Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Kotoko_chan    01/06/2015    5 recensioni
Kuroko Tetsuya è un ragazzo timido e di poche parole, che entra nella squadra di basket del liceo Seirin, dove incontrerà Kagami Taiga, il suo esatto opposto. Tra i due si creerà una certa intesa anche se Kagami non riesce a spiegarsi il motivo per cui Kuroko odia essere toccato. Che sia colpa del suo passato? E qual è il suo legame con la "Generazione dei miracoli"? Cosa unisce questi sei ragazzi straordinari ma così altezzosi? Tra partite di basket e colpi di scena, riuscirà il nostro sesto uomo a liberarsi dei suoi vincoli? Lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kiseki No Sedai, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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28. La svolta (parte prima)
 
«“Ron!” esclamò in un soffio Harry, strisciando verso la finestra e aprendola in modo da poter parlare attraverso le sbarre.
“Ron, come hai... che cosa...?”
Lo spettacolo che gli si presentò davanti agli occhi lo lasciò senza fiato. Ron si sporgeva fuori dal finestrino posteriore di una vecchia automobile color turchese, parcheggiata a mezz'aria. E dai sedili anteriori i gemelli Fred e George, i fratelli maggiori di Ron, guardavano Harry sorridendo.»
 
Erano in spiaggia, seduti sotto l’ombrellone di paglia. Kuroko indossava un paio di bermuda e una maglietta bianca a maniche corte dove brillavano i due ciondoli a forma di “T”. Stava comodamente seduto su una sedia sdraio bevendo un succo e mangiando una barretta di cioccolata portata da Murasakibara. Midorima era seduto su un’altra sedia intento a leggere ad alta voce “Harry Potter e la camera dei segreti”.
Poco lontano Kise si era addormentato sotto il sole, godendosi la piacevole brezza che gli scompigliava i capelli. Aomine era lì vicino, con un secchiello per bambini ricolmo d’acqua. Era pronto per l’agguato contro Kise.
Kuroko guardò la scena e le sue labbra si incurvarono in un sorriso quando vide che Kise stava rincorrendo Aomine dopo una doccia non desiderata. Murasakibara e Midorima si guardarono con aria soddisfatta visto che mostrava sempre più segni di miglioramento. Nonostante ciò si ostinava a non parlare.
Il telefono di Midorima suonò e lui interruppe la lettura allontanandosi. Anche Murasakibara si alzò, entrando nella villa per rifornirsi di nuovi dolci.
Kuroko rimase da solo e decise di sdraiarsi per farsi un riposino. Doveva ammetterlo, gli Akashi potevano essere degli stakanovisti e avevano un figlio fuori dagli schemi però sapevano come vivere nel benessere.
“Ehi, Tetsu!”
Kuroko aprì gli occhi e vide un bagnato Aomine sedersi con la grazia di un elefante sulla sedia occupata in precedenza da Midorima. Per l’impatto sprofondò di qualche centimetro nella sabbia e Kuroko alzò gli occhi al cielo esasperato. Il solito Aomine.
“Che c’è?” chiese guardando l’amico.
Lui scrollò le spalle.
“Sei il solito perfezionista”.
Le sue labbra si mossero leggermente all’insù.
“Ehi, ma per quanto tempo ancora non parlerai? Mi annoio senza di te” disse Aomine sbadigliando.
L’amico corrugò la fronte.
“Cosa? Non mi credi?”
Kuroko non smise di guardarlo accigliato.
“E va bene! Va bene! L’ammetto! Non mi annoio poi così tanto” borbottò incupito.
Kuroko si voltò in direzione di Kise che intanto era tornato a sdraiarsi, poi guardò l’amico.
“Ehm… si hai capito!”
Lui sorrise e fece di nuovo cenno verso Kise.
“Come vanno le cose con lui? Abbastanza bene. Anche se… sono molto dubbioso” mormorò.
Kuroko gli lanciò uno sguardo interrogativo.
“Perché? Ehm… ho sempre pensato che mi piacessero le donne come tu ben sai, quindi non riesco a capire cosa mi sta succedendo con Kise” spiegò incerto.
Kuroko si alzò sorprendendo l’amico. Si mise di fronte a lui toccandogli la testa restando fermo in quella posizione. Aomine lo guardò prima perplesso.
