Film > Mad Max: Fury Road
Ricorda la storia  |      
Autore: kiara_star    03/06/2015    7 recensioni
[Mad Max: Fury Road]
[Furiosa POV] [hint Max/Furiosa] [post movie]
“Quella sera guarda ancora l'orizzonte dalla finestra di pietra, ed è oscura e bellissima.
Sperare è sbagliato.
Furiosa lo sa, lo sa bene. Ma ricade in quell'errore.”
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
012 Salve fandom ^^
Piccola (e inutile, se vogliamo) nota su questa altrettanto piccola (e altrettanto inutile XD) fic.
Che dire... Semplicemente mi sono innamorata di questo film, dei suoi personaggi, di ogni inquadratura e di ogni granello di sabbia. Più di tutto, mi sono innamorata del legame fra Max e Furiosa. Romantico o meno che lo si voglia considerare, è stato per me qualcosa di travolgente *^*
Da mesi non ho scritto più nulla eppure ho sentito il bisogno di lasciar libera la mente, e il cuore soprattutto, e buttare giù queste poche righe.
Per adesso è una semplice e breve OS, una Furiosa POV, ma non mi nego la possibilità di trasformarla in una raccolta, perché ho ancora molti feels da sfogare.
Ovviamente consiglio di continuare solo a chi ha già visto il film.
Sperando che ci sia qualcuno in ascolto e che possa piacere almeno un millesimo di quanto vi sia piaciuto questo grande capolavoro cinematografico di Mr Miller, vi auguro una buona lettura ^^
Kiss kiss Chiara





E poi sbaglio ancora


È qualcosa che assomiglia a un sogno: impalpabile, incerto, dai colori indefiniti eppure accecanti.
Vibra sotto la pelle vinta dal sole, sporca di sudore e sabbia.
Ha un odore nuovo ma antico, come se un tempo l'avesse già assaporato.
È lì, eppure non c'è.
Quanto durerà?
Il sogno può infrangersi.
Lui diceva che è sbagliato sperare, eppure è tornato indietro e ha scelto di crederci.
Ha combattuto al suo fianco, senza parole, senza motivi, senza un nome che potesse chiamare.
E poi se n'è andato, come doveva fare.
Era giusto così.

“Max...” così ha detto Toast. “Si chiamava Max.”
Ha usato il passato perché Toast è intelligente e saggia.

Si chiamava Max, eppure Furiosa non ha mai avuto il suo nome sulla lingua, neanche mentre gli sospirava agonizzante di condurla a casa, neanche mentre lui la teneva in piedi al suo fianco, quando la polvere copriva il cadavere di quel folle di Joe; neanche mentre lo guardava, un'ultima volta, e lo vedeva andare via, con i suoi occhi intensi che le hanno sospirato mille parole, un muto discorso di silenzi e dolori. Una condivisione fin troppo intima con chi le aveva tenuto una pistola puntata alla testa in più di un'occasione.

Anche ora che guarda lo stelo sottile, verde come quella speranza che lui diceva di negare, neanche adesso riesce a dire il suo nome. Guarda quel fiore fragile, dai petali bianchi, e si chiede se sia reale.
Dag ha fatto piovere semi ovunque, nel suo solito vaneggiamento, e ha detto di guardarli crescere e salire alti al cielo, fino a sfiorare le mani di qualunque dio li stesse aspettando. E ha dato un nome a tutti, anche a quel fiore.
Ed è per questo che l'ex- Imperatrice non riesce a pronunciarlo.

La Cittadella risorge, giorno dopo giorno, alba dopo alba, goccia dopo goccia. La speranza è un seme che non ha impiantato Dag nel cuore di quegli uomini vinti e perduti, ma che è nato da sé.

Sperare è sbagliato.

Furiosa sa che aveva ragione. Il braccio di ferro che le stringe la carne glielo ricorda, il suo ventre abusato e ferito è lì, a ricordarglielo in ogni momento.
Sperare è perdere, è mettersi al volante di un auto priva di freni.
Speri, e in quell'esatto momento cadi per sempre.

Tredici sono i giorni che ha impiegato il suo corpo per riprendersi, ventidue quelli che il suo occhio ha richiesto per poter guardare ancora. Settantacinque, quelli trascorsi ad ascoltare il battito del suo cuore che le pompava un sangue non suo nelle vene.
L'ha salvata eppure non lo ricorda come vorrebbe. Non ha voluto ascoltare le parole delle Mogli. A cosa sarebbe servito serbare nel cuore ancora più gratitudine se non ci sarebbe stata mai occasione per poterglielo dire?
Conosce il suo nome, i suoi occhi, e sa che adesso hanno lo stesso sangue.
Questo basta.

È quel sangue che la porta a guardare lontano in cerca di una nube di polvere? Di un rombo di motore che viaggia verso casa?

Non sa dirlo. Sa solo che lui non ha una casa. La sua dimora è l'inquietudine che accompagna i suoi sogni, è la rabbia che affolla i suoi silenzi.
La sua dimora è il niente, profondo come la sofferenza che pesa sulle sue spalle.

«Furiosa?»

Qualcuno la chiama. Si volta e incontra il viso pallido di un Figlio di Guerra.
Un cenno del capo e il ragazzo va via.
La serra è affollata eppure Furiosa si sente sola, mentre mira un'ultima volta quel fiore bianco. Allunga la mano e sfiora un petalo che si piega sotto il suo tocco.

Qual è il tuo nome? Come devo chiamarti?
Ha importanza?

La tristezza le increspa le labbra.
«Non l'ha mai avuta» sospira fra sé e si avvia, attraverso il verde delle piante e il profumo irreale di vita.

Quella sera guarda ancora l'orizzonte dalla finestra di pietra, ed è oscura e bellissima.
Sperare è sbagliato.
Lo sa, lo sa bene. Ma ricade in quell'errore.
Spera di vederlo tornare, un giorno o l'altro. Spera di vederlo tornare bene, senza troppe ferite.
Spera che lui non distolga lo sguardo quando gli dirà grazie. Spera che non le risponderà, perché così avrebbe la conferma che è proprio lui e non il fantasma del suo ricordo.
Grazie, Max.
Spera di poter pronunciare quel nome per la prima volta, e di farlo con un sorriso.




Al centoundicesimo giorno, Furiosa smette di sperare.
Una moto si ferma alle pendici della Cittadella. Due occhi che riconosce, sul viso arso dal sole e dal vento, la stanno guardando.

E quel sangue che li unisce colpisce il petto con troppa forza.






***


  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Mad Max: Fury Road / Vai alla pagina dell'autore: kiara_star