Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Airyn01    02/06/2015    1 recensioni
I ricordi si presenteranno davanti la loro faccia in modo brusco e schietto, come proiettili veloci ed inafferrabili. Durante il periodo della loro avventura, nella quale ognuno spera si avveri al più presto il suo sogno, i personaggi si ritroveranno costretti più volte ad addentrarsi nell'indimenticabile passato che segnava un tempo la loro ingenua infanzia. Comprenderanno quanto specifiche compagnie si siano rivelate fondamentali nella loro precedente vita e che, proprio grazie a queste specifiche compagnie ritrovate dopo dodici anni, ritroveranno il coraggio e la forza di avanzare per realizzare i loro più grandi e ambiti desideri. Se ognuno di noi immaginasse il proprio sogno una stella, splendente e folgorante, non vorremmo cadesse come polvere dorata tra le nostre mani?
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Perona, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I Capitolo

Ace era appisolato sulla ringhiera in legno della sua ''nave natale'' insieme al suo Capitano, Barba Bianca, che non smetteva di fissarlo neanche per un secondo, notando la sua incontrollabile agitazione.
- Andiamo, vedrai che alla fine non resterai così turbato dalla sua presenza, mio caro... - sogghignò egli, divertito.
Ace non rispose, sebbene il suo allarmante ma abituale silenzio la dicesse lunga e chiara su quella situazione ingestibile e oltremodo folle.
Continuava ad essere inerme, osservando con sguardo distratto l'oceano - era l'unica cosa che potesse guardare in fin dei conti... - chiedendosi quand'ella si sarebbe fatta viva...
Nonostante fosse completamente in disaccordo sull'accettare la visita non molto gradita, comprendeva quanto in quel momento avessero bisogno di maggiori alleanze e soprattutto forze per risolvere uno dei tanti problemi che comparivano con uno straordinario tempismo nell'equipaggio del famigerato Barba Bianca.
Non che avesse particolari riguardi nei confronti dell'ospite, per carità, quanto più il motivo di quell'angoscia era basato e girava intorno alla storia dell'ospite che attendeva con una certa impazienza per liberarsi quanto prima dell'enorme peso situato sulla bocca dello stomaco che gli impediva di respirare.
Non avrebbe mai pensato, in effetti, che, la donna più importante e fondamentale della sua infanzia, avesse potuto creargli tante preoccupazioni, delle quali il suo rispettoso e stimato Capitano neanche poteva immaginare, talmente erano contorte e confuse.
Potevano mai essere, poi, delle preoccupazioni, contorte e confuse? Davvero notevole l'inverosimilità della cosa, comunque.
Nonostante continuasse a ripetersi che non fosse giusto quell'aggravante incontro, non poteva fare a meno dell'indecifrabile voglia che lo assaliva e lo penetrava, di rivederla...
Cominciò a fantasticare sulla sua nuova immagine, pensando a come, dopo tanto tempo, fosse cambiato il suo aspetto.
Prima di compiere tale azione però, doveva ricordarsi come prima ella fosse fatta... quindi la sua memoria vagò indietro nel tempo, esattamente a dodici anni fa, quand'era ancora un bambino. 


§§§

- Ehy, Kidd! Guarda qui cos'ho trovato. - Ace mostrò la bandiera nera, sgualcita e un po' spellacchiata al compagno.
Il rosso la guardò per qualche secondo, pensieroso, prima di poterne confermare l'utilità.
- Pensi che vada bene? - continuò l'altro, sperando con tutto se stesso di non dover dare fuoco all'ennesima stoffa nera che rubava dal mobile della cucina.
- Se non hai trovato di meglio... potremmo comunque appendere questa - rispose egli, scrollando le spalle.
Il viso del moro si illuminò di un grandissimo sorrisone, cosparso dalle molteplici lentiggini che gli ricoprivano le gote.
- Però manca ancora il teschio! - esclamò, distruggendo le poche aspettative del ragazzino.
Ma, proprio mentre Ace stava per rimpadronirsi del suo musone lungo, Kidd afferrò un pennello dalla sua tasca e lo intinse nel barattolo di vernice bianca accanto a lui.
Fece segno all'altro di poggiare il telo scuro per terra e di posizionare sopra ai vertici qualcosa di pesante che impedisse di farlo volare via dal vento. Così, mentre il rosso lo teneva fermo con l'aiuto di mani e braccia, il moro raccolse quattro pietre deformi ed irregolari e le accostò sul panno di velluto.
Si chinarono entrambi: l'uno muoveva la mano tremante prudentemente e cautamente per evitare errori, e l'altro, quasi attaccato alla fronte del compagno, osservava con ammirazione, stupefacenza e timore le pennellate che sarebbero schizzate sulla loro futura bandiera.
D'altro canto, Eustass Kidd era l'unico della ciurma ''senza nome'' a saper disegnare meglio, quindi toccava a lui dipingere il teschio che li avrebbe caratterizzati a vita.
