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Autore: Sandorbae    03/06/2015    2 recensioni
"Zoro sospirò.
Non sapeva nemmeno come diamine era finito in quella situazione alquanto imbarazzante.
Depresso com’era non si era minimamente reso conto di essersi seduto ad un tavolino mogano sul quale erano poggiate due bevande e un cartellino.
Con sguardo vacuo aveva guardato il cartellino sul quale era presente la scritta “Zoro, 21”.
E a quel punto aveva capito.
Il suo migliore amico, anzi, ex migliore amico, lo avevo trascinato in uno di quei locali che lui odiava tanto.
Come un pollo era cascato nell’inganno del malefico ventitreenne.
Il “pub” in cui lo aveva portato non era altro che uno di quei locali in cu si incontra l’anima gemella."
Per la mia nee-san :3
[Pairing: ZoNami]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Eustass Kidd, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Falling in love in a stupid pub
 
Zoro sospirò.
Non sapeva nemmeno come diamine era finito in quella situazione alquanto imbarazzante.
Si ricordava della rottura con la sua fidanzata secolare, Tashighi, e di come si sentisse inutile.
Era rimasto chiuso in casa, nella completa solitudine, per circa due mesi senza uscire.
Gli era cresciuta addirittura la barba.
Tutto ciò fino a quando Kidd, il suo migliore amico, si era stufato di quella situazione piombando a casa sua e cacciandolo fuori dalla sua stanza da letto, disseminata di cibo e lattine di birra.
Era stato brutalmente trascinato in bagno dove era stato costretto a lavarsi e a farsi la barba alla quale ormai si era pure affezionato.
Una volta diventato presentabile il rosso lo aveva spinto a vestirsi in maniera più o meno decente.
Prima che potesse anche dire “ma”era già stato trascinato fuori di casa sentendosi ripetere “Ti porto in un bel pub amico, un bel pub”.
Come un pollo era cascato nell’inganno del malefico ventitreenne.
Il “pub” in cui lo aveva portato non era altro che uno di quei locali in cu si incontra l’anima gemella.
Una stronzata insomma.
Depresso com’era non si era minimamente reso conto di essersi seduto ad un tavolino mogano sul quale erano poggiate due bevande e un cartellino.
Con sguardo vacuo aveva guardato il cartellino sul quale era presente la scritta “Zoro, 21”.
E a quel punto aveva capito.
Il suo migliore amico, anzi, ex migliore amico, lo avevo trascinato in uno di quei locali che lui odiava tanto.
Quei locali che quando li intravedeva camminando pensava “Che persone stupide ad andare in un posto così stupido!”.
Ma la cosa che lo aveva lasciato più basito era il fatto che Eustass gli avesse fatto un affronto del genere.
Il rosso chiamato in causa si era giustificato dicendo che era ora di cambiare aria, che la sua amata Tashighi doveva finire nel cesso delle delusioni amorose.
Aveva tentato di andarsene da quell’inferno ma era stato bloccato da un Kidd piuttosto rabbioso.
Gli aveva bestemmiato in faccia e poi lo aveva sbattuto sulla sedia intimandogli di non andarsene altrimenti lo avrebbe crocifisso sul palo della luce.
Insomma, il suo carissimo amico sapeva essere molto convincente.
Così se ne stava accasciato sul tavolino attendendo il suono della campanella che avrebbe annunciato l’inizio della sua umiliazione.
Improvvisamente fece la sua comparsa una donna sulla trentina, capelli neri e ondulati, un paio di occhi azzurri e un fisico da urlo.
asserì lei con un sorriso ad adornarle il volto.
Non fece in tempo a dire qualcosa che la prima ragazza si sedette rumorosamente davanti a lui.
I capelli rosa le ricadevano sulle spalle lasciate nude da un top bianco, gli occhi di un violetto lo squadravano da capo a piedi, sulla guancia destra si notava un piercing a forma di mezzaluna gialla e sulla testa portava un panama nero.
Ma lui quella ragazza la conosceva, eccome se la conosceva.
< Che cosa ci fai qui Bonney? > domandò il verde con una nota di esasperazione nella voce.
La ragazza ridacchiò un attimo.
< A dire il vero sono piuttosto sorpresa di vedere te qui Roronoa, non era mica un locale per deficenti questo? >, con un'altra risatina la ragazza sorseggiò il suo drink.
