La felicità nel sorriso. Sorridere porta felicità e ci distende. Ma nel silenzio di un volto paralizzato, ci sta la felicità che porta rughe agli angoli della bocca?
E' un uomo semplice, reduce messaggero di una guerra infantile che ha macchiato i suoi occhi di ghiaccio. Sperava, prima di cadere. Gironzolando per le strade della città, come un fantasma sconfitto dal peso della sua anima, si porta un cartellino che fa vedere alla gente.
"Cosa è per voi sorridere?"
Molti lo ignorano, molti curvano le labbra nell'espressione che non può fare, molti altri gli parlano di come la felicità e la luce che vediamo negli altri venga dall'interno. Sono risposte esaurienti, ma non quello che si aspetta. Sorridere non si può spiegare a parole. Non si riuscirà mai a spiegare a parole.
La mattina, una bambina, nel vedere il cartellino dell'uomo, si avvicina e guarda verso l'alto, tuffando il suo sguardo bruno e tiepido in quello freddo e bianco del vecchio. Avvicina il suo viso contornato da ampi capelli ricci a quello dell'uomo, poi alza le mani.
Lui si abbassa.
Lei sorride, poi tira delicatamente verso l'alto gli angoli della bocca dell'uomo, tracciando un sorriso in mezzo alle rughe dell'età. Per risposta, l'uomo gira il cartellino, facendo scoprire una piccola monetina d'oro e donandola alla giovane. Saluta silenziosamente con un inchino.
Quella moneta, ringraziamento ad una giusta risposta riguardo il sorridere, abbandona l'innocente cartellino dopo quasi venti anni di parole ed attesa.
Gli basta quel gesto semplice e senza necessità di fili di voce. Un'attesa ben più che meritata.


Nota: questa storia partecipa al contest Alley's Awards for your flashfic indetto da Down Hanna's Ally.