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Autore: AbbyHolmes    04/06/2015    2 recensioni
Era il giorno del Ringraziamento e, come era tradizione da qualche anno a questa parte, si ritrovarono tutti a casa di Gibbs per festeggiare.
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Qualcun altro, osservando la scena dall’alto, festeggiava la stessa ricorrenza.
Genere: Slice of life, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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They'll come, they'll go and make us special



Era il giorno del Ringraziamento e, come da tradizione da qualche anno a questa parte, si ritrovarono tutti a casa di Gibbs per festeggiare: il capo sedeva a capotavola, alla sua destra Tony e Abby, con di fianco Tim e Delilah; di fronte a loro stavano Ducky, Bishop e suo marito e, più in fondo, Jimmy e Breena con di fianco una carrozzina con la piccola Victoria.
All’altro capotavola c’era un posto vuoto, occupato da un vecchio computer portato da Tim: da poco erano riusciti a mettersi in contatto con Ziva in Israele e l’avevano invitata a “passare il Ringraziamento con loro”. (*)
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Qualcun altro, osservando la scena dall’alto, festeggiava la stessa ricorrenza.
Una tavola era imbandita e sei persone stavano intorno: due donne dai capelli rossi, una mora, una bimba dai capelli biondi e due uomini, uno con i baffi e un sigaro in bocca, l’altro, arrivato da poco, capelli bianchi e aria bonaria. A loro si aggiunsero una famigliola composta da una donna castana e riccia, una bambina che le assomigliava tremendamente e un uomo dallo sguardo severo.
Poco dopo arrivò con dieci minuti canonici di ritardo, un ragazzo di carnagione scura. (*)
“Scusate il ritardo, quando il Dottor Mallard mi faceva sbagliare strada, ci mettevo meno!” fece raggiungendo affannato gli altri.
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“Quindi, tu saresti la famosa Ziva?”
“Già, e tu Ellie! Abby mi ha parlato di te! Soprattutto di quanto disegni bene! Non bene quanto Kate, ma pur sempre bene!”
“Ancora non mi ha spiegato chi sia Kate...” Rispose l’analista
“Neanche lei la conosce. Ho già detto che mi servirebbero due ore e un intero pacco di fazzoletti!” si intromise la scienziata rivolta a Bishop e Ziva.
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Sentendo queste parole, la donna mora si commosse.
“Mi mancate un sacco ragazzi! soprattutto tu Abby” pensò Kate, percorrendo con due dita la fronte fino al foro che il proiettile le aveva procurato.
Intanto, le due bambine, si rincorrevano e giocavano ad acchiapparsi.
“Non mi prendi, Kelly! Corro più veloce io!” urlava la riccia
“Tali, ti ho quasi raggiunta!” le faceva eco la bionda.
“Non fatevi male ragazze!” le ammonivano due voci, rispettivamente della donna dai capelli ricci scuri, Rivka, e da una delle due rosse, Shannon.
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Gibbs, intanto, osservava pensoso i neo-genitori, Palmer e Breena, intenti a guardare il loro bebè, ma Ziva se ne accorse e gli disse:
“Manca anche a me la mia” mentre il suo pensiero correva veloce alla mamma, al padre che aveva vendicato e alla sorellina, con la quale avrebbe voluto trascorrere altri momenti.
Gibbs pensò al primo Ringraziamento che aveva trascorso con Shannon e Kelly, a quelli che aveva trascorso dopo la loro morte con Mike, poi con Jenny, poi ancora da solo e negli ultimi anni, dopo la morte del suo mentore e della sua ex-partner, con suo padre, con il quale si era riappacificato. Pensò a quanto quelle persone avessero cambiato in meglio la sua vita e quanto avesse imparato da loro, a quanto le avesse amate: nei suoi occhi scorrevano le immagini come in un film. Ma ora non c’erano più e i suoi occhi si rabbuiarono a questo pensiero.
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Sentendo le parole di Ziva, le due bimbe smisero di giocare e corsero dalle rispettive mamme.
“Mamma mi manca Zi!” fece Tali
“A tutti noi, tesoro” si intromise l’uomo dallo sguardo severo
“Hai proprio ragione, Eli” sospirò Rivka, mentre la figlia cercava conforto tra le sue braccia e quelle del padre.
“Nonno, com’era papà?” Domandò d’improvviso Kelly, seduta in braccio alla madre, all’uomo con i capelli bianchi.
“Era ed è la persona migliore che io abbia mai conosciuto.” rispose “E amava molto tua madre.” aggiunse guardando Shannon, la quale tratteneva a stento le lacrime.
“Ciao zia Jenny!” urlò la piccola Gibbs saltando letteralmente giù dalle gambe della madre e abbracciando la donna che si era appena avvicinata.
“Ti manca molto” constatò l’ex direttore nei confronti della prima moglie di Gibbs.
“Già. Anche a te deve mancare molto, ti amava.” Rispose la rossa.
Ti ama.” Ribattè l’altra rossa guardandola negli occhi sottolineando il tempo verbale.
“Ama entrambe, non ha mai smesso e non lo farà, perché siete state importanti per lui. E lo siete tutt’ora” si intromise l’uomo con i baffi tossendo.
“Mike, dovresti smettere.” Disse in tono autorevole Jenny, alludendo al sigaro che l’uomo aveva in bocca.
“Oh Jennifer, sono morto, cosa può succedermi ancora?!” e non finì di pronunciare la frase che scoppiò in una fragorosa risata che fece sollevare gli angoli della bocca in una smorfia di sorriso alle due rosse.
*********
“Jethro stai bene?” chiese Ducky
“Capo?” gli fece eco McGee, non avendo il patologo ottenuto risposta.
“Sì” rispose l’ex cecchino “stavo…ricordando” aggiunse con un mezzo sorriso sul volto e fissando un punto non definito in fondo alla sala, oltre il corridoio.
“Beh mi sembravi più pallido di quel cadavere del mio settimo caso….
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“E ci mancava che il Dottor Mallard non iniziasse uno dei suoi sproloqui!” commentò Gerald, facendo scoppiare a ridere tutti.
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….di quel sottotenente che era…”
“Ducky!” lo zitti Gibbs.
“Ok, stai bene!” commentò sarcastico il dottore.
 
