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Autore: sapphire     31/05/2015    10 recensioni
-Sherlock?-
-Mh?-
-Perchè c'è un coniglio in soggiorno?-
[OneShot]
[Johnlock]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ok Titolo: Il coniglio 
Generi: Romantico, comico, fluff.
Note: Cavolata allucinante scritta a casa di una mia amica che ha, per l’appunto, un coniglio che rischia sempre di finire nel forno per quante ne combina XD
Quindi prendetela per quello che è … uno delirio post studio e probabilmente ooc ma c’è un coniglietto fluffluoso nel mezzo quindi perdonatemi =)
Desclimer: per fortuna Sherlock non mi appartiene perchè se no … *risata cattiva* insomma avete capito.

Questa volta sono solo 9 pagine di Word! Voglio una medaglia u.u
Buona lettura

 
 
 
 
 
                                               Il coniglio
 
 
<< Sherlock? >>
<< Mh? >>
<< Perché c’è un coniglio in soggiorno? >>
Così era iniziata la giornata a Baker Street, con un coniglio bianco errante sul pavimento e un ex medico militare lievemente sconvolto.
John Watson serrò gli occhi e li riaprì di scatto, ma il coniglio era sempre lì, ad annusare ogni anfratto della casa senza badare all’uomo che lo osservava allucinato.
<< Sherlock >> lo chiamò ancora e allora il detective alzò gli occhi dal computer e lasciò vagare lo sguardo lungo il perimetro della stanza dove, ora, l’animale giaceva appallottolato su sé stesso.
<< Sì, John? >>
<< Il coniglio! Perché c’è un coniglio a casa nostra? >>
Sherlock alzò gli occhi al cielo mostrando la sua famosissima quanto detestabile espressione esasperata che, tradotta in un inglese spicciolo, poteva significare approssimativamente “gradirei che tu non interrompessi i miei pensieri per porre domande dall’ovvia risposta”.
John respirò pesantemente e aspettò che l’uomo lo degnasse di attenzione.
<< E’ per un esperimento >> si espresse tornando ad esaminare i file sul suo laptop.
E così il buon dottore si sconvolse e per poco la tazza con caffè nero bollente non cadde sulla testa del povero animale << E per quale accidenti di esperimento ti serve un coniglio vivo? >>
<< Un caso >>
<< Avevi detto esperimento >>
<< L’esperimento è per un caso >>
<< Quale caso? >>
<< Te ne ho parlato ieri >>
<< Ieri ero da Harry >>
<< Davvero? >>
<< Sì, Sherlock, e come al solito non ti sei nemmeno accorto che non ero qui >> sbottò rassegnato.
Sherlock sventolò la mano in aria << Quisquiglie >>
<< Sherlock, quale caso? >> ripete scandendo bene le sillabe.
<< Un prestigiatore trovato morto dietro le quinte del Soho theatre[1], gola recisa e nessun segno di lotta. Il suo camerino a soqquadro. Solo il coniglio non è stato toccato, poiché si tratta di un comunissimo innocuo roditore >>
<< E quindi lo hai portato qui. Perché? >> domandò curioso e Sherlock sorrise sghembo con gli occhi azzurri resi luminosi dall’eccitazione per quel caso così interessante. 
<< Perché nessuno ha pensato di guardare dentro al coniglio >>
John aprì la bocca, sconvolto, e osservò ancora il roditore.
<< Dentro? >> sottolineò incredulo << Come sarebbe a dire? >>
Sherlock levò gli occhi al cielo, esasperato.
<< Non è ovvio, John? >>
<< Sherlock! Sono le sette del mattino, mi sono appena alzato e ho trovato un coniglio bianco vagare nel nostro soggiorno quindi no, non è ovvio >>
<< Traffico di diamanti >> disse laconico per poi prendersi la testa fra le mani, irritato nel dover sempre spiegare le sue deduzione più che ovvie al resto del mondo.  John lo stava guardando, a braccia conserte, aspettando impaziente che proseguisse, così il consulente si arrese e si alzò mostrandogli una foto a raggi x. C’era una massa, sotto lo stomaco del coniglio ben evidente e delle piccole ombre regolari all’interno di essa.
