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Autore: _windowsgirls    31/05/2015    1 recensioni
Apro la piccola porta, facendola strisciare lungo la parete il tempo di infilarmici dentro, e poi me la richiudo dietro appena in tempo, prima che un gruppo di cameriere sfili nel corridoio. Mi appoggio contro la porta, avvicino le gambe al petto e intingo la piuma, una goccia di inchiostro che scivola sul foglio, macchiandolo.
Non ho tempo per scrivere decentemente, devo parlarle adesso.
Cara Margot...
E mi perdo nel fiume di parole.
Missing moment di ''Nothing is like it used to be''
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nothing is like it used to be'
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Monaco, 1867


Pov di Liam

Raccolgo una manciata di paglia e la butto nel box di BlackJack, accarezzandogli dolcemente il muso allungato oltre il basso cancelletto di legno finissimo, mentre papà si occupa di strigliare gli altri.
Faccio un grosso sospiro, incurvando le spalle.
Le mie giornate ora sono più monotone di quanto siano mai state, sento di stare perdendo tempo che potrei impiegare diversamente, ma cosa potrei fare? Un gruppetto di cinque guardie passa di fronte alle porte aperte della stalla, con le spade appoggiate ai fianchi e l'andatura lenta. Mi accosto piano al box più vicino all'ingresso, con il forcone ancora in mano, quando mi accorgo che stanno sussurrando qualcosa.
''E così il sovrano si è segregato nella sua stanza'' sta dicendo la prima del gruppo, con il cappello leggermente sceso sugli occhi. Quella subito dietro di lui annuisce con vigore.
''Esattamente, James, non si fa più vivo da un po', il palazzo sembra essere diventato un cimitero in cui l'unico rumore sono singhiozzi e sospiri spezzati''.
Stringo le labbra, ingoiando a vuoto.
''Davvero, guarda'' sta dicendo una terza che mi passa praticamente accanto, sporgendosi per vedermi infilare il forcone in un cumulo di fieno ai miei piedi, mentre papà striglia Blondie più lentamente e il capo girato verso di loro. ''Chissà che fine ha fatto la principessa. Insomma'' disse, sollevando il cappello e aggiustandosi i capelli biondo cenere, ''come può essere scomparsa senza che ce ne accorgessimo? Siamo praticamente sparse per tutto il palazzo''.
Stringo gli occhi, con una morsa alla gola.
Perché è così difficile mantenere un segreto?
Le voci si sono allontanate ed ora è più difficile sentirle parlare. Mi siedo per terra, sotto uno sguardo attento da parte di mio padre. ''Liam, tutto bene?'' mi chiede, strigliando Blondie più velocemente.
Blackjack sta masticando di fronte a me, ignaro.
Mi faccio forza e annuisco, sentendomi il sudore imperlarmi la fronte larga.
''Ti manca, vero?''.
Annuisco nuovamente.
Cavolo, se mi manca quella ragazza. Non ho più sue notizie da sette giorni ormai, non ho idea se stia bene o meno, se gli Horan la stanno facendo sentire a suo agio, se si trova bene con Giselle, Niall, Zayn...non so più niente, la mia Marge è scomparsa e sapere che io ho contribuito in ciò, mi fa salire un nodo all'altezza dello stomaco. Forse con papà potrei confidarmi, dopotutto...
''Papà, io..io'' solleva una mano, bloccandomi.
''Vatti a fare un giro, ci penso io qui''.
Mi alzo in piedi di scatto e appoggio il forcone alla parete, uscendo di corsa dalla stalla e prendendo una forte boccata d'aria. Inizio a camminare velocemente per il sentiero tracciato nel prato, fino a raggiungere la porta sul retro per entrare nel palazzo.
Non è lecito che io entri, ma ormai al castello non si capisce più nulla. Apro la porta ed entro, un lungo corridoio che mi si staglia di fronte. Me la richiudo alle spalle, non facendo il minimo rumore. Se non mi caccio nei guai adesso, credo di essere onnipotente.
Cammino rapidamente, passando accanto alle porte della servitù, quando sento dei lamenti provenire dalla parete alle mia sinistra. Aggrotto le sopracciglia e mi accosto, appoggiando le mani sulla porta in mogano chiusa della stanza di Amanda.
