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Autore: blackdolphin    04/06/2015    5 recensioni
"Se la soba della forza non avesse avuto effetti collaterali la sua fidanzata sarebbe diventata più forte, e questo non era ammissibile.
Perché avrebbe vanificato anni e anni di sacrificio e di allenamento, perché non sarebbe stato virile e perchè….c’era un perché nascosto, uno più profondo, una verità scomoda da pensare, figuriamoci ammettere."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rivoluzione
 
-Muahahahah!muahahahahahah!- Ranma rideva sguaiatamente davanti alle facce imbarazzate di suo padre e Tendo. Anche questa volta il suo primato di forza non era stato calpestato. Aveva rischiato grosso e a superarlo non sarebbe stata una persona qualunque. Si trattava di Akane. Se la soba della forza non avesse avuto effetti collaterali la sua fidanzata sarebbe diventata più forte, e questo non era ammissibile.
Perché avrebbe vanificato anni e anni di sacrificio e di allenamento, perché non sarebbe stato virile e perchè….c’era un perché nascosto, uno più profondo, una verità scomoda da pensare, figuriamoci ammettere. Quindi meglio censurarla con la solita ridicola messinscena dove lui si comportava da immaturo insensibile.
Akane lo guardava interdetta. Come al solito l’aveva presa in giro. Pensava che le avesse dato l’antidoto perché tutto sommato quei baffi avrebbero rovinato il suo viso, pensava che l’avesse fatto per lei e invece l’aveva fatto solo per il suo smisurato ego. Si alzò dal pavimento  vergognandosi dell’immaturità che lei stessa aveva dimostrato quel giorno e si congedò dal resto della famiglia.
Ranma per un istante smise di ridere. C’era qualcosa che non andava. Ricominciò subito lo spettacolo per paura di essere colto in flagrante nell’atto di preoccuparsi per lei.
Nel frattempo le attività famigliari ripresero il loro corso: Genma e Tendo si dedicarono a una partita a shogi, Kasumi riordinava la cucina e Nabiki si chiuse in camera a fare i compiti e a contare i profitti delle ultime scommesse.
Anche Akane si era messa a studiare: lo faceva per dimenticare il menefreghismo del suo stupido fidanzato. Odiava il modo in cui lui poteva ferirla così facilmente. Si era sempre considerata una persona forte, specialmente dopo la perdita della madre. Si concentrò nuovamente sulle righe del libro di storia. Stava studiando la rivoluzione francese, uno dei capitoli più interessanti della storia occidentale. Le nozioni però non ne volevano sapere di entrare nella sua testa, la mente era sempre impegnata con lo stesso pensiero: quello stupido zoticone. Ma a chi voleva darla a bere? Lei stava così male solo per un motivo: si era innamorata di lui, innamorata di un amore sconfinato, gratuito, che le scaldava il cuore con un semplice sorriso, un amore che non poteva conoscere storia. Sospirò, asciugandosi una guancia inumidita, rituale a cui ormai era abituata. Decise di andare in sala a guardare un po’ di tv per distrarsi.
C’era quiete nel salotto. Faceva quasi paura considerati il livelli di confusione quotidiana che si erano stabiliti ormai con routine nella vita sua e della famiglia da quando Ranma e suo padre si erano trasferiti da loro. Tendo e Genma erano spariti, probabilmente erano andati a fare una passeggiata o forse cercavano di sfuggire dal maestro happosai. Nabiki e Kasumi erano uscite.
Accese la tv facendosi strada tra i vari programmi televisivi: il telegiornale, uno show  di cucina , una telepromozione, il talk show e poi, i cartoni animati. Era tanto che non li guardava e in quel momento ne davano uno speciale. Soffermò a riguardare un episodio di uno dei suoi anime preferiti: Versailles no bara. Precisamente nel momento in cui madamigella Oscar si dichiarava finalmente ad Andrè. Innumerevoli volte aveva sospirato con gli occhi lucidi davanti allo schermo televisivo nell’assistere a tale dichiarazione e nell’ammirare la totale prova d’amore del protagonista. Ranma era di certo tutta un’altra storia. Rimase a guardare l’episodio come sotto ipnosi.
Nel frattempo Ranma, stanco di allenarsi in palestra, si era recato in cucina per bere un bicchiere di latte. Passando per la sala vide la porta scorrevole semichiusa e sentì il rumore della tv accesa. Sbirciò e vide Akane che osservava lo schermo affascinata.
 