<< Il prestigiatore itinerante gira molte città europee, ma non guadagna abbastanza per potersi permettere auto e vestiti costosi, considerate le spese per l’affitto dei teatri e gli spostamenti aerei. Così si fa coinvolgere in un giro di riciclaggio di preziosi rubati. Ma se fosse lui il corriere al primo controllo aeroportuale verrebbe subito arrestato. Perciò elabora un piano: quale bagaglio non passa sotto i raggi x ed è stivato direttamente? [2] >>
<< Il coniglio >> indovinò John incredulo.
<< Esatto. Una volta raggiunta la meta lo uccide e recupera la refurtiva per poi sostituirlo con un altro “pieno” di altra merce >>
<< Dio, è orribile >> esalò osservando ora il coniglio con occhi nuovi, compassionevoli << ma perché uccidere il prestigiatore allora? Se il piano funzionava … >>
<< Conosci le motivazioni, John, pensa >>
John sospirò << Avarizia >>
<< Bene >> sorrise il detective, sorpreso.
Motivato da quel complimento il blogger proseguì << Rubava ciò che doveva consegnare >>
<< Sostituendola con merce falsa. Era nel giro da abbastanza tempo da conoscere le persone adatte >>
<< E come arriverai a capire chi? Si tratterà di un’organizzazione vasta >>
<< Analizzando la refurtiva. Se saprò da dove proviene conoscerò il modus operandi della rapina e troverò il chi >>
<< E sei sicuro di ciò? >>
<< John … è il mio lavoro >>
<< Ma ci saranno un’infinità di dati da analizzare >>
<< Hai da fare oggi? >> ironizzò.
John si stropicciò gli occhi con le dita e cercò di andare oltre la sfrontatezza del detective per non rischiare che le sue mani finissero attorno alla sua gola.
<< E cosa vorresti fare per recuperare i diamanti? >>
Sherlock lo gelò sul posto con quegli occhi impenetrabili << Non è ovvio? >>
<< No … non lo è! Smetti di chiedermelo >>
Sherlock sospirò e scocciato indicò l’animale << Lo sacrificherò in nome della scienza >>
<< Che cosa? >> chiese esterrefatto << Vuoi uccidere quel povero coniglio? >>
Il detective lo guardò intensamente con evidente incredulità << John, sei stato in guerra, per l’amor del cielo, hai ucciso innumerevoli volte e ti sconvolge la morte di un roditore utile ad un caso? >>
<< Sì! Per la miseria! E’ un animale innocente! >>
<< Ha l’addome pieno di diamanti, morirà comunque >>
<< Non se li estrai operandolo anziché uccidendolo >>
Sherlock aggrottò la fronte << Ma ci impiegherei ore, John! Ore! >>
John gli voltò le spalle e prese il coniglio fra le mani e quello lo fissò circospetto. Era davvero un bel coniglio, dall’aspetto paffuto, orecchie piegate e pelo bianco privo di macchie. Due occhi neri lo scrutarono terrorizzati e qualcosa di incredibilmente potente si mosse dentro John.
<< Non ucciderai questo coniglio, Sherlock! Te lo impedirò >>
<< Oh, non essere assurdo >>
<< Tu non essere assurdo! E’ un coniglio! >>
<< Questo sentimentalismo non ci porterà da nessuna parte! >>
John prese fiato e pensò in fretta con gli occhi fissi sul coniglio che, all’improvviso, aveva suscitato tutta la sua compassione. Non meritava di morire a causa di un mago bastardo e avido né per mano di Sherlock versione scienziato pazzo.
<< Ebbene! >> esclamò conclusivo << lo farò io >>
<< Tu? >>
<< Sono un medico, ero un eccellente chirurgo sul campo. Posso farlo >> esclamò deciso.
<< John, devo rammentarti che l’apparato umano è differente da quello animale? Potresti ucciderlo ugualmente e fare perdere tempo a me >>
Il dottore guardò il coniglio, il povero e indifeso coniglio bianco con gli occhi neri e il nasino in perenne movimento, ed annuì deciso.
<< Non lascerò che muoia >>
<< E’ un coniglio, John! Ne hai mangiato uno ieri a cena >>
<< Zitto! >> proruppe cercando di organizzarsi.
 
