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Autore: ketyblack    31/05/2015    0 recensioni
DAL TESTO:[...Pioveva. Era sempre stato un buon auspicio per la loro squadra.
A questo pensava Shikamaru mentre affondava i tacchetti nella fanghiglia e dava manforte a Choji nella mischia ordinata.
Da buon stratega qual era riuscirono a guadagnare il pallone, Naruto in seconda linea spiccò una corsa da paura e segnò la prima meta della partita.]
Ed eccomi tornata con una nuova storia, stavolta sul rugby, mi sono immaginata che cosa succederebbe se i nostri eroi giocassero in una squadra! Una fanfiction senza pretese e leggera, ricca di scene di vita quotidiana dei nostri eroi tra pulizie, lezioni, e anche nuove storie, nuovi amori e tante tante risate! Lo so, forse è un po' forzato, ma vi consiglio di leggere e ne rimarrete stupiti... o forse no! a voi la scelta!
[ShikaxTema/ShikaxIno/KibaxTema, accenni a SasuxSaku]
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Piccola comunicazione di servizio: se vi piacciono le ShikaIno passate a leggere la mia ultima one-shot “Droga” non ne rimarrete delusi! Bando alle ciance vi lascio al nuovo capitolo! 
 

Touch down!

 

Capitolo 5: Di sopracciglioni, calendari sexy e compleanni

 

Il lunedì conobbero il famoso preparatore atletico uno stramboide con i sopracciglioni in perfetto stile Rock Lee e con un'orrida tutina verde bosco. Era Maito Gai, amico di vecchia data del Kakashi il demonio.

“Forza! Oggi niente partitella finale ma andiamo in palestra tutti insieme a fare un po' di pesi! Vediamo chi sarà il più baldo giovine tra voi!” esclamò tutto contento facendo una posa strana e decisamente equivoca. Erano tutti alquanto schifati, tranne Lee, probabilmente perché stava assistendo a come sarebbe stato tra qualche anno, affetto da demenza senile.

“Sai che bella roba... grazie, coach, un bel modo per farmi sfottere ulteriormente...” sibilò Gaara già pronto ad assistere alle dimostrazioni di forza dei suoi compagni alle quali lui sarebbe risultato perdente in partenza.

“Su, su! Non affliggerti, piccolino! Tu sei molto più veloce di loro, ricorda sempre che hai delle grandi...ehm....potenzialità!” lo consolò Gai con una pacca sulla testa che lo fece correre via alla velocità della luce.

 

A fine sessione di preparazione fisica erano tutti stravolti, sì, erano abituati ad andare in palestra, ma con quel Gai sembrava tutto una sfida a chi fosse il migliore e nessuno si tirava indietro in quella gara di ignoranza maschile.

“Per questa volta vince Jugo! Bravissimo, ragazzo! Non vorrei mai averti in mischia contro di me!” esclamò felice alzando il braccio del gigante. Jugo lo fulminò con lo sguardo.

“Prima che andiate a farvi la doccia devo dirvi due parole! Dobbiamo raccogliere fondi per la Federazione Rugby Universitaria, e allora ho pensato ai vostri corpi forzuti!” continuò sorridendo.

Neji rabbrividì fino alle punte dei capelli scuri, ma quanto era imbarazzante quell'uomo? Shino gli si avvicinò lentamente.

“Se crede che io possa fare cose tipo l'autolavaggio sexy con la maglietta bagnata si sbaglia di grosso!” gli sussurrò all'orecchio. A Neji risalì un conato di vomito pensando a Shino in bikini che lavava macchine.

“Aburame non dire cazzate, poi magari questo sente e la prende anche come una buona idea!” tuonò Kankuro cercando di non farsi sentire.

Gai era ancora nel bel mezzo della sua premessa e non stava ascoltando nessuno. Parlava con una verve che li faceva rabbrividire. Sasuke si era buttato nell'erba del campo a peso morto, gli dolevano tutti i muscoli, maledetti pesi.

“E quindi abbiamo deciso di dare il nostro contributo con un calendario, ovviamente con tutti voi! Bella idea, eh?” tutti quanti sgranarono gli occhi, increduli. Un calendario? Ma che cos'erano? Delle aspiranti starlette da quattro soldi o degli atleti?