-Ti supplico di darmi ascolto, Andrè. Non puoi combattere in quelle condizioni-
-No. Verrò con te. Come sempre. Ormai è una vita che vengo con te in ogni occasione, non posso certo cambiare adesso, ti pare?-
-Andrè io una volta sono stata innamorata di Fersen, anche se sapevo chiaramente che tu mi amavi. È mai possibile che tu adesso mi ami ancora Andrè?-
-Certo Oscar. Io ti amo da sempre-
-Oh Andrè! Anche io ti amo! Ti amo!-
-Io questo l’ho saputo da sempre, davvero. Adesso niente può più dividerci.-
 
Akane era assorta nella trasmissione come se fosse la prima volta. Eppure quella scena la conosceva a memoria, ma ancora ne risultava affascinata. Con gli occhi lucidi e le guance leggermente arrossate si emozionava nell’assistere alla romantica dichiarazione d’amore tra Oscar e Andrè, sospirando davanti al televisore.
Ranma la guardava stupito. Era meravigliosa. Quando le si coloravano le guance acquisiva ancora più fascino del normale. Non sarebbero di certo stati bene dei baffi sul suo viso perfetto. Le sue guance erano fatte apposta per essere accarezzate e baciate per la loro morbidezza. Di certo non poteva ammettere tutti questi pensieri, ma c’era dell’altro. Se avesse conservato i superpoteri derivati dalla minestra della forza al di là dello scempio sul viso di Akane ci sarebbe stato un maggiore problema per lui: lei sarebbe stata la più forte. La più forte in tutto. Sì perché Ranma poteva vantarsi della sua esperienza nelle arti marziali, della sua forza fisica, della velocità ad apprendere e applicare tecniche, ma la più forte psicologicamente era lei. Ammirava la sua tenacia, il suo orgoglio, la sua dolcezza e il senso di protezione, specialmente dopo quello che era successo a sua madre. Se fosse stata fisicamente più forte di lui, che senso avrebbe avuto continuare a proteggerla? E lui si sentiva utile per lei solo in quel modo. Proteggendola dai pericoli, venendo in suo soccorso quando qualcuno voleva farle del male.
-Non sei troppo grande per guardare ancora i cartoni animati?
Akane nemmeno gli rispose. Lui si avvicinò alla tv e vide cosa stava guardando.
-Versailles no bara! Ma è roba da femmine depresse!
-E allora? Non è un problema tuo. È il mio anime preferito. È così romantico!
-Tu romantica? Figuriamoci! Secondo me ti piace perché sei una donna uomo, come la protagonista, con la differenza che a te non ti ci hanno costretto- sentenziò Ranma ridendo.
Akane si alzò fissandolo fermamente:- Io non sarò romantica, ma tu chi ti credi di essere! Non vali nemmeno la metà di lui!- disse indicando lo schermo.
-Ma per favore! Lui non esiste! Come puoi confrontarmi con un personaggio inventato. Le tue sono solo fantasie!-
-Saranno solo fantasie, ma io continuerò a sperare di incontrare un giorno qualcuno che ci tenga davvero a me e che non pensi solo a se stesso fregandosene di tutto e tutti!- sbottò lei dirigendosi verso le scale.
Ranma la fermò:-Guarda che io non sono un menefreghista come tu dici!
-Ma davvero? Mi basta già il modo in cui ti sei comportato con la minestra della forza. Tu mi hai dato l’antidoto solo perché eri invidioso-. Ranma non sapeva più cosa rispondere. La corda si stava spezzando e dire la verità equivaleva a un’ammissione in piena regola.
Stettero in silenzio alcuni attimi. Akane salì qualche gradino, poi si sentì tirare  per un braccio.
-Non è vero! L’ho fatto anche per te. O forse ti sarebbe piaciuto restare baffuta a vita!?!-
Akane scostò il suo braccio in malo modo e lo guardò dall’alto:-Questo non conta. Conta la tua reazione in seguito. Sei sempre il solito insensibile, incurante dei sentimenti degli altri. Io mi sarò anche comportata da immatura lasciandomi coinvolgere in una sciocca competizione, ma tu come al solito ti mostri per quello che sei davvero: un egoista presuntuoso!-
-è questo quello che pensi di me? Grazie della riconoscenza!-
-Senti chi parla! Mi hai appena dato del maschiaccio come sempre!-
-Se tu non sai niente di cosa sia la femminilità non è colpa mia! Non sarai mai come la protagonista di quell’anime! E quel damerino tutto nastrini e zuccherini non è un vero uomo!-
Akane lo guardava con gli occhi a fessura, i pugni stretti lungo i fianchi. Ranma non sapeva più come fronteggiare quel ridicolo litigio.