 
Molly era rimasta sconvolta – più del solito- quando Sherlock le aveva bruscamente chiesto, alle otto del mattino, un tavolo sterile libero da cadaveri perché John doveva operare un coniglio.
Un coniglio?
<< Come scusa? >> aveva chiesto innocentemente osservando l’animale giacere immobile dentro un gabbia dorata.
<< Molly, entro questa mattina, grazie >>
<< Ma ... ma … >>
<< E’ per salvargli la vita >> aveva specificato il medico con un sorriso dolce sulle labbra.
Così venti minuti dopo, John Watson, stava sedando un coniglio bianco dopo che Sherlock aveva calcolato le dosi adatte per non ucciderlo.
John, visibilmente agitato, chiese un bisturi da incisione, bethadine e garze e, dopo aver rasato la piccola pancia dell’animale, lo aprì seguendo la linea cicatriziale dell’operazione precedente volta a infilare dentro i diamanti.
Sherlock, immobile accanto al microscopio, osservò la scena con interesse, gli occhi che non si staccavano dal volto concentrato del medico, che finalmente aveva il piacere di vedere all’opera al meglio di sé, come se su quel tavolo ci fosse stato un bambino afghano ferito.
<< Faresti qualsiasi cosa per lui … >> sussurrò Molly alle sue spalle e Sherlock non capì a chi si riferisse << Come? >> domandò allora incerto.
<< Ho detto che per lui faresti qualsiasi cosa >>
<< E’ stata un sua idea >>
<< Non per il coniglio, per John >> specificò con un sorriso mesto.
Sherlock serrò le labbra, improvvisamente a disagio su quella sedia, e si mosse per spostarsi, ma John lo teneva ancora inconsapevolmente inchiodato lì con quello sguardo serio e appassionato dedicato al roditore.
<< Mi ha … raggirato >> tentò di giustificarsi invano.
<< Ti sei finto morto per lui, ti sei preso i suoi pugni, gli fai operare un coniglio in obitorio … non ti ha raggirato >> ridacchiò con malizia << Ti ha conquistato >>
<< Chiudi la bocca, Molly >>
John estrasse una sacca contenente ventisette diamanti insanguinati e glieli passò, sterilizzati, cosicché potesse analizzarli al microscopio. Infine ricucì e bendò l’animale, ora perfettamente sano. Raramente Sherlock gli aveva visto un’espressione così soddisfatta in viso.
Scosse la testa e osservò le pietre.
 
                                                        ***
 
Lestrade non poteva credere di essere riuscito ad arrestare un’intera cosca mafiosa russa esperta in colpi a basso rischio che ricettava merce in tutta Europa. E questo grazie al confronto con altri casi internazionali e al prezioso aiuto dell’SIC. [3]
In una sola settimana Sherlock aveva sbrogliato la matassa di un caso che persino l’MI6 avrebbe risolto in due anni.
Quell’uomo era un autentico fenomeno e, trovato il tempo, avrebbe dovuto ringraziarlo a cuore aperto. Eh sì, aveva mandato al manicomio l’intero apparato forense dell’intelligence svizzera, ma … diamine … come accidenti aveva fatto?
“Ho avuto accesso completo ai file dell’MI6 grazie a Mycroft. È bastato analizzare i diamanti prelevati e confrontarli per carature e colore con quelli rubati. Poi ho analizzato le dinamiche del furto con questo e quello” e Lestrade aveva smesso di ascoltarlo perdendosi alla prima formula matematica sciorinata da quell’uomo.
Andava bene così, anche senza capire.
Aveva tredici criminali russi dietro le sbarre e al diavolo i dettagli.
 
