel momento lui la ricattò dicendole che se non avesse ballato per lui, anche per poco, la loro amicizia sarebbe finita per sempre. Lei provò a protestare, ma non voleva perdere l’unico amico che aveva, così prese la decisione che cambiò la sua vita. 
A fine ballo, durato giusto due minuti, gli occhi di Gustave brillarono, non aveva mai visto tanta bravura, nemmeno in sua cugina, la quale era insegnante di danza. Le disse che aveva un talento innato e che era nata per ballare, che doveva andare a scuola per imparare a migliorarsi con alcune tecniche ed insegnamenti; ma la bambina, seppure affascinata da tale opportunità, rifiutò. Sapeva che i suoi genitori non potevano permetterselo, erano poveri ed era tanto se a volte cenava la sera. Gustave provò ad insistere, ma Héloïse era irremovibile    .

La sera stessa tornò a casa e ricomparve due mesi dopo. In quell’arco di tempo la ragazzina continuò a ballare in strada, ma stavolta senza la spensieratezza di prima. Quello che le aveva detto il suo amico le rimbombava in testa e l’impossibilità di quell’opportunità le spezzava il cuore. si pentì di essersi esibita se doveva stare così. Così, giorno dopo giorno, smise di andare davanti alla chiesa e si rifugiò in casa ad aiutare sua mamma con le pulizie.

Quando Gustave tornò, con lui c’era una ragazza alta dal fisico slanciato, i capelli castani raccolti in una crocchia e gli occhi verdi che emanavano dolcezza solo a guardarli. Sua cugina Elisé. La presentò a Héloïse, le raccontò di quando, pochi giorni dopo il suo compleanno, aveva parlato on Elisé, cercando di convincerla a farle da insegnante privata gratis, data la sua situazione; e si sentì bene non appena vide la sua amica illuminarsi come non mai davanti a quella notizia. 

Da allora, per tre giorni alla settimana e per sei anni, la ragazzina imparò a danzare. Gustave la veniva a trovare più spesso, s’illuminava ogni volta che la vedeva in palestra con il tutù bianco mentre si reggeva sulla punta della ballerina. Non poteva credere che quella che ballava così divinamente fosse davvero la sua migliore amica, una ragazza di umili origini che, nonostante la fatica e i frequenti sconforti, ha tenuto duro solo per un sogno che, quando l’aveva concepito la prima volta, sembrava più un miraggio irrealizzabile. Anche Elisé era fiera di lei, in tutto questo tempo ci si era affezionata, anche se non poteva negare che all’inizio la sua aria ancora ingenua l’aveva infastidita. Ormai l’aveva superata, non c’era più nulla da insegnarle che lei lo facesse in modo perfetto. 

Un anno dopo aver finito le lezioni con Elisé, Héloïse venne invitata per un’audizione in una scuola di ballo prestigiosa a Parigi: Institut International de Danse. I genitori di lei erano molto dubbiosi a proposito, la figlia era eccitata di far parte di una scuola di danza vera e propria, con degli spettacoli nei grandi teatri e decine di persone a vederla ballare, a vederla fare ciò che amava di più e ciò che la rendeva libera. 

Héloïse fece il provino, i giudici rimasero esterrefatti, si alzarono in piedi applaudendo alla giovane ballerina, chi con le lacrime agli occhi e chi pallido come cera, mentre quest’ultima non riusciva a trovare parole per l’emozione e la felicità che provava. Con un talento del genere, la scuola fece un’eccezione per la famiglia di Héloïse, lasciandola frequentare la scuola nonostante le condizioni economiche

Per quanto riguarda Gustave, si sa che a un certo punto l’amicizia si trasforma in amore. Era diventato un fabbro come suo padre, a diciannove anni s’innamorò di Héloïse, veniva quasi sempre davanti all’istituto per vederla uscire insieme al suo nuovo gruppo di amiche, non era più la bambina davanti alla chiesa con il suo orsetto di pezza, era cresciuta, era cresciuta e stava diventando una donna. A volte lei lo notava e correva ad abbracciarlo, ogni tanto uscivano assieme e lui la portava al Jardin des Tuileries, vicino al Louvre, dove faceva qualche passo di danza per lui nelle aiuole al fianco del laghetto, ballando intorno alle statue di marmo come fossero altri ballerini. La rivide la prima volta che lei ballò per lui, allora era timida e nervosa, invece in quel momento sembrava un’altra, un’angelo sceso dal cielo. 
Finalmente si fidanzarono, il loro primo bacio dato sotto la maestosità della Tour Eiffel, in mezzo a turisti che rimanevano incantati col naso all’insù, mentre altri più fortunati stavano abbastanza distanti da poter scattare delle foto istantanee con le loro Polaroid nuove di zecca. 

Non si sposarono mai, restarono insieme per cinque anni, poi il successo e la sua compagnia, la Touche de Paris, diedero alla testa a Héloïse, così che andò alla ricerca di uomini più ricchi e importanti, fino a fidanzarsi con un certo Pier Dumont, un industriale milionario che più che ai suoi occhi neri e la sua allegria, puntò gli occhi sul suo fondoschiena. Intanto, si dice che Gustave sia rimasto innamorato di lei anche dopo che si era sposata con quel verme. 
Rimasero fidanzati per due anni, si sposarono a New Orleans e vissero in un’enorme villa fuori Parigi, vicino alla reggia di Versailles, per altri cinque-sei anni, fino a precipitare in un doloroso divorzio.