“Cosa ne penso?” chiese.
Lui annuì.
“La mia testa mi dice che è tutto sbagliato. E’ solo una… fissazione del momento? Non saprei neanche come definirla. E poi io sono etero”.
Kuroko fece scivolare le mani verso il basso posandola sul cuore. Aomine gliela afferrò per scostarla ma, lui fece pressione per sentire il battito accelerato dell’amico.
“Non ti si può nascondere nulla, eh?”
Lui ridacchiò.
“Il mio cuore dice solo di abbracciarlo e non lasciarlo andare più via” ammise.
Kuroko liberò la mano e la strinse intorno ai suoi ciondoli e dai suoi occhi trapelava una forte emozione, poi lo guardò come per dire “un po’ come me e Kagami”.
“Già… forse un po’ come voi due” mormorò.
Dei passi li fece sobbalzare facendoli allontanare. Akashi si stava dirigendo verso di loro con indosso un costume da bagno rosso e una camicia a maniche corte portata aperta. Con una mano  stringeva l’asciugamano e con l’altra sollevò gli occhiali da sole, mostrando i suoi occhi bicromatici.
“Tetsuya, ti va di farti un bagno?” chiese posando l’asciugamano sul lettino da spiaggia.
Kuroko non rispose e si allontanò in direzione della villa. Akashi lo seguì con lo guardo finché non sparì dalla sua vista.
“Vado anch’io” disse Aomine alzandosi.
“Aspetta” disse Akashi con tono autoritario.
Aomine lo ignorò dirigendosi verso Kise.
“Ho detto aspetta”.
Velò l’ultima parola con un’aura di minaccia che fece irrigidire Aomine.
“Cosa vuoi?” chiese sgarbatamente voltandosi.
“Tetsuya ti ha appena parlato?”
Nei suoi occhi si leggevano un misto di emozioni: l’occhio arancio dell’Imperatore era quasi infastidito dalla domanda che aveva posto mentre, l’occhio rosso era speranzoso. Aomine lo guardò confuso, quel suo cambio della personalità aveva creato solo caos nella mente di tutti perché spesso sembrava gentile come il Seijuro che avevano conosciuto, per poi ritornare il sadico Imperatore in una frazione di secondo.
“No, ha solo comunicato con gli occhi” rispose dopo un attimo di esitazione.
“E tu sei riuscito a capirlo?” chiese sbalordito.
“Ci conosciamo da quando siamo nati” replicò alzando le spalle.
“Giusto… io… Daiki… voglio parlare con lui”.
“Parlaci”.
“Mi evita”.
“Allora niente”.
Gli voltò nuovamente le spalle deciso a raggiungere Kise però le parole che udì ebbero la capacità di gelargli il sangue nelle vene.
“Daiki, Daiki, Daiki… non mi vuoi aiutare? Bene, fai come ti pare però…” inclinò la testa di lato con un sorriso irritante “non venire a lamentarti da me se dovesse accadere qualcosa di… spiacevole? Si, spiacevole è la parola giusta, alla persona che in questo momento ti sta più a cuore, persino più di Tetsuya stesso”.
Aomine si voltò lentamente infuriato.
“Osi minacciarmi? E poi chi ti dice che non tengo più a Tetsu?” chiese.
Due occhi arancioni brillarono vittoriosi verso la sua direzione.
“Allora aiutami. Manda un messaggio a Tetsuya dove gli darai appuntamento stasera alle 21:00 in terrazzo. Ovviamente andrò io” ordinò.
Aomine chiuse i pugni per la rabbia. Però non poteva mettere in pericolo Kise che continuava a non parlare del suo passato con Akashi e inoltre temeva che se non l’avesse ubbidito, Kuroko rischiava di passare l’estate in isolamento.
“Va bene” disse a denti stretti.
“Perfetto” disse l’Imperatore.
Si allontanò con passo elegante verso la villa lasciando da solo Aomine.
“Seijuro?”
Murasakibara stava andando verso di lui armato di pallone da basket. L’Imperatore si affrettò a coprire i suoi occhi con gli occhiali da sole.
“Dimmi” rispose cercando di sembrare gentile.
Non poteva essere scoperto così presto, non ora che aveva ripreso il controllo.
“Ti va una partita a basket? Uno contro uno?” propose Murasakibara.
“Non posso. Ho una faccenda da sbrigare”.
“Ok”.
Murasakibara si allontanò verso la spiaggia, ignaro della trasformazione del suo migliore amico.
 