Bonney non era altro che la ragazza per cui Eustass aveva perso la testa, nonostante il rosso odiasse ammetterlo.
Non che non fosse ricambiato ma i due non facevano che proseguire a furia di tira e molla, un giorno si lasciavano e il giorno dopo uno tornava dall’altro pentito.
E a chi toccava convincere Eustass a scusarsi? A lui ovviamente.
Perché non mancava una volta che Zoro fosse tirato in ballo nelle loro faccende personali.
< Sai che Kidd è qui vero? >, con un ghigno il ventunenne incrociò le braccia al petto.
Era davvero curioso di sapere cosa si sarebbe inventata la ragazza.
< Ovvio che lo so, per questo sono venuta qui > ghignò lei sistemandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
< E sai che tra poco arriverà qui come una furia, ti porterà via e che farete le vostre cosacce? > chiese retorico già ghignando, vedere Eustass perdere le staffe per una donna era sempre uno spettacolo imperdibile.
< Certo che tu mi prendi per una sprovveduta Zoro > sospirò la ragazza.
Quegli strani esseri chiamati donne non facevano che sorprenderlo di volta in volta.
Come se lo avesse chiamato fece il suo maestoso ingresso il rosso, teneva il braccio attorno al collo di una biondina la quale rideva come un oca.
Appena si voltò verso i due la sua faccia cambiò totalmente espressione.
Con uno strattone spintonò la bionda e si diresse a passo di marcia verso la ragazza dai capelli rosa.
Senza nemmeno dire una parola il ventitreenne sollevò per un braccio l’altra.
< Che cazzo ci fai in un posto come questo donna? >, quella che doveva essere una domanda d’apprensione si trasformò in un ringhio gruttuale che fece accapponare la pelle ai presenti.
< A me sembra che ti stessi divertendo con quella ragazzina Kidd, quanti anni ha? 17 o 18? > domandò con un tono di scherno Bonney.
Roronoa sospirò, bene o male tutte quelle cose succedevano sempre quando lui era nelle vicinanze.
< A me sembra che ti sia vestita troppo poco per venire in un luogo del genere, torniamo a casa >, senza un minimo di delicatezza afferrò per la vita la rosata caricandosela come un sacco di patate sulla spalla.
Ignorando al ragazzina di prima uscì dal locale avvolto dal silenzio generale.
Prima di sparire totalmente dalla visuale del verde la donna-sacco-di-patate gli fece l’ok come per dire “tutto come programmato”.
Una risatina gli sfuggì dalle labbra.
Per il resto della serata non avvenne niente di interessante.
Aveva visto una ragazza abbastanza carina, i capelli scuri e gli occhi ambrati.
Appena le aveva chiesto come si chiamasse aveva fatto il suo ingresso uno strano biondo urlante.
Aveva portato via la ragazza, rivelatasi la sua fidanzata con l’intento di farlo ingelosire, e come se ciò non bastasse gli aveva dato della “testa di muschio”.
Dopo quella incontrò altre due ragazze con, anche loro, i capelli rosa anche se escludendo il colore bizarro erano totalmente diverse.
La prima, Rebecca gli pareva di aver capito, era stata portata via dal padre il quale era entrato furioso.
La seconda, Perona, era a dir poco inquietante e aveva tirato un sospiro di sollievo quando la campanella era suonata.
Proprio mentre una strana ragazza lo stava tartassando di domande fece il suo ingresso la direttrice.
< Buonasera signori! Mi spiace per voi ma la serata è giunta al termine perciò vi chiedo di lascare il locale. Spero che ci siano stati scambi di indirizzi, di numeri di cellulare o promesse di futuri appuntamenti! Ricordate comunque che se volete qui ci sono le iscrizioni per la prossima settimana > pronunciò la mora sorridendo a tutti i presenti.
Un brivido gli percorse a schiena quando vide la ragazza con la quale stava attualmente parlando rivolgerli parola.
Prima che potesse dire qualcosa Zoro se la diede a gambe con obbiettivo l’uscita dell’inferno nel quale era inconsapevolmente entrato.
Come se tutta la sfortuna di quella sera non bastasse appena uscì da quel maledetto pub andò a sbattere contro una persona.
< Mi scusi non guardavo dove andavo! > si scusò immediatamente lui.
< Zoro? >.
La voce che gli giunse alle orecchie lo fece congelare.
Alzando lentamente lo sguardo onice vide l’ultima persona che avrebbe dovuto incontrare sull’intero sistema solare: Tashighi.
