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Autore: SirioR98    06/06/2015    0 recensioni
Qualcuno d’importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è un gran che di aforismo. Però penso contenga un fondo di verità: se non la si organizza in maniera logica, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. O forse la casualità è un qualcosa che, in qualche modo, è già scritta da qualche parte e che demolisce la logica? O ancora, è forse meglio vivere la vita per quello che dà? E se... scusate, sto divagando. Ricominciamo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 4
Il risveglio non fu dei migliori.
C’è da premettere una cosa: sono sonnambulo. Ma non di quel sonnambulo che parla o dà calci mentre dorme, no! Sono quel genere di sonnambulo che di notte si alza e cammina senza rendersi conto di nulla.
Bene, quella notte avevo avuto un attacco di sonnambulismo.
I raggi del sole che entrano dalla finestra mi svegliano, ma pigro come sono preferisco alzarmi lentamente, prendendomi tutto il tempo. Così mi stiracchio un po’, ma qualcosa mi fa aprire gli occhi immediatamente.
“Non dirmelo...”
Ebbene sì, durante la notte mi sono alzato dal mio letto per andare in quello del ragazzino.
Oh mio Warlord! Ovviamente non mi sono limitato a sdraiarmi sul letto... l’ho anche abbracciato!! E adesso questo qua mi si è anche accoccolato contro! Però è tenero quando dorm... ritorna in te!
Tento di recuperare il braccio attorno a lui molto, MOLTO lentamente cercando di non svegliarlo.
Tentativo fallito.
Mentre muovo il braccio, la sua testa cade sul materasso, facendolo svegliare. Prego tutti gli dei che conosco affinché non urli come ieri... purtroppo sono ateo.
Dopo un attimo di smarrimento dovuto al brusco risveglio, mi vede e spalanca gli occhi. Così inizia a gridare. Urlo pure io e gli tappo la bocca.
“Perché ci dobbiamo svegliare sempre così?”
Mi scosta la mano e si solleva su un gomito.
“Sì può sapere che ci fai nel mio letto?!”
“Non hai prove che questo sia il tuo letto!”
Indica il mio.
“Sì invece! Tu dormivi là, è ancora disfatto... e ci siamo solo noi due in infermeria!”
“Noi due e il servo” Dico indicando un uomo che pulisce per terra. Ci giriamo tutti e due verso di lui e ci saluta, ricambiamo con un cenno, mentre se ne va.
Faccio un sospiro di sollievo mentre mi giro verso il ragazzino, pensando che abbia abboccato.
Invece mi guarda in cagnesco con le braccia conserte.
“Rispondi. Che ci fai qua?”
“Soffro di sonnambulismo.”
“Non inventarti scuse.”
“È la verità!”
“Serio? Ok... ora levati.”
E detto questo mi spinge giù dal letto.
“Hai questo brutto vizio di buttarmi giù dalle cose...”
“Ringrazia che non ti abbia buttato giù dal parapetto quella volta!”
E si sdraia sul letto di schiena, stringendo i denti dal dolore.
“L’avevo dimenticato..”
Mi avvicino a lui.
“Quanto sei cretino! Girati di lato che chiamo il medico.”
“Non ce n’è bisogno...”
Incrocio le braccia.
“Quindi se ti dessi una pacca d’incoraggiamento sulla schiena, ti farebbe piacere?”
“Provaci e ti arriva un pugno.”
Scuoto la testa e mi siedo sulla sponda del letto.
“Fammi capire, ti sei dimenato tutta la notte e solo ora senti il dolore?”
“...sì”
“Tu non sei normale.”
“Ha parlato...”
“Quindi, vado a chiamare il medico.”
“Non è necessario, ora passa.”
Gli alzo la maglietta, sulle bende stanno spuntando le prime macchie di sangue.
“Stai sanguinando.”
Si irrigidisce.
“... sto bene.”
“Come vuoi! Allora ti lascerò qua a dissanguare.”
Detto questo, aspetto.
E aspetto ancora.
“Greg...”
“Sì?”
“Mi fa male la schiena...”
“Vuoi che chiami il dottore?”
“Forse...”
Mi avvio a cercare il medico. Andandolo a cercare, incontro Yesmallion.
“Oh, ti sei svegliato! Bene, vieni nel mio ufficio.”
Dice mettendomi una mano sulla spalla e iniziando a spingermi verso lo studio.
Lo scosto gentilmente e mi allontano.