 
Un volta a casa, dopo sette giorni intensi, Sherlock si lasciò praticamente cadere sul divano, incurante della polvere che in quella settimana si era accumulata dappertutto. L’inconfondibile presenza della signora Hudson si ritrovava nei piccoli oggetti spostati per fare spazio ad una grande gabbia sulla scrivania.
<< Sherlock >> lo chiamò il blogger dopo qualche minuto porgendogli la prima tazza di tea della settimana << Cosa ne facciamo del coniglio? >>
<< Quale coniglio? >> si sorprese. Di che cosa stava parlando il suo blogger? Era forse impazzito?
<< Il coniglio che ho operato per permetterti di risolvere il caso >> esplicitò divertito tirando fuori l’animale dalla gabbia, accarezzandogli il pelo morbido e bianco.
<< Oh >> si espresse con incredulità. Era ancora lì? Perché era ancora lì?
<< Vendilo >>
<< Non se ne parla! >>
<< Allora regalalo, John >>
<< E a chi? >>
<< Metti un annuncio sul tuo blog >>
John coccolò il coniglio, imperterrito, davanti ai suoi occhi, e qualcosa si mosse nel suo stomaco provocandogli istinti omicidi verso quel dannato roditore. Era solo un coniglio! Cosa aveva di così interessante da meritarsi tutte quelle attenzioni?
<< Potremmo tenerlo >> osò il medico incerto << mi sono affezionato e occuperebbe poco spazio >>
<< No >> sbottò alzandosi di scatto dal divano.
<< Perché no? >> domandò continuando a coccolarlo passandogli le dita lungo il pelo candido, giocando con le sue orecchie. Maledetto coniglio.
<< I conigli trasmettono la leptospirosi >>
<< Ma non dire scemenze >>
<< E la rabbia, John >>
<< Sherlock, è un coniglio, non un pitbull vagabondo >>
<< Potrebbe rosicchiare i mobili >>
<< E tu spari al muro >>
<< E’ diverso >>
<< No, non lo è >>
<< Andiamo, Sherlock. Possibile che non susciti in te un minimo di tenerezza? >> domandò con un sorriso smagliante esibendo il coniglio davanti al suo naso.
<< Solo istinti omicidi >> si inorridì Sherlock allontanando il viso da quella massa pelosa.
<< Perché? >>
<< Perché lo stai vezzeggiando da quando siamo tornati! >>
<< E allora? Non va bene? >>
<< No >>
<< Perché? >>
<< Ti distrae >>
<< Distrae da che cosa? >>
<< Da me, John. Ora lascia quel coniglio a terra e trovagli una gabbia in un’altra casa! >> urlò esasperato marciando rapido verso la sua stanza.
John aggrottò la fronte. Guardò il coniglio e il coniglio guardò lui rispecchiando la sua incredulità.
<< Ma quanto è idiota, William? >>
Il coniglio ovviamente non rispose. Saltò a terra e cominciò a zampettare per casa rosicchiando di tanto in tanto gli angoli del tappeto persiano.
John lo lasciò lì, attraversò la cucina e, senza bussare, spalancò la porta della camera da letto trovando Sherlock rannicchiato sul letto in posizione fetale con un broncio da manuale in volto.
Si appoggiò allo stipite e lo osservò con studiata tenerezza.
<< Non c’è niente che devi dirmi, Sherlock? >>
<< Non uscirò di qui finché quel coniglio non sarà stato sfrattato >> lo informò dandogli la schiena.
<< Il coniglio resta >>
<< Lo avvelenerò >>
<< No, non lo farai >>
<< Ha le ore contate >>
<< Davvero sei geloso di un coniglio? >>
Sherlock a quel punto scattò come una molla e si girò per guardarlo, profondamente turbato. E forse John si sbagliava, ma erano sempre state rosse le sue guance?
<< Non dire fesserie, John >> esclamò con una smorfia << è solo un coniglio >>
John sorrise malandrino << Okay, allora non ti dispiace se torno di là a guardarlo mentre mangia >>
Il detective balzò in piedi, fronteggiandolo << Esci da questa stanza e non ti rivolgerò più la parola >>
<< Oh, un ultimatum >>
Sherlock lo fissò con astio e serrò la porta della camera con una manata chiudendo loro dentro.
<< Sherlock, non puoi sul serio rinchiudermi qui >> si divertì ad obbiettare.
<< Posso. Lo sto facendo >>
<< Il coniglio resta >>
<< Scordatelo >>
<< E’ così coccoloso. Non posso lasciarlo ad un altro >>
<< E’ così cosa? >> domandò incredulo. Che diavolo di parola era quella?
<< Coccoloso, tenero, morbido, soffice … >> elencò ed ogni aggettivo pronunciato sembrava colpirlo dritto al cuore.
Serro la mascella e lo sfidò con gli occhi carichi di fervore.
<< Non ti permetterò di sostituirmi con un odioso coniglio bianco >>