“Mister, mi spiace ma non ci stiamo! Non possiamo renderci ridicoli così!”urlò Choji tutt'altro che entusiasta.

“Ma come? Si è giovani una volta sola!” esclamò Rock Lee.

“Sarà sicuramente divertente posare, che ne dici Sasori? Dicono sempre che sarei dovuto diventare un modello!” rise Deidara prendendo sottobraccio il rosso.

“Ci tengo a specificare che non è un'attività facoltativa e che verrete anche pagati. Pensateci bene!” aggiunse Gai prima di andarsene.

“Che palle, però ci pagano, io dico sticazzi!” commentò Naruto avviandosi alle docce. Quanto aveva ragione, tutti quanti avevano un prezzo e gli universitari fuori sede ne avevano uno decisamente basso e conveniente.

“Ma chi se lo compra un calendario con dei rugbisti? E poi non vi sembra una cosa un po' da gay?” chiese Kiba guardando verso Sasori e Deidara.

“Caro Inuzuka, quanto hai ragione! Sì è completamente da gay, non un po'!” lo prese in giro il biondino dandogli una pacca sul sedere.

“Ehi, con molta calma! Questo è off limits per gli uomini!” lo mise in guardia facendo scoppiare a ridere il resto della squadra.

 

Una volta a casa Shikamaru trovò un pacco davanti a casa sua. Era per lui a giudicare dal bigliettino sopra. Kiba, Naruto e Sasuke cercavano di sbirciare che cosa fosse, ma il Nara aprì la porta di casa e si rintanò in camera sua.

 

Il maledetto giorno dello shooting del calendario era arrivato. Nessuno era dell'umore adatto per fare quella pagliacciata, tutto il contrario di Gai, che continuava ad incitare i ragazzi a posare con più convinzione.

“Ma che cazzo di convinzione può avere uno che se ne sta sdraiato in mezzo al campo, nudo come un verme, con solo un pallone a coprirgli le palle?” Sibilò adirato Kiba, che per l'occasione stava assumendo un colorito tendente allo scarlatto.

“Non farti problemi, giovine! Ti vergogni di noi? Stare negli spogliatoi con i tuoi compagni non ti ha insegnato nulla?” rispose Gai come se quello che stessero facendo fosse la cosa più normale del mondo.

La scena, vista da fuori, sembrava decisamente surreale.

Kiba stava posando davanti al preparatore atletico, che sembrava avere una scorta infinita di tute verdi, e che per l'occasione si stava anche improvvisando fotografo.

Gli altri compagni di squadra sostavano invece dietro la macchina fotografica, coperti unicamente dai loro bianchi asciugamani.

A parte Kiba, nessuno sembrava troppo a disagio, per il momento. Naruto stava discutendo animatamente con gli altri compagni di squadra sulla posa in cui si sarebbe dovuto mettere.

“...e poi mi metterò con la schiena appoggiata al palo della meta!” eventuali insulti rivolti verso il suo improvviso e straripante entusiasmo, furono interrotti dall'evento che avrebbe messo a disagio l'intero team di improvvisati modelli.

“Maestro! Ma noi siamo in quindici, e i mesi sono solo dodici, qualcuno sarà tagliato fuori dal calendario?” disse Rock Lee ad alta voce.

Un sorriso smagliante comparve sul volto di Gai “Stai scherzando?? Tutti avranno la gioia e la gloria di partecipare a questo meraviglioso momento di unità di squadra!! Sapendo che dobbiamo fare una foto di gruppo, l'unica soluzione è che...uhm...otto di voi posino in coppie! Scegliete voi chi!”

Kiba, che aveva appena finito di posare, sbottò in una risata fragorosa. “Su ragazzi! Decidete le coppiette! Io i miei scatti già li ho fatti” disse mentre recuperava il suo asciugamano.

L'atmosfera diventò improvvisamente gelida. I ragazzi avevano impiegato qualche secondo per processare l'informazione. Otto di loro sarebbero stati per sempre ritratti nudi a fianco di un loro amico.