“Veramente stavo andando a cercare un medico per Kyle, non sta molto bene...”
“Eh certo che voi avete stretto un bel legame!” Dice dandomi di gomito.
“Già” Annuisco energicamente “Un bel legame d’amicizia! Amicizia. Am... perché fa l’occhiolino?”
Alza le mani a difendersi.
“Ehi, non giudico! Ormai siamo in un’era moderna...”
“Cosa vorrebbe insinuare?!”
Mi guarda con fare interrogativo.
“In che senso... voi due non siete una coppia?”
“Noi due... cosa?! No!”
“Scusa! Siccome vi vedo sempre assieme e conoscendo le preferenze di Kyle... ho pensato...”
“Lasci pensare i cavalli che hanno la testa più grossa!”
E detto questo mi allontano... un momento...
Mi giro di scatto verso il vecchio e gli vado incontro.
“Che preferenze ha Kyle?”
“Seriamente non lo sai? Io non ti ho detto nulla, tu non sai niente! Negherò fino alla morte!”
“Ma non mi ha detto niente! Come fa a negare qualcosa che non ha detto... dove sta andando?!”
“Ho tante cose da fare, sono molto impegnato!”
E scappa.
Non ci posso credere... Kyle... ok, forse ci posso credere!
Torno di corsa in infermeria, spalanco la porta.
“Tu sei omosessuale?!”
Il ragazzino si contorce in preda al dolore.
“Ma tu sei tutto scemo! Va a chiamare il dottore! Fa male!”
“Hai ragione! Il dottore... devo trovare un dottore!”
Mi chiudo la porta alle spalle e corro per il corridoio, chiedendo a tutti quelli che incontro se abbiano visto il medico.
Alla fine lo trovo nel bagno... impegnato a fare le sue cose.
“È occupato!”
“Zitto e alzati le braghe, il mio amico sta male.”
“Arrivo appena finisco, ora esci da qua!”
Non me lo faccio ripetere due volte, torno sui miei passi.
Arrivato dal ragazzino, cerco di calmarlo.
“Su, non può essere così terribile!”
Controllo le bende. Ok... è così terribile! Ha la schiena completamente intrisa di sangue.
“E meno male che dovevi stare solo una notte in osservazione! Chissà che ti ha fatto quel macellaio!”
“Fa male!”
“Lo so che fa male! Provo dolore solo a guardarti... va bene, ti faccio pensare ad altro, così ti passa.”
Stringe ancora di più i denti.
“Lo prendo come un sì. Allora... sei gay?”
“Ti pare il momento?!” Sputa fra i denti.
“Almeno così non pensi al dolore.”
Gli appoggio una mano sulla spalla e lancia un urlo.
“Scusa!” La ritraggo subito.
“Tu mi fai stare male!” ride e piange nello stesso tempo.
“Kyle, sei impazzito?!”
“Non lo so!”
“Hai una soglia del dolore pari a zero...”
“STA ZITTO!”
Mi fa saltare in aria. È impazzito.
“SONO GAY, VA BENE? G-A-Y! ADESSO STA ZITTO!”
“M-ma...”
“ZITTO!”
Mi afferra il polso e stringe con tutta la forza. Inizia a bruciarmi subito. B-brucia?!
Recupero il braccio e lo guardo... ho la sua mano stampata a fuoco!
“Cosa... Kyle?? Cos’è successo?!”
Finalmente arriva il medico. Mi scosta senza tante cerimonie e toglie le bende. Ha la schiena completamente ustionata. Eppure stava bene quando l’ho salvato... più o meno.
“Come...”
Il dottore si gira verso di me e chiama un’infermiera per farmi medicare il polso. Questa mi porta praticamente dall’altro lato della sala.
“Cosa gli succede? Che gli sta facendo?”
“Il dottore sa come curarlo, stia tranquillo.”
“Ma...”
“Non si preoccupi, per ora deve uscire.”
Obbedisco e vado fuori con le grida di Kyle dietro le spalle.
Ok, tutto questo non ha un senso... devo trovare Kyra!
Corro in lungo e in largo, ma non c’è nessuno nei corridoi. Mi affaccio ad una finestra e li vedo tutti nel campo addestramenti esterno, seduti in cerchio, al centro di questi una figura in piedi che parla e gesticola. Scorgo Kyra fra di loro, quindi mi fiondo per le scale, ma rallento quando arrivo fuori per non dare nell’occhio, quindi mi siedo dietro di lei. Tento di attirarle la sua attenzione lanciandole sassolini, ma lei fissa con sguardo sognante la professoressa, un elfo dalla figura alta e slanciata con lo sguardo severo ed affascinante al tempo stesso, anche lei dalle sfumature rossastre, a quanto pare è un gene comune agli elfi della zona. Tento di nuovo di chiamarla sottovoce, ma nessun risultato. Mi schiarisco la gola in modo plateale.
