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Autore: Morgens    02/06/2015    2 recensioni
Mi chiamo Destiny Justice Morgens. Lo so, il mio nome ha un significato molto forte, racchiudo in me il Destino e la Giustizia, peccato che la mia vita sia l'alterego di questi valori. Per vivere, a Los Angeles, mi occupo di furti a livello internazionale e con il mio stipendio (spesso a cinque zeri) mi lascio andare a lussi sfrenati. Il mio scopo è ritrovare mio fratello dopo 12 anni dalla sua presunta morte..so che Christian è ancora vivo e forse so anche dove si nasconde.
Genere: Slice of life, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Ero nata a Los Angeles ben 20 anni prima. Ma non ero una di quelle ragazze che frequenta scuole prestigiose, possiede una villa ed è sempre la reginetta indiscussa di ogni cosa. No, Destiny Justice Morgens era ed è ancora molto diversa. Mi ritrovo qui oggi, a questa scrivania, a raccontarvi la mia storia perché credo che possa insegnare a molti ragazzi il valore di una buona famiglia stabile e l'importanza dell'affetto che si riceve da un fratello. Dunque, ero nata nella periferia di L.A., una di quelle zone malfamate che solo pochi abitanti del posto conoscevano. Non avevo mai riconosciuto nel volto di un uomo la figura di un padre, ma non me ne curavo perché nemmeno mio fratello maggiore, il mio dolce Christian, sapeva l'identità del suo. In realtà io e mio fratello avevamo solo nostra madre, Alexandra Morgens, a fornirci un legame di sangue, infatti quando era stata abbandonata dal suo ragazzo a soli 15 anni ed incinta di un bambino dopo il parto era stata costretta a prostituirsi per sfamare sé stessa e Christian. La famiglia, non appena saputo della gravidanza, l'aveva abbandonata e da quel giorno non aveva più avuto notizie dei suoi genitori. Tre anni dopo, quando mio fratello già sgambettava per strada, ero venuta al mondo io, un altro errore, un'altra bocca da sfamare. Crescendo, Chris si occupava di me e mia madre continuava a fare ciò che doveva per garantirci un misero pasto al giorno. Quando io avevo 5 anni e il maggiore 8, la mamma non ci diede più il permesso di salire a casa, lasciandoci a dormire in strada e a giocare di giorno, mentre l'appartamento veniva usato da lei e dai suoi clienti. Io non capivo, ma ero solo una bambina, e ogni mia curiosità veniva bloccata da mio fratello con delle risposte secche "Mamma sta male, non vuole che stiamo con lei perché potrebbe contagiarci. Vedi gli uomini che salgono a casa? Sono tutti dottori che la guariranno, vedrai" e gli occhi verdi gli diventavano lucidi, come ogni volta che parlava della donna. Andò avanti così finché una primavera, vidi dei fiori gialli che crescevano agli angoli della strada e li raccolsi. Pensavo che sarebbero piaciuti molto alla mia mamma, che magari sarebbe guarita più in fretta. Per vederla avrei dovuto aspettare la sera, quando ci portava da Johanna, la signora dell'osteria che ci avrebbe servito la minestra, ma non so perché decisi che volevo darglieli subito. Il portoncino del nostro palazzo stava sempre chiuso, era difficilissimo da aprire e servivano le chiavi; mi ero quasi arresa quando vidi un uomo dalla'aria familiare, uno di quelli che salivano sempre nel nostro vecchio appartamento, sfuggii a mio fratello che stava giocando a biglie e aspettai che l'uomo aprisse il portone per intrufolarmi anche io. Aspettai che salisse, che si chiudesse la porta alle spalle, e salii anche io al primo piano. Alla porta sgangherata trovai appesa la chiave, la girai piano piano nella serratura e con uno scatto sordo si aprì, dandomi libero accesso. Sentivo delle voci, dei sospiri, gli uni appartenevano a mia madre, gli altri probabilmente al dottore. Raggiunsi la camera da letto di mia madre e mi caddero i fiori dalle mani: mia madre indossava solo una vestaglia aperta sul petto, lasciando vedere i seni prosperosi, e il dottore, che non sapevo più chi fosse, la stava palpando, con già i pantaloni slacciati.
"Mamma...mammina..che succede..?"  chiesi ingenuamente, col cuore in gola e gli occhi  colmi di lacrime. Gli altri presenti nella stanza si girarono all'unisono, mia madre si richiuse immediatamente la vestaglia e mi chiamò vicina a lei "Des, amore di mamma..quante volte ti ho detto di non salire qui? Mamma non sta bene..vai da Chris, ti prego..", piangeva..perché piangeva? Non capivo. L'uomo, molto alto e massiccio, mi si avvicinò, il suo alito puzzava di vino. Mi sollevò il mento con due dita "Alexandra..è tua questa piccola bastarda? Dov'è tuo figlio? Eh? Glielo avevi raccomandato, doveva tenerla a bada! Deve pagare..", si chiuse la zip dei jeans e si diresse alla porta. Io lo seguii, mentre mia madre rimase seduta sul letto, quasi impietrita, a piangere. Scesi le scale col cuore che batteva all'impazzata, mi nascosi nell'androne e guardai fuori: l'omone teneva mio fratello per la gola e lo strattonava, il ragazzino di appena 11 anni scalciava nel vuoto e boccheggiava. Mi misi ad urlare "Mollalo! Gli fai male! Perché gli fai questo!?", il colosso si voltò e mi gridò, ridendo beffardo "È colpa tua! Doveva tenerti a bada mentre ero con tua madre! Deve pagare a causa tua!", nel frattempo mio fratello gli sferrò un calcio tanto forte da fargli mollare la presa su di lui e si mise a correre velocissimo mentre l'uomo lo inseguiva, con una pistola in mano. Mia madre arrivò e mi strinse contro il suo petto mentre mi dimenavo e cercavo di sfuggirle per andare da mio fratello. In lontananza sentimmo uno, due, tre colpi, al quarto un urlo lancinante di Christian e successivamente il silenzio. Non andai mai a controllare, era morto, non sapevo dove, ma ne ero quasi certa. Mi voltai, puntai gli occhi in quelli di mia madre e mi liberai dalla sua stretta "Ti odio. È morto per colpa tua. I tuoi amici fanno schifo!" e corsi via prima ancora di sentire la sua risposta, so solo che non mi seguì. Crebbi per strada, da sola, imparando a rubare sempre di più e sempre con più agilità. A 15 anni venni a sapere della morte di mia madre e a 16 fui assunta da una banda di malviventi che si occupavano di  furti di gioielli e pietre preziose su scala internazionale. Col mio talento per il furto, divenni presto una delle migliori e segnai i colpi più memorabili, rimanendo tutta via completamente insospettabile. Voglio iniziare però il vero racconto dal mio ventesimo anno di età, perché in quell'anno avvennero cose straordinarie e iniziai le mie ricerche per ritrovare mio fratello. In 12 anni avevo capito che Christian Morgens, quel lontano giorno di primavera, non era morto.
   
 
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