Dal silenzio tombale si passò al vociare più assurdo. Si potevano udire vari insulti rivolti a Rock Lee. Alcuni si tiravano fuori dalle coppie e altri puntavano il dito verso chi secondo loro sarebbe stato più idoneo.

Gli unici che si erano tirati fuori dalla discussione erano Sasori, Deidara e Shino.

“Tu non ti preoccupi di finire in coppia con qualcuno?” chiese curioso Sasori rivolto all'Aburame.

“Non ho problemi a mostrarmi insieme a nessuno...voi della squadra siete le uniche persone con cui ho il piacere di uscire, e inoltre mi trovo completamente a mio agio con la mia sessualità!” rispose tranquillo guardando gli altri che si azzuffavano, verbalmente e non.

Dopo interminabili discussioni le coppie scelte furono Sasori e Deidara, Shino e Neji, Gaara e Kankuro, e in conclusione Naruto e Sasuke.

Rock Lee venne tirato fuori delle coppie proprio da Gai, per “l'esecuzione di una posa fantastica e giovane! Pensata appositamente per lui!” Nessuno ebbe da ridire, Lee compreso, dato che suddetta posa era completamente indescrivibile e terrificante.

Lo shooting di Deidara e Sasori non diede troppi problemi ed optarono per abbracciarsi tenendo tra di loro il pallone.

I primi problemi iniziarono ad arrivare quando Shino e Neji presero il posto davanti alla camera.

“Avanti Hyuga!! Non mi sembri troppo vicino al tuo compagno! Guarda lui come si trova a suo agio!” Urlò Gai puntando teatralmente il dito contro l'Aburame, che stava posando tenendo addosso i suoi inseparabili occhiali scuri. Il che lo rendeva ancora più inquietante ed equivoco. Alla fine giunsero alla classica posa schiena contro schiena. Dopo la stampa si notava chiaramente come Neji cercasse di tenere il suo posteriore a debita distanza da quello del suo coinquilino.

Kankuro, ebbe uno strano scatto di amore fraterno durante il suo shooting con Gaara. Infatti quella che doveva essere una “normale scena nelle docce degli spogliatoi”, si trasformò in un incontro ravvicinato tra la testa del fratello minore e l'ascella pelosa del più grande.

Per concludere le coppie, Naruto e Sasuke, dopo le varie obiezioni del biondo, che voleva le luci della ribalta unicamente su di lui, si misero in una posizione di contesa della palla.

La foto di gruppo venne scattata con tutta la squadra di schiena, adornati dal loro cognome e numero disegnati direttamente sulla loro pelle.

 

Passarono un paio di settimane dalla rottura con Temari, dall'appuntamento con Ino e dall'imbarazzante calendario. Quella mattina nessuno si era svegliato per andare a lezione, quindi erano lì, che vagavano per la casa in ciabatte grattandosi di tanto in tanto.

Il bagno stranamente non era occupato da Sasuke ma era comunque chiuso a chiave. Ad un certo punto si sentirono delle urla di giubilo. Ma che cosa stava succedendo?

“Kiba? Tutto a posto o devo chiamare la neuro?” bussò alla porta Sasuke cercando di aprire. La serratura scattò e ne uscì fuori un'Inuzuka con una faccia più idiota del solito.

“Sasuke, vuoi che ti dia il numero della neuro?” continuò Shikamaru vedendo Kiba così. Il ragazzo scosse la testa, li prese per un braccio e li condusse in bagno, davanti alla bilancia.

“Non potete capire! E fantastico!” ci saltò letteralmente sopra con gioia. 111 chili. La presero come una dimostrazione di forza.

Sasuke si pesò subito dopo, guardò giù scoraggiato, solamente 97 chili, non era aumentato quanto sperato di massa. Shikamaru lo scansò in malo modo e vide il suo responso un “misero” 95. Era sempre il più leggero, ringraziò non ci fosse Naruto per non essere ulteriormente umiliato. Ma dov'era quell'idiota del biondo?

La risposta arrivò pochi minuti dopo quando l'Uzumaki entrò in casa facendo un casino infernale e con uno scatolone in mano. Ma che cazzo aveva da essere così felice? Tra poco sarebbero cominciati gli esami ed era pure un cerebroleso. Mah.

