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Autore: Ghost Writer TNCS    03/06/2015    2 recensioni
Secondo racconto della saga La via degli assassini (sequel di VdA - 1 - La Contessa di Genseldur).
Hélene Castillon, forte dei suoi innumerevoli successi, ha sia il talento che la volontà per essere la migliore, ma per chi percorre la via degli assassini, vanità e senso della giustizia sono sentimenti pericolosi.
Un giorno si sveglia in una stanza sconosciuta, con un occhio bendato e il corpo indolenzito. I ricordi sembrano inaccessibili, invece le basta vedere la sua immagine riflessa per ricordare ogni cosa e scoppiare in un pianto irrefrenabile.
Cosa può aver spinto una sicaria nobile e infallibile come lei a versare tutte quelle lacrime?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Fantasy, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Un odore strano. Un dolce silenzio. Qualcosa di delicato sulla pelle.

Riaprì gli occhi e si trovò davanti un soffitto sconosciuto. Il suo corpo era stanco e indolenzito e di certo non si trovava nella sua stanza, così ruotò lentamente il capo da una parte per cercare di raccogliere qualche indizio. Vicino al letto c’era una sedia, e su questa sedia stava dormendo una ragazzina. I capelli mori tagliati corti sfumavano al blu e lasciavano intravedere le orecchie leggermente appuntite, il petto dal seno minuto si alzava e si abbassava ad un ritmo lento e regolare e le palpebre erano dolcemente abbassate sul suo bel viso dai tratti delicati. Cosa ci faceva lì Bloody?

Provò a guardare dall’altra parte, ma subito capì che qualcosa non andava. Il suo occhio sinistro… non ci vedeva più! No, calma, probabilmente era solo bendato… Ma cos’era successo? Non ricordava nulla.

Udì la maniglia che si muoveva e si sforzò di tirarsi su mentre la porta si apriva. Vedere suo zio le restituì un po’ di coraggio.

«Michelle!» Subito Morpheus si affrettò a raggiungere il letto e le prese la mano. «Allora? Come ti senti?»

«Un po’ stordita, però credo di essere tutta intera…» Di colpo ebbe un terribile presentimento. «Sono tutta intera?»

«Hai ancora tutti i pezzi, principessa.»

Hélene inclinò il capo verso destra. «Ciao nanerottola, anch’io sono felice di vederti.»

La ragazzina, che la stava scrutando con i suoi intensi occhi neri, le rivolse un sorriso di circostanza. Non era un mistero che fra loro non corresse buon sangue, in ogni caso cercavano di mantenere un rapporto quanto meno cordiale.

«Ricordi cos’è successo?» le chiese Morpheus senza lasciarle la mano.

Lei scosse il capo. «Cos’è successo? Da quanto sono qui?»

«Hai dormito un giorno intero. Ma ora non sforzarti, hai bisogno di riposo.»

«Cos’è successo?» ribadì Hélene. Avrebbe voluto usare un tono fermo e determinato, ma la sua voce tradì un fremito di paura.

L’uomo si alzò. «Riposati, avremo tempo per-»

La ragazza gli strinse la mano per impedirgli di allontanarsi. «Rispondi. Ti prego…»

Bloody le porse uno specchio. «Tieni principessa, guarda tu stessa. Ma ti avviso: non sarà piacevole.»

Hélene lasciò la mano di Morpheus e lo afferrò prima che l’uomo avesse il tempo di ribattere. Guardò l’immagine riflessa, e ciò che vide la lasciò come paralizzata. La sua mano cominciò a tremare e l’occhio sano si riempì di lacrime, offuscandole la vista.

Si era ricordata. Si era ricordata cos’era successo, perché si trovava lì e perché aveva quelle ferite. Eppure non riusciva a credere che tutto ciò fosse accaduto realmente…

   
 
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