Al suo fianco vi era un uomo di sicuro molto più grande di lui, i capelli corti bianchi gli sfioravano a mala pena la fronte.
Nonostante quel colore era tutt’altro che vecchio, alto e muscoloso.
Fra le labbra teneva due sigari accesi e il braccio destro circondava la vita della sua ex fidanzata.
< Che caso incontrarti qui Zoro! Sono quasi due mesi che non ci vediamo >,sorridendo la ragazza gli strinse la mano.
Il verde non badò alle parole pronunciate dalla ragazza.
Era molto più bella di quanto ricordasse,i capelli neri con sfumature bluastre erano raccolti in una morbida treccia e gli occhi castani risplendevano dietro alle spesse lenti degli occhiali.
Indossava una camicia bianca, un paio di eleganti pantaloni neri e dei sandali on un po’ di tacco bianchi.
Improvvisamente la sua mente metabolizzò una cosa.
Lo aveva appena visto uscire da quel maledetto locale.
E la risatina del suo nuovo partner non faceva che fargli intendere di aver fatto una figura di merda con la M maiuscola.
< Comunque vedo che hai appena finito in questo locale > disse lei sistemandosi gli occhiali sul naso.
A Roronoa sembrò di sentire la mascella cadergli per terra.
In due mesi lei si era trovata un compagno, era diventata più bella e sembrava persino più felice.
Lui invece si era isolato come une eremita nella sua stanza, era vestito come un barbone e di sicuro non doveva avere un espressione molto intelligente.
< Hai capito male Tashighi! Io sto aspettando la mia fidanzata dato che…che…lavora qui! > gridò lui afferrando la mora per le spalle.
< Fidanzata? > domandò allibita a quel punto la ragazza fissandolo curiosa.
Che cazzata aveva detto?
< Si! L’ho incontrata il mese scorso, è stato un colpo di fulmine >.
Quante cazzate stava dicendo? Se continuava così avrebbe fatto una duplice figura di merda.
< Ce la presenteresti? > sbottò l’uomo il quale era rimasto in silenzio fino a quel momento.
Sbagliava o era un sorriso di sfida quello dipintosi sul volto dell’accompagnatore della ragazza?
Sudando freddo il verde si volò pronto ad afferrare la prima ragazza dello staff.
Eppure quando si voltò rimase di stucco.
Dal locale stava uscendo una ragazza bellissima.
I lunghi capelli arancioni le ricadevano mossi sulle spalle sottili.
Il seno prosperoso era evidenziato da un aderente canotta nera sulla quale era evidente la scritta bianca “Staff”.
La vita stretta  le gambe lunghe erano avvolte in un paio di jeans e ai piedi portava delle nike bianche.
I polsi erano pieni di braccialetti  al collo portava una collana di cuoio.
Ma il sorriso che aveva in volto lo lasciò maggiormente basito, era bella.
Forse poteva azzardarsi a definirla bellissima.
Senza pensarci due volte la afferrò per un polso facendola girare verso di lui.
Gli occhi castano chiaro della ragazza lo guardarono in modo interrogativo.
Con un leggero cenno della testa le fece segno dei due dietro di lui.
A quel punto la ragazza sorrise.
Che avesse capito?
< Amore! Per fortuna che mi hai aspettato! > esclamo quella getta dogli le braccia al collo.
< Mi chiamo Nami e ho diciannove anni> gli sussurrò nell’orecchio.
< Io Zoro, ventuno > gli disse a sua volta abbracciandola.
Tentò di ignorare la scossa che gli percosse la schiena sentendo le forme della ragazza premere contro il suo torace.
Da quanto non abbracciava una donna?
Forse da troppo tempo.
< Lei è Nami, la fidanzata di cui ti parlavo > disse Zoro con un sorriso beffardo.
La faccia sconvolta del tizio dai capelli bianchi bastò a soddisfarlo, probabilmente aveva intuito che la sua fosse una stronzata (cosa vera) ma davanti a quella ragazza si era ricreduto.
< E così voi siete gli amici di Zoro? Io sono Nami, piacere di conoscervi > con un lieve sorriso strinse la mano ai due lasciandoli ancora più di stucco.
< Io sono Tashighi e lui è il mio compagno Smoker, è stato un piacere conoscerti! Ora mi spiace ma dobbiamo andare >, sbrigativa la mora salutò i due e , attaccandosi al braccio del suo fidanzato, se ne andò.
