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Autore: kikka_67    02/06/2015    2 recensioni
L’Ufficiale Scientifico Spock non si era mai soffermato a lungo a riflettere sul corso della sua vita. Tutto ciò che aveva visto fin ora, lo aveva vissuto in funzione alla carriera che aveva scelto, ne aveva fatto una missione, scoprire nuovi mondi e popoli che mai nessuno aveva visto. Che lui lo ammettesse o meno, il Capitano Jim Kirk e i compagni dell’equipaggio dell’Enterprise erano diventati la sua famiglia, che aveva sopperito alle mancanze di quella natia. Spock nonostante sia stato partorito da una donna terrestre, ha scelto di rinunciare alle irritanti, illogiche e insensate emozioni umane. Un vulcaniano segue una dottrina rigorosa, in cui il raziocinio domina gli istinti primordiali come la rabbia, la passione, la paura.
Ma non si può sfuggire a sé stessi e il racconto inizia in un momento molto difficile e complesso nella vita di Spock, in cui è costretto a relazionarsi e confrontarsi con l’essere più irrazionale, incongruente, insensato e irritante del creato, una donna, su di una tematica a lui pressoché sconosciuta, l’amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nyota Uhura, Spock, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                           Capirai che possedere non è dopotutto così importante come desiderare. Spock

 

Ciao,  mi sono invaghita di questa coppia inconsueta e tenera tanto tempo fa. Il racconto si distacca un po’ dalla trama presentata nei film, ma l’equipaggio dell’Enterprise è sempre lo stesso. Concludo dicendo che ciò che leggerete è il frutto della mia fantasia, che i personaggi  sono totalmente di proprietà degli autori e che ho scritto questo piccolo testo solo per  diletto da cui non trarrò nessun vantaggio personale. Grazie e  Buona lettura.

 

 

L’Ufficiale Scientifico Spock  non  si era mai soffermato a lungo a riflettere sul corso della sua vita. Tutto ciò che aveva visto fin ora, lo aveva vissuto in funzione alla carriera che aveva scelto, ne aveva fatto una missione, scoprire  nuovi mondi e popoli che mai nessuno aveva visto. Che lui lo ammettesse o meno,  il  Capitano Jim Kirk  e  i   compagni dell’equipaggio dell’Enterprise erano  diventati la sua famiglia,  che aveva sopperito alle mancanze di quella natia. Spock nonostante sia stato partorito da una donna terrestre,  ha scelto di rinunciare alle irritanti, illogiche e insensate emozioni umane. Un vulcaniano segue una dottrina rigorosa, in cui il raziocinio domina gli istinti primordiali come la rabbia, la passione, la paura.
 Ma non si può sfuggire a sé stessi e il racconto inizia in un momento molto difficile e complesso  nella  vita di Spock, in cui   è costretto a relazionarsi e confrontarsi  con l’essere più irrazionale, incongruente, insensato e irritante del creato,  una donna, su di una tematica a lui pressoché sconosciuta, l’amore.

 


Il Pon Farr di Spock.

 

 


