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Autore: Little Kasinista    04/06/2015    3 recensioni
Lo smistamento secondo la mera convinzione di Little Kasinista ù.ù
Cosa fece o disse quel pazzo del Cappello Parlante quando, anni e anni orsono, fu posato sulle teste di quattro birbantelli combina guai?
Ho qualche ideuzza stramba per rispondere alla domanda che mi tormenta xD
Se NON siete Babbani leggete!
Se no... AVADA KEDAVRA! BITCH! XD
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Orion Black
 
Alla marmaglia a cui sto antipatica. Ehy! Mai fermarsi alle apparenze gente! Si trovano grandi amicizie se si ha la voglia di conoscere ;)
 
Non si era mai sentito più libero e vivo in vita sua.
Era fuori da casa!
E per sette anni sarebbe tornato in quel diavolo di posto solo per due o tre mesi all’anno.
“Se è un sogno… non svegliatemi per i prossimi sette anni!” pensò allegro.
Non c’erano i suoi genitori a digli cosa doveva fare e dire.
Non c’era quello stupido spione dell’Elfo Domestico, Kreacher.
Non c’era nessun parente adulto.
Niente e nessuno!
Solo qualche cugino ma… loro non avevano nessun tipo di potere su di lui, anzi!
Sentiva come se un grosso macigno gli fosse scivolato dalle spalle.
-Sirius Black! –
Ecco! Il suo momento!
Si alzò trepidante spazzolandosi i pantaloni con le mani.
-Buona fortuna- gli sorrise timido Remus.
“Ha un bel sorriso” 
-Grazie- rispose lui, sorridendogli di rimando.
Mentre si avvicina sempre di più al Cappello Parlante, che lo guarda corrucciato, si sentì gli occhi di tutti puntati addosso.
-Un altro Black? Ma quanti sono? -
-I Black non finiscono tutti a Serpeverde? –
-Sì sì. Vedrai che lo smisteranno lì-
-Sarà il solito viziato Serpeverde figlio di papà-
-Ovvio; come tutti gli altri-
Erano solo mormorii ma Sirius li sentì comunque e si indignò non poco per quelle affermazioni. Come osavano paragonarlo a quegl’idioti dei suoi famigliari!
Non era certo un viziato Serpeverde figlio di papà, lui!
Dallo sgabello si vedevano tutte e quattro le case, con i loro grossi stendardi appesi qua e là e i loro colori in bella vista.
Grifondoro sembrava la più allettante. Il chiasso disordinato di chi parla di tutto e magari anche di niente lo attirava come una calamita, quell’atmosfera così calda e piacevolmente disorganizzata era abbagliante.
Ogni casa aveva il suo tipo di atmosfera:
Dal tavolo Serpeverde arrivava altrettanto casino, poteva tranquillamente fare a gara con quello dei Grifoni ma… alleggiava un’atmosfera fredda e cospiratrice, come se stessero lì a progettare le cattiverie più malefiche. 
I Tassorosso erano più calmi ma l’aria che tirava lì era piuttosto scialba e melensa, producevano un chiasso cordiale, pronto a lasciare il posto a qualcuno di più casinista.
I Corvonero erano praticamente in silenzio rispetto agli altri tre. Un cicaleggio intelligente e quasi organizzato, noioso anche. Il clima che si respirava là pareva schematico, limitato.
Si sistemò meglio sullo sgabello, schivando per un soffio una candela intenzionata a finirgli in testa.
-Per Merlino! Non era mai successo- sbottò la professoressa con la chilometrica pergamena e quel cappello tra le mani.
Un professore si affrettò a rimettere la candela dov’era prima.
“Oh questa me la paga!” Il piccolo Black l’aveva vista.
Sua cucina Bellatrix, con la bacchetta in mano che ridacchiava divertita… prima di mettere su un broncio allibito dopo la linguaccia di Sirius.
Il cappello si mise a ridere rumorosamente, insieme a tanti alunni.
La McGonagal si affrettò a poggiagli in testa quell’affare.
-Un altro Black! Ma quanti siete? Ho trovato legami di sangue in tre quarti del mondo magico! – rise divertito il cappello, abbassandosi a tal punto che Sirius riusciva perfettamente a vedere quelle strane pieghe che dovevano fargli da occhi davanti a se.
-Se stai insinuando che ho una famiglia di puttane allora sono d’accordo- scandì sarcastico il ragazzino, tanto quanto basta perché lo sentisse tutta la Sala Grande; dondolando angelicamente le gambe.
