La
rivelazione di ieri ha completamente spiazzato Camila e devo ammettere
che
anche io sono piuttosto perplesso. Non mi sarei mai aspettato che
Roberto
avesse una figlia di cui non conosceva l’esistenza! Roberto,
mio suocero, a
differenza di Margherita, si è certamente infastidito quando
io ho sposato
Camila, ma non mi ha mai per davvero osteggiato. All’inizio
mi guardava con un
certo sospetto. Ed è vero che nei primi anni di matrimonio,
quando i nostri
rapporti erano davvero al minimo, non amava frequentarmi, ma dopo,
quando le
cose sono migliorate, mi ha fatto sentire parte della famiglia.
Ora si
ritrova in un guaio. Non saprei proprio immaginare cosa farà
adesso Margherita.
Sicuramente di tutto per non infangare il nome dei Mendoza. Che poi a
ben
pensarci, come diceva sempre Camila anni fa, chi sono questi Mendoza??
È vero
che col tempo sono diventati degli industriali, che sono spudoratamente
ricchi,
ma comunque all’inizio della loro avventura, erano gente
comune! Ammassare una
grande quantità di denaro, può forse renderli
diversi da tutti gli altri?
Certo che
si! Il denaro ti fa entrare nei circuiti giusti, ti permette di fare
parte
della società che conta e soprattutto di contare qualcosa
… ma questo da la
felicità? Margherita è felice?
“Alberto” mi
dice Camila “smetti di rimuginare su questa storia! Mi sembra
che tu ne sia
rimasto più colpito di me!”
“In effetti
è vero” le rispondo mentre bevo il
caffè. “Mi colpisce la reazione di tua
madre! È così preoccupata di non infangare il
vostro nome! Dovrebbe un attimo
rilassarsi!”
“Questo sarà
quasi impossibile!”
“In fin dei
conti tuo padre non l’ha neanche tradita! Voglio dire,
Victoria è nata prima
che loro si conoscessero… tua madre che diritto ha di
sentirsi tradita da
questo?”
“Non sei
proprio un fan di mia madre vero?” mi chiede Camila.
“Non è che
io non sia un suo fan, ma è sempre troppo fissata con il
controllo!! Cosa le
toglie l’esistenza di Victoria? L’avrei capita di
più se Victoria fosse figlia
di un tradimento di tuo padre nei suoi confronti, ma io sono certa che
tuo
padre abbia sempre avuto un comportamento irreprensibile nei suoi
riguardi.”
“Io credo
che mia madre si sia sentita derubata dell’idea di essere lei
e solo lei la
donna al centro della vita di mio padre. La madre dei suoi figli, la
donna che
lo ha aiutato nell’avventura dell’Ecomoda e che gli
è rimasta a fianco in tutti
questi anni!”
“Ok, va
bene, ma ha vissuto tutte queste cose lo stesso! Tuo padre non ha avuto
la
possibilità di scegliere, perché
l’altra donna non gli ha mai detto di essere
incinta. Quindi ora cosa fa tua madre, si confronta con un
fantasma?” le chiedo
sarcastico.
“Alberto,
capisco che tu non sia il fan numero uno di mia madre, ma non ti sembra
di
esagerare?” gli chiedo.
“Hai
ragione, tua madre… ce ne ha fatte passare di tutti i
colori, ma questa volta
sono davvero convinto di quello che dico. Si sta arrabbiando per una
cosa che
non ha alcun senso. Credo invece che la cosa migliore che possa fare
è parlare
con tuo padre. Credo che proprio perchè è una
situazione assurda, adesso lui abbia
più bisogno che mai di confrontarsi con la sua compagna di
vita.”
“Perché non
vai a dirglielo?”
“Certo, come
no! Nemmeno io sono la sua persona preferita ricordi?” le
dico.
“Devo
parlare con mio fratello!” mi dice. “Oggi lo invito
a pranzo!”
Lo squillo
del mio cellulare mi distrae dalla nostra conversazione.
“Pronto?”
rispondo.
“Ciao
Alberto! Sono Abi!” mi dicono dall’altra parte.
“Abi!”
esclamo io felice. Vedo Camila voltarsi di scatto verso di me. Mi
raggiunge e
mi si para di davanti.
Dopo una
conversazione di cinque minuti, chiudo il telefono e guardo mia moglie
in
volto. Sta aspettando che dica qualcosa!