Nonostante fosse troppo orgoglioso per ammetterlo davanti a loro, voleva bene a quei ragazzi, erano la sua famiglia. Family is just more than DNA. Li osservò uno per uno, ripensò a quanto fossero cresciuti in esperienza dalla prima volta che li aveva incontrati. Ma le risate dei ragazzi ad una battuta – idiota – di Jimmy lo fecero tornare alla realtà e si ritrovò a ridere anche lui.
Il resto della serata passò tranquillo e, dopo che tutti se ne erano andati, ritornò a fissare il punto indefinito di due ore prima, ma stavolta mise a fuoco l’immagine in lontananza. Delle foto lo ritraevano con il suo team nel corso degli anni: Tony, Tim, Abby, Ziva e un sorridente se stesso guardavano in direzione della fotocamera; un’altra foto lo raffigurava con Tony, Kate, Ducky, Gerald ad Abby, il suo primo team; un’altra ancora con suo padre, per non parlare poi di quella con Mike, quella con Jenny sotto la torre Eiffel e l’ultima, più grande, con Shannon e Kelly, prima di partire in missione. Molti di loro non c’erano più, ma avevano sicuramente cambiato la sua vita, in meglio. L’avevano resa speciale per le scelte fatte.
 
“‘Cause what about, what about angels?
They will come, they will go and make us special.”













_ABBY'S LAB_
Sì, sono ancora qui, mi spiace per voi che dovete sopportarmi.
Ecco una nuova storia che ha preso polvere stando troppo tempo nel computer, questa volta ispirata dalla canzone "Not about angels" di Birdy, che ho trovato per caso vagando su Youtube.
Mi scuso per la tristezza, ma mi è uscita così, in un momento di sclero dell'estate scorsa, dopo l'ennesimo rinvio della ripresa della programmazione di NCIS.*regalapacchettidifazzolettiatutti*

(*) NdA: la storia è stata scritta PRIMA della dodicesima stagione (quindi PRIMA dell'arrivo di Zoe e della piccola Palmer); per quanto riguarda Gerald, io non so esattamente perchè, ma il mio cervello lo ha dato per morto dopo gli avvenimenti di "Kill Ari": ho controllato e, se la mia fonte non è inattendibile, dovrebbe essere ancora vivo e vegeto da qualche parte. Scusate il mio povero cervellino malato.

Anyway, ringrazio tuttituttitutti per aver letto questa storia e chi ha letto/recensito le altre: non mi aspettavo davvero che potessero piacere tanto le cose che scrivo!
Un ringraziamento very special va a Jen98, che legge e fa opera di betaggio alle mie storie e che viene vessata con gli spoiler del finale di stagione <3
Alla prossima,
Semper fi
Abby^^
   
 
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