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Autore: FreWolfie5    05/06/2015    2 recensioni
Iris Luna era una di quelle ragazze che si ritrovano a metà strada fra l'oscurità e la luce. La sua vita era abbastanza strana e avvolta nel mistero, ma a lei piaceva così com'era...finché un giorno la sua intera esistenza venne sconvolta.
Iris si ritroverà ad affrontare una realtà del tutto nuova, piena di sfide mortali e lotte senza precedenti. In compagnia di alcuni fra i più valorosi eroi sulla terra, si getterà in un'impresa oltre ogni limite dando vita ad una amicizia che sovrasterà qualsiasi avversità.
TRATTO DALLA STORIA
-Ma guardali. A volte penso che sarebbe stato molto meglio essere come loro. Gli adulti continuano a ripeterti “mi raccomando, sii te stesso” come se fosse facile, ma non è affatto così. Io ho deciso di essere me stessa ed ecco che cos'è successo, mi sono ritrovata sola. Le persone hanno paura di restare sole, è una cosa del tutto naturale, non mi sorprende che il resto del mondo decida di indossare una maschera pur di essere accettato-.
Desideravo tirare fuori dalla mia mente quelle parole mai pronunciate da un sacco di anni, ma non ne avevo mai avuto l'occasione.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Le Cacciatrici, Mostri, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'anziana “magica” chiuse gli occhi sporgenti che la facevano somigliare ad una rana ed iniziò a farneticare qualcosa in una strana lingua a me sconosciuta tenendomi la mano ben stretta, sembrava quasi in trance o qualcosa del genere. Dopo poco tempo si riprese e tornò con lo sguardo fisso sul mio viso rivelandomi la sua profezia

-Tu mia cara hai un potere immenso, sei capace di grandi cose e discendi da una prestigiosa stirpe-

-Impossibile-

replicai più che convinta

-Credimi, è così. Scoprirai presto il luogo a cui davvero appartieni e alcune delle tue domande troveranno finalmente una risposta, ma...oh-

mormorò la vecchietta con aria preoccupata fissandomi il palmo della mano

-Ma cosa?-

le domandai invitandola a terminare la propria frase

-Vedo una forza oscura lungo il tuo cammino! Ti scontrerai con il regno delle tenebre e della morte superando ostacoli pericolosi. Fa attenzione però e ricorda queste mie parole: non sempre l'oscurità è sinonimo di malvagità, ti accorgerai anche tu della duplice faccia che essa può avere-

terminò.

E io avrei davvero dovuto crederle? Insomma! Un potere immenso? Io?! Prestigiosa stirpe eh? Ma se nemmeno li conoscevo i miei veri genitori! E poi tutta quella roba sulle tenebre, la morte, le forze oscure...era troppo assurdo per essere anche lontanamente vero! Di solito non si predicono cose tipo “troverai l'uomo della tua vita” o “vincerai alla lotteria un sacco di soldi e diventerai schifosamente ricco”? Quella donna aveva dei problemi seri.

-E lei mi sta dicendo che accadrà tutto questo?-

cercai di farla ragionare ritraendo la mano dalla sua presa a tutta velocità

-Dipende-

chiarì sistemandosi la veste multicolore

-Da cosa?-

questa faccenda iniziava ad incuriosirmi e allo stesso tempo mi metteva i brividi, ma avevo come la sensazione che quella vecchia mi stesse nascondendo qualcosa...ed era una gran brutta sensazione

-Dalle scelte che farai ovviamente! Se fossi in te piuttosto mi porrei questa domanda: arriverai viva per vedersi compiere la mia profezia?-

In quell'istante il sangue mi si raggelò nelle vene, sentii un brivido di paura allo stato puro percorrermi tutto il corpo. Cosa intendeva dire con questo? Che sarei morta presto? Non mi andava di scoprirlo.

-Bene, si è fatto tardi. Grazie di tutto, ma io devo tornare a casa-

farfugliai impacciata indietreggiando lentamente verso la strada principale

-Dove pensi di scappare semidea?-

sibilò fra i denti la pazzoide alzandosi dallo sgabello sulla quale si stava riposando un momento prima

-Semi...che?-

ero parecchio confusa e disorientata, ma sapevo per certo che non sarei dovuta essere lì.

-Non mi lascerò scappare così facilmente il mio bottino!-

gridò con voce stridula rovesciando il tavolino da picnic davanti a sé usato in precedenza per reggere una sfera di cristallo che cadde in frantumi spargendo pezzi di vetro in ogni dove.

La signora si contorse come in preda a delle convulsioni fino a quando non mutò in una creatura simile ad un gufo, ma parecchio più grossa. Il suo corpo tondeggiante era ricoperto da piume grigie, gli artigli sulle sue zampe sembravano taglienti come rasoi, il becco invece era piccolo e appuntito, ma sentivo che sarebbe stato pronto a perforarmi la carne in qualsiasi momento. Sopra gli occhi sporgenti color marrone scuro vi erano due creste che terminavano sopra al capo delineando le orecchie appuntite del mostro.

La mia prima reazione fu di panico totale, non sapevo assolutamente cosa diavolo stava succedendo né tanto meno avevo idea di come riuscire a tirarmi fuori dal pasticcio nella quale mi ero cacciata.