Ero stata convocata nel Quartier Generale della Flotta Stellare  con un messaggio breve e conciso  che riportava la firma dell’Ammiraglio James T. Kirk. Ero stata  assegnata  all’Enterprise appena cadetto,  sotto il  suo comando avevo  viaggiato  per decenni nello spazio e  durante  quel periodo  era nata   un’amicizia sincera che andava oltre il rispetto dovuto per il tuo superiore. Eravamo una squadra affiatata,  bastava uno sguardo dell’allora Capitano Kirk per comprendere quali fossero i suoi ordini ed eseguirli perfettamente, lui si fidava di noi ufficiali e noi del nostro Capitano.   Eppure quelle poche righe che ormai sapevo a memoria, non mi facevano presagire nulla di buono,   era una convocazione ufficiale  e questo poteva  significare solo una cosa: guai. 
Insegno  Xenolingustica all’Accademia della Flotta, addestro  le nuove leve ad affrontare gli  innumerevoli linguaggi e dialetti alieni. Ho  chiesto il trasferimento a Terra dopo il matrimonio con Steve, un membro illustre della squadra scientifica che avevo conosciuto durante una missione. Ero convinta che una moglie dovesse restare vicino al marito per costruire un futuro comune. Ci avevo provato,  avevo speso fino all’ultimo grammo di pazienza, d’inventiva, di determinazione  per far funzionare il  rapporto con mio marito, ma  nulla aveva impedito che tutto naufragasse in un oceano di dolore e rancore. Steve aveva capito che non ero felice, che non  sarei mai stata felice sulla Terra.  Aveva capito che non potevo più continuare a vivere lontano  dallo spazio, dall’Enterprise e dai miei compagni, il Dottor McCoy, Scotty, Sulu, Chekov e non per ultimo Spock.
L’unico ufficiale scientifico vulcaniano  ibrido della Flotta, concepito da una donna umana e da  un gelido e raffinatissimo  ambasciatore alieno, Sarek,  che aveva sposato una terrestre contro ogni aspettativa e logica. Nonostante il biasimo palesatogli  dai suoi simili,  non aveva desistito dalle sue intenzioni, aveva sposato Amanda e dato vita ad una nuova specie.   Il figlio dell’ambasciatore, era per metà umano,  ma fu   educato severamente nella disciplina profondamente filosofica  e ritualistica su cui si basa la cultura vulcaniana. Ogni  vulcaniano, attraverso lunghi periodi  di  meditazione, sopprime e domina la propria sfera emozionale. Questa pratica  consente loro   di controllare le proprie azioni e di interagire con altri esseri viventi senza perdere il controllo su  sé stessi. Ogni loro   gesto è  scandito  da  una logica ferrea  incontrastabile, ineluttabile,  apparentemente  disumana.
   Quando lo conobbi, Spock era una delle menti più brillanti dell’Accademia, nonostante la giovane età, aveva terminato gli studi con successo in brevissimo tempo.  L’avevo notato subito il primo giorno di corso, alto, corporatura asciutta ma flessuosa, capelli e occhi d’onice, orecchie dalla particolare forma appuntita,  forse i suoi lineamenti si presentavano un po’ spigolosi, ma   risultavano assolutamente interessanti. Come lo erano le sue labbra, perfettamente delineate, sottili e di una interessante  tonalità  verdognola.
La sua voce, a mio avviso,  era uno dei suoi tratti migliori, afona e costantemente monotona.  Quando spiegava la lezione, si raggiungeva l’assoluta sconcertante certezza che fosse stato generato  da una macchina.  Sembrava  incapace di esternare una qualsiasi emozione, era sempre corretto e cortese ed estremamente controllato. Passavo notti intere  chinata  sui libri pur di ottenere un suo commento benevolo che immancabilmente non giungeva mai . La presenza di Spock sull’Enterprise era stato l’unico motivo per cui avevo accettato di imbarcarmi per la missione quinquennale di esplorazione alla  ricerca di altre forme di vita e l’unico motivo per cui, anni dopo, avevo abbandonato il mio posto.

 


§§

 

- Ammiraglio Kirk. – mormorai compita irrigidendo gli arti nel classico saluto dovuto ad un superiore.
- Comandante Uhura. E’ un piacere rivederla. Si sieda. – rispose sorridendo mentre con un gesto della mano congedava la guardia che mi aveva scortata nel suo ufficio.

Jim non era cambiato molto, capelli chiari, occhi azzurri e sorriso smagliante. Era un uomo intelligente che sapeva valutare le persone che aveva davanti e solo perché conosceva bene e stimava  Uhura che aveva deciso  di convocarla. Aveva sempre parlato chiaramente con i suoi uomini, la verità anche se difficile da affrontare   è sempre da preferire ad una bugia, ma dopo tanti anni in quell’ufficio si era trasformato in un uomo  diplomatico e ragionevole e  soprattutto conscio che alcune guerre si vincevano o si evitavano, seduti intorno ad un tavolo.