Dei singhiozzi vengono trattenuti, mentre una voce maschile cerca di consolarla. ''Andrà tutto bene'' sta dicendo Esteban, e io mi stacco, allontanandomi di nuovo. Se solo Margot avesse deciso di avvisarla, sarebbe tutto migliore adesso.
Salgo le imponenti scale, mentre una mandria di giornalisti mi passa accanto parlottando e con le macchine fotografiche in mano. Scendono le scale facendo rimbombare i loro passi, mentre io afferro il corrimano e salgo piano, cercando di non dare nell'occhio, sebbene i miei vestiti non facciano altro che attirare l'attenzione.
Una volta che i giornalisti sono scomparsi al piano più in basso, mi affretto per il corridoio, con le dame di compagnia della regina che mi guardano storcendo il naso. ''Perchè sei qui?'' mi chiede una di loro con un fazzoletto di stoffa in mano. Mi metto dritto e mi lancio uno sguardo addosso. I pantaloni scuri e la camicia color panna sono sporchi di fango, con dei fili di paglia attaccatti addosso, le mani sporche e gli stivali che leggermente cigolano sul pavimento di ceramica chiara del palazzo. Sono una macchia di sporco in quest'eleganza.
Ingioio e sposto il mio sguardo su di lei. ''Un giornalista ha dimenticato la sua borsa e, vedendomi fuori, mi ha chiesto di riportargliela''. Ma quanto sono pessimo?
Ma lei è anche peggio, grazie al cielo. ''Oh, okay'' e se ne va, al seguito delle altre ragazze con gli abiti voluminosi che si dirigono dalla parte opposta, verso la stanza della regina.
Aspetto che girino l'angolo e mi dirigo dall'altra parte, alzando il passo. Devo affrettarmi, non posso rischiare di imbattermi in qualcun altro. Noto che non c'è anima viva lungo il corridoio e inizio a correre, devo solo girare l'angolo per entrare nella stanza di Margot e poi pos-
Giro l'angolo e mi scontro con un persona che stava correndo dall'altra parte.
Mi massaggio la fronte e aggrotto le sopracciglia, poi sollevo lo sguardo.
Il principe Harry mi sta guardando, con una mano sopra la fronte e gli occhi verdi piantati nei miei. Stringo le labbra e mi inchino rispettoso, con le spalle leggermente rigide e con la paura che mi sta opprimendo. Potevo imbattermi in chiunque, proprio il principe doveva corrermi addosso?
''Mi scusi'' dico, sollevando gli occhi. Harry si massaggia la fronte e serra la mascella, squadrandomi dall'alto in basso come se mi volesse fare una radiografia.
Perché è ancora qui? Non doveva tornarsene in Scozia? E perchè sembra turbato?
''Presti più attenzione, stalliere'' è come pronuncia il nome che mi fa montare un senso di fastidio nel petto. Forse aveva fatto bene Margot ad allontanarsi. ''Ritorni nelle stalle, devo andare a rispondere ad alcune domande dei giornalisti, adesso'' termina pulendosi una spalla della sua giacca nera elegante, superandomi con una falcata, girandomi intorno. Io, ancora abbassato in un inchino, giro di poco la testa per osservarlo correre lungo il corridoio che ho appena percorso: si gira solo una volta per guardarmi, con i capelli che gli svolazzano sulla nuca, prima che giri e vada a scendere le scale, il rumore delle sue scarpe che rieccheggia ogni qualvolta appoggi il piede sul gradino di ceramica.
Mi sollevo e riprendo a correre. Grazie al cielo non ha chiesto perchè fossi qui.
Cammino e finalmente giungo nella stanza di Margot. Apro la porta, senza farla cigolare e mi affretto verso la sua scrivania, recuperando un foglio e il calamaio nell'angolo. Dopodichè abbandono la stanza, facendo come se non avessi toccato nulla e mi dirigo verso il nostro nascondiglio nel muro.
Apro la piccola porta, facendola strisciare lungo la parete il tempo di infilarmici dentro, e poi me la richiudo dietro appena in tempo, prima che un gruppo di cameriere sfili nel corridoio. Mi appoggio contro la porta, avvicino le gambe al petto e intingo la piuma, una goccia di inchiostro che scivola sul foglio, macchiandolo.
Non ho tempo per scrivere decentemente, devo parlarle adesso.
Cara Margot...
E mi perdo nel fiume di parole.