-Proprio tu lo dici! Tu che sei uomo a metà!
Ranma era livido di rabbia. Potevano toccare tutto ma non la sua maledizione. Lui non se l’era cercata, era solo una vittima.
-E poi sono io il superficiale. Pensi che essere uomo riguardi solo l’aspetto fisico?-
-Il superficiale qui sei solo tu! Io non mi riferisco a quello! Per me non conta nulla se tu ti trasformi in ragazza!-
Gli voltò le spalle, era al limite della sopportazione. Salì le scale velocemente fino all’ultimo gradino quando si sentì ancora strattonata da Ranma.
-Che diavolo ti prende? Smettil….-
Silenzio. La corda si era spezzata e Ranma aveva premuto violentemente le labbra sulle sue. Mille brividi attraversarono il corpo di Akane rigido nella stretta morsa del fidanzato. Gli occhi ancora aperti per lo stupore.
Quando lui si staccò lentamente la guardò con intensità:-è così che si comporta un vero uomo?-
-Come ti sei permesso?- sollevò il braccio pericolosamente per schiaffeggiarlo. Ma il colpo non arrivò al bersaglio perché Ranma l’aveva nuovamente intercettata attirandola a sé in un abbraccio. Si ritrovò stretta tra le sue braccia mentre lui le accarezzava i capelli respirando a fatica. Alla fine la più forte restava lei. Non era riuscito a resistere alla sua tenacia, ai suoi occhi nocciola che lo sfidavano ripetutamente e a quella semplice ammissione d’affetto “Per me non conta nulla se tu ti trasformi in ragazza!”.
Akane aveva finito le riserve d’aria. Abbracciare Ranma, ascoltare il battito del suo cuore; finalmente uno dei suoi sogni diventava realtà e non c’era più spazio per la sfida, per la competizione o per l’orgoglio.
In quel momento c’erano solo loro due. Appoggiò la fronte sulla sua spalla mentre lui saliva l’ultimo gradino ritornando a sovrastarla col volto. Le accarezzava il capo mentre lei si impossessava della sua schiena. Lui si chinò sulla sua spalla respirando sul collo. Le venne la pelle d’oca e non riuscì a non tremare.
-Ehi! Dove vai?- chiese lui ridendo sulla sua spalla.
-Mi fai il solletico- rispose ridendo anche lei.
-Ah si?- la guardò con un’espressione maliziosa per poi chinarsi sul suo collo sfiorandolo con le labbra. Per un momento le sembrò che la terra le mancasse da sotto i piedi. Ranma risalì lungo la curva del collo fino ad arrivare alla sua guancia che baciò con dolcezza.
-Ecco vedi, se tu non avessi preso l’antidoto le tue guance morbide e cicciottelle sarebbero state rovinate-
-Cicciottelle a chi?- si scostò lei contrariata.
Per risposta lui si chinò su di lei baciando dolcemente l’altra guancia. Akane era sempre più disorientata dal suo comportamento. Continuavano a restare stretti l’uno all’altra. Ranma si scostò guardandola intensamente. Lei raccolse la sfida e accettò. Si alzò leggermente sulle punte e avvicinò le labbra alla guancia di Ranma assaporando per la prima volta quell’ambito contatto reso ruvido dalla crescita immatura della barba.
Stavolta fu lui a trattenere il respiro. Che strana piega aveva preso una stupida conversazione, finita in un altrettanto stupido litigio che si concludeva con….che cos’era? Che cosa stavano facendo?
Quel barlume di lucidità fu subito perso quando lei alzò di nuovo il viso verso di lui sfiorando il suo mento con la bocca. Lui contrattaccò subito baciandola finalmente sulle labbra. Interruppero il bacio per qualche istante guardandosi interrogativamente negli occhi per poi baciarsi nuovamente con più foga. Ranma la spinse contro il muro mentre il bacio continuava, eccome se continuava. Si staccarono quando il fiato disponibile terminò. Akane era di una bellezza indescrivibile: gli occhi lucidi e vibranti, le guance arrossate e le labbra gonfie e vermiglie ancora dischiuse. Si sentì soddisfatto della sua opera, così sconvolta era dannatamente irresistibile.
-Allora ti piace ancora il tuo eroe dei cartoni animati?-
-Si- rispose lei sorridendo –Mi piace ancora il mio eroe…..ma non è dei cartoni animati-
Lui rimase a fissarla inebetito per poi capire l’intenzione. Sorrise mentre si avvicinava nuovamente a lei:-Non osare più chiamarmi mezzo uomo, maschiaccio-
-E tu ricordati che comunque la più forte sono io, stupido- rispose lei in un soffio mentre assaporava nuovamente le sue labbra.
 
 
  
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