<< Non dire scemenze >> esclamò divertito << Non voglio sostituirti. Voglio solo qualcuno a cui elargire affetto siccome sono di nuovo solo a causa tua … ricordi?  >>
<< Fallo a me >>
John sgranò gli occhi incredulo << Cosa? >>
<< Quella cosa... quella che hai appena detto... la cosa dell’affetto... >> gesticolò disagiato.
<< Tu non sei né carino né coccoloso >> protestò John provocandolo. Ma Sherlock era troppo preso dalla sua folle gelosia nei confronti di un coniglio per rendersene conto.
<< Posso provarci >>
<< Come no, signor “sposato col suo lavoro” >> lo sfotté.
<< John, sono serio >> si lamentò esasperato muovendo un passo verso di lui. John si paralizzò contro il legno della porta, l'incredulità dipinta in volto.
<< Oh, buon Dio, lo sei >>
<< Liberati di quel roditore >>
<< William >> lo corresse.
<< Come? >>
<< Non si chiama roditore, ma William >>
Sherlock sbatté le mani sulla porta, arrabbiato.
<< Gli hai dato un nome! Il mio nome!!! Non puoi farlo! >>
<< Perché no?? >>
<< Perché è il mio nome! >>
John lo guardò fingendosi severo quando, in realtà, voleva solo scoppiare a ridergli in faccia. Sherlock si stava esponendo troppo a causa di quell’attacco d’ira << Perché gli hai dato il mio nome? >> domandò ancora, concitato.
<< Sherlock, è solo il primo nome che mi è venuto in mente, ora fammi uscire di qui >>
<< No! >> sbottò irrequieto girando la chiave con due mandate e guardandolo con aria di sfida.
John aggrottò la fronte << Okay, ora mi stai spaventando. Sherlock, è solo un coniglio, okay? >>
<< Un coniglio che, a quanto apre, ami più di me! >> sbraitò prima di rendersene conto.
 John lo guardò, prima incredulo, poi vittorioso e il mondo parve fermarsi. Allungò una mano e lo prese per il colletto della giacca attirandolo a sé.
Sherlock sgranò gli occhi, il cuore in gola, respirando improvvisamente il profumo di John.
<< Io non vole- >>
<< Non osare dire una parola >> lo rimproverò John prima che potesse rinnegare tutto.
<< John … >>
Non lo lasciò più replicare: imprigionò il suo viso e lo baciò.
Sherlock mugolò sorpreso e si irrigidì pensando a quando fossero morbide quelle labbra e quanto odiasse quel dannato coniglio.
<< Solo tu puoi essere così melodrammatico da metterti in competizione con un coniglio >> sussurrò John contro la sua bocca. Lo stomaco gli si attorcigliò e osservò i suoi occhi così innamorati.  Rabbrividì e affondò il viso contro la spalla avvolgendolo fra le braccia.
<< Da quanto lo sai?>> mormorò Sherlock.
<< Cosa? Che il mio sociopatico e suicida coinquilino è perdutamente innamorato di me? >> mormorò malizioso tirandogli scherzosamente i capelli per poter guardarlo negli occhi.
<< Da quando tale individuo ha deciso di fingersi morto per salvarmi la vita >>
Sherlock sorrise entusiasta << Perciò mi hai perdonato? >>
<< No ed è il motivo per il quale il coniglio resta >>
<< Scordatelo >>
<< Sherlock... >>
<< Ora hai me... >> soffiò contro il suo orecchio e fu il suo turno di rabbrividire. Boccheggiò in cerca d’aria, incapace di realizzare che fosse stato proprio Sherlock a dire quelle parole. Incapace di realizzare che potesse essere una persona così maliziosa.
<< Ripetilo >> lo implorò e Sherlock posò le labbra sulle sue tracciandone il profilo con la punta della lingua. John gemette sconvolto e dischiuse la bocca travolto da quell’onda di improvvisa passione e si lasciò assaggiare fino a perdere il fiato.
<< Fammelo urlare, dottore … so che ne saresti capace >>
<< Cazzo >> esalò sconvolto con le mani del detective sotto il maglione sotto la sua camicia e sotto i pantaloni e.... o mio dio. Lo prese di peso trascinandolo sul letto e lo osservò distendersi ed aprire le gambe e, no...
<< Sherlock... sei... sei... >> e senza trovare un aggettivo che potesse rendergli giustizia gli salì a cavalcioni divorandogli le labbra fino a fargli male e rabbrividì perché le dita di Sherlock stavano facendo cose deliziosamente malvagie sulla sua pelle.
<< Te lo farò dimenticare quel maledetto roditore, John >>
<< È una promessa? >>
<< E’ una minaccia >> sussurrò languido alzando il bacino per andare incontro al suo.
<< Oh, maledizione >> gemette estasiato.
<< Ebbene >> sussurrò << meglio io o quel coniglio? >>
<< Quale coniglio? >>
 
