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Autore: Butterfly8    04/06/2015    3 recensioni
Questa storia è il seguito de "I quarant'anni di Betty". In questa storia avranno un ruolo più attivo tutti i protagonisti "secondari". Armando e Betty sono uniti più che mai e saranno i punti di riferimento per tutti gli altri. Buona lettura e aspetto i vostri commenti e recensioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La rivelazione di ieri ha completamente spiazzato Camila e devo ammettere che anche io sono piuttosto perplesso. Non mi sarei mai aspettato che Roberto avesse una figlia di cui non conosceva l’esistenza! Roberto, mio suocero, a differenza di Margherita, si è certamente infastidito quando io ho sposato Camila, ma non mi ha mai per davvero osteggiato. All’inizio mi guardava con un certo sospetto. Ed è vero che nei primi anni di matrimonio, quando i nostri rapporti erano davvero al minimo, non amava frequentarmi, ma dopo, quando le cose sono migliorate, mi ha fatto sentire parte della famiglia.
Ora si ritrova in un guaio. Non saprei proprio immaginare cosa farà adesso Margherita. Sicuramente di tutto per non infangare il nome dei Mendoza. Che poi a ben pensarci, come diceva sempre Camila anni fa, chi sono questi Mendoza?? È vero che col tempo sono diventati degli industriali, che sono spudoratamente ricchi, ma comunque all’inizio della loro avventura, erano gente comune! Ammassare una grande quantità di denaro, può forse renderli diversi da tutti gli altri?
Certo che si! Il denaro ti fa entrare nei circuiti giusti, ti permette di fare parte della società che conta e soprattutto di contare qualcosa … ma questo da la felicità? Margherita è felice?
“Alberto” mi dice Camila “smetti di rimuginare su questa storia! Mi sembra che tu ne sia rimasto più colpito di me!”
“In effetti è vero” le rispondo mentre bevo il caffè. “Mi colpisce la reazione di tua madre! È così preoccupata di non infangare il vostro nome! Dovrebbe un attimo rilassarsi!”
“Questo sarà quasi impossibile!”
“In fin dei conti tuo padre non l’ha neanche tradita! Voglio dire, Victoria è nata prima che loro si conoscessero… tua madre che diritto ha di sentirsi tradita da questo?”
“Non sei proprio un fan di mia madre vero?” mi chiede Camila.
“Non è che io non sia un suo fan, ma è sempre troppo fissata con il controllo!! Cosa le toglie l’esistenza di Victoria? L’avrei capita di più se Victoria fosse figlia di un tradimento di tuo padre nei suoi confronti, ma io sono certa che tuo padre abbia sempre avuto un comportamento irreprensibile nei suoi riguardi.”    
“Io credo che mia madre si sia sentita derubata dell’idea di essere lei e solo lei la donna al centro della vita di mio padre. La madre dei suoi figli, la donna che lo ha aiutato nell’avventura dell’Ecomoda e che gli è rimasta a fianco in tutti questi anni!”
“Ok, va bene, ma ha vissuto tutte queste cose lo stesso! Tuo padre non ha avuto la possibilità di scegliere, perché l’altra donna non gli ha mai detto di essere incinta. Quindi ora cosa fa tua madre, si confronta con un fantasma?” le chiedo sarcastico.
“Alberto, capisco che tu non sia il fan numero uno di mia madre, ma non ti sembra di esagerare?” gli chiedo.
“Hai ragione, tua madre… ce ne ha fatte passare di tutti i colori, ma questa volta sono davvero convinto di quello che dico. Si sta arrabbiando per una cosa che non ha alcun senso. Credo invece che la cosa migliore che possa fare è parlare con tuo padre. Credo che proprio perchè è una situazione assurda, adesso lui abbia più bisogno che mai di confrontarsi con la sua compagna di vita.”
“Perché non vai a dirglielo?”
“Certo, come no! Nemmeno io sono la sua persona preferita ricordi?” le dico.
“Devo parlare con mio fratello!” mi dice. “Oggi lo invito a pranzo!”
Lo squillo del mio cellulare mi distrae dalla nostra conversazione.
“Pronto?” rispondo.
“Ciao Alberto! Sono Abi!” mi dicono dall’altra parte.
“Abi!” esclamo io felice. Vedo Camila voltarsi di scatto verso di me. Mi raggiunge e mi si para di davanti.
