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Autore: RedSonja    05/06/2015    0 recensioni
"Per tutta la vita era stato un uomo d'azione, sempre in prima linea quando si trattava di tirare qualche pugno e azzuffarsi, che fosse in piazza o in qualche vicolo putrescente [...]"
Piccola riflessione di Ezio sulla propria vita, poco prima di arrivare a Istanbul.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                  Riflesso 

Per tutta la vita era stato un uomo d'azione, sempre in prima linea quando si trattava di tirare qualche pugno e azzuffarsi, che fosse in piazza o in qualche vicolo putrescente.
Tanti dei suoi confratelli, scherzando, gli avevano detto che era a causa del    sangue italiano, notoriamente caldo, che gli scorreva nelle vene, come l'acqua dell'Arno. 
Già, l'Arno... Quanti ricordi riportava alla mente il fiume della propria terra natia. Poteva tranquillamente riassumere i primi 18 anni della sua esistenza.                            
Ezio ci aveva riso su, d'altronde la sua ironia non era stata lavata dal sangue che aveva sparso negli anni della gioventù.
Anzi, aveva accettato di buon grado le rughe che avevano iniziato a  solcargli la fronte, perchè sapeva che pochi uomini potevano vantare un passato così ricco alle spalle e la certezza che le proprie fatiche non sarebbero state vane.
Ogni segno, che il tempo aveva lasciato sul suo corpo, aveva lenito l'impeto della giovinezza. Il suo grado gli ricordava sempre che ora non era più responsabile solo della propria esistenza ma che, dalle sue scelte, dipendevano le sorti di migliaia di persone. Persone che avevano una casa, un sogno... Una famiglia.
In altri momenti, quel pensiero l'avrebbe incupito ma il ritmico dondolio, causato dall'infrangersi delle onde sulla chiglia del galeone, lo cullava, trasformato il rimpianto in una pigra malinconia.
Certo, c'era stato un periodo in cui aveva desiderato sposarsi, avere dei figli e appendere la "lama celata" al chiodo.
Poi Cristina era morta e, per quanto riguardava la Contessa Sforza, non c'era mai stato altro che attrazione fisica.
Il Destino aveva giocato con lui, stravolgendo una vita che era già stata programmata fin da prima della sua nascita.
A cinquant'anni suonati, Ezio aveva smesso di maledire il Fato, cercando requie dai rimorsi nel buono che la Confraternita continuava a portare nei delicati equilibri della società.
Ripensó ad Altaïr, il Mentore per antonomasia, e arrivó a comprendere il suo desiderio di conoscenza.
Sorrise, avvistando le coste di Costantinopoli, dove l'aveva condotto la sua ricerca.
Dopo più di trent'anni di pedinamenti e assassinii, finalmente, mentre il sole toccava la cupola dorata di Aya Sofia, facendola scintillare più di una stella, seppe con certezza che iniziava un nuovo capitolo della sua vita.
Iniziava la ricerca della saggezza.
- Quando il sangue e la vendetta smettono di soddisfare lo scopo delle nostre esistenze, l'ultima speranza che ci resta è cercare la pace. -
La sua voce, poco più di un sussurro, fu portata via dal verso squillante di un aquila, il cui riflesso sulle acque limpide si confondeva con il volto stanco di un uomo che aveva saputo vedere lontano.
  
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