Però, prorio quando si decise a raffigurare qualcosa, le sue idee si polverizzarono, apparendo notevolmente incerto sul da farsi.
- Qualcosa non va? - chiese preoccupato il cowboy della banda.
L'altro si voltò a guardarlo, insicuro e sovrappensiero, fissandolo allibito: - Come facciamo ad avere un simbolo se non abbiamo neanche un nome?! - dibattè poi, abbatendosi al suolo.
Ace lo seguì, pensando a quanto entrambi fossero stati stupidi e sciocchi per non essere arrivati a quella semplice e ingenua osservazione.
- Adesso sembrerò a tutti un cretino come Luffy! - si vergognò il rosso, esasperato.
E proprio dopo quell' affermazione, il diretto interessato si presentò davanti alla collinetta burrascosa, scendendo lentamente con i suoi zatteroni da Sampei Il Ragazzo Pescatore.
- Brutto scimmione, a chi hai dato del cretino?! - smentì invece l'altro, offeso, con la faccina paffutella arrabbiata.
- Mi sembra ovvio, al rè dei cretini! - specificò il ragazzo dai capelli fiammosi, ancora steso al suolo.
- Ah, vabbè! - rispose il moro, come se la faccenda non gli riguardasse.
Gli altri due si schiaffarono una mano sulla fronte, confermando nuovamente la sua immensa stupidaggine.
- Cosa succede? - domandò in seguito, vedendoli scoraggiati.
- Niente, ci siamo resi conto che, se vogliamo continuare le nostre avventure, dovremmo trovare un nome al nostro equipaggio... - rivelò il fratello, con un tono triste e piagnucoloso.
- Capito - affermò il fratellino, addentando la sua cosciettona enorme di braciola al forno.
I due si alzarono di scatto, affiancati al suo volto, increduli, chidendogli all'unisono: Ti sembra questa l'ora di mangiareeee???! - e si beccò anche un bel pugno sulla testolina.
La vittima inclinò la testa in avanti per la botta ricevuta, ingoiando il pezzo di carne che gli stava andando di traverso, rispondendo subito dopo, con un lamento: - Perchè mi avete colpito? - mugolò, con la vocina esile e lamentosa.
- Perchè ci andava! - gridarono i due, in sintonia, con un'espressione scocciata.
- E allora, che si fa?  - continuò il discorso precedente Ace, abbattuto, con un sospiro.
- Be', per inaugurare la nostra ciurma dobbiamo innalzare la bandiera, il problema resta quello: cosa disegniamo senza un punto di riferimento? - pensò Kidd, più a se stesso.
- Perchè non facciamo un bel cosciotto?! - propose Luffy, continuando a mangiare.
- Perchè tu mangi sempre?!- si spazientì invece il fratellone.
- Eheh, perchè ho sempre fame! - ammise l'altro, addentando un altro pezzo del suo cibo, sorridendo a trentadue denti.
Ed ecco che a quella ovvia risposta, arrivarono altri due bernoccoli, il cui impatto lo fece cadere direttamente con il volto per terra.
- Perchè mi avete picchiato? - si lamentò di nuovo, ingenuamente.
- Perchè ci andava! - ripeterono gli altri, altezzosi.
- Ah, vabbè! - esultò l'altro, mangiando nuovamente il suo prezioso cosciotto.
- Incredibile... - se ne uscirono i due, sospirando a quella scena.
- Sei un pozzo senza fondo, fratellino! - rise Ace, divertito, seguito dal Capitano, Kidd.
- Eustass-yaaaaaaaaaaaaa!!! - girdò qualcuno, da lontano, in un urlo disperato.
I tre si scandalizzarono al riconoscimento di quella voce: era Law!
- Laurie, dove sei?! - urlò il Capitano, in risposta.
- Sono qui, aiutooooo! - supplicò l'altro.
Kidd era nel panico: sono qui, dove?! Di certo quella non era una risposta esauriente...


- Lasciami andare! - esclamò Law, con una faccia infuriata e crucciata.
- No, marmocchietto, dovrai stare qui ancora un po' - rispose una bambina, davanti a lui.
- Marmocchietto a chi?! Ho la tua stessa età! - le fece notare l'altro, offeso.
- Sì sì, è uguale... - lasciò perdere la bambina dai capelli rosa, (?) sventolando la mano sinistra, noncurante.
- Bonney! l'hai legato bene? - apparì un'altra ragazzina, con una simpatica tunica celeste uguale ai sui capelli.
'' Ma siamo in un circo? '' si ritrovò a pensare Law '' Una con i capelli rosa... e l'altra con i capelli azzurri? ''.
- Sì, credo... - fischiettò, avvicinandosi al paletto alto di legno - su cui era legato il prigioniero - e stringendo maggiormente la corda spessa.