***
 
“COME DIAVOLO TI E’ VENUTO IN MENTE?”
“Dovevo farlo! Non potevano più nascondere questo segreto! Non voglio che succeda qualcosa a Tetsu-chan!”
“E SECONDO TE LA SITUAZIONE MIGLIORERA’? NO! UN’ALTRA PERSONA IN PERICOLO!”
“Ma lui è già in pericolo e…”
Si sentirono due voci e un fruscio.
“Satsuki?” Midorima cercò di concentrarsi senza capire cosa stesse succedendo.
Si guardò intorno accertandosi nuovamente di essere lontano da orecchie indiscrete.
“Midorima?” una voce maschile risuonò al telefono.
“Kagami! Torna immediatamente indietro! E porta con te Satsuki!” disse lui agitato.
“No! Devo salvare Kuroko! Dopo tutto quello che è successo non posso più permettere che quel pazzo gli continui a fare del male!” Kagami era molto arrabbiato e si sentiva la voce di Satsuki che cercava di calmarlo.
“Lo so! Però peggiorerai solo le cose venendo qui! E poi Akashi sta cambiando, un altro po’ di pazienza e saremo tutti liberi”.
“E devo lasciare che quel pazzo lo uccida prima di cambiare? No! Te lo scordi!”
Dei passi affrettati lo misero in allarme. Si guardò alle spalle temendo di essere stato scoperto.
“No, Satsuki. Qui va tutto bene… e si, mi manchi” disse improvvisamente.
“Cosa diavolo…”
“Midorima!”
Una voce allarmata giunse alle sue orecchie, seguita poi dalle flessuose gambe abbronzate di Aomine.
“Aomine?” chiamò Midorima.
Daiki spostò i rami riuscendo a mostrare anche il resto del corpo.
“Midorima! Abbiamo un problema!” disse immediatamente.
“Quale?” chiese guardando l’amico agitato.
“Metti il vivavoce” ordinò Kagami.
“Kagami, per favore…” disse lui spazientito.
“Kagami?” chiese Aomine sorpreso asciugandosi con la mano il sudore che gli imperlava la fronte.
“Si, Satsuki gli ha detto tutto e stanno venendo qua” spiegò Midorima contrariato “li sto convincendo a tornare indietro e…”
“Metti il vivavoce!” esclamò Aomine.
Midorima lo guardò infastidito però decise di obbedire. La faccia sconvolta di Aomine lo stava agitando. Premette il tasto sullo schermo e posò il cellulare sul palmo.
“Siamo in vivavoce” annunciò.
“Kagami! Quando arriverai??” chiese agitato Aomine.
“Arriviamo stasera alle 20:30 alla stazione” rispose lui.
“Si, esatto” confermò Satsuki.
Aveva recuperato delle cuffie ed ora potevano parlare ed ascoltare entrambi.
“Perfetto! Midorima tu dopo devi comunicare ad Akashi l’arrivo di Satsuki e andrai a prenderla alla stazione. Rifiuta la proposta del passaggio da parte di Akashi con l’autista, inventati qualche balla per poter andare da solo. Non possiamo allarmarlo…”
“Aspetta! Non ti seguo! E quando vedrà Kagami cosa gli dirò, sorpresa??” disse Midorima irritato.
“No, andremo tutti via” disse.
“Mi spiegate cosa diavolo sta succedendo?” chiese Kagami adirato.
“Dai-chan, non capisco…” disse Satsuki perplessa.
“Vorrei capirlo anch’io” aggiunse Midorima alzandosi nervosamente gli occhiali da vista.
“Dobbiamo scappare via tutti” disse Aomine in tono lapidario “l’Imperatore è tornato e credo che questa volta non avremo scampo”.
 