“Gente, finalmente li hanno stampati!” esclamò aprendo la scatola e rivelando loro in contenuto. Era l'unico che non vedeva l'ora. Era piuttosto inquietante appendere al frigo dell'appartamento di quattro uomini etero un calendario di rugbisti nudi.

“Ehi, ehi! Levati quell'espressione dalla faccia! A gennaio ci sono io, non ci pensare nemmeno ad appenderlo.” disse in tono seccato Shikamaru. Si guardò, ma perché qualcuno avrebbe dovuto pagare per vederlo nudo? Ah, no, come aveva detto Gai, lui non era affatto nudo, aveva la fascia da capitano al braccio.

“Oh, ma che gran figo che sono! Dopo questo shooting faranno la fila per darmela!” esclamò Kiba guardandosi nel mese di aprile. Sasuke sbottò a ridere quando vide che Naruto, nella foto che avevano fatto insieme, era venuto con gli occhi chiusi. Si era impegnato così tanto!

“Che dobe! Se non altro continueranno a dire che sono più bello di te!” sibilò chiudendo il calendario con uno scatto.

“Ma quanti cazzo ne hai presi?” Shikamaru cominciò a contare tutti quelli che c'erano nella scatola.

“Uno a ciascuno, speravo che tutti voi...” fu interrotto.

Shikamaru se ne stava uscendo con i mano quel calendario e un sorriso malizioso che faceva presagire le cose peggiori.

 

Corse per l'intero isolato, doveva andare a casa di Ino per farsi due risate insieme a lei. Come modelli i rugbisti erano proprio pessimi, pensò mentre saliva le scale per arrivare al terzo piano.

La bionda lo accolse con un sorriso e lo baciò sulla guancia facendolo entrare. Si accorse di guardarlo con occhi diversi...

il Nara entrò nella piccola cucina e capì di essere arrivato troppo tardi. Un calendario identico a quello che teneva in mano era già appeso alla parete della cucina e non solo, con una sua foto in bianco e nero frontale e praticamente nudo, non fosse stato per il pallone che gli copriva i gioielli di famiglia.

“Ecco...non pensavo che qualcuno avrebbe speso dei soldi per...” non riusciva ad esprimersi, come faceva ad essere serio con quell'obbrobrio davanti?

“Hanno detto che era per beneficenza e l'abbiamo comprato... chi poteva immaginare che avremmo visto tutta la squadra così?” Ino si stava trattenendo dal ridere. In quel momento la porta di una stanza si aprì, Shikamaru riconobbe l'aiutante del veterinario, quella che era stata accolta di Naruto in mutande.

“Ehi! Ciao, scusa per quella mattina ma eravamo tutti stravolti!” sorrise semplicemente. Hinata doveva ancora riprendersi dalla scia degli eventi, perché Mister Gennaio era seduto sul divano del suo salotto?

“T-tu...” e svenne sul tappeto per motivi dubbi. Il Nara la prese in braccio con facilità e con una faccia sconvolta.

“Vieni, mettiamola a letto, non è abituata alla presenza di ragazzi in casa...” spiegò Ino indicandogli la stanza.

 

Dopo aver sistemato Hinata a letto si divertirono a commentare il calendario. La bionda non la smetteva più di ridere a guardare la foto di Shino e Neji. Assunse tutt'altra espressione nel guardare la foto di gruppo, nel mese di Dicembre.

“Ah, però! I rugbisti li credevo dei buzzurri, non avevo mai pensato che potessero essere così...” Shikamaru le lanciò uno sguardo perplesso. Erano entrambi troppo imbarazzati per dire qualsiasi cosa. Ma che cosa aveva pensato il Nara? Perché era appena andato da lei con un calendario pieno zeppo di uomini nudi con l'intenzione di commentarlo con lei? Che idea stupida.

“In realtà siamo proprio dei buzzurri, della peggior specie anche. È una noia doverli capitanare...se qualcosa va da schifo è sempre mia responsabilità. E...io e Tem ci siamo lasciati.” non centrava nulla con il discorso ma reputò giusto dirglielo. Alzò lo sguardo e le vide il sorriso più bello che qualcuna gli avesse mai fatto.