Dopo una conversazione di cinque minuti, chiudo il telefono e guardo mia moglie in volto. Sta aspettando che dica qualcosa!
“Era Abi!” inizio io.
“Questo l’ho sentito pure io!”
“Viene a Bogotà!” le dico, sperando che lei non esploda o che un vortice si apra sotto la mia sedia a causa della sua furia e mi inghiotta!
“Bene” mi dice. Sento la sua irrequietezza. Lei si è convinta che tra me e Abi ci sia qualcosa e non riesco in nessun modo a convincerla del contrario.
“Alberto” inizia “come mai non mi hai mai parlato dell’esistenza di Abi?” mi chiede. “Che poi Abi, che nome è?” aggiunge.
“Camila tu hai sempre saputo che avevo degli avvocati. Non è che mi hai mai chiesto come si chiamassero! D’altronde io mica conosco i nomi degli avvocati svizzeri dell’Ecomoda no?”
“Alberto, non fare finta di niente! Tra te e questa donna c’è qualcosa… io non chiamo i miei avvocati con il loro nome abbreviato!!” mi dice piuttosto contrariata.
“Vorrei che tu accettassi il fatto che tra me e lei non ci sia niente. Non c’è mai stato niente! Ha solo curato i miei affari. E adesso viene per affari. Per i miei affari. Per alcuni investimenti che ho fatto in Svizzera e che si sono rivelati molto proficui.”
“E dove starà?” mi chiede.
“Dove deve stare? In albergo no? Camila, cosa ti prende? Credi che venga a stare qui da me? Non c’è niente tra di noi. Sei tu che hai frainteso, o hai voluto fraintendere tutto. Hai capito?”
“Voglio solo assicurarmi che non sia un problema per te che noi stiamo qui. Non so quando mia madre ci farà rientrare in casa!”
Ieri sera Margherita è stata piuttosto categorica sul fatto che voleva restare sola e ha pregato Camila e i ragazzi di lasciare la villa. È stato naturale per me ospitarli a casa mia. Non sappiamo per quanto tempo Margherita voglia restare sola. Se sia una cosa momentanea o se sarà una cosa lunga. Conoscendola, immagino che la questione andrà per le lunghe!
“Camila stai dicendo un sacco di stupidaggini! Va bene che le cose non sono chiare tra di noi, ma tu sei ancora mia moglie e sei la madre dei miei figli, e Isabel e Juan sono anche i miei figli! Pensi che vi lascerei andare da qualche altra parte?” le dico.
“Ma tu mi avevi detto che non saresti voluto tornare con me se io non avessi avuto le idee chiare su di noi e che dovevo trovare la mia strada. Adesso invece praticamente sei costretto a convivere con me e i ragazzi… forse non intendevi proprio questo… insomma  magari per te va bene stare con i ragazzi, ma io farei meglio a cercarmi un’altra sistemazione!” mi dice.
Mi sto innervosendo e non la capisco.
“Per me non c’è problema. Se tu vuoi credere che io non voglia stare con te va bene, ma non è così. Quando ti ho detto che volevo che cercassi la tua strada ti ho detto che ti avrei aspettata. Forse sei tu che non vuoi stare qui con me! Capisco che la casa è quella che è. Che le camere non siano abbastanza. Se tu non vuoi dormire con me, mi trasferisco sul divano. Non c’è problema. Per me, potete restare qui tutto il tempo che volete. Non ho cambiato idea. Voi siete la mia famiglia. La mia casa sarà sempre aperta per voi.”
“E io?” mi chiede.
“Tu che?”
“Io cosa sono per te? Sono la tua famiglia?”
“Certo! Io non riesco a smettere di amarti così, dall’oggi al domani. Avrei tanto voluto farlo in questi ultimi mesi, ma non ci sono riuscito!” le dico.
Lei mi abbraccia e mi dice “Non voglio che tu ci riesca!... Perdonami. Dico un sacco di sciocchezze. Sono molto nervosa in questi giorni! E dopo una sorella, arriva Abi! Non ho mai un attimo di pace.”
La bacio sul capo. “Camila sei proprio una Mendoza. Sei davvero una testona. Come tuo fratello. Non c’è niente tra me e Abi. Non so più come dirtelo!”
“Quando arriva?” mi chiede.
“Domani sera ci vediamo a cena!” le dico.
“Ah sì??” chiede “E dove?”
“Al Le Noir ovviamente!”
“Bene! Allora domani esco a cena con i ragazzi!”
“Che cosa?” le chiedo. “No Cami. Tu vieni con me! Devo presentarti Abi!”