***
 
<< Dove diavolo hai imparato quella cosa? >> ansò John, strizzando gli occhi sconvolto da ciò che aveva appena vissuto con il suo coinquilino.
Non era così inesperto da non sapere da dove cominciare?
Gli sembrava di aver vissuto un’esperienza extracorporea e la lingua del consulente, che continuava a tracciare lunghe scie sul suo collo, non lo stava aiutando a riprendere coscienza di sé.
<< Ho avuto tempo per pensare ad un modo efficace per lasciarti senza voce, dottore >>
John esalò un sospiro incredulo << Oddio … sono fottuto >>
 
***
 
 
<< Sherlock... Sherlock... >> sussurrò John saggiandogli la schiena con i polpastrelli, studiando i nei e il profilo delle vertebre << devo rimettere William nella gabbia >> continuò timoroso nel non sapere dove fosse finito il coniglio dopo essere stato lasciato solo a vagare in soggiorno. E se avesse sceso le scale?
<< Osa mettere un piede fuori dal letto e farò in modo che la tua frustrazione sessuale raggiunga vette inesplorate >> sibilò Sherlock al suo orecchio, procurandogli brividi lungo tutta la schiena.
John trasalì e decise che in fin dei conti William poteva anche andare a far compagnia alla signora Hudson per qualche ora.
<< All’improvviso ricordo di averlo già fatto >> mentì divertito.  
Sherlock sorrise.
Due a zero per lui.
 
***
 
 
John sbadigliò e socchiuse gli occhi ferito dalla luce del sole. Si sentiva il corpo indolenzito – piacevolmente indolenzito-  per le ore passate a sforzare i muscoli in eccitanti attività notturne.
Entrò in cucina e Sherlock era già lì, seduto davanti al tavolo ed era bellissimo, con i capelli sconvolti e gli occhi luminosi dalla soddisfazione. E avevano davvero fatto l’amore per tutta la notte.
Quasi gli causò un infarto quel pensiero e poi gli venne per davvero nello scorgere il corpo del coniglio disteso immobile sul tavolo della loro cucina.
<< Sherlock, hai ucciso il nostro coniglio! >> sbraitò sconvolto prendendo William in braccio.
<< Narcotizzato >> precisò.
<< Cosa? >>
<< Sta solo facendo un sonnellino >>
<< Perché lo hai fatto?!  >>
<< Ha mangiato alcune foto della scena del crimine >> gli comunicò, mostrandosi offeso a morte.
John sospirò incredulo e mise il coniglio nella gabbia.
Forse era meglio se lo trasferiva in campagna nella tenuta dei signori Holmes prima che il detective lo uccidesse davvero.
Non poteva passare il resto della sua vita a tenere in vita entrambi e Sherlock era al primo posto, sempre.
 
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[1] Il SoHo Theatre è questo qui. Non so che tipo di spettacoli vengano messi in scena, ma l’ho trovato adatto per via delle lucine luminose *_*
[2] Dunque, le leggi per il trasporto degli animali in Inghilterra sono controverse. Hanno abolito la quarantena per animali provenienti dall’Europa, ma spesso vengono fatti controlli. Diciamo che ho semplificato le cose per scrivere la storia se no rischiavo di fare un crossover con Law and Order. XD
[3] SIC: Servizio informazioni civile - SIC, è l'organizzazione della Confederazione svizzera che si occupa dell'analisi e della ricerca di informazioni sensibili (politiche, economiche, strategiche). Ho trovato tutto nella mia amata Wikipedia.
Spiegazione: Il caso l’ho estrapolato da un vecchio saggio sui tipi di traffici illegali nel mondo. Mi aveva colpito questa organizzazione russa che nascondeva la refurtiva dentro a gatti e conigli per poi portarli in Europa. Per i più sensibili, sì, sono stati arrestati =) Non è un caso noto perché vecchio ma io sono piena di questi libri a casa XP
Beh, spero vi sia piaciuta e di avervi strappato un sorriso anche se ritengo sia un po’ una cavolata questa storia XD
Lascio a voi il giudizio =)
   
 
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