“Dici davvero? Perché?” una raffica di domande alle quali lui non aveva alcuna voglia di rispondere. Con uno sbuffo le accarezzò una guancia prima di baciarla.

“Scusa, devo proprio andare.” sorrideva anche lui, in modo strano ma stava sorridendo.

 

Perché stava scappando come un ladro? Ino non gli piaceva? Ma certo che sì. Ma voleva davvero mettersi in gabbia poche settimane dopo la rottura con Temari? No. Però Ino era così carina e soprattutto lui piaceva parecchio a lei, ne era sicurissimo. E pensare che lui di ragazze non ne capiva proprio nulla, non le aveva mai guardate e non se ne era mai interessato, un bel giorno era arrivata Temari e si erano messi insieme. Fine.

 

Kiba se ne stava in casa stravaccato sul divano, giocherellando con il cellulare a Fruit Ninja, Naruto e Sasuke erano usciti “per andare in biblioteca a studiare” ma non ci credeva nessuno, sicuramente sulla strada per andarci si sarebbero persi in tutt'altro, probabilmente tra aperitivi e buffet.

Mentre stava per addormentarsi il cellulare vibrò sulla sua pancia. Lo prese al volo e lesse il messaggio che gli era appena arrivato.

 

Che fai, cagnaccio? :)

Sono sul divano a svaccarmi.

Tu? Mangi come tuo solito, trippona?

Sempre gentile, eh!

E io che volevo farti i complimenti!

Che? Ho vinto il premio idiota dell'anno?

Questo scherzo è un po' vecchiotto, Tem ;)

Nah. Nessuno scherzo.

Per essere un cagnaccio sei davvero carino

ad Aprile :P

 

Kiba si ritrovò a sorridere come un cretino. Forse il premio idiota dell'anno gli spettava comunque. Un momento...da quando Temari gli scriveva? Ma le era dato di volta il cervello? Rifletté su cosa scriverle, e non gli venne in mente niente di più intelligente.

Come stai, comunque, non che mi interessi!

Si tira avanti, come al solito!

Con Shikamaru andava male da un po'.

Grazie per avermelo chiesto :)

Mi dispiace molto, eravate ormai quasi sposati.

Peggio per lui, e tutto di guadagnato per te,

bruttona :)

 

Temari non seppe come mai ma quell'ultimo insulto l'aveva fatta sorridere, quell'Inuzuka era davvero un idiota.

 

Ci vediamo tra una settimana, cagnaccio!

Per il compleanno di Gaaruccio ;)

 

A Kiba partì un embolo, allora doveva vederla ancora? Così, da single? Si prospettava un compleanno con il botto per quel nano di Gaara.

E ancora nessuno aveva pensato al regalo. Era il momento di prendere l'iniziativa.

 

La sera del compleanno di Gaara e nessuno sapeva cosa ci fosse nel pacco che Kiba aveva confezionato giorni prima.

Aveva detto agli altri che qualunque cosa avessero comprato, non sarebbe stato all'altezza di quello che lui aveva pensato.

A nulla erano serviti i tentativi da parte di Rock Lee e Naruto di farlo partecipare alla colletta che stavano organizzando.

Si era limitato a sfoggiare i canini in un sorriso beffardo. “Il mio regalo sarà la cosa che quel rosso utilizzerà di più da qui a un anno!” Questa era stata la risposta a tutti i tentativi di scoprire cosa ci fosse nel pacco, lungo quasi un metro.

Tra i compagni di squadra si era creata una certa curiosità per lo scoprire cosa si fosse inventato l'Inuzuka.

Qualche giorno prima della festa, Temari si era presa la libertà di organizzare una riunione nell'appartamento di Choji, Neji, Lee, Sai e Shino, alla quale aveva invitato tutti gli amici del fratello, escluso Kiba.

“Ragazzi, sappiamo che quel cagnaccio ha organizzato qualcosa per mettere in ridicolo Gaara... che sorella sarei io se non mi mettessi in competizione con lui?” aveva esordito sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

Si era proseguito con una lunghissima sequela di regali ridicoli, durante la quale la Sabaku era stata in silenzio. Anche lei stava tramando qualcosa.