***
 
Stava comodamente seduto sul divano della stanza rosso/arancio, intento a leggere un libro. L’Imperatore era invece sdraiato sul letto, giocherellando con la sua corona. Aveva un’aria decisamente annoiata e, ogni tanto, lanciava sguardi fugaci a Seijuro.
“Non ti annoi?” chiese l’Imperatore guardando il palmo della sua mano.
“No” rispose Seijuro voltando pagina.
“Ne sei sicuro? Ultimamente non hai giocato con nessuno e tutti ti evitano” incalzò lui.
“Non è vero. Atsushi è sempre con me” rispose pacato.
“Ah, giusto. Mi ero dimenticato del nostro fedele cagnolino” disse l’Imperatore divertito.
“Non è un cane. È il mio migliore amico” ribatté Seijuro nervoso.
L’Imperatore fluttuò in aria mettendosi in posizione seduta. La stanza sembrava brillare di luce propria e Seijuro emanava un’aura rossa, ben definita, che non permetteva all’Imperatore di toccarlo.
“Ne sei sicuro? Sbaglio o hai scoperto che è stato lui a regalare a Tetsuya la collana? A che gioco sta giocando?” chiese.
L’aura rossa diminuì e l’Imperatore sorrise.
“Mio piccolo Seijuro, dovresti ormai saperlo che ci sono solo io. Tutti ti odiano e non ti vogliono. Perché ti ostini a insistere? Soprattutto con Tetsuya. Non ti ama e dopo quello che gli abbiamo fatto dubito che vorrà tornare con noi…” disse avvicinandosi in volo.
“Che tu gli hai fatto! Ed è con me che deve tornare, non con noi! Sparisci dalla mia vita!” urlò autoritario Seijuro alzandosi in piedi.
Il libro cadde con un tonfo sordo ed emanò talmente tanta energia che l’Imperatore dovette rifugiarsi nello specchio. Si affacciò solo quando sentì Seijuro accasciarsi sul letto esausto.
“Oh… non dipende da me. Sei tu che continui a cercarmi” disse uscendo con cautela.
“Non è vero!” ribatté lui con forza.
“Invece sì. Non ho motivo di uscire, potrei stare qui comodamente invece di perdere tempo con quella feccia”.
L’aura rossa diminuì e quella arancione acquisì energia tanto che Seijuro si mise in posizione fetale per difendersi.
“Quella feccia ti tradirà e tu rimarrai solo”.
“NOOOO!”
Akashi si mise seduto sul letto liberandosi dal groviglio di coperte bagnate di sudore che lo avvolgevano. Stava ansimando e una risata malefica risuonava nella sua testa.
“N… no!” disse posizionandosi al bordo del letto.
Scese con passo incerto e si diresse in bagno lasciando una scia di abiti al suo passaggio. Gli slip furono gli ultimi a cadere riversi sul pavimento mentre lui si infilava sotto la doccia. Girò la manovella e l’acqua fredda lo riscosse riportandolo alla realtà. Si sentiva spossato perché l’Imperatore non gli stava dando tregua, era sempre lì in agguato, pronto ad attaccarlo. Ogni notte gli parlava e lottavano verbalmente ma, negli ultimi due giorni, si era reso conto di essere più stanco mentalmente e che faceva molto fatica a mantenere quello stato. E l’Imperatore ne approfittava emergendo anche durante il giorno. Per fortuna Murasakibara lo sosteneva prontamente zittendolo, se non fosse stato per lui forse a quell’ora sarebbe già tornato.
Uscì dalla doccia sospirando e dando una rapida occhiata allo specchio, notò dell’evidenti occhiaie sotto i suoi occhi bicromatici. Arrendendosi si diresse nuovamente in camera indossando il costume e la camicia, prese gli occhiali da sole mettendoli immediatamente perché non voleva far preoccupare Murasakibara. Si era già messo in quella tenuta perché aveva visto l’orario, erano le 10:30.
Uscì fuori dirigendosi in terrazzo, pronto a fare colazione. Il maggiordomo lo accolse con un sorriso versandogli del the e portando un vassoio di biscotti. Lui li accettò con gioia visto che lo stomaco alla loro vista aveva iniziato a brontolare.
“Dove sono i miei ospiti?” chiese guardando verso il mare.
“In spiaggia”.
“Va bene. Tetsuya sta ancora dormendo?” continuò.
“No, è in spiaggia anche lui”.
Akashi calò la tazza di the lentamente sul tavolino. In spiaggia? Com’era possibile? Lo aveva cercato di convincere in quei giorni e per tutta risposta aveva ottenuto un silenzio ostinato e per di più non lo guardava neanche in faccia. Quella situazione lo rendeva molto nervoso perché il suo obiettivo era di fare pace con lui, cercando di tornare ai vecchi tempi quando esistevano solo loro due, felici di stare insieme e giocare a basket con i loro amici. Invece le cose non andavano così: Kuroko pensava ad un altro, Midorima gli rivolgeva la parola solo se interpellato, Kise ed Aomine lo evitavano. Solo Murasakibara gli stava vicino…
“Il cagnolino” pensò.
Già. In tutti quegli anni non aveva fatto altro che obbedire ai suoi ordini perché lui era Akashi Seijuro, dell’Akashi Corporation, la più grande azienda giapponese con filiali in tutto il mondo. E Murasakibara fin da bambino era stato educato ad obbedirgli, a diventare amici visto che suo padre era uno dei maggiori azionisti.
 
“Quella feccia ti tradirà e tu rimarrai solo”
 
Quelle parole gli risuonarono nella mente come una coltellata. Si alzò scuotendo la testa lasciando la colazione a metà. Si diresse spedito in spiaggia, pronto a stare con gli altri. Sarebbe stato disposto pure ad inginocchiarsi per ottenere il loro perdono e tornare come prima…
“Allora lasciali andare. Liberali” disse l’Imperatore.
“No…”
Se lo avesse fatto, lo avrebbero di nuovo abbandonato e lui sarebbe rimasto per davvero da solo.
Aprì la porta d’ingresso dirigendosi con passo spedito in spiaggia, rallentò solo quando vide Tetsuya in piedi di fronte a Daiki, intenti a guardarsi e toccarsi.
Le sue gambe si mossero automaticamente con un unico pensiero.
 
“Non lo toccare”
 
I suoi passi soffocati dalla spiaggia erano giunti alle orecchie di Aomine e Kuroko che si allontanarono immediatamente.
“Tetsuya, ti va di farti un bagno?” chiese più tranquillo posando l’asciugamano sul lettino da spiaggia.
Magari in quel modo sarebbe riuscito a rompere il muro che Tetsuya si era creato. Per tutta risposta, Kuroko, in silenzio, si allontanò in direzione della villa. Lui lo seguì con lo sguardo finché non sparì dalla sua vista. Era decisamente arrabbiato.
 