“Era Abi!”
inizio io.
“Questo l’ho
sentito pure io!”
“Viene a
Bogotà!” le dico, sperando che lei non esploda o
che un vortice si apra sotto
la mia sedia a causa della sua furia e mi inghiotta!
“Bene” mi
dice. Sento la sua irrequietezza. Lei si è convinta che tra
me e Abi ci sia
qualcosa e non riesco in nessun modo a convincerla del contrario.
“Alberto”
inizia “come mai non mi hai mai parlato
dell’esistenza di Abi?” mi chiede. “Che
poi Abi, che nome è?” aggiunge.
“Camila tu
hai sempre saputo che avevo degli avvocati. Non è che mi hai
mai chiesto come
si chiamassero! D’altronde io mica conosco i nomi degli
avvocati svizzeri dell’Ecomoda
no?”
“Alberto,
non fare finta di niente! Tra te e questa donna
c’è qualcosa… io non chiamo i
miei avvocati con il loro nome abbreviato!!” mi dice
piuttosto contrariata.
“Vorrei che
tu accettassi il fatto che tra me e lei non ci sia niente.
Non c’è mai stato
niente! Ha solo curato i miei affari. E adesso viene per
affari. Per i miei
affari. Per alcuni investimenti che ho fatto in Svizzera e che si sono
rivelati
molto proficui.”
“E dove
starà?” mi chiede.
“Dove deve
stare? In albergo no? Camila, cosa ti prende? Credi che venga a stare
qui da
me? Non c’è niente tra di noi. Sei tu che hai
frainteso, o hai voluto
fraintendere tutto. Hai capito?”
“Voglio solo
assicurarmi che non sia un problema per te che noi stiamo qui. Non so
quando
mia madre ci farà rientrare in casa!”
Ieri sera
Margherita è stata piuttosto categorica sul fatto che voleva
restare sola e ha
pregato Camila e i ragazzi di lasciare la villa. È stato
naturale per me
ospitarli a casa mia. Non sappiamo per quanto tempo Margherita voglia
restare
sola. Se sia una cosa momentanea o se sarà una cosa lunga.
Conoscendola,
immagino che la questione andrà per le lunghe!
“Camila stai
dicendo un sacco di stupidaggini! Va bene che le cose non sono chiare
tra di
noi, ma tu sei ancora mia moglie e sei la madre dei miei figli, e
Isabel e Juan
sono anche i miei figli! Pensi che vi lascerei andare da qualche altra
parte?”
le dico.
“Ma tu mi
avevi detto che non saresti voluto tornare con me se io non avessi
avuto le
idee chiare su di noi e che dovevo trovare la mia strada. Adesso invece
praticamente sei costretto a convivere con me e i ragazzi…
forse non intendevi
proprio questo… insomma magari
per te va
bene stare con i ragazzi, ma io farei meglio a cercarmi
un’altra sistemazione!”
mi dice.
Mi sto
innervosendo e non la capisco.
“Per me non
c’è problema. Se tu vuoi credere che io non voglia
stare con te va bene, ma non
è così. Quando ti ho detto che volevo che
cercassi la tua strada ti ho detto
che ti avrei aspettata. Forse sei tu che non vuoi stare qui con me!
Capisco che
la casa è quella che è. Che le camere non siano
abbastanza. Se tu non vuoi
dormire con me, mi trasferisco sul divano. Non c’è
problema. Per me, potete
restare qui tutto il tempo che volete. Non ho cambiato idea. Voi siete
la mia
famiglia. La mia casa sarà sempre aperta per voi.”
“E io?” mi
chiede.
“Tu che?”
“Io cosa
sono per te? Sono la tua famiglia?”
“Certo! Io
non riesco a smettere di amarti così, dall’oggi al
domani. Avrei tanto voluto
farlo in questi ultimi mesi, ma non ci sono riuscito!” le
dico.
Lei mi
abbraccia e mi dice “Non voglio che tu ci riesca!...
Perdonami. Dico un sacco
di sciocchezze. Sono molto nervosa in questi giorni! E dopo una
sorella, arriva
Abi! Non ho mai un attimo di pace.”
La bacio sul
capo. “Camila sei proprio una Mendoza. Sei davvero una
testona. Come tuo
fratello. Non c’è niente tra me e Abi. Non so
più come dirtelo!”
“Quando
arriva?” mi chiede.