 

***

 

Oggi ho avuto una stressantissima giornata di lavoro. Da quando questa mattina ho discusso con Camila su Abi, sul fatto che lei restasse o meno in questa casa, sento dentro un’agitazione che so spiegarmi soltanto in parte. E’ come se vivere insieme sia difficile per me e per Camila, anche se lo abbiamo fatto per sedici anni.  A volte vorrei chiudere gli occhi e tornare a quando andava tutto bene tra di noi! Sento che Camila sta facendo un po’ di rumore e vado a vedere cosa stia combinando.
La vedo arrivare nella mia, o nostra non saprei, stanza da letto con alcune cose in mano.
“Scusa Camila, cosa sono queste cose?” le chiedo.
“Questo è un cavalletto e questa è una tela bianca, come potrai notare!” mi dice.
“E perché li stai mettendo qui?”
“Perché…. Devo pur dipingere da qualche parte no? In salotto non posso lascarli, perché Juan è ancora piccolo e potrebbe danneggiare tutto. E anche Dodo o Isabel potrebbero farlo!”
“E quindi la soluzione è metterli in camera da letto?” le chiedo piuttosto perplesso.
“Ti dispiace?” mi chiede. “Ma in fondo questa camera è piuttosto spaziosa. Non ti darò fastidio lo prometto, né macchierò i vestiti!”
La guardo sconvolto. Non posso credere che stia dicendo sul serio.
“E poi” aggiunge “voglio fare un ritratto a te. Voglio che il mio primo nuovo quadro sia un tuo ritratto!”
“Che cosa?” le dico. “Sei completamente fuori di testa!”
“Alberto… ti ricordo che stamattina hai detto di amarmi. Vedrai che non sarà una cosa dell’altro mondo posare per me! Quando diventerò famosa, il tuo ritratto varrà un sacco di soldi!”
“Quando diventerai famosa” ripeto come un idiota! “Quindi ora vuoi fare la pittrice! E il tuo lavoro all’Ecomoda?” le chiedo.
“Lo so che tutto questo ti confonde. Per ora voglio solo dipingere. Dipingere mi fa sentire bene, mi scarica. È ovvio che non lascerò il lavoro all’Ecomoda. Questo sarà il mio hobby. Almeno per il momento sarà il mio hobby!” mi dice. “Voglio ritrarre te perché sei tu che mi hai spinto a ritrovare le mie passioni, ma sta tranquillo. Il tuo ritratto non lo venderò mai e poi mai. Anzi non credo che uscirà mai dalla nostra casa!”
“Ah si?” le chiedo. “E perché?”
“Come perché? Tu credi che io possa accettare che un’altra donna abbia un tuo ritratto in casa? Non scherziamo caro. Tu sei proprio fuori dal mercato. In tutti i sensi.”
"E hai deciso dove devo dormire?" le chiedo. 
"Con me ovviamente! Mica penserai che ti faccia stare sul serio sul divano! Dormiremo insieme, che te ne pare?"
Non so se essere divertito o se urlare. Sono definitivamente sposato con un’altra persona. Mia moglie è uguale a prima e allo stesso tempo diversa. Chissà cosa mi aspetta in futuro, ma sono davvero ansioso di scoprirlo.

