Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Isabelle_Mavis    01/06/2015    2 recensioni
"Stava osservando le finestre, quando da una di queste, al secondo piano, le sembrò di vedere una figura che la guardava. Non riuscì a mettere bene a fuoco, ma notò il colore rosso attraverso il vetro. –Andiamo, signorina-. La invitò ad entrare l’uomo tenendo aperto il portone. la ragazza lo guardò e annuì, ma prima di avviarsi lanciò uno sguardo alla finestra: il bagliore rosso era scomparso. Con un brivido che le percorreva la schiena entrò nell’atrio. Con la chiusura del portone si lasciò alle spalle ogni via di fuga insieme al rumore della pioggia e del cigolio deprimente delle giostre."
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beyond Birthday, L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 CAPITOLO 1

Guardare Winchester  dal finestrino di una macchina era noioso. Il tempo era cupo come al solito d’inverno, con il cielo grigio a causa delle nuvole. La ragazza seduta sul sedile posteriore della macchina in questione sospirò. Le avevano detto che con le sue capacità si sarebbe trovata bene in quell’orfanotrofio.  Proprio così: era orfana da qualche mese ormai e aveva superato la perdita con sangue freddo. Si ripeté per l’ennesima volta mentalmente che andare in quel posto per piccoli geni era un buon modo per ricominciare. Per fare ciò, prima di tutto doveva scegliere un altro nome. Mentre pensava a tutte le opzioni, l’autista richiamò la sua attenzione.                                        

–Signorina, siamo arrivati-.  Lei, curiosa, passò  una mano sul vetro appannato giusto in tempo per scorgere il cancello con la scritta “Wammy’s House”.  Subito dopo vide un grande giardino che sfociava in un edificio enorme.      

La macchina si fermò. L’autista le prese la valigia e poi andò ad aprirle lo sportello, offrendole il braccio e l’ombrello come riparo dalla pioggia. Percorsero a passo svelto il tratto che portava alla tettoia del portone,dove l’uomo ripose lo strumento bagnato e bussò deciso. Solo allora la ragazza si concesse una sbirciatina a quella che sarebbe diventata la sua casa. Era un edificio vecchio stile, quasi gotico, ma con il necessario per renderlo un luogo appropriato per dei bambini. Stava osservando le finestre, quando da una di queste, al secondo piano, le sembrò di vedere una figura che la guardava. Non riuscì a mettere bene a fuoco, ma notò il colore rosso attraverso il vetro.

 –Andiamo, signorina-. La invitò ad entrare l’uomo tenendo aperto il portone. la ragazza lo guardò e annuì, ma prima di avviarsi lanciò uno sguardo alla finestra: il bagliore rosso era scomparso. Con un brivido che le percorreva la schiena entrò nell’atrio. Con la chiusura del portone si lasciò alle spalle ogni via di fuga insieme al rumore della pioggia e del cigolio deprimente delle giostre.                                    

–Signorina, prima di sistemare la valigia, sarebbe opportuno parlare con Roger- spiegò l’autista. –Da questa parte-. La guidò nei corridoi in silenzio. La ragazza non ne fu stupita: era mattino presto, i bambini dovevano essere ancora nelle proprie stanze. L’ufficio di Roger era al primo piano. La guida si fermò vicino alla porta, invitandola a bussare una volta pronta. Allora lisciò la gonna e sistemò per bene i suoi capelli rossi nelle due codine basse. Con un sospiro bussò. Prima di entrare aspettò la conferma da dentro.  Si trovò di fronte una scrivania con alle spalle  un paio di grandi finestre e una libreria ad un lato. Il signore che doveva essere Roger era comodamente seduto dietro la scrivania e alzò lo sguardo da un fascicolo per sorriderle.  Era un uomo dal viso buono segnato dall’età.                                                                                                                                                            

–Oh, finalmente sei arrivata. Prego, accomodati- la invitò, indicandole una sedia. La ragazza si sedette e cercò di sorridere.                                                                                

–Allora, il viaggio è stato piacevole?- si informò il direttore. –Molto, grazie- rispose l’altra in modo educato. Poi strinse le labbra pensierosa: aveva moltissima voglia  di fargli alcune domande. Roger parve rendersene conto e ridacchiò. –Voi ragazzi non sapete proprio tenere a bada la curiosità: è una dote necessaria in un detective- commentò. – Ma parlando dell’argomento principale, a proposito di detective, sai qual è il fattore comune di tutti i bambini di quest’orfanotrofio?- chiese serio.  –Sono tutti bambini con il quoziente intellettivo sopra la media e qui crescono con lo scopo di diventare i possibili successori di L, un investigatore segreto di fama mondiale- recitò senza batter ciglio, come se lo avesse imparato a memoria. E in effetti lo aveva ripetuto così tante volte nella mente che aveva finito per memorizzarlo alla lettera. Roger annuì. –Proprio così. Ora, ti starai chiedendo se valga la pena accettare. Ebbene, qui avrai la possibilità di lavorare sulle tue capacità-.                                                                                                                                                              

–Bene, ma queste capacità saranno sfruttate secondo la mia volontà? Voglio essere ciò che voglio, non un burattino nelle mani di un tizio che non ho neanche mai visto- chiarì, decisa e seria. Per avere solo quasi 14 anni, si esprimeva come un adulto senza la minima difficoltà. Roger sembrò colpito e la guardò intensamente, come se stesse pensando a qualcosa di molto triste e importante. Poi sospirò e tornò normale. –Assicurato. Dopo i recenti problemi avuti, ci sono stati dei cambiamenti: ora ognuno può decidere quale strada intraprendere, non sarà forzato in alcun modo-. La ragazza annuì.                                                                                                                    

–Accetti?-.                                                                                                                                                                                                                                                      

-Certamente-.                                                                                      

Roger sorrise. –Condividerai la stanza con le altre poche ragazze dell’istituto, al piano di sopra-.                                     

-Grazie-. Fece per alzarsi ma si ricordò di una cosa. –Suppongo che qui ognuno abbia un nome falso, per la copertura. Solo lei sa quello vero, grazie al fascicolo, non è così?- volle sapere. Il direttore intrecciò le mani. –Si, non c’è da preoccuparsi per la tua sicurezza-. Questa  volta la ragazza si alzò definitivamente e si diresse alla porta. Impugnò la maniglia, ma si girò per un’ultima informazione. –E la sua, di sicurezza?-.  Roger capì subito a chi si riferisse. –Tua sorella è al sicuro in un orfanotrofio a Londra. Puoi ben comprendere il perché della vostra separazione-.

La rossa annuì. –Non sarò più Violet Cole, ma mi farò chiamare Vivian- disse, prima di uscire dallo studio. 

ANGOLO AUTRICE

Salve! Io sono Isabelle_Mavis, ma potete chiamarmi Isa-chan :) Ebbene si, eccomi qui con una Long su Death Note (la mia prima *-*). Anche se ne ho già un'altra, ho deciso di rischiare, perché l'ispirazione è ispirazione xD come primo capitolo serve solo come presentazione e introduzione, dai prossimi si entra nella storia vera! :D Mi farebbe piacere conoscere i vostri pareri e i vostri consigli (sono sempre ben accetti xD). E allora... a presto e un saluto da Isa-chan ^-^  

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Isabelle_Mavis