“Domani sera
ci vediamo a cena!” le dico.
“Ah sì??”
chiede “E dove?”
“Al Le Noir
ovviamente!”
“Bene!
Allora domani esco a cena con i ragazzi!”
“Che cosa?”
le chiedo. “No Cami. Tu vieni con me! Devo presentarti
Abi!”
Oggi
ho
avuto una stressantissima giornata di lavoro. Da quando questa mattina
ho
discusso con Camila su Abi, sul fatto che lei restasse o meno in questa
casa,
sento dentro un’agitazione che so spiegarmi soltanto in
parte. E’ come se
vivere insieme sia difficile per me e per Camila, anche se lo abbiamo
fatto per
sedici anni. A
volte vorrei chiudere gli
occhi e tornare a quando andava tutto bene tra di noi! Sento che Camila
sta
facendo un po’ di rumore e vado a vedere cosa stia
combinando.
La vedo
arrivare nella mia, o nostra non saprei, stanza da letto con alcune
cose in
mano.
“Scusa
Camila, cosa sono queste cose?” le chiedo.
“Questo è un
cavalletto e questa è una tela bianca, come potrai
notare!” mi dice.
“E perché li
stai mettendo qui?”
“Perché…. Devo
pur dipingere da qualche parte no? In salotto non posso lascarli,
perché Juan è
ancora piccolo e potrebbe danneggiare tutto. E anche Dodo o Isabel
potrebbero
farlo!”
“E quindi la
soluzione è metterli in camera da letto?” le
chiedo piuttosto perplesso.
“Ti
dispiace?” mi chiede. “Ma in fondo questa camera
è piuttosto spaziosa. Non ti
darò fastidio lo prometto, né
macchierò i vestiti!”
La guardo
sconvolto. Non posso credere che stia dicendo sul serio.
“E poi”
aggiunge “voglio fare un ritratto a te. Voglio che il mio
primo nuovo quadro
sia un tuo ritratto!”
“Che cosa?”
le dico. “Sei completamente fuori di testa!”
“Alberto… ti
ricordo che stamattina hai detto di amarmi. Vedrai che non
sarà una cosa dell’altro
mondo posare per me! Quando diventerò famosa, il tuo
ritratto varrà un sacco di
soldi!”
“Quando
diventerai famosa” ripeto come un idiota! “Quindi
ora vuoi fare la pittrice! E
il tuo lavoro all’Ecomoda?” le chiedo.
“Lo so che
tutto questo ti confonde. Per ora voglio solo dipingere. Dipingere mi
fa
sentire bene, mi scarica. È ovvio che non lascerò
il lavoro all’Ecomoda. Questo
sarà il mio hobby. Almeno per il momento sarà il
mio hobby!” mi dice. “Voglio
ritrarre te perché sei tu che mi hai spinto a ritrovare le
mie passioni, ma sta
tranquillo. Il tuo ritratto non lo venderò mai e poi mai.
Anzi non credo che
uscirà mai dalla nostra casa!”
“Ah si?” le
chiedo. “E perché?”
“Come perché?
Tu credi che io possa accettare che un’altra donna abbia un
tuo ritratto in
casa? Non scherziamo caro. Tu sei proprio fuori dal mercato. In tutti i
sensi.”
"E hai deciso dove devo dormire?" le chiedo.
"Con me ovviamente! Mica penserai che ti faccia stare sul serio sul
divano! Dormiremo insieme, che te ne pare?"
Non so se
essere divertito o se urlare. Sono definitivamente sposato con
un’altra
persona. Mia moglie è uguale a prima e allo stesso tempo
diversa. Chissà cosa
mi aspetta in futuro, ma sono davvero ansioso di scoprirlo.
***
Un
leggero
fruscio desta il mio sonno.
Apro gli
occhi e vedo Camila che dipinge. Ma che ore sono? Guardo
l’orologio. Sono
appena le sei.
“Camila” la
chiamo. “Cosa stai facendo?”
“Stai fermo!”
mi dice “Non ti muovere!”
“Che cosa?”
“Sono stata
colta dall’ispirazione guardandoti dormire!”
“Eh?” le
chiedo. “Perché non torni a dormire?”
“No. Ora
sono ispirata!” mi dice. “Devo farti un ritratto o
no?”
“E vuoi fare
un ritratto di me che dormo?”
“Non
proprio!”
