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Autore: Clitemnestra    03/06/2015    1 recensioni
-Io sono il legittimo Re!-
Le parole del cavaliere riecheggiarono nella Sala del Trono.
Le due Guardie Cittadine allentarono la presa sulle sue braccia.
-Io sono Aegon IV della Casa Targaryen-
***
Aegon Targaryen e Sansa Stark.
Anime rabbrividite dal fuoco dell'amore.
Un amore improvviso sbocciato nel clima torrido di Approdo del Re.
Ma la storia insegna che un Lupo e un Drago non potranno mai vivere felici
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aegon Targaryen, Sansa Stark, Un po' tutti, Varys
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Io sono il legittimo Re!-
Le parole del cavaliere riecheggiarono nella Sala del Trono.
Le due Guardie Cittadine allentarono la presa sulle sue braccia.
-Io sono Aegon IV della Casa Targaryen-
Occhi spaventati fissarono occhi spaventati.
-Cosa?- il re guardò il cavaliere.
Aegon sorrise –Piccolo Bastardo scendi dal mio trono!-
Le parole risuonarono come un ordine.
-Aegon Targaryen è morto- mormorò Cersei stringendo i braccioli del trono.
Per anni aveva creduto che il piccolo principe fosse morto.
Aveva visto il suo corpo, avvolto nel mantello porpora dei Lannister.
La Montagna le aveva raccontato che aveva provato piacere nel schiacciare il piccolo cranio contro la parete.
Eppure, in quegli occhi violacei e quel sorriso di sfida rivide Rhaegar.
Il bellissimo cavaliere dai capelli argentei e dall’armatura rossa.
Avrebbe dovuto sposarlo.
Se Aerys non avesse odiato Tywin  Lannister, ora non ci sarebbe stato più il problema di Aegon, solo i suoi figli avrebbero potuto avanzare pretese al trono.
-Aegon Targaryen è morto- ripeté
-Dovresti scegliere meglio i tuoi servitori Cersei-
 
Lady Sansa si voltò a guardare Aegon.
Sentiva ancora la guancia bruciare per lo schiaffo di Ser Meryn, ma quel dolore non era stato nulla a confronto dell’angoscia nel vedere il cavaliere entrare nella Sala del Trono e pretendere che venisse lasciata in pace.
Era abituata a subire schiaffi e calci, ma non era abituata a quello.
Non era abituata a soffrire così tanto per un uomo.
Quando le guardie lo avevano preso per le braccia e costretto ad inchinarsi, la voglia irrefrenabile di correre verso di lui le era salita in gola, divorando le viscere.
Ma la spada pronta a colpire di Ser Meryn l’aveva fatta desistere e ogni desiderio era scemato in lei.
Nelle grandi ballate la Lady era sempre pronta a morire per il suo Lord.
Lady Samara si era gettata tra le fiamme per salvare Lord Crelin,  Lady Anila si era suicidata per non cadere nelle mani di un qualche soldato nemico mentre Lord Tashan combatteva nella piana di Harrenhal.
Ma lei non aveva il coraggio di Lady Samara o di Lady Anila.
No, lei in tutta la sua vita aveva sempre avuto paura.
-Io sono il legittimo Re!- aveva urlato e lei aveva represso una smorfia di stupore.
-Io sono Aegon IV della Casa Targaryen-
Lei non sapeva che lui fosse Aegon Targaryen.
Come tutti pensava che il cavaliere si chiamasse Elay dell’Isola di Pyke e che in lui scorresse antico sangue valyriano.
Lui aveva detto così.
Lui aveva detto di chiamarsi Elay dell’Isola di Pyke e che in lui scorreva antico sangue valyriano.
Ma erano tutte bugie.
Forse anche il suo giuramento d’amore era solo una bugia.
Lady Sansa sperò con tutto il cuore lui l’amasse.
Non come aveva sperato che l’amasse Joffrey .
No.
Voleva un sentimento più puro, più nobile.
Quel sentimento che aveva visto trapelare dagli occhi violacei di Elay dell’Isola di Pyke.
 
Aegon sentì gli occhi dell’intera corte su di sé.
Le labbra bruciavano ancora per la confessione sputata davanti al Re.
Sentiva le dita delle guardie lasciare la presa delle sue braccia.
Non sapevano come agire.
Nessuno sapeva come agire.
Non era mai capitato che un principe creduto morto da neonato spuntasse all’improvviso ad Approdo del Re, dopo che per mesi si era finto un cavaliere.
“Io Elay, dell’Isola di Pyke, giuro a voi, Vostra Grazia, di difendere Approdo del Re e i cittadini al suo interno da nemici interni e esterni, di far rispettare le leggi e ubbidire ad esse. Qualora non adempissi al mio giuramento possano gli Dei fare di me carne per i corvi”
Le parole del suo giuramento risuonavano come un’eco lontano, perso nelle sale della Fortezza Rossa.
Era stato tutto un piano ben architettato: fingersi cavaliere, uccidere il Re Bambino mentre  sedeva sul trono e reclamare il suo diritto al trono.
Il regicidio era già stato consumato una volta all’interno di quella sala, il Trono di Spade avrebbe potuto sopportarne un altro.
Ma poi tutto il piano era andato in fumo.
Quegli occhi glaciali, rovinati dalle torture e quei capelli rossi, infuocati dal sole.
Anche la vita di suo padre era stata rovinata da una Stark.
Lyanna Stark.
Quel nome bruciava come fuoco ardente.
Avrebbe voluto solamente spegnerlo.
Vedere gli Stark bruciati, come aveva ordinato suo nonno, lo avrebbe lenito.
Ma poi lei, Sansa, vittima di un odio insensato da parte di un bambino crudele.
Lui aveva più diritto a torturarla non il Lannister!
Lei, la cui zia aveva causato la morte dei suoi genitori.
Eppure ogni volta che la guardava, che guardava quegli occhi azzurri, non vedeva la freddezza del Nord.
Vedeva solo un disperato bisogno di amore.
E lui quell’amore voleva darglielo, a piene mani.
Ma il Re Bambino non l’avrebbe permesso.
Per lui Sansa Stark era solo una bambola di pezza.
-Aegon Targaryen è morto- ripeté Cersei.
Stava cercando di convincere se stessa, non la corte.
Chi aveva conosciuto suo padre, poteva notare la lampante somiglianza tra i due.
Occhi violacei.
Capelli argentei.
Fuoco di drago che divampava.
I draghi erano ritornati.
 