 

Gaara stava rientrando dalla lezione, era stata una giornata particolarmente noiosa, con lezioni noiose, strapiene di persone noiose e irritanti. Non vedeva l'ora di entrare in casa, mettersi in mutande e gettarsi sul letto.

Girò la chiave nella serratura, e appena schiuse leggermente la porta qualcuno la spalancò completamente.

Il rosso vide devanti a lui una tavola imbandita di bevande, e una ben nutrita pila di cartoni della pizza, dalla quale proveniva un profumo davvero niente male.

“Oh! Ragazzi! Vi siete ricordati! Gra...” stava per succedere una cosa unica. Gaara stava per RINGRAZIARE i suoi amici. Qualcuno giurò di aver visto un accenno di sorriso morirgli sul viso, quando si rese conto che tutti stavano indossando una maglietta con stampata sopra una sua foto da bambino. Completamente nudo e col culetto all'aria.

Tutti scoppiarono a ridere, mentre il rosso, imbronciato, si ritirava in camera sua. Quando riemerse con il pacco che i suoi amici gli avevano lasciato sul cuscino aveva DAVVERO un piccolo sorriso sul volto.

Temari aveva organizzato la simpatica festa, e aveva fatto stampare le magliette in tempo record! Mentre il regalo vero e proprio era stato scelto da Naruto e Lee.

Gaara scartò il regalo. Fece un espressione parecchio simile a quella del bambino sulle magliette degli invitati, quando vide il pallone e le scarpe da rugby nuovi fiammanti nella scatola.

Si limitò a mantenere quella faccia per qualche secondo, prima di tornare alla sua solita espressione arrabbiata. Nessuno si scompose. Sarebbe stato troppo credere che il miracolo che erano riusciti ad interrompere poco prima si fosse ripetuto.

Nell'allegria generale, Kiba, che era rimasto in disparte dietro al gruppo, si fece avanti a spallate, senza troppa delicatezza.

“Se permettete, vorrei discostarmi da questi ridicoli e prevedibili regalucci da quattro soldi” Disse con fare parecchio serioso, tirando fuori da dietro la sua schiena l'ormai famoso pacco-di-quasi-un-metro.

“Prendi, Sabaku! Credo che quello che ti sto offrendo possa risvegliare il tuo vero io! Fanne buon uso, mi raccomando!” disse con fare solenne.

Gaara aprì il secondo pacco della serata, forse con qualche aspettativa di troppo. Rimase interdetto per qualche momento, quando vide al suo interno un cappello rosso a punta, una barba finta e una pala da giardino lunga (appunto) poco meno di un metro.

“Credo sia per precisare che la tua altezza è inferiore alla nostra media!” precisò Shino con fare saccente, spiegando l'ovvio. Per un secondo gli occhi di Gaara lampeggiarono di rosso, gli salì l'omicidio.

“TU!” urlò come posseduto imbracciando la pala e dandogliela in testa senza alcuna delicatezza. Kiba cadde come un sacco per terra.

“Buona commozione cerebrale, deficiente!” sibilò incazzatissimo sedendosi a tavola e invitando gli altri a fare lo stesso come se non fosse successo nulla.

Dopo che Shikamaru e Sasuke tolsero il cadavere di Kiba dal pavimento imitarono il resto della combriccola e si sedettero a tavola. Sul viso di Gaara vi era ancora l'ombra di un sorriso, in fondo voleva bene a loro, ma non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno a sé stesso.

 

Le festa finì verso le due di notte, momento in cui i vicini minacciarono di chiamare i carabinieri se non avessero sbaraccato quel circo in pochi minuti. Tra imprecazioni e bestemmie dovettero farlo. Rifilarono i mano a tutti quanti un sacco nero dell'immondizia e li cacciarono di casa senza mezzi termini.

“Beh, è ora di andare a dormire. Ancora auguri, Gaaruccio!” esclamò Temari gioviale abbracciando il fratellino. Sarebbe rimasta lì per la notte, dormendo sul divano, dal momento che i suoi cavallereschi fratelli le avevano detto che non la avrebbero ceduto il loro letto manco morti.