“Visto?”
 
“Vado anch’io” disse Aomine alzandosi.
“Aspetta” disse Akashi con tono autoritario.
Non poteva lasciarlo andare così, aveva bisogno di parlargli. Aomine però lo ignorò dirigendosi verso un Kise sdraiato comodamente su un asciugamano, crogiolandosi al caldo sole di luglio.
“Ho detto aspetta”.
Velò l’ultima parola con un’aura di minaccia che fece irrigidire Aomine. Ora ne aveva abbastanza. Come osavano ignorarlo? Dopo tutto quello che stava facendo per loro, ospitandoli in una villa lussuosa, in un posto paradisiaco come quello?
“Cosa vuoi?” chiese sgarbatamente Aomine voltandosi.
Akashi fece un bel respiro cercando di calmarsi, prima di rispondergli.
“Tetsuya ti ha appena parlato?” chiese in tono pacato.
Si accorse che Aomine lo stava guardando confuso, come se quel suo cambio di tono lo avesse spiazzato. Forse aveva trovato la giusta leva per parlare con Daiki?
“No, ha solo comunicato con gli occhi” rispose dopo un attimo di esitazione.
“E tu sei riuscito a capirlo?” chiese sbalordito.
“Ci conosciamo da quando siamo nati” replicò alzando le spalle.
Per lui era tutto così ovvio, parlare con una persona muta solo con lo sguardo. Mentre Akashi lo trovava estremamente difficile, aveva sempre avuto un’ottima capacità di comprensione ma in quell’ultimo periodo stava avendo qualche problema. Tutta causa dell’Imperatore?
“Giusto… io… Daiki… voglio parlare con lui”.
“Parlaci” disse lui come se fosse la cosa più ovvia da fare.
 
“Che caratterino. Ho sempre amato Daiki per questo”
 
“Mi evita” replicò Akashi infastidito dalla voce dell’Imperatore.
“Allora niente”.
 
“Te l’avevo detto. Ti volteranno tutti le spalle”
 
Aomine si voltò, intenzionato a raggiungere Kise ed in quel momento Akashi scoppiò. Era già partita male come giornata e i giorni precedenti erano stati pesanti e faticosi. Chiuse gli occhi mentre la voce dell’Imperatore diventava più forte.
 
“Lasciati andare Seijuro. Porrò fine a tutte le tue sofferenze”.
“Come?”
“Abbandonati a me”
 
Aprì gli occhi e prese una boccata d’aria fresca come se stesse emergendo dalle profondità dell’oceano. Poi guardò le spalle di Aomine e si schiarì la voce.
 
“Ho sempre amato questo tuo caratterino… però amo soprattutto piegarti al mio volere”
 