 
Pov di Harry


Incredibile, al palazzo sembra essere scoppiato il finimondo. Nemmeno quando mia madre fu cacciata c'era un tale scompiglio. Margot è profondamente apprezzata da tutti sebbene non abbia fatto nulla di che nella sua vita.
Margot...
Perché non c'è più? Come'è possibile che la futura sovrana sparisca in questo modo?
Deve essere per forza scappata, non c'è altra soluzione. Non con tutte le guardie che ha sempre avuto attorno attratte da lei come la Terra con la Luna.
Mio padre mi ha raccomandato di portare avanti i miei obiettivi, non posso tornare in Scozia quando a Monaco c'è bisogno di me, ora più che mai.
Esco dalla stanza che i sovrani mi hanno dato, un buco rispetto a quella che ho ad Edinburgo, e inizio a correre per il corridoio, con la giacca che mi impedisce di muovere le braccia, stretta com'è. Una cameriera mi ha detto che i giornalisti mi stanno aspettando nella sala delle conferenze, devo presentarmi al meglio.
Rallento un poco, fermandomi di fronte ad uno specchio appeso alla parete dei ritratti, esattamente accanto a quello di Margot di appena cinque anni. Mi specchio, sollevando il mento e passandomi le mani sulla giacca nera e liscia che mi hanno preparato questa mattina, passo una mano tra i capelli e avvicino un pugno alla bocca, reprimendo un pizzico di tosse. Tiro leggermente su con il naso e mi guardo fisso negli occhi verdi.
Ce la devo fare, devo essere perfetto.
Stringo gli occhi per renderli un po' umidi, poi faccio un grosso sospiro e mi volto, riprendendo a correre, con le guance leggermente arrossate. Giro l'angolo quando mi scontro con un tipo. Mi massaggio la fronte, guardandolo inchinarsi.
''Mi scusi'' dice, ed ora mi ricordo chi è.
''Presti più attenzione, stalliere'' puntualizzo, osservandolo con il capo chino rispettoso. Ma cosa ci fa qui? Deve occuparsi solo del suo lavoro. Perché entra nel castello? Anche quella mattina entrò di soppiatto in camera mentre io baciavo Margot. Ha molta dimestichezza con il palazzo, quando invece dovrebbe restarsene nel suo luogo naturale. ''Ritorni nelle stalle, devo andare a rispondere ad alcune domande dei giornalisti, adesso'' aggiungo, superandolo con un passo e riprendendo a correre per il corridoio da cui quello stava venendo fino a qualche minuto fa. Mi giro piano per osservarlo, questa volta in piedi, mentre mi guarda con sguardo interrogativo. Farebbe meglio a tornarsene, non può stare qui dentro uno come lui.
Però..
Perché è nel corridoio delle camere regali? Solo ai camerieri più fidati è concesso passare, come la signorina Amanda.
Mi giro nuovamente, ci penserò dopo aver fatto l'apparizione in quella folla di giornalisti che attende le mie parole profonde.

 
Il giorno dopo


Passo tranquillamente per il giardino, costeggiando il sentiero che hanno tracciato nel prato rigoglioso che circonda questo palazzo che è quasi diventato casa mia.
E' una bella giornata, le mani mi sudano nella giacca beige abbastanza pesante e il passo lento, le pietre che si spostano al mio passaggio. Faccio una grossa boccata d'aria e mi dirigo piano verso le stalle.
Sto chiedendo in giro se qualcuno sia stato con Margot recentemente, e credo che lo stalliere potrebbe fornirmi qualche dettaglio in più.
Sento i cavalli nitrire, il rumore di portoni che sbattono e gli zoccoli che toccano il pavimento ligneo della stalla. Storco il naso per il pessimo odore che giunge da lì, com'è possibile che riesca a sopportarlo? Unisco le mani dietro la schiena, fin quando non appaio di fronte al portone spalancato. Un uomo basso e con gli occhi piccoli e infossati mi guarda, appoggia il forcone alla parete e si inchina profumosamente di fronte a me, le braccia allungate ai fianchi. ''Salve, Altezza'' dice, poi da una specie di soppalco vedo dei piedi scendere i pioli di una piccola scala di legno, poi lo stalliere giunge a terra e imita il padre. ''Buongiorno, Altezza, cosa la porta qui?''.
Entro abbassando il capo per salutarli impercettibilmente, percorrendo il tragitto brevemente. ''Qual è il suo nome, stalliere?''.
Il ragazzo - che quasi sicuramente è un mio coetaneo - allarga le narici, distogliendo lo sguardo. ''Sono Liam Payne, Altezza''.
Annuisco sorridendo con un angolo della bocca, ''Liam, le dispiacerebbe rispondere a qualche mia curiosità?''.