“Ha per caso qualcosa da dire lei, signor…”
Alzo lo sguardo verso la donna.
“Eh? No, nulla… comunque sono Carter, Gregory Carter.”
“Gregory Carter, ah? Non penso appartenga alla mia classe. Di certo non vogliamo disturbarla con le nostre noiosissime chiacchiere, ma dal momento che è qui, perché non mi assiste?”
“Assisterle? Certo.”
Mi alzo e la raggiungo al centro del cerchio. L’elfo mi tende una spada.
“Visto che avete già assistito ad un misero tentativo di azione furtiva, insieme al mio caro assistente vi mostreremo un po’ di scherma. In posizione, prego!”
Agisco e per darmi tono, faccio qualche strabiliante maneggio con la spada… che mi vola di mano dopo un colpo della professoressa.
Intorno a me si alzano delle risa.
“Avete visto bene? Perché questa sarà la posizione da evitare.”
Riprendo la spada e provo ad attaccare, ma mi schiva subito, dandomi poi un colpo di piatto sul sedere. “Troppo avventato. Pensa.”
Inizia a camminare in cerchio con disinvoltura, mentre io mi concentro su ogni suo movimento.
“Cari ragazzi, è tutto un gioco di gambe.”
Quindi mi attacca, io prontamente schivo… ma era una finta. In meno di un secondo mi ritrovo al suolo con la lama puntata alla gola.
“Le tue gambe sono tozze, come i tuoi pensieri. Quando attacchi, devi avere un appoggio sicuro. Bene, la lezione è già stata disturbata abbastanza, meglio finire qui per oggi. Domani, puntuali al campo per le 10. E signor Carter, mi aspetto la sua presenza.”
Le faccio il verso mentre mi alzo.
Kyra mi guarda male e si avvicina.
“Come puoi seguire gli insegnamenti di una tizia del genere?”
Mi pesta il piede.
“A differenza tua, lei sa cosa fare.”
“Mi fa antipatia a pelle quella.”
“Ma se è la più simpatica, dolce e premurosa professoressa che ci sia!”
I suoi occhi si illuminano, e passo una mano davanti per farla ritornare sulla terra.
“Stai descrivendo un cucciolo o… quella?”
“Ovviamente lei!”
Alzo una mano per ribattere, ma la lascio cadere subito.
“Sai cosa? Lascia perdere.”
Si riscuote e mi punta un dito contro.
“In ogni caso, che vuoi?”
“Solo una curiosità… perché Kyle mi ha bruciato?!”
Aggrotta la fronte.
“Non so di cosa tu stia parlando.”
Le mostro il polso bruciato.
“Wow… e allora?”
“E allora, l’ha fatto solo appoggiandoci la mano sopra!”
Sbianca.
“…cosa? Dov’è adesso?”
“Ancora in infermeria.”
“Ma non doveva stare solo una notte in osservazione?!”
“Doveva, ma è peggio del previsto…”
“E me lo dici così?!”
Detto questo mi prende per il polso bruciato e mi tira via.
“Ahi ahi ahi, smettila!”
“Ma dirmelo prima no?!”
“Grazie alla tua spasimante no!”
Mi lascia andare quando raggiunge la porta dell’infermeria, sta per entrare, ma la fermo.
“Non puoi entrare ancora.”
“Non posso rimanere qui mentre mio fratello è là dentro a soffrire!”
“Sono sicuro che starà ben…”
Un urlo mi interrompe. Mi avvicino alla porta e busso.
“Va tutto bene?”
“Tutto bene un corno!” urla Kyle da dietro la porta.
Mi giro verso di lei.
“Visto? Sta già meglio rispetto a prima.”
Mi dà un pugno.
“Il mio povero naso…”
“Fammi entrare subito!”
La fermo e la trascino via fra calci e pugni. Da quando li ho conosciuti ho più lividi che pelle. Girato l’angolo la blocco al muro.
“Ti vuoi calmare? Non risolvi niente facendo così.”
