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Autore: ChrysTheElf    01/06/2015    0 recensioni
Quel dannato corridoio! Quindici minuti che girava in tondo, e sembrava essere sempre nello stesso punto. E chi l’aveva progettata quella scuola, Peter Griffin? Quel posto non aveva nessun senso!
Svoltando a sinistra per l’ennesima volta, vide finalmente qualcuno. Un ragazzo, probabilmente uno studente. Stava quasi per chiedergli aiuto, ma una volta vicina, si accorse che il tipo sembrava spaesato quanto lei. “Evviva!” pensò sarcastica “Primo giorno e già in ritardo. Almeno avrò un compagno di sventura.”
-Mi chiamo Kate Evans. Ma gradirei mi chiamassi solo K.-
-Oh, piacere! Io mi chiamo Leonard, Leonard Edison! Se preferisci puoi chiamarmi solo Leo, però!- Cavolo. Certo che quel tipo sembrava davvero entusiasta, per averla appena conosciuta. Doveva essere un sempliciotto, pensò K.
-Comunque- Riprese -Tu che tipo di magia usi?-
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora. Visto che sono stronzo -e lo so- ho deciso che per mandare avanti questa storia i prossimi capitoli dovranno essere tutti recensiti. Egoistico? Forse, lo ammetto, ma mi interessa sapere cosa ne pensate. E se davvero vi interessa leggerla, non credo che tre righe di commento alla fine siano uno sforzo così eccessivo, dai.
 
Sembrerà strano, ma quel cimitero era il miglior luogo turistico della zona. Almeno per Leo.
Aveva deciso di farci un giro per ascoltare qualche vecchia storia, e si fermò di fronte ad una lapide che gli era sembrata interessante fin da quando ci aveva messo piede per la prima volta: un ragazzo morto nella strage di Piazza Tienanmen. Decise di richiamare i resti del suo corpo e ciò che era rimasto del suo spirito per poterci scambiare due chiacchiere
Mentre lo scheletro usciva dal tumulo, però, una vecchia cicatrice prese a pulsargli. Si afferrò la spalla destra, cercando di ignorare quella sensazione.
-E’ quella cicatrice, vero?
Si voltò, sorpreso. Mera camminava verso di lui, guardandolo con apprensione ma anche severità.
-L’avevi vista? Perché non mi avevi mai detto nulla?
-Ho intuito che non ti andasse di parlarne. Anche sulla spiaggia di Rio portavi sempre la maglietta. Evidentemente non volevi che qualcuno se ne accorgesse.
-Credi che qualcun altro ci abbia fatto caso?
-Non so... tu e K l’avete mai fatto?
-Hey, non tutti sono avanti come te!
Mera rise, facendolo sentire meglio, e gli mise una mano sulla spalla. Leo si sentì in colpa. Non poteva assolutamente dirglielo, nemmeno al suo migliore amico. Non avrebbe saputo neppure come spiegarglielo.
-Scusa- Mormorò -So che dovrei raccontartelo, ma... non ci riesco. Prima o poi arriverà l’occasione, ma per adesso è meglio di no.
-Figurati!- Lo rassicurò l’aeromante sedendosi accanto a lui -Tutti abbiamo qualcosa di cui non ci piace parlare. Anche io ho i miei segreti.
-E perché non me ne hai mai detto niente?- Gli chiese l’americano sentendosi improvvisamente offeso.
-Non mi hai mai chiesto nulla...- Rispose sorridendo.
Entrambi tacquero per un attimo, mentre lo scheletro si metteva a sedere sulla propria lapide -Vuoi restare ad ascoltarlo?- Chiese il negromante.
-Perché no? Magari potremo imparare qualcosa.
 
Era preoccupata. Leo le sembrava... pensoso. Cosa decisamente non da lui.
Da quando erano atterrati in Cina aveva passato gran parte del tempo nel cimitero sottocasa ad ascoltare le voci dei morti. Ok, era un negromante, quindi -forse- non sarebbe andato fuori di testa, ma di certo non era un comportamento normale.
Non che negli ultimi giorni l’avesse ignorata, comunque: erano usciti un paio di volte soli, la sera, in una settimana che erano lì, però anche in quelle occasioni le era sembrato... strano, quantomeno.
-Hey, ci sei?
Ritornò con i piedi per terra. Martina era un paio di metri dietro di lei che la chiamava.
-Eh? Ah, sì! Siamo arrivati?
La cartomante annuì. Fissava l’imponente ingresso della Sala della Benevolenza e della Longevità con una faccia preoccupata. Soltanto loro due erano andate a recuperare i tesori nascosti nella ex residenza imperiale, mentre Leo e Mera erano rimasti a casa a sorvegliare quel che già avevano.
-Che hai?- Le chiese K.
-Non so- Rispose l’amica, scrutando con attenzione un incensiere in bronzo a forma di drago -E’ solo che mi sembra strano. Ci sono ben due tesori qua dentro, e ancora nessuno li ha trafugati. Eppure la gara è iniziata da ben due mesi, ormai.
K rimase colpita da questa affermazione. Era vero: com’era possibile che due tesori così in vista non fossero stati ancora raccolti da nessuno? C’era una sola spiegazione.
-Ci sarà qualche trucchetto- Disse sollevando le spalle -Poco importa, vedrai che non ci saranno problemi.
 