Sfortunatamente per me, la vecchia volatile non sembrava aver voglia di starsene lì con le mani in mano in attesa, infatti fece un minuscolo voletto per poi tornare a terra avanzando a passo deciso verso di me.

-Mmh...pregusto già il sapore di mezzosangue scendermi giù per la gola, che delizia! Tu tesorino caro sarai un ottimo spuntino, non vedo l'ora di poter ingoiare le tue viscere-

ghignò librandosi in volo per poi scendere in picchiata dritta dritta verso di me.

A quel punto ritrovai la forza di agire e corsi a tutta velocità lungo la fine del viale mantenendo la testa bassa per paura che quell'uccellaccio me la potesse dividere a metà con quelle lame taglienti che erano i suoi artigli. L'anziana si gettò su di me, ma io riuscii a schivarla buttandomi a terra e facendo una capriola per poi proseguire senza avere nemmeno il coraggio di voltarmi indietro.

Il pennuto non si arrese e caricò nuovamente con più decisione di prima ed io per tutta risposta mi piegai a terra per afferrare un sasso e glielo tirai dritto in testa. Quello che accadde dopo fu davvero disgustoso ed inquietante. Il mostro rimase un po' scosso, poi come se niente fosse successo ruotò la testa di trecentosessanta gradi e proseguì l'inseguimento. Mi sembrava di aver appena assistito alla scena di un film horror.

Che cos'era quella roba? Un'altra delle mie allucinazioni? Mi stavo immaginando tutto a causa dello stress? Oppure era reale? Non avevo alcun interesse a scoprirlo per il momento. Ero certa di una sola cosa: quell'affare voleva papparmi per pranzo ed io non facevo proprio i salti di gioia all'idea di essere sventrata da un gufo gigante sovrappeso.

Ripensai a tutto quello che avevo letto sui libri riguardo a donne di settant'anni che si tramutavano in uccelli e ricordai vagamente l'esistenza di alcune leggende a riguardo, ma ciò non mi aiutò a trovare un modo per salvarmi la pelle...e le budella.

-Corri quanto vuoi ragazzina, prima o poi ti prenderò!-

mi urlò contro il mostro emettendo un verso stridulo e fastidioso come pochi

-Ma che cosa ho fatto di male per meritarmi questo?!-

gridai disperata col fiato corto sfrecciando verso casa.

Riuscivo già a scorgere il palazzo dove si trovava il mio appartamento, ormai mancavano pochi metri, accelerando il passo forse sarei riuscita a trarmi in salvo. La creatura mi balzò addosso facendomi schiantare contro l'asfalto umido e duro di città, i miei vestiti si erano sporcati di fango e la presa micidiale del volatile sul mio petto aveva lacerato leggermente la mia camicia rossa e nera a quadri. Il becco di quell'essere era a pochi centimetri dal mio sterno, i suoi occhi tondi erano fissi su di me con uno sguardo assassino e compiaciuto ed i suoi artigli continuavano a provocarmi tagli sulle braccia e sui fianchi

-La tua ora è giunta semidea! Dì le tue ultime preghiere agli dei!-

esclamò trionfante.

Mi diedi automaticamente per spacciata e chiusi gli occhi in attesa di percepire il suo becco squarciarmi la gola, invece non accade nulla. In quell'istante uscì di casa a tutta velocità il mio fidato cane-lupo, Fenrir, che senza pensarci su due volte spiccò un balzo contro l'uccello sbranandolo e riducendolo in polvere.

-Grazie amico mio, sei stato bravo-

lo elogiai grattandogli affettuosamente il mento.

Fenrir, chiamato così in onore del leggendario lupo della mitologia norrena, era un regalo di mio padre. Quando ancora era un cucciolo avevano minacciato di abbatterlo poiché era stato considerato troppo selvaggio ed irrequieto, ogni volta che qualcuno cercava di avvicinarsi a lui riceveva un bel morso oppure un graffio profondo sulla mano. A Fenrir non piaceva stare al guinzaglio, fare stupidi percorsi ad ostacoli, riportare indietro la pallina o, ancora peggio, ricevere ordini. Papà riuscì a salvarlo e lo portò a casa da me, ricordo che avevo più o meno cinque anni ed ero parecchio incuriosita da quella massa di pelo nero come la notte ed occhi gialli scintillanti, di quelli che ti scrutano nell'animo. Fra me ed il cucciolo era stata subito amicizia immediata, in qualche modo riuscivo a percepire le sue emozioni, sapevo esattamente come comportarmi con lui e da allora mi era rimasto sempre accanto.

Ero davvero fortunata ad avere un legame così forte con il mio animale domestico, se ero ancora viva lo dovevo a lui.

Ancora tremante mi alzai da terra, mi diedi una veloce ripulita ed entrai in casa salendo le scale fino al sesto piano con il mio fidato compagno a quattro zampe al seguito.

Angolo Autrice

Salve gente! Oggi è il mio compleanno! Sono felicissima e dato che è un giorno speciale ho deciso di fare un regalino anche a voi con questo nuovo capitolo, spero vi piaccia :) Bacioni! Fre<3
   
 
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