- Uhura l’ho convocata perché ho una missione da affidarle, vorrei che mi permettesse di esporle tutta la delicata situazione in cui ci troviamo in questo momento, mi lasci parlare senza interrompere  e le prometto che risponderò a tutte le innumerevoli domande, che probabilmente vorrà pormi. E’ d’accordo? – chiede adagio.
- Si signore. – Avevo altra scelta?
- Come ben sa, stiamo cercando di convincere gli Olioni ad unirsi alla Flotta Stellare. La loro tecnologia è estremamente avanzata, quindi sarebbe utile averli al nostro fianco e non di fronte in un conflitto armato. Le negoziazioni sono sempre state molto difficili  e fino  al mese scorso erano ad un punto morto. Fortunatamente una delle nostre navi ha difeso e salvato una loro ammiraglia che si trovava a subire un attacco da una nave aliena nemica. Senza saperlo il Capitano della nostra nave ha salvato la Regina degli Olioni.  Per dimostrare la sua gratitudine alla Flotta, il suo ambasciatore ha presentato  un invito per la nave e il suo equipaggio  su Olias. –
- Capisco. E quali sarebbero i suoi ordini per me? –
- Uhura,  non ho ancora finito. –
- Scusi signore. -
- Stiamo organizzando una spedizione diplomatica su Olias e ho bisogno che lei affianchi il Capitano Spock in questa delicata occasione. –


Prima di proferire parola lo guardai intensamente per accertarmi che non stesse scherzando, ma il suo sguardo acuto non vacillò. Prima di rifiutare dovevo concedermi ancora qualche minuto per comprendere bene i motivi che lo avevano spinto a convocare  proprio me. Avevo presentato a lui personalmente la richiesta di sbarco sulla Terra,  sapevo  che aveva intuito le  ragioni  che mi avevano portata a prendere quella decisione, ma  le aveva accettate senza opinare ed aveva avallato   e disposto il mio trasferimento all’Accademia sulla Terra. Lo vidi alzarsi dalla sua poltrona pensieroso e rivolgere la sua attenzione al panorama che si intravvedeva oltre l’immensa vetrata. Era evidente che stava cercando di trovare le parole giuste per introdurre con  delicatezza  il nocciolo della questione. Avevo come l’impressione  che per la  missione non avrei presenziato solo  in veste di esperta di comunicazioni ed esclusivamente a vantaggio delle interazioni con  il corpo diplomatico di Olias.

- La Regina ha richiesto espressamente la  presenza di Spock. Lei deve affiancarlo in questa visita diplomatica. – riprende a parlare  con un tono di  voce più cauto.
- Ammiraglio,  il  Capitano Spock è  in grado di esprimersi perfettamente    in svariati linguaggi e dialetti alieni. – gli assicuro perplessa. L’ammiraglio conosce quanto me le ampie conoscenze linguistiche del Capitano.
- Voglio che lei gli stia vicino. In questo periodo Spock non sta….. ehm…. bene e  il popolo Oliano ha delle capacità sensoriali e telepatiche molto sviluppate. Non voglio che Spock nel suo stato, diventi  inconsapevolmente la  causa di uno screzio con la Regina e il suo seguito. –
- Ha utilizzato una ben strana espressione per descrivermi lo stato di salute del Capitano, notoriamente i vulcaniani  non hanno problemi di salute. Le spiace dirmi la verità?  – chiedo decisa.
- Le ordino di salire sull’Enterprise e affiancare il Capitano Spock in questa delicata missione. Sulla nave Bones le spiegherà i particolari. – ordina spazientito girandosi verso di me.
- Ammiraglio! Io non posso! Mi assegni ad una stazione ai confini dell’Universo, mi ordini di pulire i cessi di tutte le stazioni spaziali, di pelare le patate nella cucina dell’ultimo sobborgo malfamato di una città penitenziaria, ma non mi mandi sull’Enterprise! – lo prego alzando di qualche ottava il tono di voce.
- Le sue asserzioni negli anni hanno assunto una sfumatura vintage, lei non si può rifiutare. Quando ha avuto bisogno del mio aiuto, le ho concesso di sbarcare sulla Terra perché capivo le sue ragioni. Ora io ho bisogno di lei e mi aspetto la sua totale disponibilità. Nyota non posso fidarmi di nessun altro! Tu conosci Spock quanto me, mi spiace coinvolgerti ma non ho altra scelta. Spero che tu capisca. Puoi andare. –