- Ahia! - si lamentò Law, chiudendo un occhio dal dolore.
- Quante storie! Sembri una femminuccia! - esclamò Bonney, ridacchiando.
- E tu che sei? Cretina, ti sei presa in giro da sola! - osservò lui, a denti stretti.
- Come hai detto?! - lo fulminò lei, ad occhi socchiusi.
Mentre la ragazzina dai capelli di colore celeste scoppiava a ridere a crepapelle, sotto lo sguardo agghiacciante della bambina dai capelli rosa, arrivò un'altra comparsa.
- Basta scherzare, se il nostro Capitano vi vedesse, vi manderebbe in pasto ai pesce-cane! - avvertì, seria.
'' Per fortuna questa qua ha i capelli normali'' sospirò il ragazzo.
- Scusaci... - sussurrarono le due, dispiaciute.
- A proposito, non è che ti è rimasta una braciola al forno? - chiese poi, a Bonney.
- E questo era perchè dovevamo essere serie... - borbottarono all'unisono.
- Eheheh... è che ho un certo languorino... - affermò la bionda, mettendo un braccio dietro al collo, grattandosi la nuca.
- Comunque no, le ho mangiate tutte io Margaret - grugnì, ponendo le braccia al petto.
- Ti pareva, la solita egoista! - esclamò la ragazzina dai capelli celesti.
- Adesso cosa centri tu, Bibi?! - alzò la voce l'altra, gli occhi due fiamme ardenti dalla rabbia - o dalla fame, c'è l'imbarazzo della scelta! -.
- Ho espresso solo il mio parere - rispose, con una faccia da snob.
- Già, perchè la principessina di Alabasta deve avere sempre l'ultima parola! - s'intromise Bonney, con un tono di voce stranissimo ed acutissimo.
'' Mmmhh... potrei approfittare della litigata di queste megere, per fuggire... '' pensò, nel frattempo, Law, iniziando a muovere con fare esperto le mani, per potersi slegare dalla corda.
- Io non sono la principessa di Alabasta quando sono con voi! Sono semplicemente la combattente della banda delle ''Very Very Cute''! - controbbattè.
- Shhh...! Sai benissimo di non poter rivelare quel nome! - gridarono le due, sconvolte.
Bibi si tappò immediatamente la bocca, invana, poichè ormai lo sapevano anche le pietre quel che aveva gridato.
- Qua - quaaaa! 
Tutte e tre si girarono di scatto.
- Karl! - esultò Bibi, correndo subito verso il suo prezioso papero.
- Ma che bravo! Hai portato da mangiare! - esclamò poi, sorpresa.
Appena sentirono pronunciare l'utlima parola, anche le altre la raggiunsero, in balia della fame e dei lamenti del loro povero stomaco.
- Però! Allora non sei così stupido... - disse Margaret, sorpresa, sorridendogli - non si sa se al papero o al cibo -.
- Cosa credevi... - borbottò la proprietaria, con aria di sfida.
- Ora basta litigare sù! Pancia mia fatti capannaaaaa!!! - esclamò Bonney, massaggiandosi la pancia con la mano destra, mentre un rivolo di saliva le usciva dall'angolo della bocca.
Ma, appena questa si avvicinò al suddetto sedile del papero, allungando una mano per afferrare un cosciotto che aveva già inquadrato prima, venne schiaffeggiata da Margaret.
- Eh no, mia cara! Tu hai appena finito di mangiare, sono l'unica a stomaco vuoto da stamattina! - urlò, prendendo il cosciotto.
- Tu... come ti sei permessa di profanare il mio cosciotto! - rispose, invece, l'altra, puntandole il dito contro.
La bionda, come tutta risposta, ne addentò un grande pezzo da sotto il suo naso.
- Dai che ce ne per tutte! - s'intromise Bibi, stufa, bevendo la sua noce di cocco attraverso una cannuccia.
In quel preciso istante, proprio quando stavano per iniziare a mangiare, vennero bloccate da un colpetto di tosse molto scocciato.
Spalancarono esterrefatte gli occhi, alla vista che le si presentava davanti.
- Allora... mi sapete dire dove sia finito il famigerato prigioniero del quale mi avevate promesso di catturare?!!! - iniziò il loro Capitano, prima con una voce calma e pacata - forse la più spaventosa e traumatizzante - poi con un urlo da spaccare persino le montagne (?).
Tutt'e tre gridarono dal terrore, iniziando già a piangere come matte dallo spavento di quella strana aura nera che avvolgeva tenebrosa il Capitano, insieme ai suoi capelli biondi che vagavano per aria come serpenti - simili a medusa - il tutto unito dalle mani messe a pugno, per accentuare la sua impazienza e la sua furia.
- E-e-ecco... noi... - iniziò ''la combattente'', senza successo.
