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Autore: Jade Tisdale    31/05/2015    1 recensioni
«Zia Nyssa, è vero che io somiglio alla zia Sara?»
La diretta interessata deglutì silenziosamente, posando con lentezza i gomiti sul tavolo della cucina: perché le aveva posto una domanda simile, proprio in quel momento?
Se già era straziante vedere quella bambina ogni giorno, lo era ancor di più sentirla parlare di Ta-er al-Sahfer.
«La mamma mi ha fatto vedere alcune sue foto, ma... non mi sembra che ci sia tutta questa somiglianza.»
«Le somigli eccome» ribadì l'altra, sorridendo amaramente. «Sei identica a lei.»
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Nuovo personaggio, Nyssa al Ghul, Sarah Lance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cracks in the heart

 

 

 

«Zia Nyssa, posso prenderne un altro pezzo?»
«Amber, ne hai già mangiati tre: se tua madre lo scopre, va a finire che si arrabbia con tutte e due!»
La bambina le fece gli occhi dolci: «Ma non è colpa mia se fai la torta al cioccolato più buona del mondo! Ti prego... solo un pezzettino piccolo...»
La donna sospirò, tagliando con poca grazia un'altra fretta del dolce, dopodiché lo porse alla nipote, che la ringraziò con un sorriso.
Nyssa sbuffò, irritata: in vita sua, nessuno era mai riuscito a persuaderla quanto Amber. Perché quella bimba riusciva sempre a comandarla a bacchetta, quasi fosse una schiava?
Guardò per qualche secondo la nipote e la sua espressione, da esasperata, divenne intenerita: la risposta era proprio lì, davanti ai suoi occhi.
Amber somigliava terribilmente a Sara. Aveva i suoi stessi capelli biondi, gli stessi occhi azzurri e la stessa tremenda voglia di mettersi nei guai.
L'ex erede del Demonio, in qualsiasi circostanza, non riusciva a dire di no a quella bambina bellissima, che le ricordava in tutto e per tutto la zia defunta. Ma quella ricorrente convivenza stava diventando dura per lei, che all'incrociare quegli occhi color ghiaccio, sentiva qualcosa dentro di lei incrinarsi.
«Zia Nyssa, è vero che io somiglio alla zia Sara?»
La diretta interessata deglutì silenziosamente, posando con lentezza i gomiti sul tavolo della cucina: perché le aveva posto una domanda simile, proprio in quel momento?
Se già era straziante vedere quella bambina ogni giorno, lo era ancor di più sentirla parlare di Ta-er al-Sahfer.
«La mamma mi ha fatto vedere alcune sue foto, ma... non mi sembra che ci sia tutta questa somiglianza.»
«Le somigli eccome» ribadì l'altra, sorridendo amaramente. «Sei identica a lei.»
Amber tacque per un paio di secondi, osservando la mora con i suoi occhietti vispi. «Che tipo era?»
Nyssa sospirò, incrociando nervosamente le mani. «Era energica, coraggiosa, e forte. Non si dava mai per vinta di fronte agli ostacoli che la vita le riservava. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere le persone che amava, anche rischiare la propria vita. E adorava i canarini.»
La piccola si sporse leggermente sul tavolo, nel tentativo di avvicinarsi alla zia per udire meglio le sue parole. «E come vi siete conosciute?»
«Ecco, lei era in una situazione... sgradevole. Ci siamo incontrate per caso, ed io l'ho aiutata a uscirne.» Distolse lo sguardo dagli occhi della bambina, ritrovandosi a osservare un punto indefinito. «I suoi capelli profumavano di rose, ed erano biondi e morbidi, come quelli di una principessa. Aveva un sorriso smagliante, che riusciva ad ipnotizzare chiunque. La sua voce era calma e rassicurante, e i suoi occhi erano così espressivi che si capiva subito se stava mentendo o se era sincera.»
«Tu la amavi?»
Eccole lì, le lacrime.
Nyssa riusciva a sentirle. Erano tante, e morivano dalla voglia di oltrepassarle gli occhi.
«Sì» sibilò, deglutendo a fatica. Si massaggiò distrattamente le palpebre, dopodiché rivolse nuovamente la sua attenzione alla bimba: «Tesoro, devo andare un secondo in bagno: tu intanto vai ad accendere la tv, così poi guardiamo un cartone animato.»
Amber annuì gioiosamente, dopodiché corse in fretta nella stanza accanto.
Nyssa si diresse dalla parte opposta del corridoio, e non appena la porta alle sue spalle fu chiusa, incominciò a piangere e a singhiozzare sommessamente.

Perché, Sara, perché?
Perché sei dovuta morire?
Perché tu e non io?

Non ne poteva più.
Il desiderio di andarsene da Starling City, in quel momento, era il centro dei suoi pensieri.
Da quando era nata Amber, ogni volta che incrociava i suoi occhi, sul suo cuore andava a formarsi l'ennesima crepa.
E Nyssa era stanca di vivere così, accanto ad una bambina innocente che riusciva a mutare il suo umore con un semplice battito di ciglia.
Le alternative, però, erano soltanto due: ritornare alla Lega da suo padre, o trascorrere il resto dei suoi giorni vicino ad Amber. Ma Nyssa non sarebbe mai tornata a Nanda Parbat: lo aveva promesso a sé stessa.
La disperazione si impossessò di lei al punto da farla accasciare a terra: si ritrovò ad abbracciare il vuoto, immaginando che di fronte a lei ci fosse la sua Canary. E quel pensiero, seppur infantile e inverosimile, riuscì a far affievolire il suo pianto, spronandola a raggiungere la nipotina.
Quest'ultima, al sentir il rumore dei suoi passi, si voltò, sorridendo radiosamente alla zia.
E Nyssa avrebbe giurato di rivedere Sara, in quel sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ebbene, è ovvio che la madre di Amber sia Laurel, anche se non ho idea di chi potrebbe essere il padre, ma sorvoliamo, non è così importante xD
Non saprei che altro dire, ormai nelle mie fanfiction su Nyssa e Sara o c'è troppo fluff, o c'è troppo angst -beh, qui neanche troppo angst, diciamo un inizio.
Avevo poche idee, perché ormai gira e rigira si parla sempre della morte di Canary, e le emozioni dell'erede sono sempre quelle. Dovrei cominciare a narrare di altre vicende, lo so >-<

   
 
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