 

Ero stata congedata, era inutile continuare a discutere.  In silenzio  mi alzai e mi diressi dall’ufficiale di guardia per avere tutte le informazioni. La mia destinazione era già stata disposta, ero attesa a bordo dell’Enterprise la settimana seguente, non avevo vie d’uscita.   Le porte dell’ascensore silenziosamente si spalancarono e senza prestare attenzione a chi ne usciva, vi entrai. Nel Quartier Generale della Flotta transitano migliaia di persone terrestri e aliene ed  io di sicuro non mi aspettavo di incontrare l’unico “uomo” che paventavo di rivedere.


- Buonasera Comandante Uhura. -    


Il timbro della “sua” voce si è arricchito di profondità e strane vibrazioni fastidiosamente allettanti per le mie orecchie  mentre pronuncia il mio nome.  Se non lo conoscessi giurerei   che è rimasto piacevolmente sorpreso di vedermi. Prima di incontrare il suo sguardo è il suo profumo ad invadermi i sensi. Il doloroso spasmo che mi attraversa il grembo è causato principalmente dalla mia insana fantasia,  anche senza vederlo ho  perfettamente chiari in mente  i  lineamenti del  suo viso, in realtà è solo  il ricordo che ne  ho serbato in un angolo della memoria per tutti questi anni. 
A differenza di Kirk, il Capitano Spock è molto cambiato. Delle leggere rughe conferiscono un’inaspettata dolcezza ai suoi lineamenti, lo sguardo pacatamente riflessivo che ricordavo, ha assunto una sfumatura più austera e intensa. Ha ceduto ad una debolezza umana, una leggera e curatissima barbetta gli contorna le labbra finemente cesellate. E’ vestito di nero e un lungo impermeabile copre quasi totalmente il suo corpo. Il mio attento esame non dura che pochi secondi, ma sono sicura che ha percepito il battito frenetico del mio cuore e il  repentino  cambio di temperatura nel mio corpo dovuto allo stress.

 

- Buonasera….Capitano Spock. – mormoro impegnandomi con tutte le mie forze affinché la mia voce risulti ferma e  sicura.
- La sua presenza, oggi,  nel Quartier Generale mi pare una interessante e inaspettata coincidenza. E’ già avuto modo di interloquire con l’Ammiraglio Kirk? – mormora pacato mentre il suo sguardo mi sfiora sereno.
- Sono stata appena congedata. E non la chiamerei una interessante coincidenza. Potrei azzardare a descriverla una casualità aleatoria. Immagino sia atteso, non la trattengo. Buonasera. - 
- Buonasera comandante Uhura. –


Mi allontano da lui lentamente, so perfettamente che mi sta fissando con uno sguardo perplesso e che la sua mente logica cerca di trovare una  decifrazione plausibile con  cui  giustificare   il mio contegno freddo e distaccato. Un vulcaniano non capirà mai le ragioni che plasmano  l’umore di una donna  e molto probabilmente  la sua metà umana è assolutamente priva di recettività.
Quando finalmente raggiungo l’uscita, respiro profondamente l’aria fredda mista a pioggia che scende fitta da qualche giorno, se mi riduco in questo stato dopo averlo visto per non più di due minuti, cosa ne sarà di me quando risalirò sull’Enterprise?

 


§§

 

 

Prima di autorizzare l’imbarco  dei membri dell’equipaggio, l’equipe medica del Dottor McCoy era tenuto a sottoporre tutti gli uomini ad un severo checkup. Ormai ero stesa sul lettino da un paio d’ore e l’infermiera stava ancora esaminando le mie analisi. Mi fu detto di rivestirmi e di attendere il medico di turno nell’ufficio attiguo all’infermeria. Io odio subire punture fastidiose da apparecchiature invasive e  consultazioni tediose con qualche  dottorino zelante appena laureato che oltre al corpo tenta di curare anche la mia psiche. Rimasi sorpresa quando il Dottor McCoy in persona entrò nello studio  sorridendo con simpatia.