“Qualunque
cosa tu abbia in mente, torna a dormire dai!” le dico. Mi
alzo e vado a
baciarla sul collo. “Anche io sono stato colto da
un’improvvisa ispirazione!”
Lei si volta
verso di me. “Alberto, tu non mi prendi sul serio e questa
cosa non mi piace.
Devo dipingere. Voglio farti un ritratto!”
“Io ti
prendo sul serio. Certo che si. Lo so che la tua vera passione
è l’arte. E ti
prometto che poserò per te, ma adesso no!” le dico
abbracciandola.
“No, torna
tu a dormire. Io devo dipingere. Dai Alberto!”
“E va bene!”
cedo e ritorno a letto mentre lei pasticcia con matite e pennelli. Devo
ancora
capire la portata di questo nuovo sconvolgimento nella mia vita. Credo
anche
che lei sia sotto shock per la notizia della sorella e che questo sia
un modo
per sfogarsi… ma ci aspettano giorni difficili!
***
Siamo
a Le
Noir e stiamo aspettando Abigail. Camila è molto nervosa e
io non riesco a
capire cosa le passi per la testa. Le ho detto che deve stare
tranquilla e
invece lei è in preda ad una totale agitazione.
Finalmente
Abigail arriva e dopo esserci salutati con un abbraccio mi tocca fare
le
presentazioni.
“Camila, lei
è l’avvocato Abigail Bennet” le dico.
“Abi, lei è mia moglie, Camila Mendoza!”
aggiungo.
“Piacere
Camila, possiamo darci del tu vero? Alberto mi ha parlato di
te!” le dice Abi.
Vedo Camila
guardarmi di traverso, ma io le rispondo alzando le spalle.
“Ci
accomodiamo?” chiedo spostando le sedie di entrambe.
“Certo!
Accomodiamoci” dice Camila sedendosi. “E si
Abigail, puoi tranquillamente darmi
del tu! Da quanto tempo lavori con Alberto?” le chiede.
“Da cinque
anni più o meno!” le risponde.
Camila si
versa un bicchiere d’acqua e lo beve tutto d’un
sorso.
“Si” dico
rivolto a Camila “lei lavora nello studio del vecchio Lomas
da cinque anni e da
quando è arrivata si è occupata della mia
società. Naturalmente anche con altri
avvocati.”
“Infatti a
questo proposito” interviene lei “ volevo dirti che
i tuoi ex soci non hanno
preso bene il fatto che continuiamo a lavorare per te e anche per la CAM2,
ma Henry è stato chiaro nel dire che tu adesso sei un
cliente della Lomas e
associati, indipendente dalla loro società. Loro temono che
tu possa fargli
concorrenza e ritengono che qualora questo avvenisse, lo studio deve
decidere
da che parte stare.”
“Capisco!”
le dico. “Non gli è bastato praticamente cacciarmi
dalla mia stessa società,
vogliono proprio eliminarmi dal mercato! A quanto pare sono davvero
fuori dal
mercato!” dico rivolto a mia moglie.
È perplessa.
“Mi dispiace
Alberto” mi dice prendendomi la mano. “Tornare qui
è stata la decisione
sbagliata per te!”
“Comunque”
si inserisce Abigail “Henry Lomas ha detto ai tuoi ex soci
che non possono
permettersi di stabilire chi può essere cliente del suo
studio e chi no!”
Il suono del
telefono di Abi interrompe la nostra discussione.
“Scusatemi” ci dice “devo
proprio rispondere!”
Camila si
rivolge a me e mi dice “Alberto… tu lavori con
quella donna da cinque anni e
non mi hai detto niente? E perché non c’era mai
nelle occasioni mondane?”
“Perché lei
è della sede di Londra, non di Ginevra! Camila, non
è solo lei il mio avvocato.
Lei si sta occupando di me perché è specializzata
in transazioni commerciali e
finanza. Inoltre Lomas mi ha suggerito un’agenzia di
investimenti con cui lei
collabora personalmente e ho fatto degli investimenti anche
lì! Insomma si
tratta di lavoro e solo di lavoro!” le dico.
“Tu mi stai
dicendo che tra te e questa donna bellissima non
c’è niente di personale?”
“Camila abbiamo un rapporto amichevole e collaboriamo, ma
niente di più!”
“Alberto, ma
l’hai guardata? Hai visto quanto è
bella?” mi chiede.