Il verde e la ragazza si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere.
< Grazie mille Nami! Se non ci fossi stata tu sarei morto! > la ringraziò fra le risate lui.
< Beh, mi piace aiutare gli altri! Sempre se il favore è ricambiato in soldi ovviamente >, sorridendo al ragazza allungò la mano verso di lui.
< Fanno 350 euro >.
La risata di Zoro si interruppe bruscamente.
< Cos’hai detto?> domandò con gli occhi sbarrati per lo stupore.
Aveva sentito bene?
< Hai sentito bene cocco, per i miei servigi e la mia recitazione fanno 350 euro >, con un sorriso la ragazza tese il braccio.
Ma che razza di persona aveva incrociato?
Se fosse uscita il capo del locale di sicuro non avrebbe avuto quel genere di problema.
< Senti ultimamente non ho molti soldi in tasca mi spiace >, con un sospiro il ragazzo si voltò sicuro di aver attirato la compassione della ragazza.
Magari avrebbe detto una cosa tipo “Oh mi spiace tanto!”, oppure “allora lascia perdere”.
< Non me ne frega un cazzo dei tuoi problemi, un modo di ricambiare lo trovi > ribatté la ragazza incrociando le braccia con fare serio.
Ritirava tutto quello che aveva pensato.
Non era bella, era solamente una mocciosa viziata.
< Senti ci sarà pure un altro modo con cui posso ripagarti > sbottò lui iniziando a perdere la pazienza.
< Che lavoro fai buzzurro? > gli chiese senza tanti giri di parole.
Cercando di non picchiarla si concentrò su altro, ignorando totalmente la domanda.
Magari avrebbe potuto sfogare la sua rabbia una volta rivisto Kidd, infondo doveva fargliela pagare.
Ma la castrazione era fuori discorso, altrimenti Bonney lo avrebbe fatto diventare donna a sua volta
< Allora buzzurro? Lo hai un lavoro o sei semplicemente un barbone che vive sotto i ponti? > domandò quella ancora una volta.
< Sono un cameriere del “Kidd’s Pub” > rispose scocciato.
Lei sembrò pensarci su un attimo, probabilmente stava facendo mente locale di cosa fosse il “Kidd’s Pub”.
Nel frattempo il ragazzo estraé il cellulare, come sospettava aveva un messaggio da parte di quel deficiente di Kidd.
“ Per qualche giorno verrò a stare da te “.
Zoro sospirò, quel messaggio significava solamente che i due piccioncini avevano litigato di nuovo e come al solito gli sarebbe toccato ospitare Eustass.
< Ah ho capito! Vorrà dire che per un mese mangerò gratis in questa “famoso” bar! >, sorridendo in un modo che trasudava falsità da tutti i pori la ragazza se ne andò ancheggiando.
All’affermazione della diciannovenne il verde rinvenne dal flusso dei suoi pensieri.
Si sentì come se un camion lo avesse investito e poi avesse fatto la retromarcia, Kidd lo avrebbe ucciso.
Non castrato o picchiato, proprio ucciso.
Morto.
Rivolse il suo sguardo d’odio puro nei confronti alla rossa la quale gli dava dignitosamente la schiena, al ché il suo sguardo cadde “casualmente” sul fondoschiena della ragazza e su quelle gambe snelle.
Roronoa sorrise, infondo non gli era andata poi tanto male.
 
 
 
Angolo fangirl
 
Salve abitanti del fandom di One Piece!
Voi ancora non mi conoscete poiché questa è la prima fic che scrivo su questo fandom ma dettagli u.u
Io sono Rebecca, una malata ragazza amante di manga e anime, vi basti questo mortali! *lampi*
Laxus: Devo continuare?
Io: Si u.u
Laxus: *sospira*
Anyway se devo essere sincera la ZoNami prima mi faceva schifo .-.
Poi pian piano mi è iniziata a piacere e, per quanto odi ammetterlo, vengo a leggiucchiare (?) qualche fic ZoNami di nascosto >//<
Questa la dedico alla mia nee-san Carlotta, le avevo promesso di postarla il giorno del suo compleanno ma il tempo vola, da Febbraio siamo arrivati a Maggio! :D
Spero vi piaccia! Sono aperta a consigli, ma non siate cattivi che sono sensibile ;-;
Evaporo con Laxus!
*Rebe
  
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