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Autore: arsea    01/06/2015    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Regina e Robin si fossero incontrati quando erano ancora ragazzi?
Lei una giovane nobildonna e lui il figlio ribelle di un Lord...
Ma lei non era innamorata di Daniel?!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daniel, Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si avvicinò silenziosamente, approfittando prima della boscaglia intorno all’edificio e poi di alcune balle di fieno accatastate sulla destra.
Aveva visto quel magnifico destriero quella mattina, mentre cacciava sui limitare della proprietà reale, e non aveva potuto fare a meno di pensare a quante bocche avrebbe potuto sfamare al villaggio vendendolo.
Senza contare la soddisfazione di aver derubato il Re, ovviamente: se ne sarebbe parlato per mesi alla locanda!
Si assicurò meglio la faretra sulla schiena quando raggiunse la porta della stalla, sporgendosi appena per controllare se fosse sorvegliata, e vide allora un giovane, il figlio dello stalliere probabilmente, intento a stigliare un puledro color castagno con le zampe pezzate di bianco << Tranquillo, Rozinante... Regina arriva tra poco >> stava dicendo all’animale.
Lo stalliere sarebbe stato un bel problema, Robin lo conosceva e sapeva che era un osso duro, ma quel ragazzo non sembrava molto pericoloso, soprattutto contro di lui, che era cresciuto in una famiglia nobile ed era abile sia nella spada che nella lotta a mani nude.
Fece il giro della stalla di soppiatto, attento a non fare il minimo rumore, quindi lanciò un sasso verso la porta per attirare l’attenzione del ragazzo << Regina? Sei già qui? >> fece, dirigendosi esattamente dove voleva Robin: con tre agili passi lo raggiunse alle spalle e lo colpì alla base del collo, facendolo cadere come una mela matura << Daniel! >> sentì proprio in quella, la voce di una ragazza, ma invece di scappare l’istinto di Robin gli fece incoccare una freccia, volgendosi infine verso la fonte del richiamo.
Davanti a lui c’era la principessa, non poteva essere nessun altro, fasciata da un bel completo da cavallerizza di broccato cobalto.
I capelli erano raccolti in una lunga treccia adagiata sulla spalla destra, mentre gli occhi scuri come la fitta boscaglia scattavano dalla punta della freccia che la minacciava al ragazzo svenuto per terra << Ferma dove siete! >> intimò mirando al petto, anche se non avrebbe mai osato colpirla.
Anche solo ferirla avrebbe significato la forca e lui non era disposto a rischiare tanto per rubare un cavallo.
D’altro canto Regina lo sapeva bene perciò era lungi dall’essere spaventata, tanto che nemmeno diede ascolto all’ordine minaccioso, proseguendo invece verso Daniel.
Robin sibilò un’imprecazione spazientito, scagliando la freccia nel terreno ai piedi di lei, così da fermarla << Sei impazzito?! >> esclamò lei scattando indietro, ma più che spaventata pareva furiosa: il bel volto era attraversato da collera sibilante, tanto che il frustino che teneva tra le mani fremeva << Non mi avete ancora visto pazzo, mia Signora >> ribatté lui ringraziando il cielo che il cappuccio gli nascondesse il volto << Sappiamo entrambi che non oserai farmi del male quindi metti via quell’arma e sparisci prima che decida di chiamare le guardie >> disse lei senza scomporsi, rivolgendogli uno sguardo sprezzante.
Subito dopo però la sua espressione si sciolse in un bellissimo sorriso: il figlio dello stalliere rinvenne con un mugugno dolorante, rialzandosi in piedi con lentezza << Daniel! >> quell’unica parola era così intrisa di sollievo e allo stesso tempo dolcezza che raggiunse le orecchie di Robin come un sibilo gracchiante invece del suono amorevole che era << Stai lontana da lui! >> gridò impulsivo, odiando senza sapere perché il legame che evidente saltava ai suoi occhi.
Daniel lo fissò rancoroso, ponendosi sulla sua linea di tiro << Colpirti a malapena mi farà perdere il sonno, ragazzo. È molto meglio che sia lei a proteggerti con il suo corpo >> aggiunse, ma l’altro non si lasciò intimidire << Sei venuto qui per i cavalli, non è così? Prendi ciò che vuoi e vattene allora >> <> << Non è forse ciò che sei? >> fece Regina facendo vibrare il frustino in aria.
Robin era sicuro che se si fosse trovato alla sua portata non avrebbe esitato a colpirlo.
Un simile pensiero lo fece sorridere, sarebbe stato divertente visto come la collera la abbelliva quasi più degli ornamenti che indossava.
Quell’insulso ragazzo riusciva a vedere ciò che vedeva lui?
Riusciva a scorgere la splendida fierezza nella ragazza che cercava così ridicolmente di proteggere?
Regina non aveva bisogno di essere protetta, era chiaro come un giorno di sole.
Si tolse il cappuccio con un sospiro, abbassando l’arco << Sono Robin di Locksley, stalliere. Figlio del Lord confinante e ben lontano dall’essere un ladro. Sinceramente pensavo che voi foste il ladro >> il miglior modo per nascondere una menzogna è irrorarla di verità del resto.
Lo stupore che passò sul volto del ragazzo fu sufficiente a ripagarlo del cavallo perduto << Come se potessi credere ad una simile sciocchezza! >> esclamò lei invece, per nulla convinta, tanto che si avvicinò a passi decisi per osservarlo attentamente.
Non conosceva il figlio del Lord loro vicino, sua madre non approvava che partecipasse alle serate mondane, ma ricordava bene almeno una cosa dalle lezioni dei suoi precettori: << Mostratemi lo stemma del vostro casato allora >> lo sfidò una volta che l’ebbe raggiunto, scrutandolo negli occhi chiari.
Robin sorrise ancora, ridacchiò persino, quindi sfoderò il pugnale che portava alla cintura e glielo porse dalla parte del manico.
Regina lo prese sospettosa, non si fidava affatto di quel bello sconosciuto, eppure riconobbe comunque il leone rampante inciso sulla lama << Siete chi dite di essere >> dichiarò infine, anche se non sembrava per niente contenta del risultato ottenuto << Ciò non toglie che avete fatto del male ad un mio caro amico. Cosa avete intenzione di fare per chiedere ammenda? >> Robin scrollò le spalle, rimettendosi l’arco a tracolla e guardando il ragazzo con quell’espressione beffarda che fece ritorcere le viscere di Regina dalla rabbia.
Si credeva superiore a Daniel!
Strinse la bella bocca carnosa fino a farla impallidire, rendendo evidente una sottilissima cicatrice sul labbro superiore << Direi che l’unico modo è pagare con qualcosa di altrettanto prezioso >> decise allora e prima che Robin potesse fermarla si voltò verso il bosco e con un lancio rabbioso spedì il pugnale ancora tra le sue mani nel fitto della boscaglia << Cosa avete fatto?! Era un cimelio di famiglia! >> esclamò il giovane nobile allibito, ma lei si limitò ad alzare le spalle con indifferenza, avvicinandosi invece a Daniel per prendergli la mano << Potete sempre andarlo a cercare. Mancano ancora alcune ore al tramonto >> gli rispose con un sorriso sornione, affatto pentita << Cosa farò se non lo ritroverò? Conteneva lo stemma della mia famiglia! >> lei si assestò la treccia con noncuranza, volgendosi infine a dargli le spalle << Provate a tatuarvelo sul braccio. E cercate di non perderlo la prossima volta >> gli suggerì divertita, dirigendosi infine verso il castello.
   
 
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