“E’ bella? Non
me ne sono accorto!”
Per tutta
risposta Camila mi da un pizzico. “E va bene” cedo.
“E’ molto bella, ma questo
non vuol dire che ci debba essere qualcosa tra di noi! E anche tu sei
molto bella e pazza e sei mia moglie.”
Proprio in
quel momento Abi torna al tavolo.
“Scusatemi,
non ho mai un attimo di pace!!”
“Tranquilla”
le dice Camila “Ti capisco, anche io faccio un lavoro molto
stressante!”
“Abi, cosa
ne dici se risolviamo le questioni finanziarie prima di
cena?” le propongo.
“Certo,
Alberto. Con piacere!” Esce un malloppo di carte.
“Dal tuo ultimo investimento
fatto a Londra, in questi ultimi sei mesi hai guadagnato sei milioni di
dollari. Poi mi dicevi che hai fatto altri investimenti qui in Colombia
e negli
Usa…”
“Si!” le
dico. “Ma ancora non ho recuperato tutto il denaro
investito.” Mi rivolgo a
Camila. “Parlo dell’investimento fatto con tuo
fratello. Comunque Abi, grazie
di essere venuta a portarmi tutti questi documenti da Londra! Ora
ascolta” dico
rivolto a lei “e anche tu Camila” dico rivolgendomi
a mia moglie “Abi, vorrei
che con i sei milioni di dollari facessi un fondo fiduciario in favore
di mia
moglie e dei miei figli!”
“Cosa?” si
agita Camila.
“Non ti
agitare tesoro” le dico. “Vorrei mettere quel
denaro a tua disposizione per l’istruzione
dei ragazzi. Voglio proprio metterlo da parte. Sto facendo vari
investimenti e
non voglio in alcun modo danneggiare il futuro dei ragazzi.”
“Per me non
c’è problema” dice Abi.
“Preparerò tutto e ti farò avere i
documenti!”
“Non credi
che avresti dovuto parlarne prima con me?” chiede Camila.
“Non c’è
nulla di cui discutere. Abi, includi me, lei e i nostri figli e vincola
i fondi
agli studi universitari e all’apertura di qualche eventuale
attività futura dei
miei figli.”
“E non credi
che sei milioni di dollari siano un po’ troppi?” mi
chiede mia moglie.
“Dai tesoro…
sai bene che l’istruzione costa!”
“Ma non così
tanto e anch’io potrei
voler
sostenere le spese per l’istruzione dei nostri
figli!” mi dice.
“Va bene.
Allora mettiamo la clausola che aggiungeremo la cifra che vuole Camila,
dal suo
patrimonio personale!”
“E in caso di
divorzio?” chiede Abi.
“Il fondo
avrà sempre valore perché i beneficiari sono i
ragazzi!” le dico.
“Ok. Per me
non c’è problema. Preparerò il tutto e
ve lo farò avere.”
Vedo che
Camila si è un po’ rabbuiata. “Camila,
non prendertela. Non è niente contro di
te. È che sto facendo vari investimenti con i soldi che ho
ottenuto dall’uscita
della società e voglio mettere il futuro dei ragazzi al
sicuro!”
“Va bene
Alberto. Ne riparliamo dopo. Tanto hai già deciso e non
è che possa fare poi
molto per farti cambiare idea!”
“Non voglio
intromettermi tra di voi” dice Abigail “ma mi
sembra una buona idea quella di
Alberto, finanziariamente parlando è molto sicura!”
“Lo so” le
risponde Camila. “E’ che mi ha sorpreso ecco
tutto!”
“Capisco
anche te Camila. So bene come sono questi mariti, che decidono tutto
senza
nemmeno prenderti in considerazione, come se tu non potessi intervenire
in
alcun modo!” afferma Abigail.
“E tu sei
sposata?” le chiede Camila.
“Si, da
dieci anni e ho anche due figli e due tate fantastiche! Un cane e due
gatti!”
Camila si
volta verso di me. “E come mai non me l’avevi
detto?!” mi chiede tra i denti.
Io sorrido
senza farmi notare. “Camila te l’ho detto che non
avevi nulla da temere, ma la
tua passione per le storie fantasiose supera ogni limite! Tu vedi solo
quello
che vuoi vedere!” le sussurro.
Come sono sicuro del mio nome, sono certo che adesso Camila la sottoporrà al terzo grado.