Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: mAAdCity    05/06/2015    0 recensioni
-Ahia cazzo! Guarda dove metti i piedi la prossima volta!- gridai con la testa abbassata e con il culo che mi faceva male dato che ero caduta col culo per terra, perché devono accadere sempre queste cose?
-Mi dispiace, e comunque sei tu quella con la testa tra le nuvole e che corre per i corridoi con lo skateboard- disse il ragazzo ridendo leggermente, non avevo ancora alzato la testa perché mi girava, ma riuscì a riconoscere la voce. Sentii che si abbassò leggermente e mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi, alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi color ambra, Justin.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi diressi verso la palestra, sentii il rumore delle scarpe che strisciano sul parquet della palestra, i palleggi e i fischi del coach, entrai piano piano, la squadra si stava allenando, appena il portone della palestra si chiuse e creò un forte rumore, tutti si girarono verso di me. Che imbarazzo. Rimasi bloccata all'entrata della palestra per qualche secondo, vedendo i ragazzi della squadra guardandomi un pochino male. Decisi di dirigermi verso il coach, che, guarda caso, era proprio dall'altra parte della palestra, nell'senso, dal canestro opposto a quello vicino a dove ero io, avevo mezza intenzione di aggirare tutta la palestra, ma poi decisi di passarci in mezzo, feci un respiro profondo e mi diressi verso il coach. Era molto imbarazzante, mi sentivo gli occhi puntati addosso, cosa che non sopporto. -Samantha! Finalmente, dove ti eri cacciata?- mi chiese il coach, non feci in tempo a rispondergli perché si mise a gridare -Ragazzi! Vi presento Samantha, la nuova giocatrice della squadra- mi presentò così. Okay. -Coach, ma é...una ragazza. Le ricordo che non é questa la squadra femminile.- disse un ragazzo, amico di Justin per altro, credo si chiamasse Chaz, che antipatico. -Lo so Somers, ma non può stare in quella squadra, ha un potenziale altissimo, e non lo sfrutterebbe abbastanza stando nelle Pink Widows, e non provare a lamentarti di lei, sennò spedisco te nella squadra femminile- rispose il coach, i ragazzi si misero a ridere e io ridacchiai, Chaz mi fulminò con lo sguardo. -Cominciamo con una partita. Somers, Bieber, siete i capitani delle due squadre- annunciò il coach, io finii nella squadra di Justin, sempre meglio di Chaz. -La squadra di Justin a petto nudo e quella di Chaz con la maglia- Ehm, e io? Tutti i ragazzi della "mia" squadra si tolsero la maglia, ero rossa come un pomodoro. Justin si tolse la maglia davanti a me. Lo guardai imbambolata con la bocca socchiusa e con le sopracciglia leggermente alzate. Lo aveva fatto apposta, quel bastardo. Si mise a ridere, era quello che voleva lui. Scossi un po' a destra e a sinistra la testa per uscire da quella specie di trance che mi aveva fatta imbambolare davanti a Justin e decisi di parlare. Alzai timidamente il dito e dissi -Coach? Si é dimenticato che io...ecco...non ho intenzione di...ha capito...spero...- mentre lo dicevo ero diventata sicuramente un pomodoro. -Come? Io sono curioso...- disse Justin rivolgendosi a me con la faccia da furbo, lo guardai male, molto male, così si mise a ridere, era stupendo quando rideva. -Scusami Jordan, beh, visto che sei l'unica ragazza, si capisce che sei nella squadra di Justin, non serve che te la togli, tranquilla- mi tranquillizzò il coach sorridendo leggermente. Il coach fischiò e lanciò la palla in alto in mezzo al campo. Justin fu più veloce di Chaz e la prese, se la cavava molto bene, cominciò a palleggiare verso il canestro avversario, ma velocemente un ragazzo dell'altra squadra gliela riuscì a fregare, era il mio turno. Vidi il ragazzo dell'altra squadra sorridere dirigendosi verso il canestro, visto che ero l'unica della mia squadra che era vicino al canestro in quel momento, credeva davvero che non valevo una cicca? Il ragazzo, fece per saltare, così misi in atto la mia mossa segreta. Una mossa che avevo creato a caso pochi anni fa, la mossa di Jordan. Mi misi in posizione davanti al canestro, quando la palla era nel punto per entrare nel canestro saltai e la feci rimbalzare di qualche metro più in alto del canestro dandogli una manata. Non l'avevo mai fatta andare così in alto! Infatti mi sorpresi un po', corsi verso la palla che non era ancora caduta, quando la palla toccò il legno della palestra cominciai a palleggiare verso il canestro avversario, quando arrivai non so bene che feci, ma saltai e mandai in canestro la palla alla mo di Michael Jordan, solo con più femminilità. No, in realtà no. I ragazzi mi guardarono con gli occhi spalancati. -Che c'è?