- N-n-noi... abbiamo... - cercò di continuare Margaret, con una frase infondata.
- Eravamo troppo prese dal mangiare - concluse Bonney, indifferente, continuando ad ingoiare i pezzi di braciola, sotto le bocche spalancate delle due, sconvolte e terrorizzate.
- Io... io... io... VI DARO' IN PASTO AI PESCE-CANE! 
E in quel momento Angel, il Capitano, esplose.
Sì, esplose, e le conseguenze di quell'esplosione erano tre, molto evidenti, bernoccoli che comparivano sulla testa della sua ciurma.
- Insomma! Quante volte vi ho detto di prendere sul serio il vostro ruolo?! - continuò, con un sospiro.
- Sìssignora, promettiamo che non capiterà piu Capitano! - risposero le tre, all'unisono.
- Speriamo... - sospirò nuovamente l'altra, addentando una mela rossa.


- Laurieeee, dove seeeeeiiii! - urlò Luffy.
Ma niente, quella era l'ennesima volta che gridava in quel modo senza ricevere alcuna risposta.
- E smettila! Ci stai solamente rompendo i timpani - replicò Kidd, serio in volto.
- Non è mica colpa mia se non risponde - borbottò ''Sampei'', con un tono buffo.
- Lascia perdere fratellino - consigliò suo fratello - Meglio se continuiamo solamente a cercarlo.
Egli accennò il capo, tenendosi stretto il cappello di paglia sulla nuca, nonappena una folata di vento venne a disturbare quella simpatica ''ciurma di pirati''.
- Ehy... avete visto anche voi? - chiese Ace, subito dopo, indicando il cespuglio verdognolo che si mostrava davanti a loro.
- Sbaglio o quel coso si sta muovendo? - continuò per lui Luffy, incuriosito.
- Primo, sia dia il caso che quel ''coso'' è un cespuglio; secondo, sarà il fruscio del vento a muverlo in quel modo anomalo - rispose il Capitano, indifferente.
Però il vento non tirava più, e la pianta continuava comunque a far tremare le sue molteplici foglie.
- K-k-k-kidd... non penso sia il vento... - insistette il moro, spaventato, andandosi a rifugiare sotto le sontane di suo fratello maggiore.
Il cespuglio si mosse ancora, stavolta più veloce, mentre i tre si spintonavano per restare uno più indietro dell'altro possibile, scambiandosi sempre di posto.
Ancora un ultimo movimento e da lì uscì una simpatica famigliola di coniglietti grigi, saltellanti, in fila indiana.
Tutti sospirarono di sollievo, mentre Luffy, essendo il più piccolo, si avvicinava stupefatto dal numero infinito di coniglietti che uscivano da lì dentro, carezzandoli pian pianino.
- Ma ciau Mamma Coniglio! - salutò egli - Ciau anche a te Papà Coniglio! - continuò, con gli occhi luccicanti - Ciau anche a voi figlioletti picculini...! - insistette, poi iniziò a contarli - Uno... due... tre... quattro... cinque... sei... sette... otto... nove... dieci..undic..dodi..tredi..qua..quin..sedic...dicase..otto.. trenta..quaranta..uno..due..tre.. - E si beccò un pugno dal rosso.
- Cretino hai ricominciato a contarli daccapo! - si spazientì.
Poi, improvvisamente, il cespuglio si mosse di nuovo, facendoli arretrare nuovamente e scaturendo in loro la medesima paura di prima. Scoiattoli! Un'altro bel sospiro di sollievo...
- Oh, ma che carucci! - canticchiò il minore dei tre, avvicinandosi di nuovo per contarli tutti, mentre i suoi compagni si schiaffeggiavano da soli dall'impazienza.
- Allora... Papà e Mamma Scoiattolo sono già passati - poi si bloccò a pensare, scaturendo ai due stupefacenza - Ma certo! - esclamò subito dopo, alzandosi - Mamma Scoiattolo deve essere per forza Sandy la scoiattolina! - ideò, battendo il pugno sul palmo della mano aperta.
- Sandy la scoiattolina? - chiesero gli altri, scettici e confusi, domandandosi chi potesse mai essere.
- Sì, - continuò lui - quella di Spongebob! - sorrise infine, ricevendo il miliardesimo pugno sulla nuca.
Dopo quei battibecchi, la famiglia di scoiattolini si volatizzò nel nulla, cedendo il posto a dei...
- I cervi volanti! - esclamò il più piccolo, meravigliato, dirigendosi da loro come ipnotizzato - o zombieficato, dipende dai punti di vista -.
- No, aspetta! - gli urlò contro suo fratello, cercando di fermarlo, invano.
- Ahi! - disse l'interessato, succhiandosi il pollice ferito.
- Se li disturbi possono anche morderti... - lo avvisò troppo tardi Ace, scostandolo, osservando i due piccoli buchini che aveva lasciato quel simpatico ''Papà Cervo Volante''.