Oh sì, le parolacce le sapeva già. Sua madre ne sparava sempre una valanga quando si arrabbiava davvero e non c’era in giro nessuno… tranne lui, ovvio.
Si accorse all’improvviso che dopo la sua battuta ogni mago o strega erano scivolati bruscamente nel più completo silenzio; chi scioccato, chi divertito, chi infuriato.
Ma comunque in religioso silenzio.
-Signor Black! Ringrazi che ancora non è stato smistato! Avrei tolto almeno venti punti alla sua casa! – Tuonò la professoressa accompagnata dal sorrisone percepibile del preside, dietro lo sgabello.
-Può farlo dopo. Ma non credo che i Grifondoro saranno contenti, venti punti già il primo giorno? No no-
Ora, il silenzio era tombale e glaciale. Lo si sentiva anche sulla lingua: nessun tipo di suono.
Lo shock era palpabile, nessuno si aspettava un’affermazione simile. NESSUNO!
Ma Sirius aveva le idee chiarissime.
Grifondoro. Senza ombra di dubbio.
Quella casa gli piaceva da impazzire, con quei colori così sgargianti e così tanto diversi da quelli che regnavano a casa sua.
Il silenzio non lasciò la sala per diversi secondi, al Black parvero ore intere, ma fu il Cappello Parlante, calmo e tranquillo ma estremamente divertito ad annunciare:
-Carissimi alunni e professori… date il benvenuto al primo Black della storia smistato a…- pausa ad effetto, tutti col fiato sospeso.
Anche Sirius aveva un blocco allo stomaco ed era rigido come uno stoccafisso, lo avrebbe davvero ascoltato?
-GRIFONDORO! –
Un boato assordante scaturì per tutti gli anfratti dell’immensa sala.
Tutti (meno alcune Serpi) applaudivano e gridavano.
Professori, alunni, fantasmi e persino quadri!
Era un evento, un Black a Grifondoro!? Memorabile!
Il piccolo neo-Grifondoro aveva un sorriso enorme stampato sul viso.
Si alzò in piedi sullo sgabello, con ancora il fiero cappello in testa e prese ad inchinarsi profondamente assaporando ogni singolo applauso.
Quando il caos fu dissipato da un pacato e sereno Silente, Sirius scese e si diresse dalla professoressa Minerva.
-Vuole ancora togliere venti punti alla mia casa? -  Calcò parecchio sulla parola “mia” perché ora avrebbe finalmente trovato una casa degna di essere chiamata così!
-Sceglierò di far finta di non aver sentito quello che ha insinuato poco fa. Solo per questa volta-
“Era un sorriso quella cosa?”
-Grazie prof-
Raggiunse di corsa James, con ancora gli occhi dei professori incollati alla schiena.
-Ti avevo detto che non ti avrei deluso- disse a James.
Per tutta risposta il ragazzino occhialuto gli si spalmò addosso iniziando a spettinarlo come una furia.
-SMETTILA! SMETTILA! – gridò contento e divertito.
Il piccolo non-più-molto-Black non riusciva a smettere di sorridere.
Che la sua famiglia vada al diavolo!
La casa l’aveva trovata.
Si girò verso quei pazzi dei suoi parenti, tutti ammassati in un puntò del tavolo.
-AH-AH! CHI RIDE ORA!? – Si ritrovò ad urlare. Provocando furore tra i cugini e le risate nei nuovi compagni.
Grifondoro sapeva di casa e di famiglia; finalmente, dopo troppo tempo, Sirius riuscì a provare un grossissimo sollievo.
Mancava solo Remus e poi… tutto sarebbe stato al suo posto.
 








Salve!
Allora... ho aggiornato, già. Ù.ù
Ad un orario improponibile e in un giorno improponibile ma l’ho fatto :D

SIRIU: Meglio tardi che mai

Ma parliamo del capitolo!
Sirius… perché non mi convince!? :I
Salazar! Mi sembra un po’ OOC.
Se vi state chiedendo come diavolo Bella sapesse già usare la magia, beh, la risposta è semplice… TUTTA COLPA DEI BLACK!

JAMES: é sempre colpa dei Black
SIRIUS: Mai parole furono più sagge.

Insomma, per usare la Magia Nera devi prima imparare quella Bianca (o di base) no?

SEVERUS: Ovviamente

Sì, c’è un micro angolino in cui ho infilato un po’ di Wolfstar… non l’ho fatto apposta!! Mi viene spontaneo D:
Dovevo immaginarmi qualcosa di eclatante per Sirius poi xD
Ma forse ho esagerato un pochino…
Alla prossima carissimi <3
Little K.
Ben accetti colori vivaci e grandi sorrisi.

 
  
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