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Autore: GillianIsBack    06/06/2015    0 recensioni
Minerva McGonagall, la venerabile preside di Hogwarts, è morta.
Potrà questo tragico evento riportare la magia nella vita di Hermione Granger, che dalla fine della guerra vive sempre più lontana ed isolata per sua scelta dal mondo magico?
Storia breve e concentrata su due scene specifiche, una per capitolo.
Non è femslash tra Hermione e Minerva.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Hermione Granger, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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DISCLAIMER: Purtroppo non mi chiamo J. K. Rowling e ciò significa che Harry Potter ed i suoi personaggi non sono farina del mio sacco, purtroppo neanche la mia amata professoressa McGonagall lo è (piango). Scrivo solo perché mi piace leggere e se non trovo quello che voglio me lo ricamo da sola: purtroppo non ci faccio una Lira.. Dalla destra mi informano che la Lira è fuori corso, dunque informo aggiornando il conio che purtroppo non ci faccio neanche un Euro..

Non si tratta di una storia femslash, ma al suo interno ho inserito una coppia sposata composta da due donne perché obiettivamente.. è o non è provato scientificamente che se due persone dello stesso sesso si amano e si sposano non cambia la vita di nessuno? Quest’Italia che è Europa solo per posizione geografica.. Ma in ogni caso, se vi da fastidio anche solo la presenza di ciò non leggete e via.. Dopotutto Libertà, no?

Gillian Is Back

*** *** ***

Il giorno più triste, il giorno dell’Addio

Il vento sibilava tra le fronde degli alberi mentre il cielo si caricava di nubi grigie e minacciose, salutando così quel pomeriggio di mezzo autunno sulle verdi colline scozzesi.

Minerva McGonagall era morta.

Tutto il mondo magico si era radunato al limitare della foresta proibita a Hogwarts per la cerimonia dell’estremo saluto ad una delle sue più importanti figure, una donna che aveva contribuito attivamente in tre guerre magiche, la venerabile preside della prestigiosa scuola di magia di Hogwarts, ordine della fenice, prima classe, esperta in trasfigurazione nonché animago registrato: Minerva McGonagall, la donna che aveva insegnato a più della metà dei maghi e delle streghe britannici, la donna, che con la sua severità ed equità aveva accompagnato all’età adulta intere generazioni di ragazzi e ragazze, aveva lasciato il mondo dei vivi e si era incamminata verso King’s Cross per raggiungere l’amico di lunga data Albus Dumbledore oltre il velo, nonché famigliari e amici da tempo scomparsi.

Hermione era in un angolo nascosto, da tempo si era allontanata da quel mondo, la guerra l’aveva segnata più di quanto non amasse ammettere e la celebrità che l’aver fatto parte del golden trio le aveva donato non le era mai andata a genio, anzi. Da anni viveva nella Londra muggle ed aveva cominciato a lavorare in una libreria universitaria, il più lontano possibile dalla magia e da tutte quelle persone che la additavano ancora oggi come Hermione Granger, la mente alle spalle di Harry Potter.

Avvolta in un mantello scuro e con un cappello calcato in capo, uno molto simile a quelli che la defunta professoressa amava e spesso indossava, osservava con sguardo velato l’imponente bara che veniva levitata verso la sua eterna dimora, un monolite scolpito di granito verde posto al fianco di quello bianco dove già giacevano le spoglie mortali di Albus Dumbledore, sulle rive del lago Nero.

La professoressa McGonagall era morta, ancora il pensiero le risultava alieno, non riusciva a capire come fosse stato possibile considerato che la donna godeva di ottima salute e le informazioni rilasciate dal ministero erano veramente scarse in merito, ma soprattutto non riusciva a scrollarsi dalla mente quell’insidioso sentimento di rammarico ed angoscia per non averle scritto nell’arco degli ultimi cinque anni, per non averle mai chiesto un incontro tant’era presa dall’allontanarsi da tutto e da tutti gli appartenenti a quella parte della sua vita. Un singhiozzo le si spense in gola e con lui una nuova ondata di incolmabile tristezza accompagnata da umide lacrime, un vuoto nel cuore la stava lacerando, un nuovo dolore si aggiungeva agli altri che già portava silenziosamente nell’anima.

Si appoggiò ad un albero di abete scossa dai singhiozzi e pian piano si ritrovò seduta sull’umido suolo del sottobosco, il volto tra le mani ed il cuore in pezzi. Ad un tratto sentì una lieve pressione sul fianco, come la testata di un gatto, ma quando si girò per capire cosa fosse non vide nulla. Alzò allora gli occhi al cielo, celato dietro le fronde del grande abete sotto cui si era ritrovata seduta, un’ombra attirò la sua attenzione, sembrava un gatto seduto su uno dei rami più alti. Un sorriso amaro le animò le labbra, due lacrime le rigarono lentamente il viso, Minerva McGonagall era morta ma il suo ricordo sarebbe sempre stato vivo nel suo cuore ed ogni cosa gliela avrebbe potuta ricordare ogni giorno, anche la figura di un piccolo felino selvatico arrampicato su un grande albero di abete.. Abete, il materiale che aveva composto la bacchetta della sua amata professoressa di trasfigurazione.

   
 
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