Il famoso cespuglio, che aveva riservato tutte quelle sorprese, si mosse per l'ultima volta.
- Ancora... - borbottarono il cowboy ed il Capitano, mentre Sampei aveva esclamato: - Che bello! -.
- Ah, è solo un lupo - affermarono infine, intenti ad andarsene, noncuranti.
Camminarono per un po', poi si bloccarono di colpo, indugiando sul da farsi.
- UN LUPO?! - si sbigottirono, girando piano la testa tremolante verso l'animale.
Quando poi lo sguardo era completamente rivolto verso di lui, che videro in carne ed ossa, saltarono per oltre i dieci metri d'altezza, traumatizzati.
- AL LUPOOOOO! - avvisarono subito dopo, correndo a destra e a manca, senza una meta precisa.
Finquando, dividendosi in tre sentieri diversi, - uno a sinistra, l'altro a destra e l'ultimo al centro - ben lontani dall'animale, iniziarono a percorrerlo di nuovo all'indietro, scontrandosi tutti e tre in unico punto d'incontro. Peccato che fossero proprio sotto le fauci di quest'ultimo!
- AAAAAAAHHH! - urlarono ancora, cercando di alzarsi, ritrovandosi sempre il muso del lupo sopra di loro, quindi si schiantarono nuovamente come imbecilli, poi si rialzorano, rigridarono e ricaderono di nuovo, per un numero infinito di volte. Finchè, quando tutti e tre avevano la fronte bella rossa e livida, i denti mancanti dalla bocca, i capelli arruffati e il sangue colante dal naso, si resero conto di finirla lì una volta e per sempre, cadendo sfiniti al suo per un'ultima e definitiva volta.


- Loro hanno rapito il mio Kira-chan! - esclamò la biondina, in un attacco di furia repressa.
Le tre s'illuminarono di fronte a quella risposta, comprendendo fulminee il motivo per cui il Capitano avesse ordinato loro d'imprigionare il ragazzino che avevano spiato nei cespugli.
Ma perchè Angel parlava al plurale? Le bambine sapevano contare abbastanza bene da sapere che il bambino catturato e legato sul grande palo di legno era soltanto uno...
- Loro? - chiese infatti Margaret, perplessa.
- Sì, lui e quegli altri! - insistette, mentre la sua furia cresceva a dismisura.
In fondo il vice capitano era davvero fondamentale in una ciurma di pirati! E non aveva intenzione di cambiare la sua scelta dal momento in cui fosse veramente affezionata alla sua morbidosa e diafana palla di pelo lucente! Per non parlare degli occhioni e del nasino rosa dolcissimi!
Si rattristò di colpo, pensando che forse non l'avrebbe mai più rivisto.
- Quegli altri chi? - continuò Bonney, ingenuamente.
L'interlocutore si passò i pugnetti sugli occhi un po' lucidi, singhiozzando e borbottando: - La banda ''senza nome'' .
Le tre ragazzine si guardarono interdette e confuse, accorgendosi di non aver neanche la vaga idea di questa banda, il cui sol nome dava l'impressione di una ciurma banalizzata.
- E chi sarebbe... la banda ''senza nome''? - aggiunse Bibi, mordicchiandosi il labbro inferiore dalla piega che aveva assunto quell'assurdo discorso.
- Un'equipaggio formato da cinque maschi, li conosco perchè la mamma è amica dei loro genitori, però loro non mi hanno ancora vista - sussurrò, notevolmente triste per l'accaduto.
E pensare che aveva ritenuto quei cinque bambini simpatici e divertenti! Possibile che le apparenze inganessero così tanto?
- Perchè non ce ne hai mai parlato? - iniziò a preoccuparsi Bonney, confusa.
- Be'... non lo consideravo importante al punto tale da informarvi della loro esistenza, quindi ho preferito tenervi all'oscuro di tutto, almeno finquando non avessi interagito con loro -.
- A quanto pare dovrai ricrederti, visto quel che hanno fatto! - le fece notare Margaret, seria in volto.
- Lo so... sono stata davvero stupida a credere... a credere che... - e i singhiozzi si fecero più numerosi.
- Kira- chan! Chissà quanto starai soffrendo tutto solo e disorientato! Se quei brutti cattivoni si azzardassero a metterti le mani addosso, io... io... - e scoppiò definitivamente in lacrime.
Tutte le altre restarono sorprese e dispiaciute, conoscendo Angel da un tempo decisamente e indiscutibilmente lungo da sapere quanto fosse difficile farla piangere, ma il suo prezioso lupetto bianco era davvero speciale!
Si avvicinarono al loro Capitano, cercando di consolarlo in qualche modo, comprendendo però che l'unica soluzione fosse quella di restituirle il povero animaletto.
Bonney si alzò di scatto, riflessiva, affermando con sicurezza: - Chi fa soffrire il mio Capitano, è già morto per quanto mi riguarda!