 

 ***

Un leggero fruscio desta il mio sonno.
Apro gli occhi e vedo Camila che dipinge. Ma che ore sono? Guardo l’orologio. Sono appena le sei.
“Camila” la chiamo. “Cosa stai facendo?”
“Stai fermo!” mi dice “Non ti muovere!”
“Che cosa?”
“Sono stata colta dall’ispirazione guardandoti dormire!”
“Eh?” le chiedo. “Perché non torni a dormire?”
“No. Ora sono ispirata!” mi dice. “Devo farti un ritratto o no?”
“E vuoi fare un ritratto di me che dormo?”
“Non proprio!”
“Qualunque cosa tu abbia in mente, torna a dormire dai!” le dico. Mi alzo e vado a baciarla sul collo. “Anche io sono stato colto da un’improvvisa ispirazione!”
Lei si volta verso di me. “Alberto, tu non mi prendi sul serio e questa cosa non mi piace. Devo dipingere. Voglio farti un ritratto!”
“Io ti prendo sul serio. Certo che si. Lo so che la tua vera passione è l’arte. E ti prometto che poserò per te, ma adesso no!” le dico abbracciandola.
“No, torna tu a dormire. Io devo dipingere. Dai Alberto!”
“E va bene!” cedo e ritorno a letto mentre lei pasticcia con matite e pennelli. Devo ancora capire la portata di questo nuovo sconvolgimento nella mia vita. Credo anche che lei sia sotto shock per la notizia della sorella e che questo sia un modo per sfogarsi… ma ci aspettano giorni difficili!

 