Come da copione, tutta la sua spavalderia era andata beatamente a farsi friggere non appena aveva incontrato il drago. Come faceva un drago a nascondersi in un monumento patrimonio dell’UNESCO, senza farsi beccare da migliaia di turisti al giorno? Bella domanda! Gli organizzatori del torneo dovevano aver usato qualche incantesimo particolare per aggiungere un piano interrato al di sotto del pavimento, che poi doveva essere diventata la sua casa. E in cui, chiaramente, K e Martina erano rimaste intrappolate. Di contro, probabilmente erano state le prime a trovarlo.
Un puro miracolo: dopo mezz’ora di ricerche, K si era appoggiata ad un pannello del muro per riposarsi, e questo si era sfondato facendola precipitare di sotto.
-Come può esserci un drago?!- Stava urlando l’idromante, mentre scappavano disperatamente dal mostro -Ero sicura che i draghi non esistessero!
-Ah sì?- Le rispose ansante l’amica senza smettere di correre -Ti sei ricordata di farlo sapere anche a lui?
Il drago le rispose quasi incenerendole il sedere con una fiammata. No, forse non gliel’avevano detto.
-Che facciamo?- Domandò K nascondendosi con la compagna dietro una roccia.
-Che vuoi che ne sappia? Avatar?
-Vorrai scherzare! Già non so controllarlo, e poi qui sotto neppure piove!
-Giusto! Allora...
Il drago le interruppe bruscamente spaccando con una zampata la roccia dietro cui si erano rifugiate. Mentre riprendeva a scappare, K non poté fare a meno di girarsi a guardarlo, riflettendo su quanto fosse regale e magnifico quel bestione. Occhi di un brillante giallo topazio, ali e scaglie di un penetrante blu zaffiro e artigli neri e lucidi come l’ossidiana. Semplice ma perfetto. K pensò che le sarebbe quasi piaciuto venire uccisa da un mostro così. Ma non quel giorno, comunque.
-K! Ho un’idea!- Esclamò Martina senza fermarsi -Il lago! C’è il Lago Kunming proprio sopra di noi! Non riusciresti a sfruttare questa cosa?
-Che vuoi che faccia, che inondi il Palazzo d’Estate?! Ma sei impazzita?!
-Hai idee migliori?
-Lasciami pensare un attimo!
-Non abbiamo un attimo!
-Martina! Sei una vera iniezione di ottimismo, te l’hanno mai detto?!
-Oh, e va bene!- Martina si fermò di colpo, portandosi una mano in tasca e l’altra davanti alla faccia -Pensa ad una strategia, ma fai in fretta! Sai quanto sono scarsa a combattere.
Così dicendo, estrasse la mano dalla tasca tirando fuori i suoi famigerati tarocchi, e si lanciò all’attacco del drago.
Era una pazzia, senza dubbio, ma K aveva un po’ troppa urgenza di pensare ad un piano per farglielo notare. Osservò tutte le pareti della grotta sotterranea in cui si trovavano, alla disperata ricerca di qualcosa che potesse tornargli utile. Nulla, solo sassi e stalattiti a perdita d’occhio. A perdita d’occhio? Ma no, prima o poi la grotta sarebbe pure dovuta finire...
Si diresse rapidamente nella direzione di quello che lei riteneva il bordo più vicino, ed effettivamente la grotta terminava, dopo circa quaranta metri. Curioso che fossero quaranta metri proprio in direzione del lago. K sorrise, alla malsana idea che le era venuta in mente.
-Martina!- Chiamò, sfruttando il rimbombo della caverna -Quando senti un rombo, salta!
Non riuscì a capire esattamente la risposta, ma le suonò più o meno come un “Ok”. K condensò l’acqua presente nell’umida grotta attorno alle sue mani, ed iniziò a tirare pugni al muro. Uno, due! Al terzo, sentì una crepa aprirsi sotto il guantone d’acqua improvvisato.
“D’accordo!” Pensò “Ancora uno e...”. Non ebbe bisogno di finire la frase. Le bastò mollare un altro colpo e contemporaneamente richiamare a sé l’acqua del lago oltre la parete rocciosa. E il muro crollò.
 
Per fortuna, Martina era stata abbastanza sveglia e reattiva da cavarsela con solo un paio di lividi, oltre ad una bruciatura sulla gamba che le aveva procurato il drago. Dal canto suo, K stava benissimo, mentre il drago, dopo essere stato travolto dallo Tsunami di K, si era rivelato solo un innocuo varano trasformato dalla magia. Quanto all’improvviso abbassamento del livello dell’acqua del lago... beh, che diamine, ci avrebbero pensato gli organizzatori!
Cercando meglio nella grotta, infine, erano riuscite a recuperare due vasi Ming con la classica λ verde luminescente sulla superficie. Beh, alla fine avevano compiuto la loro missione, ne erano uscite relativamente illese, e avevano pure una storia interessante da raccontare. I maschi sarebbero morti d’invidia.
 
Martina: ATTENZIONE, per favore! Stavolta, la conclusione la faccio io da sola. Chrys mi ha chiesto di dirvi che gli dispiace un po’ per la nota ad inizio capitolo, ma che l’ha fatto solo perché ci tiene davvero a sapere il vostro parere, positivo o negativo che sia, e perché prima ha sempre cercato di tenere in considerazione i consigli delle vecchie recensioni. Al prossimo capitolo!
   
 
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