La seconda a seguirla fu Margaret: - Quei cinque hanno proprio sbagliato a mettersi contro di noi! - s'imbronciò, furibonda.
- E adesso gli faremo vedere di quale pasta siamo fatte! - intervenne la principessina di Alabasta.
- Pasta?! Dove?! - chiese ed esclamò Bonney, subito dopo, girandosi attorno.
Ricevette due bei bernoccoli in regalo dalle sue compagne, unite da una strigliata di urla acute e spacca-timpani.
Angel, suo malgrado, si tranquillizò a quella scena abituale, capendo quanto il suo equipaggio fosse disponibile a sostenerla in tutto e per tutto, supportandosi a vicenda.
Sorrise sghemba e sicura di sè, mormorando: Kira-chan, sto venendo a prenderti! - concluse, ignorando totalmente chi la stesse ascoltando.


Trafalgar Law correva il più veloce possibile.
Correva dalle terribili grinfie di quelle... bleah! Femmine...
La qual sol parola gli portava alla mente delle bambinucce intente a giocare con le bambole, o con i peluche, o peggio ancora prendere, ah no, fingere, di versare tè a bambole e peluche!
Però quelle sembravano che non avessero proprio a che fare con certe cose... sembravano delle rapinatrici professioniste e temibili, altro che bambole o stupidi peluche di ovatta!
Vabè, erano comunque femmine, e solo questo particolare le condannava a vita.
Ma ritornando alla smaniosa fuga... sarebbe davvero riuscito a ritrovare gli altri e a salvarsi la pelle?
Il sol pensiero lo aridiva la bocca, come se un groppo bello grosso gli si formasse a metà tra la gola ed il petto, con un'angoscia paragonabile ad una tonnellata di elefanti impazziti.
Si alternava alla rapidità delle gambe e delle mani, scostando ogni qual volta qualche ramo troppo lungo e malcapitato che scacciava via bruscamente e violentemente.
Fortunatamente quel sentiero comiciava ad essergli familiare, ipotizzando fosse proprio quello in cui portava alla famosa collina burrascosa dove lui ed i suoi compagni si rifugiavano.
Ed infatti era proprio così, scorgendo da lontano i massi giganti ricoperti dal muschio verde e, subito dietro quelli, una piccola discesa ripida che celava la loro preziosa tana.
Quando realizzò fosse finalmente salvo, nonappena avesse superato le rocce imponenti, gli brillarono gli occhi dalla felicità, pensando a quando egli avesse considerato la sua esperienza solo un brutto ricordo passeggiero e non avrebbe mai più rivisto quelle megere.
- Perchè tanta fretta? - gli si parò davanti una piccola figura femminile.
Strabuzzò gli occhi, rendendosi conto di essersi cacciato proprio nei guai, non bastavano mica quelle tre a torturarlo!
E la cosa peggiore era che anche quest'altra aveva i capelli rosa! Legati da stomachevoli codini ricciolosi a forma di peluche, ma pur sempre rosa!
La osservò con maggiore attenzione, cercando qualcosa che potesse apparirle meno spaventosa e problematica: indossava un vestito nero contornato da volant rosa, delle scarpette da scolaresca scure e un parasole aperto che mostrava due orecchie sporgenti e rosastre, dei puntini neri e un musetto tirato a mo' di smorfia. Aveva avuto conferma di come fosse fatto il suo lato opposto, ma voleva assolutamente trovare la prova schiacciante che lo avrebbe tranquillizzato maggiormente, comprendendo che la ragazzina non avrebbe avuto ragioni di essere temibile per quanto gli riguardava.
La scrutò nuovamente da capo a piedi: ah-ha! Ecco l'intoppo! La bambina teneva stretta al petto un orsacchiotto marroncino con un berretto a righe bianche e blu al capo.
Sogghignò, divertito: - Non sono affar tuoi - rispose, sghembo, intento a superarla senza tanti convenevoli.
- Non mi avvicinerei se fossi in te - intimò la bambina, in un tono flebile, quasi sussurrando.
- Il motivo? - se ne infischiò egli, continuando ad avanzare.
Lei, che fino a quel momento aveva tenuto il capo rivolto verso il terreno, lasciando che alcune ciocche rosa ricadessero sul suo visetto, alzò di scatto il volto, mostrando i suoi grandi occhi a sfera, contornati da lunghe ciglia inferiori: - Perchè io... sono la principessa dei fantasmi. - ammise, ridente, in un modo inquietante e traumatico.


Eustass Kidd si riprese, perplesso.
Com'era finito per terra?
Poi, quando cercò di alzarsi con i palmi delle mani e vide il cespuglio davanti a sè, capì al volo.