***

Siamo a Le Noir e stiamo aspettando Abigail. Camila è molto nervosa e io non riesco a capire cosa le passi per la testa. Le ho detto che deve stare tranquilla e invece lei è in preda ad una totale agitazione.
Finalmente Abigail arriva e dopo esserci salutati con un abbraccio mi tocca fare le presentazioni.
“Camila, lei è l’avvocato Abigail Bennet” le dico. “Abi, lei è mia moglie, Camila Mendoza!” aggiungo.
“Piacere Camila, possiamo darci del tu vero? Alberto mi ha parlato di te!” le dice Abi.
Vedo Camila guardarmi di traverso, ma io le rispondo alzando le spalle.
“Ci accomodiamo?” chiedo spostando le sedie di entrambe.
“Certo! Accomodiamoci” dice Camila sedendosi. “E si Abigail, puoi tranquillamente darmi del tu! Da quanto tempo lavori con Alberto?” le chiede.
“Da cinque anni più o meno!” le risponde.
Camila si versa un bicchiere d’acqua e lo beve tutto d’un sorso.
“Si” dico rivolto a Camila “lei lavora nello studio del vecchio Lomas da cinque anni e da quando è arrivata si è occupata della mia società. Naturalmente anche con altri avvocati.”
“Infatti a questo proposito” interviene lei “ volevo dirti che i tuoi ex soci non hanno preso bene il fatto che continuiamo a lavorare per te e anche per la CAM2, ma Henry è stato chiaro nel dire che tu adesso sei un cliente della Lomas e associati, indipendente dalla loro società. Loro temono che tu possa fargli concorrenza e ritengono che qualora questo avvenisse, lo studio deve decidere da che parte stare.”
“Capisco!” le dico. “Non gli è bastato praticamente cacciarmi dalla mia stessa società, vogliono proprio eliminarmi dal mercato! A quanto pare sono davvero fuori dal mercato!” dico rivolto a mia moglie.
È perplessa.
“Mi dispiace Alberto” mi dice prendendomi la mano. “Tornare qui è stata la decisione sbagliata per te!”
“Comunque” si inserisce Abigail “Henry Lomas ha detto ai tuoi ex soci che non possono permettersi di stabilire chi può essere cliente del suo studio e chi no!”
Il suono del telefono di Abi interrompe la nostra discussione. “Scusatemi” ci dice “devo proprio rispondere!”
Camila si rivolge a me e mi dice “Alberto… tu lavori con quella donna da cinque anni e non mi hai detto niente? E perché non c’era mai nelle occasioni mondane?”
“Perché lei è della sede di Londra, non di Ginevra! Camila, non è solo lei il mio avvocato. Lei si sta occupando di me perché è specializzata in transazioni commerciali e finanza. Inoltre Lomas mi ha suggerito un’agenzia di investimenti con cui lei collabora personalmente e ho fatto degli investimenti anche lì! Insomma si tratta di lavoro e solo di lavoro!” le dico.
“Tu mi stai dicendo che tra te e questa donna bellissima non c’è niente di personale?”
“Camila abbiamo un rapporto amichevole e collaboriamo, ma niente di più!”
“Alberto, ma l’hai guardata? Hai visto quanto è bella?” mi chiede.
“E’ bella? Non me ne sono accorto!”
Per tutta risposta Camila mi da un pizzico. “E va bene” cedo. “E’ molto bella, ma questo non vuol dire che ci debba essere qualcosa tra di noi! E anche tu sei molto bella e pazza e sei mia moglie.”
Proprio in quel momento Abi torna al tavolo.
“Scusatemi, non ho mai un attimo di pace!!”
“Tranquilla” le dice Camila “Ti capisco, anche io faccio un lavoro molto stressante!”
“Abi, cosa ne dici se risolviamo le questioni finanziarie prima di cena?” le propongo.
“Certo, Alberto. Con piacere!” Esce un malloppo di carte. “Dal tuo ultimo investimento fatto a Londra, in questi ultimi sei mesi hai guadagnato sei milioni di dollari. Poi mi dicevi che hai fatto altri investimenti qui in Colombia e negli Usa…”
“Si!” le dico. “Ma ancora non ho recuperato tutto il denaro investito.” Mi rivolgo a Camila. “Parlo dell’investimento fatto con tuo fratello. Comunque Abi, grazie di essere venuta a portarmi tutti questi documenti da Londra! Ora ascolta” dico rivolto a lei “e anche tu Camila” dico rivolgendomi a mia moglie “Abi, vorrei che con i sei milioni di dollari facessi un fondo fiduciario in favore di mia moglie e dei miei figli!”
“Cosa?” si agita Camila.
“Non ti agitare tesoro” le dico. “Vorrei mettere quel denaro a tua disposizione per l’istruzione dei ragazzi. Voglio proprio metterlo da parte. Sto facendo vari investimenti e non voglio in alcun modo danneggiare il futuro dei ragazzi.”
“Per me non c’è problema” dice Abi. “Preparerò tutto e ti farò avere i documenti!”
“Non credi che avresti dovuto parlarne prima con me?” chiede Camila.
“Non c’è nulla di cui discutere. Abi, includi me, lei e i nostri figli e vincola i fondi agli studi universitari e all’apertura di qualche eventuale attività futura dei miei figli.”
“E non credi che sei milioni di dollari siano un po’ troppi?” mi chiede mia moglie.
“Dai tesoro… sai bene che l’istruzione costa!”
“Ma non così tanto e anch’io potrei voler sostenere le spese per l’istruzione dei nostri figli!” mi dice.
“Va bene. Allora mettiamo la clausola che aggiungeremo la cifra che vuole Camila, dal suo patrimonio personale!”
“E in caso di divorzio?” chiede Abi.
“Il fondo avrà sempre valore perché i beneficiari sono i ragazzi!” le dico.
“Ok. Per me non c’è problema. Preparerò il tutto e ve lo farò avere.”
Vedo che Camila si è un po’ rabbuiata. “Camila, non prendertela. Non è niente contro di te. È che sto facendo vari investimenti con i soldi che ho ottenuto dall’uscita della società e voglio mettere il futuro dei ragazzi al sicuro!”
“Va bene Alberto. Ne riparliamo dopo. Tanto hai già deciso e non è che possa fare poi molto per farti cambiare idea!”
“Non voglio intromettermi tra di voi” dice Abigail “ma mi sembra una buona idea quella di Alberto, finanziariamente parlando è molto sicura!”
“Lo so” le risponde Camila. “E’ che mi ha sorpreso ecco tutto!”
“Capisco anche te Camila. So bene come sono questi mariti, che decidono tutto senza nemmeno prenderti in considerazione, come se tu non potessi intervenire in alcun modo!” afferma Abigail.
“E tu sei sposata?” le chiede Camila.
“Si, da dieci anni e ho anche due figli e due tate fantastiche! Un cane e due gatti!”
Camila si volta verso di me. “E come mai non me l’avevi detto?!” mi chiede tra i denti.
Io sorrido senza farmi notare. “Camila te l’ho detto che non avevi nulla da temere, ma la tua passione per le storie fantasiose supera ogni limite! Tu vedi solo quello che vuoi vedere!” le sussurro.

“Ordiniamo?” chiede Abi. “E così hai comprato questo posto... mi piace... è molto .... intimo!"
Come sono sicuro del mio nome, sono certo che adesso Camila la sottoporrà al terzo grado.
   
 
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