                     
- Comandante Uhura! Che piacere rivederla! Come sta? –
-  Me lo dica lei dottore, sono in salute mi auguro.  – rispondo sorridendo a mia volta.
- Certo.  Ho appena controllato le sue analisi, tutto in ordine. –
- Grazie.  L’ammiraglio Kirk mi ha ordinato di far riferimento a lei per venire finalmente a conoscenza delle mie mansioni in questa missione.  – commento pacatamente.
- L’ammiraglio ha creduto opportuno che fosse un medico a  spiegarle  in maniera più adeguata le “delicate” caratteristiche dei suoi compiti. Sono nel giusto se la ritengo non propriamente entusiasta di essere ritornata a bordo? –
- Dottore, mi parli della missione la prego. –
- Come vuole, ci tengo comunque a dirle che può venire da me in qualunque momento abbia bisogno di parlare, oppure  di un consiglio. Io sono a sua disposizione. –
- Lo so e la ringrazio. –
- Bene, so che Kirk  non le ha spiegato praticamente nulla. La situazione è molto complicata, vede la Regina oliana pare sia molto riconoscente  al  nostro Capitano Spock di averla salvata, così riconoscente che lo vorrebbe accanto a sé per un lungo periodo. –
- Prego? Cosa intende che lo vorrebbe accanto a sé? – chiedo sgomenta.
- Esattamente quello che sta pensando. La cultura oliana  consente matrimoni misti. Le donne oliane sono dotate di un potere psicocinetico e telepatico molto similare a quello vulcaniano. La Regina è rimasta…..ehm molto affascinata dal nostro Spock…. – s’interrompe per la seconda volta cauto, spiando la mia reazione.
- Non avrei mai creduto di vivere abbastanza per poter vedere Spock ……sposato… - riconosco basita, mentre una dolorosa morsa mi costringe il  petto .
- Fosse questo il solo problema sarebbe di facile risoluzione. Nyota…. Spock ha la febbre. – rivela serio.

 


Il Pon Farr è uno dei periodo più oscuri e temuti da ogni vulcaniano, in quel periodo, la loro vita e la loro  essenza  sono seriamente in pericolo. E’ il periodo in cui la loro natura falsamente distaccata si focalizza su di un devastante  desiderio,  bramano l’accoppiamento. A causa del Pon Farr i vulcaniani sono soggetti ad un forte squilibrio neurochimico inarrestabile, il cui culmine, il Plok Tow, se non viene soddisfatto, può causare nell’individuo la pazzia e nei casi più gravi addirittura la morte.
 Notoriamente i  matrimoni vulcaniani non sono misti, tranne rarissime occasioni,   i genitori usano scegliere il compagno del proprio figlio già durante l’infanzia.  In età adulta,  nel  periodo del Pon Farr,   si uniscono  in matrimonio e… beh.. fisicamente. Finora Spock ha superato queste “crisi”  con l’ausilio di lunghi periodi di meditazione.  Anni addietro aveva ripudiato la sua promessa sposa  e non aveva  mai ritenuto opportuno  spendere  tempo ed energie per  cercarne un’altra. In questo delicato momento    il Capitano avrebbe bisogno di concentrazione e di meditazione ma in questa occasione non può  esimersi dal portare a termine la sua missione, indurre la sovrana di Olias a collaborare con la Flotta Spaziale.
Per un attimo mi sfiora l’assurdo  presentimento  che Kirk mi abbia richiamato sull’Enterprise, accanto a Spock, durante la  fase  più destabilizzante e sconvolgente  della sua vita, in cui diventa fragile e incapace di controllare le proprie azioni, per un motivo ben preciso. Un motivo che coinvolgerebbe anche me emotivamente. La sola idea di essere  considerata  come l’unica donna in grado di accettare di diventare la compagna di Spock per placare il suo Pon Farr, mi si riversa addosso come una doccia gelata, conscia che un qualsiasi mio tentativo di “sedurlo”  avrebbe degli effetti più che positivi e solo perché  lui non avrebbe scelta,  mi fa impazzire. Ma la sola idea di averlo in questo modo mi nausea e mi attrae nello stesso istante.