Erano stati proprio dei cretini a scontrarsi tra di loro, poteva capire una, due, massimo tre volte, ma schiantarsi al punto tale da cadere sfiniti al suolo era inammisibile!
Si ricordò del lupo e subito sobbalzò, in preda al terrore.
Alzò piano la testa per verificarne l'eventuale attacco, ma fu sorpreso nel vedere che dell'animale selvatico di poco fa non ci fosse neanche l'ombra.
Si guardò intorno, cercando di capire dove fosse, ma cavoli era estremamente difficile orientarsi in un bosco fitto come quello, possibile fossero arrivati fin lì solo per trovare Laurie?
Scosse velocemente Ace e Luffy, chiamando i loro nomi a bassa voce.
I due si destarono confusi, chiedendosi per quanto tempo avessero dormito.
- Forza, dobbiamo trovare il chirurgo di bordo! - esclamò Kidd, deciso, proseguendo davanti a sè.
- E il lupo? - chiese Luffy, preoccupato, tamburellandosi i pugnetti sugli occhi dal sonno.
- Se n'è andato Sampei, niente paura - rispose per lui il fratellone, seguendo il suo Capitano.
- E se ritorna? - insistette, con un lamento timoroso.
I due sospirarono, scocciati, rispondendo: - Perchè dovrebbe ritornare?! 
- Chissà, forse voleva il mio cosciotto! - ipotizzò lui, pensieroso.
- Ma chè... non dirmi che ti sei portato la braciola dietro! - si spazientì il rosso, allibito.
- Certo che sì! Se poi Laurie tornava indietro e la mangiava al posto mio, ci sarei rimasto davvero molto male - borbottò, ingenuamente.
I due sospirarono nuovamente, mandando occhiataccie al cielo sopra di loro, scuotendo ripetutamente le testoline.
- Non penso sia venuto per il tuo pranzo, comunque - continuò il moro, avanzando il passo.
- Già, perchè il suo pranzo siamo noi, no? - inveì Sampei, ancor più ingenuamente.
Gli altri si bloccarono di colpo, sconvolti: come avevano fatto a non pensarci?!
Nel bosco vivevano tantissime specie di animali selvaggi: orsi, tigri, pantere, leoni, serpenti, altro che cuccioli di lupo! E se s'imbattevano nella madre ancor peggio! Dovevano uscire da lì subito! Non avevano certo voglia di diventare carne in scatola, dopotutto! E le milioni di avventure che ancora dovevano affrontare le avevano dimenticate? No, non potevano prorio permettersi di diventare cibo per animali, per quanto l'idea fosse allettante (?!). 
- Dobbiamo muoverci! Non penso che Trafalgar sia stato così stupido da pensare di venir qui! - pensò il Capitano.
- Non dimenticare che ha chiesto aiuto, però! E se si fosse imbattuto in un'animale selvatico? Non siamo sicuri sia riuscito a scappare... - gli fece notare il moro, preoccupato.
- Spero proprio che non sia così, Ace, altrimenti siamo letteralmente fregati! - aggiunse, visibilmente sconvolto.
- Già, anch'io...


- T-t-t-t... tu co-co-cosa... sei??! - balbettò Law, terrorizzato.
- Ma che sei sordo? - chiese la bambina - Sono la principessa dei fantasmi! - disse per la miliardesima volta, alzando la voce, stufa.
L'aspirante chirurgo sbiancò di colpo, mentre le lacrime scendevano copiose dagli occhi senza un filo di vita, completamente oscurati e velati dalla paura di quella semplice (?) risposta.
L'altra lo guardò curiosa, chiedendosi in quel momento se non avesse proprio a che fare con uno spirito che aveva citato prima, notando la carnagione pallida e la fermezza dell'altro.
Si avvicinò lentamente, per accertarsene, nonostante il bambino sembrasse sempre più privo di vita ad ogni suo passo. E, quando la distanza tra loro era parecchio ridotta, lo vide precipitare sul suolo, totalmente inerme ed incapace di emmettere alcun suono, parola o movimento.
Credeva maggiormente che egli veramente fosse uno spirito, quando purtroppo si ricordò che essi lievitassero in aria, scartando immediatamente, quindi, l'impossibilità dell'ipotesi.
- Lo so, lo so. Inquietante la cosa vero? Ma è così, non posso farci nulla! - riprese a parlare, scrollando le spalle, noncurante.
Il moro balbettò frasi senza senso, incoerenti fra loro o, meglio, delle parole e nemmeno, delle lettere sconnesse ed indecifrabili.
- Mi dispiace, non sono brava a risolvere i rompicapo! - esclamò lei, abbasandosi sulle ginocchia, per osservarlo meglio.
Provò a sfiorarlo con un dito ma, prima che agisse, ipotizzò potesse essere infetto, così fu più soddisfatta utilizzando un bastoncino in legno posizionato alla sua destra. Lo scosse lentamente e frequentemente, e smise solo quando egli diede segni di vita: - Ma la vuoi smettere! Non sono mica un'animale, sai! - esclamò, imbronciato.