 
Pov di Liam

Annuisco, infastidito. Sapevo sarebbe venuto, l'incontro di ieri gli avrà destato sicuramente qualcosa. Devo rimanere normale, devo sembrare rattristato dalla partenza di Margot - anche se, effettivamente, lo sono - e fare finta di non sapere nulla.
Il principe saluta mio padre e mi fa cenno di seguirlo. Percorriamo un leggero sentiero, fin quando non ci avviciniamo ad un muretto di mattoni abbastanza basso che delimita il piccolo boschetto del palazzo. Harry si appoggia al muretto, incrociando le braccia sul petto, gli anelli evidenti incastrati nelle sue dita. I suoi occhi brillano come le foglie sopra di noi a mezzogiorno. ''Bene, Liam'' sembra costargli tanto dire il mio nome, che antipatia, ''da quanto tempo ti conosci con la mia Margot?''.
Vorrei scoppiargli a ridere in faccia, ma mi limito a strofinarmi il naso, indifferente. ''Direi, Altezza, che siamo cresciuti praticamente insieme''
''Mmh'' mugugna, accarezzandosi il mento, ''e siete molto intimi?''
Mi ha visto dentro il castello, ovvio che gli sia venuto questo dubbio. ''Diciamo che quando ha bisogno di qualcosa, mi chiede consigli''.
''Aveva parlato con lei, il giorno in cui è sparita?'' ha gli occhi lucidi, ma è come se...non lo so, stesse fingendo? Lascio correre, e faccio apparire sul mio volto un'espressione dispiaciuta, o quella che più le si avvicini. Devo assolutamente informarla di questo incontro, deve sapere di quello che sta facendo e delle truppe che sta mandando in tutta Europa per cercarla. ''Purtroppo no, Altezza. Io e lei ci soffermiamo a parlare solo quando vuole un momento di distacco'' mi mordo la lingua, non devo dire altro.
Harry accavalla le caviglie, riportando le braccia incrociate e le sopracciglia arcuate. ''Vi date del tu?''
''Solo quando la principessa desidera'' ammetto, sorridendo con un angolo della labbra. Non è propriamente falso, dopotutto.
''Perché ieri, se parlate solo quando ha bisogno di qualcosa, stavi andando nell'ala del palazzo in cui c'è la stanza di Margot?'' chiede, sollevando il mento come a volermi sfidare.
''Dovevo recuperare una borsa, e tornare dal proprietario a cui apparteneva'' dico, riafferrando la bugia di ieri.
''Ma ci sono gli addetti..'' iniziò Harry, posando il suo sguardo verde smeraldo sul mio scuro.
''Un giornalista mi ha visto mentre stavo caricando la paglia e presumo abbia voluto approfittarne, Altezza''.
Harry annuisce sporgendo le labbra in fuori come un normale ragazzo rotto di scatole.
''Non ti tolgo altro tempo al tuo lavoro, Liam. E' stato un piacere parlare con te'' si solleva dal muretto e mi appoggia una mano sulla spalla, ''Preparami un cavallo, voglio fare altri giri qui intorno, perchè credo di non voler abbandonare questo posto per ora'' termina. Dopodichè mi liquida con un sorriso e ritorna sul sentiero, mentre io incrocio le braccia al petto. Devo avvisare Margot, Harry non mi è mai sembrato così circospetto nè così volenteroso da parlare con noi.
Ritorno nelle stalle, risalendo sul soppalco e riprendendo a sistemare il fieno.
Speriamo che la lettera che ho spedito ieri possa arrivarle in fretta, così da poterle raccontare tutto quanto...
Deve andare tutto bene, per forza.





Spazio autrice
Ciao a tutti, questo è un piccolo missing moment della long ''Nothing is like it used to be''.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Alla prossima.
Un bacio, 
Elisa :)



  
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