- chiesi alzando le spalle con le mani aperte. "wow" "l'hai vista?" "cazzo" sentivo che parlavano sottovoce i ragazzi, inarcai le sopracciglia, come se non avessero mai visto una ragazza giocare a basket. -Ve l'avevo detto- disse compiaciuto il coach con un leggero sorriso e le braccia incrociate al petto. Finimmo la partita e andammo negli spogliatoi a cambiarci. Io ovviamente andai in quelli femminili. Uscii dagli spogliatoi -sei davvero brava, dove le hai imparate quelle tecniche?- mi chiese Justin, mi aveva aspettato lì per tutto quel tempo? Ero stata dentro negli spogliatoi per più di un'ora! -Mi hai aspettato qui per quasi un'ora?- chiesi un po' incredula -non hai risposto alla mia domanda, non si risponde ad una domanda con un'altra domanda- disse sorridendo, mi feci scappare un leggero sorriso, e mi incamminai verso l'uscita della scuola -sai, giocando, s'impara- gli risposi camminando e guardando avanti -capisco- mi rispose semplicemente. -Sam, che ne dici se un giorno di questi, uscissimo? Come amici ovviamente- mi chiese nervosamente Bieber. Bieber nervoso? Non era da lui essere nervoso. In effetti ero anche io nervosa, mi stavano sudando le mani "Jordan, ha detto un'uscita amichevole, non preoccuparti ragazza" mi dissi tra me e me, Justin si accorse che ero assorta nei miei pensieri, così mi scosse per una spalla ridendo -Hey? Hai capito?- mi disse -Eh? Cioè, sí, ho capito.- gli risposi -E...accetti o no?- mi chiese ridendo, quel bastardo stava ridendo di me, non era colpa mia se ero in imbarazzo. -Ovvio!- gridai quasi, subito dopo mi tappai la bocca, ripresi controllo e dissi -Ehm...certo, facciamo sabato?- gli chiesi. -alle sette e mezza?- mi chiese divertito, probabilmente per il mio atteggiamento, gli risposi con un "d'accordo" e ci salutammo per andare a casa. -Mamma, sono a casa- gridai appena mi chiusi alle spalle la porta di casa. -Mamma?- gridai di nuovo, non mi rispondeva. Andai in cucina e vidi che stava preparando la cena. -Hai fatto più tardi oggi. Dov'eri finita?- mi chiese mia madre cuocendo chissà che cosa in una pentola. -Ecco, mi sono...intrattenuta un po' di più, tutto qui...- risposi distrattamente curiosando nelle pentole sui fornelli alzando i coperchi. -Mh mh...- disse mia madre, che cosa aveva capito? -Ah, sabato sera...esco.- dissi velocemente. Mi madre si girò verso di me bloccando la mano che poco prima stava usando per cucinare, le spuntò un sorrisetto -Con chi esci?- mi chiese. Oh, cazzo. Mi sedetti con calma su una sedia e battei le unghie nervosamente sul piano in marmo della cucina. -Amiche- mentii. Non volevo che mia madre sapesse che uscivo con un ragazzo, anche solo come amici, non mi avrebbe dato tregua. -Dimmi la verità, esci con un ragazzo, non é vero? Non dire di no perché so quando menti, sono tua madre, e non é carino che tu menta a tua madre- mi disse. Ah, lei e le sue solite paranoie del cavolo. Io e mia madre ci guardammo negli occhi per dei lunghi fottutissimi secondi, voleva che svuotassi il sacco. Alzai gli occhi al cielo e dissi -E va bene! Sabato uscirò con un ragazzo, ma solo come amici. Hai capito mamma? Amici- scandii la parola "amici", così lei, soddisfatta, mi disse con un leggero sorrisetto sulle labbra -Bene. Visto? Era così tanto difficile dire la verità a tua madre?- disse, sbuffai e andai velocemente nella mia camera, mi stesi sul letto a guardare il soffitto. Sentii la vibrazione del mio cellulare nella tasca della mia felpa, era un messaggio. Diceva: "Hey, non vedo l'ora che arrivi sabato sera, aspettavo da tanto questo momento. Justin"
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: mAAdCity