 

Nel momento in cui si sedette sul divano capì che ci doveva essere stato u inconveniente, un gigantesco Inuzuka stava dormendo della grossa tutto stravaccato. Evidentemente si era ripreso dalla botta in testa da manuale che gli aveva regalato il suo fratellino.

“Ehi, cagnaccio! Svegliati!” lo scosse forte e lo vide aprire gli occhi lentamente.

“I tuoi amabili coinquilini ti hanno lasciato qui, spostati e vattene a casa tua!” gli disse in tono molto gentile. Lui scosse il capo brevemente, stordito. Davvero quel nano malefico l'aveva steso? Gliel'avrebbe fatta pagare in campo. E che ci faceva la trippona ancora lì?

“Non se ne parla, dormi sul tappeto e non mi rompere i coglioni, Sabaku.” sbottò lui dandole la schiena. Temari non si diede per vinta, lo strattonò per la felpa senza alcun risultato.

“La cavalleria è proprio morta, eh?” sbuffò lei sedendosi sul tappeto e appoggiando la testa al divano. Fissava ininterrottamente il tavolino di fronte a sé. Era così strano essere in quel condominio ma non nel letto di Shikamaru. Ma poi si rese conto di essere serena, avevano anche parlato alla festa, non c'era alcun rancore, era semplicemente finita. Per sempre. E lo sapevano bene entrambi.

“Dai, trippona, salta su! Ma vedi di non schiacciarmi come l'ultima volta...” l'ammonì prima di premersi contro lo schienale del divano. Lei si buttò a peso morto facendo scricchiolare le molle.

“Attenta che qui scassi tutto!” la prese per la vita aiutandola a tirarsi su. Non l'avesse mai fatto. Non l'aveva mai toccata, era così morbida e calda...dai, Kiba, vecchio volpone, mantieni la calma.

“Ci potrebbero chiamare i divanisti per passione, un club esclusivo, un po' come quelli che fanno sesso in aereo!” esclamò lei ridendo. Kiba esibì un ghigno malizioso.

“A parte il fatto che noi due non faremo mai sesso!” la corresse lui subito. Notò di non aver ancora tolto il braccio dalla sua vita, anzi la stava stringendo a sé.

“Ovvio che no, Inuzuka, io ti disprezzo!” disse lei passandogli le mani sulle spalle muscolose e larghe. Gli accarezzò lentamente il collo, facendogli trattenere il respiro, il suo cuore stava per scoppiare, e non solo quello.

“Sabaku, non disturbare il can che dorme!” l'avvertì con il respiro affannoso. Da quando due moine lo facevano eccitare peggio di un mandrillo? Non era decisamente quel tipo di uomo, non lui, non Kiba Inuzuka, per la miseria!

Sentì la sua risata cristallina e qualcosa di morbido contro il suo petto. No, ok, qui stiamo davvero esagerando, Inuzuka, contieniti!

“Se è per questo anche tu mi fai ribrezzo!” aggiunse lui incerto vedendo il viso di lei sempre più vicino al suo, poteva sentire distintamente il suo respiro sulla pelle, i suoi capelli solleticargli il mento. Maledetta!

Gli accarezzò un orecchio percorrendone il profilo con le labbra, stava decisamente impazzendo. Con facilità le fu sopra, adesso dettava lui le regole, e gli occhi di lei erano accesi da un desiderio palese. Si abbassò sul collo della ragazza mordendolo e lasciandone degli inequivocabili segno violacei. La sentì fremere sotto il suo tocco e sorrise compiaciuto scoprendo i canini.

Presi com'erano dal momento non si accorsero nemmeno che una porta si era appena aperta. D'un tratto la luce del salotto si accese...

“Cagnaccio rognoso!” un urlo squarciò il silenzio e l'atmosfera intima che si era creata. Gaara si ergeva in piedi in pigiama, brandendo la sua nuovissima vanga da nano a mo' di arma. Allora Kiba aveva davvero azzeccato il regalo!

“No, Gaara, posso spiegare è che...” cominciò il ragazzo balzando giù dal divano e percorrendo a grandi falcate l'ingresso per poi sparire del tutto.