Iniziò al quarto anno di matrimonio, al Touche de Paris era entrata una nuova ragazza, anche lei dalle doti straordinarie. Si chiamava Marlène Bonnet, la tipica giovane donna dai costumi facili, un corpo da sballo sia adatto alla danza sia a catturare uomini e un viso elegantemente severo, che emanava un fascino misterioso. Marlène attirò facilmente l’attenzione di Pier, facendolo allontanare sempre di più da Héloïse. Quest'ultima non sembra curarsene molto all’inizio, la sua mente quella della compagnia è concentrata solo su un obiettivo: l’Opera di Parigi. L’anno successivo avrebbe avuto un’audizione, si allenava ogni giorno, a volte anche da sola, concentrando tutta se stessa. Marlène non le era simpatica, essendo più giovane e brava quasi quanto lei, attirava le attenzioni delle altre compagne, ma appena Héloïse avrebbe superato il provino, quella ragazza avrebbe potuto rubarle anche il marito e la compagnia, tanto era diversi gradini più in alto di lei.

Il giorno dell’audizione arrivò. Héloïse era stata accompagnata solo da sua madre ed il suo vecchio amico Gustave, col quale aveva cercato di tenere ancora i rapporti aperti. Ormai anche lui aveva trovato una moglie, ma non l’avrebbe mai guardata come guardava la sua amica. Pier non era venuto, aveva detto di avere un impegno col lavoro, ma sua moglie non gli aveva creduto. Héloïse entrò nella sala, in fondo quattro giudici erano vestiti elegantemente e la squadravano da cima a fondo. Le domandarono le solite cose prima di un’esibizione, dopodiché partì la musica. La ragazza chiuse gli occhi concentrandosi sulla melodia, ripensò al sogno che si faceva da piccola, ai mini spettacoli che faceva davanti alla chiesa una vita prima, con solo il suo orsetto a guardarla. 
Iniziò a danzare, il mondo intorno a lei cominciò a scomparire, lei e la musica diventarono una cosa sola. Non sentiva lo sforzo di memoria, ogni passo, ogni mossa le veniva naturale, e non sentiva nemmeno la fatica, era leggera come l’aria. In alcuni momenti guardava i giudici negli occhi, come per sfida. Intanto i quattro annotavano qualcosa su dei fogli, osservando i movimenti precisi di Héloïse. Alla fine dell’esibizione, le labbra di lei si piegarono in un sorriso. I giudici le fecero un piccolo applauso e la congedarono.

Tre mesi di estenuante attesa. Finalmente Héloïse si recò di nuovo nel luogo dell’audizione per vedere i tabelloni. Si aspettava di vedere il suo nome come primo della lista, ma quel che le si parò davanti agli occhi fu un’amarissima sorpresa. Il suo nome era tra quelli non accettati ed aveva il voto peggiore. Provò a domandarsi come mai, perché? Ma non riusciva darsi una risposta, aveva dato tutta se stessa e sapeva di esser stata favolosa. Alzò lo sguardo e con disgusto trovò come primo nome quello di Marlène Bonnet. Come poteva essere? Ma la risposta le passò davanti proprio in quell’istante, con la ragazza bionda abbracciata con il direttore del balletto dell’Opera, quello che aveva allestito il concorso. Quest’ultimo le toccava il fondoschiena, una cosa del genere poteva significare una sola cosa… Héloïse si sentì indignata nel profondo, ora non aveva più speranze, tutta la Touche de Paris era passata al provino, eccetto lei, quindi non aveva più nessuno. 

Marlène le rubò anche il marito, costringendoli a divorziare. La cosa fu molto dolorosa per Héloïse, tanto che appena lasciato la villa del marito, coi suoi risparmi andò in affitto in un appartamentino in centro. Passò i successivi venticinque anni in esaurimento, bevendo come una spugna, non mantenendosi, diventando sempre più brutta e antipatica. A cinquantacinque anni, Héloïse incontrò di nuovo il suo vecchio amico e fidanzato Gustave, con i figli poco meno di adolscenti. Quell’incontro fece riaccendere una vecchia fiamma, per cinque anni si frequentavano di nascosto dalla moglie di lui, finché il figlio più grande non ne poté più dell’amante del padre e fece la spia. Inutile dire che la moglie di Gustave fece di tutto pur di separarli, riuscendoci e ricattando Gustave che, se avesse rivisto quella donna, gli avrebbe portato via i figli. Avevano ormai sessant'anni quando si rividero l’ultima volta. Da quel giorno, per dieci anni, andava ogni mattina di ogni primo sabato del mese in un bar diverso della capitale, un cappuccino e un bicchierino di gin sul tavolino, e guardava le altre persone con disprezzo, ripensando a quando era felice.

Basile appoggia il terzo bicchiere di vino vuoto sul tavolo, Cécile lo guarda ammirata e catturata da quella storia. Il vecchio non l’aveva mai vista così per nessuna delle sue storie, perché nessuna di queste era così ricca di dettagli, poi nota una perla lucente brillare all’angolo del suo occhio. Sorride timidamente e si volta di nuovo verso la donna seduta in fondo al tavolo.
Intanto, Cécile nota un’altra donna più in fondo, i riccioli biondi ad incorniciarle la faccia, mentre lancia uno sguardo d’odio alla più anziana. Di fianco a lei, un uomo in smoking si passa la marmellata sul pane. 
Chiede a Basile come conosce questa storia, in quel momento gli occhi dell’anziano inizia a luccicare, le labbra gli tremano e il fiato si fa più pesante. Cerca di trattenersi per evitare che la bimba si preoccupi, poi si volta e la fissa con sguardo significativo. Cécile sta per dirgli qualcosa, quando Basile la ferma, rivelandole il suo vero nome, quello completo:
Basile Gustave Blanc Fisher.

   
 
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