- Dottore…….mi dica che sbaglio quando presumo che  Kirk sia stato sfiorato anche solo per un attimo dal pensiero che io….. possa…. in qualche modo…. con il Capitano…. – la rabbia che provo m’impedisce di continuare.
- Si Uhura lei è in errore. Kirk e anche io pensiamo che lei sia la persona più adatta ad aiutare Spock, quando arriverà il momento di divenire custode del suo  Pon Farr. Se mi concede un po’ di tempo le spiego con calma. In questi anni ho studiato a fondo i .. ehm… traumi che subiscono i vulcaniani in questo periodo e ho scoperto che sono in grado, con la fusione telepatica, di trasferire queste… sensazioni ad un altro essere vivente… ehm… consenziente. –
- Dottore!! Ma siete impazziti?! Ed io dovrei …… subire la fusione con Spock ed assorbire la sua…… “pazzia ninfomane ”??!! – sbraito al limite della pazienza.
- Nyota ascolti,  non sarebbe pericoloso, noi umani sopportiamo meglio le emozioni e… per lei  sarebbe come superare una…. crisi isterica, tanto per farle capire. E dopo la missione Spock la libererà da quest’incombenza e potrà  ritirarsi in meditazione. La prego di pensarci bene, abbiamo bisogno di questo accordo per evitare una guerra.  Il Capitano dev’essere nel pieno delle sue facoltà logiche e del suo raziocinio.  –
- Da questo escamotage dipende la riuscita della missione?  Cosa si aspetta da me l’Ammiraglio? –
- L’Ammiraglio si aspetta che lei utilizzi tutte le sue capacità di comprensione e che basandosi sull’amicizia e il rispetto che sente verso Spock accetti di prestarsi per risolvere questo delicato aspetto della missione.  Il Capitano è appena rientrato da Vulcano, dove si è sottoposto  a lunghi periodi di meditazione, ma questo non basterà a placarlo quando giungerà il Plok Tow.  Un’altra problematica deriva dall’interessamento della Regina oliana, che potrebbe con i suoi poteri soggiogare il nostro Spock, ma se lui la rifiutasse…. non avremmo altra scelta che prepararci ad una guerra.   – mormora lentamente McCoy senza lasciarmi con lo sguardo.
-   Non è possibile che io sia l’unica donna che…. – tento ancora di confutare,  opponendomi con tutta me stessa  all’idea di un coinvolgimento così intimo con l’unico uomo che non si è mai accorto di me come donna.
- Infatti lei non è la sola….. che potrebbe prestarsi. Vede.. la mia capo infermiera era presente durante le mie ricerche ed è a conoscenza di tutto ciò che le ho appena esposto. E Christine sarebbe disponibile a…. sottoporsi a questa fusione… volentieri.  – conclude distogliendo i suoi occhi azzurri dalla mia espressione incredula.
- Io… non ci posso credere!  Ho lasciato il Primo Ufficiale Spock dedito ai suoi compiti e lo ritrovo conteso da …. –
- Già…. Gli ibridi con le orecchie a punta sono molto affascinanti a quanto pare… - 
- Per quale ragione l’infermiera  Christine non è  stata ritenuta adeguata a ricevere il Pon Farr? – chiedo pacatamente reprimendo in fondo al cuore la forte sensazione di fastidio che mi suscita il solo pensiero di una donna vicino a Spock.
- Vede….ho avuto come l’impressione che Christine voglia ehm…. avvicinare il Capitano in questa delicata fase e indurlo a credere che sia innamorato di lei.  Mi creda le sue intenzioni sono più che onorevoli. Vorrebbe sposarlo. Ma sia io che Jim non possiamo permettere che il nostro amico venga “coinvolto”   in una situazione del genere quando non è in grado di riflettere in modo assennato. – replica con un tono di voce decisamente contrariato.
- Ritengo che questa conversazione sia durata anche troppo. Lei è autorizzata ad imbarcarsi sull’Enterprise. Bentornata.  Mi faccia sapere se decide di aiutarci. – conclude consegnandomi la mia cartella personale.

 

 
  
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