 

Una calma insolita regnava nell'appartamento, Shikamaru aprì un occhio vigilando sulla situazione. Notò il letto di Kiba intonso. Ma dov'era andato? Sicuramente non a portare a spasso Akamaru a giudicare dagli uggiolii che provenivano dal salotto. Eppure era convinto che Sasuke l'avesse portato a letto quando erano stati sfrattati dai dirimpettai. Il suo cellulare vibrò. Guardò il display illuminato dalla notifica di Whatsapp. Ino.

Per quanto intendi fare il fuggitivo? :)

Ieri sera ero alla festa di Gaara, mi spiace non averti

sentita in questi giorni. Spero che tu non abbia più il nostro

calendario in cucina, altrimenti Hinata potrebbe morire!

Quello non lo toglieremo mai! Ahahah!

Comunque son fuori dal tuo condominio,

mi inviti a colazione?

 

Un sorriso si fece largo sul viso del Nara, velocemente schizzò fuori dal letto dirigendosi verso l'ingresso. Aprendo la porta di casa sentì un gemito di dolore. Abbassò lo sguardo e sulla zerbino vi era Kiba rannicchiato, probabilmente aveva dormito lì.

“Shika! Vaffanculo, ho suonato stanotte, ma nessuno mi ha aperto, siete dei bastardi!” disse irritato alzandosi da terra ed entrando in casa.

“Tutti io me li ritrovo i deficienti!” esclamò ironico scendendo le scale.

Intravvide la bionda Ino dai vetri del portone, aveva le cuffie e stava battendo ritmicamente un piede a terra, indossava una comoda tuta, ma dio quanto era bella!

“Buongiorno, ma prego, eh! Imbucati pure quando vuoi a casa mia!” disse lui tono ironico facendola entrare.

“Lo so che ti fa piacere, hai sempre avuto un debole per me, fin dalle elementari...” disse in tono eloquente. Colpito e affondato, come al solito.

“Sì, certo, credici! Dai, entra prima che cambi idea...” sbuffò chiudendo il portone.

Si accomodarono in cucina e allestirono una colazione improvvisata, con il poco che la dispensa di uno studente fuori sede può contenere. Fortunatamente, per la gioia dei loro palati, Choji lasciava sempre qualche dolciume nascosto nei cassetti di tutti gli appartamenti, nel caso gli venisse fame durante una “trasferta”, e i due si sentirono come dei bambini a rubacchiarne qualcuno.

Shikamaru sapeva benissimo che, per evitare tribunali dell'inquisizione in stile caccia alle streghe, più tardi avrebbe dovuto confessare il misfatto e subirsi la paternale sul “non toccare il mio cibo”.

Alzò la sguardo su di lei, era seduta a gambe incrociata sul tappeto, con una merendina in mano. Era davvero carina.

“Porca puttana, Naruto! Hai allagato di nuovo il bagno!” un Sasuke selvatico era appena emerso dal bagno quando si accorse di Ino sul tappeto.

“Ehi, sei la coinquilina di Sakura, giusto?” oddio, si era anche ricordato il suo nome. Sakura se avesse sentito sarebbe svenuta dalla felicità.

“Sì, sono Ino.” disse la ragazza sorridendogli.

“E io sono Shikamaru, Uchiha leva le tende!” ringhiò il Nara.

 

L'ANGOLO DI KETY

 

Ma salve, carissimi! Lo so, lo so, sono in ritardo di un giorno, ma ieri ho avuto un sacco di cose da fare, tra esami di giapponese distruttivi, palestra e allenamento con la squadra è stato un delirio!

Allora? Come vi sembra l'idea dei nostri eroi che posano per un calendario? Io ridevo da sola mentre immaginavo tutte le scene!

 

Ringrazio come al solito la mia adorata Kiarana per la sua recensione, grazie, davvero, non so se senza di te riuscirei a continuare la storia!

 

Ma adesso che succederà? Hinata riuscirà a convivere con il calendario dei rugbisti in cucina? Gaara utilizzerà in modo proficuo la pala regalatagli da Kiba?

 

Spero tanto vi sia piaciuto il capitolo e che mi direte che ne pensate in una recensione (vi preeeeeego) per ora è tutto, passo e chiudo!

 

Prossimo aggiornamento: sabato 7 giugno.

 

ketyblack

 

  
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