“Daiki, Daiki, Daiki…” disse con tono canzonatorio “non mi vuoi aiutare? Bene, fai come ti pare però…” inclinò la testa di lato con un sorriso irritante pronto ad accogliere la reazione del ragazzo “non venire a lamentarti da me se dovesse accadere qualcosa di… spiacevole? Si, spiacevole è la parola giusta, alla persona che in questo momento ti sta più a cuore, persino più di Tetsuya stesso” si leccò le labbra come se stesse per gustare la preda intrappolata in un angolo.
Aomine si voltò con sguardo battagliero ma, dal suo tremolio, si poteva scorgere il suo nervosismo.
“Osi minacciarmi? E poi chi ti dice che non tengo più a Tetsu?” chiese.
Due occhi arancioni brillarono vittoriosi verso la sua direzione. Era fatta. Aveva catturato una preda bella grossa, una pantera, nella sua tela di ragno.
“Allora aiutami. Manda un messaggio a Tetsuya dove gli darai appuntamento stasera alle 21:00 in terrazzo. Ovviamente andrò io” ordinò.
Aomine chiuse i pugni per la rabbia. L’Imperatore sapeva che stava valutando se obbedire o meno.
“Va bene” disse a denti stretti.
“Perfetto” disse l’Imperatore.
Si allontanò con passo elegante verso la villa lasciando da solo Aomine.
“Vittoria” pensò.
“Seijuro?”
L’Imperatore alzò lo sguardo vedendo Murasakibara dirigersi verso di lui armato di pallone da basket. Si affrettò a coprire i suoi occhi con gli occhiali da sole per non farsi scoprire. Non poteva permettersi che lui lo scoprisse e attaccasse, era piuttosto abile a manovrare Seijuro.
“Dimmi” rispose cercando di sembrare gentile.
“Ti va una partita a basket? Uno contro uno?” propose Murasakibara.
“Non posso. Ho una faccenda da sbrigare”.
“Ok”.
Murasakibara si allontanò verso la spiaggia, ed Akashi emise un sospiro di sollievo. Per fortuna non si era insospettito.
Continuò il suo cammino verso la villa, varcando la soglia con passo elegante e sicuro. Quella sera avrebbe ottenuto la sua vendetta su Tetsuya e tutti i Miracoli. Sarebbe stato il suo grande giorno e poteva fare quello che voleva senza freni ora che Seijuro si era rannicchiato nei meandri della sua mente. Si era come spento circondato dalla sua forte presenza, arreso all’evidenza dell’odio che i suoi presunti compagni provavano nei suoi confronti.  
Andò in camera sua liberandosi del costume da bagno e indossando un pantalone in lino e una camicia a maniche corte più consona al suo rango. Preferì evitare di mettere la cravatta per non insospettire Murasakibara e si mise una lenta a contatto rossa. Si guardò allo specchio cercando di sorridere in modo più affabile. Seijuro era sempre stato un tipo autoritario e a tratti timido ma, con la sua ricomparsa, aveva mostrato un lato più dolce, un lato di sé che aveva mostrato in tutta alla sua vita solo a Tetsuya. Ora invece si comportava così con tutti.
Soddisfatto del risultato scese di sotto nel suo ufficio convocando poi il capo maggiordomo. Nell’attesa sentì bussare timidamente alla porta.
“Avanti” disse autoritario.
Poi si schiarì la voce cercando di essere meno rigido. Rimase stupito però quando, invece del capo maggiordomo, trovò Midorima.
“Shintaro? Cosa succede?” chiese osservandolo.
Sembrava nervoso e si stava stringendo convulsamente le fasce alla sua mano sinistra.
“Niente di che. Oggi ritorna Satsuki” annunciò.
L’Imperatore aggrottò la fronte.
“Ma sua madre non stava in ospedale?” chiese sospettoso.
“Sì, però non è nulla di grave. Se ne sta occupando sua zia e sua madre l’ha spedita qui perché era diventata troppo… pressante” disse con mezzo sorriso.
“Ah capisco. Satsuki quando vuole sa essere molto invadente” rispose lui sorridendo di rimando.
“Quindi alle 20:30 andrò a prenderla alla stazione” continuò lui.
“Va bene. Dirò al mio autista di…”
“No! Aspetta un attimo” Midorima lo interruppe con molta enfasi.
L’Imperatore lo osservò confuso. Shintaro era diverso e la sua solita compostezza era stata sostituita dall’agitazione.
“Cosa mi nascondi?” chiese autoritario.
“Io…” Midorima arrossì cosa che sorprese ancora di più l’Imperatore.
“Shintaro?” chiamò lui perplesso.
“Volevo andare da solo a prenderla… sai non la vedo da un po’ e… volevo stare con lei… in privato…” balbettò diventando più rosso.
“Oh” esclamò l’Imperatore.
Era la prima volta che vedeva Midorima in quello stato e non se lo sarebbe mai aspettato.
“Va bene” acconsentì lui “però cercate di tornare per le 21:00. Di notte questa zona non è sicura”.
“Ok… grazie” si inchinò facendo ondeggiare la camicia verde sbottonata e corse fuori urtando il capo maggiordomo.
“Mi scusi!” disse prima di scomparire del tutto.
Il maggiordomo sorrise e si chiuse la porta alle spalle.
“Mi ha chiamato signorino?” chiese inchinandosi.
L’Imperatore non rispose guardando con intensità l’orologio. L’arrivo di Satsuki era una maledizione ma allo stesso tempo una benedizione. Doveva solo fare qualche modifica di orari.
“Signorino?” incalzò il maggiordomo.
“Mi ascolti attentamente. Oggi servirete la cena mezz’ora prima, alle 19:00” iniziò lui.
“Sì” annuì il maggiordomo.
“Inoltre voglio che tutta la servitù entro le 20:30 abbandoni la villa. Resteranno solo le due guardie del corpo davanti al cancello principale” continuò.
“Signorino mi dispiace ma non posso rispettare questo ordine. Vostro padre…”
“Mio padre ora non c’è e se non vuoi vedere perdere il lavoro, ubbidiscimi” disse alzandosi dalla sedia.
Il suo volto si era trasfigurato dalla rabbia e sui occhi brillavano minacciosi.
“Si, signorino” rispose il maggiordomo inchinandosi rispettosamente.
“E nessuno, oltre la servitù, dovrà sapere di queste disposizioni. Voglio fare una festa a sorpresa ai miei ospiti e non voglio essere disturbato per nessun motivo”.
“Si, signorino”.
“Puoi andare” aggiunse sedendosi nuovamente.
Il maggiordomo si inchinò e lasciò in silenzio la stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
L’Imperatore chiuse gli occhi irritato. Pochi giorni con Seijuro e già la servitù non lo ascoltava? Riaprì gli occhi e si alzò in piedi dirigendosi alla finestra, scostò le tende bianche guardando in spiaggia dove i Miracoli si erano radunati: Murasakibara si era seduto accanto a Kise offrendogli un ghiacciolo, lui lo accettò perplesso, guardandolo poi mentre si alzava per raggiungere la riva del mare; Midorima ed Aomine stavano confabulando sotto l’ombrellone e le loro espressioni erano serie.
“Non vi date pena, presto tutto finirà” pensò con un sorriso soddisfatto.
Quella sera ci sarebbe stata una festa tutta per loro, una festa completa di fuochi d’artificio che li avrebbe lasciati senza parole.
 