- Pensavo avessi qualche specie d'infezione o malattia, per questo ho usato il ramo, non volevo infettarmi! - si difese la bambina, cauta.
- Ma davvero sei capace d'interagire coi fantasmi? - richiese, perplesso, cambiando discorso.
- Certo che sì! Non sono mica una bugiarda, io! - esclamò, offesa.
- E-e-e... ci... ci... ci parli anche? - insistette, timoroso.
- Ovviamente, zuccone! - disse, giocherellando col suo parasole.
- Sono il tuo esercito? - continuò, iniziando ad incuriosirsi.
- Be'... sì... diciamo... - rispose, pensandoci un po' sù, tamburellandosi il pollice e l'indice sul mento, in posa riflessiva.
- Quindi sei una specie di Capitano! - realizzò subito dopo, illuminandosi.
- Se vogliamo metterla in questo modo, direi di sì! - sorrise.
Trafalgar Law era estasiato: una ciurma di pirati fantasma! Chissà che bello giocarci assieme!
- Dimmi un po'... non ti sei mai spevantata al pensiero di essere il Capitano di una ciurma di pirati fantasma?!
- No, perchè mi resi conto di poterli vedere e parlarci quand'ero molto piccola, quindi pian piano mi sono abituata! - esclamò, sorridendo.
Il moro restò ancor più elettrizzato, non vedendo l'ora di presantarla all'equipaggio di cui faceva parte, sicuro che Luffy sarebbe rimasto scioccato quando gliel'avesse detto.
- Hai finito l'intervista? - domandò poi la bambina, impaziente.
Lui annuì soddisfatto, rendendosi conto di aver raccolto preziose, fondamentali e bastanti notizie da riferire.
- Bene, adesso tocca a me. Devi darmelo subito! - esclamò poi, seria in volto.
Law apparve confuso, aggrottando le sopracciglia: - Cosa dovrei darti? Io non ho preso niente - rispose, perplesso.
- Avanti non fare il finto tonto! Ho origlia... cioè, ho ascoltato accidentalmente Angel mentre lo diceva! - lo spronò, grattandosi la nuca quando stava per rivelargli che avesse origliato.
- E chi è Angel? - chiese, sempre più perplesso.
- Lascia perdere lei! Il punto è che voglio quello che le hai rubato! - insistette, decisa.
- Come faccio a rubare qualcosa a qualcuno, se non conosco la persona a cui sto rubando? - le chiese, sgranando gli occhi.
La bambina s'ingarbugliò tutta a quei giochi di parole, urlando spazientita: - Insomma, ti ho già detto che non sono brava nei rompicapo! - e, dopo un bel sospiro per calmare la sua rabbia repressa, riprese - Puoi, gentilmente porgermi, quello che le hai preso? - richiese, con più delicatezza.
- Io non le ho preso proprio un bel niente! - insistette l'altro, cercando di difendersi.
- Mettiamola in questo modo... - continuò la ragazzina, avvicinandosi pericolosamente a lui - ...tu mi dai quel che ti ho chiesto, ed io in cambio... non ti trasformo in un fantasma! - proprose, alzando il tono della voce acuta.
- Puoi davvero farlo?! - chiese il moro, entusiasta.
Lei abbassò il volto, esasperata: - Puoi almeno dirmi cosa ci devi fare visto che non vuoi darmelo? - provò ancora, in un lamento.
- Come devo dirti che io non so di cosa tu stia parlando?! E poi, come mai sei così sicura che l'abbia preso io? - riformulò.
- Non ne sono proprio sicura... diciamo che ho le mie fonti attendibili... ehy ma tu non avevi smesso di farmi le domande?! - disse poi, serrando gli occhi.
- Sto solo cercando di capire cosa avrei potuto prendere... e poi, ipotizzando che io le avessi effetivamente preso qualcosa, cosa o chi avrei dovuto rubare? - continuò.
- Come chi?! Kira-chan! - esclamò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. 

Note dell'autrice:
Ciau calorossissimo a tutti quanti! ^^
Vorrei iniziare nell'avvisarvi che questa è la mia prima storia che pubblico, quindi mi scuso in anticipo se evntualmente non sia stata di vostro gradimento... >.<''
Purtroppo questo è uno dei tanti racconti incompleti che vagano indisturbati in un angolo oscuro e remoto del mio pc... ^^''
Spetta a voi decidere se può funzionare o meno anche attraverso una piccolissimissima recensione... e io di rimando m'impegnerò solennemente affinchè si concludi e soprattutto che non deludi nessuno di voi! Quindi vi prego di avvisarmi al più presto! Un bacio e buona fortuna a tutti! = )
P.S. non è cauccissima la vocetta lamentosa di Luffy?! *^*
   
 
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