“Non posso lasciarlo così! Mi sono ripromessa che non l’avrei fatto di nuovo! Dopo quella volta… io… io non…”
Inizia a balbettare, trattiene le lacrime. La osservo con tanto d’occhi.
“Kyra che ti succede? Tu stai piangendo.”
Riesce a spostarmi e corre in camera sua, sbattendosi la porta alle spalle, praticamente sul mio naso già martoriato.
Busso.
“Kyra, posso entrare?”
“NO!”
“Va bene!”
Sto per andarmene, ma i suoi singhiozzi me lo impediscono.
Busso di nuovo.
“Kyra… tutto bene?”
“No… no che non va bene… mio fratello è di nuovo da solo in un posto in cui non posso andare, non so che gli stanno facendo né che cos’abbia e non posso aiutarlo! Non va per niente bene!”
“Di nuovo?”
Non mi risponde.
Mi siedo appoggiando le spalle alla porta.
“Ne vuoi parlare?”
Ancora nessuna risposta, solo singhiozzi. Appoggio la testa alla porta e mi guardo a destra e a sinistra per vedere se arrivi qualcuno.
“O mio Warlord, è un casino tutta questa storia…”
Da dietro la porta sento Kyra piangere.
“Piccoli come siete, causate molti problemi!”
“Non fai ridere…”
“È un dato di fatto!”
Stiamo un attimo in silenzio.
“… ne vuoi parlare?”
Ancora silenzio. Poi sento strisciare al di là della porta.
“Io non posso lasciarlo là…” la sua voce è più vicina.
“E questo lo abbiamo appurato. C’è altro?”
Ça va sans dire che sei di una delicatezza…”
“…ça va sans-che?”
“Lascia perdere.”
Cala nuovamente il silenzio.
“Comunque, perché hai detto ‘di nuovo’?”
“È difficile da raccontare…”
“Ma se me lo dici forse ti posso aiutare!”
Sento un sospiro.
“Va bene… fino a sette anni fa, io e mio fratello vivevamo con i nostri genitori in una bella villa e avevamo tanti servi. I miei… loro erano delle brave persone... erano al servizio di Yesmallion e dell’accademia. Mi ricordo che molto spesso andavano via per interi giorni in alcune missioni, quindi io e Kyle passavamo le nostre giornate insieme a giocare o a studiare, sotto la supervisione del nostro precettore. Adoravamo quell’uomo, era un elfo anche lui ed era al servizio della famiglia di mio padre da generazioni! Ma avevano nemici… tanti nemici. Uomini, bestie… e anche altro. Ma quando erano a casa, stavano sempre con noi e ci insegnavano a combattere o a cavalcare.
Una notte però, abbiamo sentito un rumore. Avevamo solo dieci anni…
Mi ricordo che Kyle quella notte era sgattaiolato nella mia camera perché non riusciva a prendere sonno, era irrequieto.
Poi, la porta si è spalancata e mia madre ci ha ordinato di uscire, di scappare. Non ho capito tutto quello che ha detto dopo, solo che dovevamo correre. Così lo abbiamo fatto. Ma neanche il tempo di raggiungere papà che delle persone si sono riversate nei corridoi sbarrandoci la strada. Prima hanno preso mia madre, l’hanno uccisa davanti a noi, senza alcuna pietà. Poi hanno preso Kyle. Lo avrebbero ucciso, ma uno di quelli ha fermato colui che lo aveva preso. Si è avvicinato a me e mi ha preso il viso fra le mani. Mi ha guardata con un ghigno e ha detto che ci avrebbero venduti bene.
Ho cercato con lo sguardo Kyle e mi ha fatto segno di scappare. Poi, ha dato un morso alla mano di quello che lo teneva fermo e ha attirato l’attenzione su di sé. E io… io l’ho lasciato lì, da solo.
Lo hanno portato via… non l’ho rivisto per mesi.
Mi hanno portata qui, all’accademia, da Yesmallion e gli ho raccontato tutto. Si sono messi subito a cercarlo. Dopo mesi di ricerche, avevano perso le speranze. E dal nulla è riapparso.
Era cambiato, molto. Non ha parlato per giorni. Non so cosa gli abbiano fatto, ma di sicuro non lo lascerò di nuovo da solo. Non posso!”
Rimango senza parole.
“Non pensavo che…”
Apre la porta.
“Già, non lo pensavi. Io vado da lui, fermami pure se vuoi, ti trascinerò con me o ti tramortirò, scegli pure.”
E cosa mi rimane se non accompagnarla?
  
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