***
 
Villa Akashi.
Camera di Aomine.
Ore 20:30.
Aomine stava facendo su e giù per la sua camera, in attesa di notizie da parte di Midorima. Era partito dalla villa alle 20:00 in punto per raggiungere la stazione e non si era fatto sentire per niente. Cercò di calmarsi sedendosi al bordo del letto. Il suo sguardo si soffermò sulle valigie vicino alla porta, ne erano molte perché di nascosto aveva preparato anche quelle di Kise. Aveva un piano che li avrebbe liberati tutti però, dietro consiglio di Midorima, non aveva detto nulla a Kise. Sospettava che fosse in combutta con Akashi e lui, nonostante i sentimenti che provava nei suoi confronti, non era riuscito a controbattere. In fondo al suo cuore sentiva che Midorima aveva ragione.
Il suo cellulare suonò riecheggiando nella stanza. Rispose al secondo squillo quasi urlando.
“Aomine, mi hai forato un timpano” borbottò Midorima.
“Scusa. Gli altri?” chiese senza tanti preamboli.
“Sono qui con me. Stiamo in fila in biglietteria per ritirare i biglietti prenotati”.
“Perfetto. L’incontro tra Kuroko ed Akashi sarà alle 21:00. Se tutto andrà secondo i piani, alle 21:45 prenderemo il treno”.
“Sì. Ora chiudo”.
“A tra poco”.
Aomine tolse la comunicazione alzandosi in piedi nervoso, dopo il dialogo avuto con l’Imperatore aveva iniziato a provare una sgradevole sensazione, sentendosi in pericolo. Non che prima non lo fossero, dopotutto li teneva tutti lì contro la loro volontà ma, c’era stato qualcosa nella sua voce che lo aveva allarmato. Aveva desiderato fuggire senza voltarsi indietro e infatti l’aveva fatto trovando Midorima.
Quella sera sarebbero fuggiti tutti via da quella villa, rifugiandosi in posti diversi: Midorima e Momoi, lui e Kise, Kuroko e Kagami. Nessuna coppia doveva sapere dove sarebbe andata l’altra e si sarebbero tenuti in contatto per capire come muoversi in futuro. Per lui e Kise sarebbe stato un po’ complicato nascondersi visto che faceva parte del mondo dello spettacolo ma, avrebbe fatto di tutto per difenderlo.
Un leggero colpo alla porta lo mise in allarme e, prima di riuscire a fare qualsiasi cosa, Kise entrò dentro.
“Ah, sei tu” disse sollevato Aomine.
Quella sera indossava un paio di bermuda di jeans, dei sandali e una maglietta a maniche corte gialla e bianca, mentre lui aveva optato per un paio di scarpe ginniche, un pantaloncino sportivo e una maglia blu.
“Chi pensavi chi fosse?” chiese lui dubbioso.
“Niente, niente”.
Kise lo guardò sospettoso per poi posare il suo sguardo sulle valigie.
“Vai da qualche parte?” il suo tono era teso.
“Sì” rispose lui osservandolo attentamente.
“Un momento ma… quelle sono le mie valigie!” esclamò correndo verso di loro.
Aprì con frenesia una valigia trovando dentro, in modo disordinato, i suoi abiti e altro.
“Ecco perché non trovavo più il mio pettine! E questo??? Nooo! Mi hai sporcato tutti i vestiti!!”
Aomine non rispose controllando nervosamente l’orologio. Erano le 20:40 e non aveva ancora ricevuto nessun messaggio da parte di Tetsu. Quando gli aveva scritto dell’appuntamento alle 21:00 in terrazza lui gli aveva risposto con un rapido “ok” anche se, per tutta la cena, gli aveva lanciato sguardi indagatori. Si aspettava quindi qualche altro tipo di messaggio però forse, a causa del suo mutismo, quel rapido ok per i suoi standard era fin troppo.
“Mi spieghi cosa diavolo sta succedendo?”
La voce adirata di Kise lo riportò alla realtà.
“Si parte” rispose semplicemente.
“Senza dirmelo prima?”
“Sorpresa!” disse Aomine con un sorriso tirato.
“Per dove?”
“Lo saprai quando arriveremo”.
“Non vengo”.
Si scrutarono per un secondo studiando l’uno l’espressione dell’altro: Aomine era nervoso e continuava a muovere i piedi; Kise era più pallido del solito, nonostante l’abbronzatura degli ultimi giorni e, una patina di sudore ricopriva il suo collo.