Varys si strinse nel suo angolo buio della Sala del Trono.
Nessuno lo notava.
Nessuno notava quel piccolo uomo pelato con la faccia arrossata per il disappunto.
Il giovane Targaryen era  una testa calda.
Una testa calda e innamorata.
La combinazione che aveva portato Rhaegar Targaryen a perdere la vita nella battaglia del Tridente.
Sempre per colpa di una Stark.
Lo aveva capito appena Aegon era entrato nella sala e aveva visto la balestra puntata su Sansa.
Aveva reagito come uno sciocco innamorato.
Aveva guardato Joffrey e si era lanciato verso di lui, come se pensasse di aver abbastanza forze per travolgere il Re e il Trono.
Ma le guardie lo avevano fermato.
Joffrey aveva riso.
-Così la nostra Sansa ha un suo ammiratore segreto –la sua voce tradiva una nota di cattiveria che aveva fatto tremare Varys.
Joffrey Lannister Baratheon era l’essenza stessa della follia e della cattiveria.
Perfino il Re Folle sarebbe impallidito.
-Ser Meryn tagliale un dito- aveva ordinato e la Guardia Reale si accingeva a ubbidire con un ghigno.
Sansa, troppo spaventata, anche per fiatare, aveva rivolto uno sguardo di supplica al Re, ma quello le aveva riso in faccia.
-Brutto bastardo, figlio di puttana!-
Il Re aveva guardato sconvolto il cavaliere, per una volta la sua insania mentale parve vacillare, e apparve il ragazzino spaventato che Joffrey era.
-Come osi, rivolgerti così al tuo Re?- aveva squittito, cercando rinforzi nello sguardo della madre –Io sono il Re!-
-Io sono il legittimo Re!- aveva urlato Aegon e la maschera era caduta.
Elay dell’Isola di Pyke era stato distrutto con la stessa facilità con cui lo avevano costruito.
- Io sono Aegon IV della Casa Targaryen-
-Cosa?-
–Piccolo Bastardo scendi dal mio trono!-
-Aegon Targaryen è morto-
-Dovresti scegliere meglio i tuoi servitori Cersei-
“Stupido ragazzino,stai zitto!” avrebbe voluto urlare Varys, ma si impose di restare calmo.
Nessuno doveva sospettare che dietro Aegon Targaryen ci fosse lui, il Ragno Tessitore.
Si toccò la gamba.
Era il segnale.
Avrebbero accelerato i tempi, ma il piano per far uscire Aegon dalla Fortezza era iniziato.
 
Aegon vide una delle guardie lasciare il suo braccio, mentre l’altra estraeva la spada.
Forse era arrivata la sua fine.
Iniziò a ribellarsi, tirò pugni e sentì il metallo duro dell’armatura cozzare contro le nocche.
-Fermati ragazzo- ringhiò sottovoce una guardia –Se ci tieni alla vita.-
-Sprofonda nei Sette Inferi!-
Qualcosa di duro lo colpì alla nuca e tutto divenne confuso.
La Sala del Trono prese a vorticare.
Uomini con armature bianche si schierarono  davanti a lui.
Una donna urlò.
Riconobbe la voce, era Sansa
-Sansa!-gridò ma la sua voce fu coperta dal frastuono delle spade appena sfoderate.
Era troppo debole per dimenarsi.
Sansa era sola, nella Fortezza Rossa.
Sansa era sola, alla mercé di Joffrey.
Sansa era sola e sarebbe morta.
Ed era tutta colpa sua.
-Ti amerò per sempre - promise al vento.
 
NOTA AUTRICE (DA LEGGERE, SE TIENI ALLA TUA VITA E NON VUOI FINIRE COME ROBERT STARK)
Salve mondo, come va?
Vi presento la mia prima storia su Game Of Thrones (o come si dice in italiano Il Trono di Spade)
E la mia storia è su …
Rullo di Tamburi (anche se inutile, perché se avete già letto la storia lo sapete)
Aegon e Sansa!
Si, lo so che forse sono la coppia più improbabile dei Sette Regni… ma io li shippo tantissimo (occhi a cuoricino)
Insomma immaginatevi lui con la faccia di quel bonazzo di Bradley James (fan di Merlin sapete di cosa parlo ;) e lei( vabbè logicamente rimane) Sophie Turner … potrei morire dalla gioia (sogno irrealizzabile)
Comunque passiamo alle parti tecniche : la storia si divide in due parti: una è questa e l’altra arriverà tra poco (NO  SPOILER)
A PRESTO
CLITTY
P.S. lo so che la storia è stravolta ma ehi … potrei fare la sceneggiatrice (D&D temente!)

  
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