“Kise. Ti fidi di me?”
“Non è questo il punto. Sei nervoso da oggi e a cena l’atmosfera era pesante. Cos’è successo?”
Aomine sospirò.
“L’Imperatore è tornato e, questa volta mi sembra… diverso… non so come spiegartelo ma siamo tutti in pericolo”.
Si aspettava da parte di Kise un urlo soffocato, occhi sbarrati, tremore, gesti teatrali. Invece nulla, si limitò a battere le ciglia indifferente.
“Dai Aominecchi! Non esagerare” disse con un sorriso nervoso.
“Non sto esagerando! Sta tramando qualcosa e tra poco incontrerà Tetsu in terrazza!” urlò Aomine esasperato.
“Sappiamo che Akashi è un po’ fuori dagli schemi però mi sembra che tu stia esagerando” continuò lui impassibile.
Aomine lo guardò incredulo, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo. Stava volutamente aggirando la gravità della situazione oppure era troppo impaurito per ammetterlo?
“Kise…”
“Aominecchi, sei solo molto nervoso per la situazione che stiamo vivendo” si avvicinò a lui per poi avvolgerlo in un abbraccio “sai che in questo periodo Akashi sta avendo frequenti cambiamenti e poi aveva gli occhi bicromatici a cena” aggiunse.
Aomine ricambiò l’abbraccio riuscendo così a calmare il suo nervosismo. Kise aveva la capacità di farlo sentire subito meglio.
“Forse hai ragione… ma noi andremo via lo stesso. Midorima sta venendo qui con Kagami e Satsuki e…”
“Come!?” Kise si scostò bruscamente da lui “Kagami??!”
“Sì, gli abbiamo rivelato tutto” continuò Aomine.
“NO! SIETE IMPAZZITI??”
“Doveva saperlo Kise! Tetsu ha bisogno di lui! Dobbiamo salvarlo!”
“PERCHE’ NON MI HAI DETTO NULLA??”
Kise si avviò a grandi passi verso l’uscita ed Aomine, confuso, gli sbarrò la strada.
“Fammi passare!” urlò.
“Cosa diavolo succede?” chiese lui.
Kise stava tremando e aveva sul volto un’espressione disperata.
“Fammi uscire!”
“Calmati!”
Lo afferrò per le braccia e lui divincolò correndo verso la porta. Aomine, irritato, lo prese per la vita sollevandolo dal pavimento.
“LASCIAMI!”
Lo depositò sul letto per poi sedersi a cavalcioni su di lui, bloccandogli le braccia in alto.
“TI PREGO AOMINECCHI!”
“Ti lascio solo se mi spieghi…”
“NO!”
Aomine strinse la presa ai polsi e Kise gemette dal dolore.
“Parla” disse.
Gli occhi di Kise divennero lucidi e alcune lacrime iniziarono a scivolare sul suo viso.
“Ti prego! Fammi andare da Akashi…”
“Perché!?”
“Prima che sia troppo tardi!”
“Troppo tardi per cosa!?”
Kise chiuse gli occhi mentre iniziò a singhiozzare.
“Vuoi andare da lui per rivelargli tutto??”
“D-de-devo f-f-farlo!!!”
“PERCHE’!?”
“P-p-p-per il senpai!”
Aomine rimase talmente stupito da quella risposta che lasciò liberi i polsi di Kise. Sul suo viso si leggeva solo sgomento e… paura.
“Quale senpai?” chiese con voce atona.
“Kasamatsu senpai”.
 
 
Angolo della follia @.@
Finalmente ce l’ho fatta! (Si fa per dire… ho dovuto dividere il capitolo in due perché è bello lungo).
Riepiloghiamo la situazione e facciamo chiarezza! =D
Abbiamo inizialmente una situazione tranquilla e la solidità dell’amicizia tra Aomine e Kuroko che, anche senza parlare, riescono a sostenersi. Kuroko quindi, nonostante il mutismo, continua ad essere un buon amico sostenendo quella testa calda di Aomine ;)
Poi abbiamo il ritorno dell’Imperatore, questa volta sembra molto determinato… cosa avrà intenzione di fare? E perché Aomine si sente così in pericolo? L’imperatore farà davvero qualche gesto eclatante?
Infine abbiamo una scena AoKise sconcertante, con alcune rivelazioni: Kise non ha mai lasciato Kasamatsu. Perché?
Nella seconda parte del capitolo ci saranno nuove rivelazioni da parte di Kise e altri colpi di scena… curiosi??
Attendo i vostri commenti per queste prime “svolte”.
Ciao e alla prossima! =D
   
 
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