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Autore: cin75    07/06/2015    6 recensioni
Quando un dolore non si può affrontare nemmeno in due, forse è meglio lasciare che quel dolore trovi il suo giusto sfogo.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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LA SEPARAZIONE.

“ Io ti amo, Jared. Nonostante tutto, nonostante quello che sei diventato. Ti amerò sempre. Ma la questione è che non ce la faccio più a fare questa vita!” fece sconsolato e triste Jensen, guardando il compagno fermo e in piedi, di fronte a lui. “Guardati! Sei talmente ubriaco che a stento ti tieni in piedi. Devo venirti a recuperare in un bar diverso, tutte le sere, perché bevi talmente tanto che non riesci nemmeno a distinguere il taxi che chiamano per mandarti via.” lo accusò con calma.
“Ma che ne vuoi sapere tu!” sembrò redarguirlo l’altro, biascicando le parole.
Il corpo che barcollava, incapace di stare diritto. Gli occhi lucidi , offuscati dall’alcool. Il viso arrossato per lo stesso motivo. “Tu….” Fece puntandogli il dito contro. “… Il sempre stoico Jensen Ackles. Colui che riesce a cadere sempre in piedi!”
“In piedi!!?” fece eco Jensen, con tono sofferente. “Tu pensi che la morte di Josh abbia colpito solo te? E’ questo che pensi?!” domandò iniziando ad alterarsi.
“Io…” ma non riuscì a finire.
“C’ero anche io quando il cancro ce lo ha portato via. C’ero anche io accanto a quel letto quando , nonostante tutto quel dolore, ci ha sorriso per l’ultima volta. C’ero anche io quando la sua bara è stata calata nella terra. E anche io ho pianto vedendo la terra che ricopriva per sempre il corpo di nostro figlio!” e adesso anche se le lacrime non scendevano, la sua voce piangeva per lui. E soffriva comunque nel vedere quanto soffrisse il giovane marito, distrutto sia dal dolore che dalla sbronza che lo stordiva.
“Io non riesco… io non…voglio..” cercava di giustificarsi l’altro, cercando anche di riprendere il controllo del suo stato fisico e mentale. Inutilmente, però.
“Lo so che stai soffrendo. Soffro anche io. Lo so che quello che è successo ti ha annientato. Ha annientato anche me. Ma io mi sono rialzato da quella terra, o almeno ci sto provando…. tu invece, nonostante io abbia cercato di riportarti su con me, hai usato tutte le tue forze, per iniziare a scavare.” fece con tono duro, cercando una qualche reazione che gli mostrasse che la decisione che aveva preso, era quella sbagliata. Ma non fu così.

Jared cercò di drizzarsi. Di mostrarsi in tutta la sua statura. Provò perfino a sorridergli ironico.
“Allora che farai? Mi lascerai, Jensen?” domandò con tono sprezzante, andando verso il mobile bar e , ignorando lo sguardo di disapprovazione di Jensen, prendendosi da bere. Ancora.
Come se l’alcool che aveva in corpo non fosse stato già abbastanza.

Jensen chinò il capo. Sconfitto.
Non poteva, non poteva continuare in quel modo.
Josh non meritava di essere ricordato così.

“No, Jared. Non ti lascerò.” fece atono. “Io ti sto già lasciando.” e poi indicò i due borsoni appoggiati in un angolo del soggiorno. “Speravo in qualcosa di diverso. Ci speravo davvero. Credevo che parlandoti così, stasera, sarei riuscito a …non so…forse…Ma vedo che non è così!” convenne amareggiato, vedendo Jared che lo fissava , forse incredulo, con un bicchiere tra le mani, che svuotò senza problemi e la bottiglia di scotch nell’altra. “Fra dieci minuti arriva il mio taxi. Ho il volo tra un ora. Torno in Texas, ad Austin. Devo farlo perché non ce la faccio a continuare a stare qui e vederti distruggerti in questo modo. Mi dispiace, mi odierò un giorno per quello che ti sto dicendo e facendo, ma ti farai del male da solo. Io voglio ricordarti in una maniera diversa, nella stessa maniera in cui ti guardava Josh!” disse infinitamente triste e in quello stesso momento il suono di un clacson richiamò la sua attenzione.
Il biondo si avviò verso l’angolo della stanza e recuperò le sue valigie, guadagnando subito dopo, la via della porta.
Si voltò verso il giovane che lo fissava impietrito, convinto forse, che quello che stava facendo il compagno, fosse il solito, ennesimo tentativo di “recuperarlo” da quel suo tunnel senza fondo.

Ma non era così e Jared si sentì il fiato spezzarsi in gola quando vide Jensen aprire la porta e varcarla.
No!, questa volta non sembrava la solita messa in scena.
Questa volta Jensen sembrava davvero volersene andare.
Peggio!, Jensen se ne stava andando.

“Jensen…” sussurrò incredulo. Confuso.

“Ti prego….” fece Jensen, voltandosi un ultima volta verso di lui. “Ti prego…trova la forza di rialzarti Jared. Io non sono stato capace di aiutarti. Forse non sono stato capace di amarti nel modo in cui tu, in questi mesi, avresti voluto essere amato. In cui avevi bisogno di essere amato. Non lo so…forse è stata anche colpa mia…ma ….io…io davvero non ce la faccio a stare qui e vedere che sto per perdere anche te. Non sopravvivrei a questo.” disse e questa volta piangeva.
Non ne riuscì a fare a meno.
Jared non sapeva però, che quella scelta di Jensen, era una decisione presa grazie o per colpa di un responsabile del centro alcolisti.
 
“Fin quando ci sarai tu a raccoglierlo da terra, Jared, non si costringerà mai a trovare la forza di rialzarsi da solo. Devi allontanarti, Jensen. Sarà solo per il suo bene. Non temere, non sarà solo. Anche quando penserà di esserlo!”
 
“Non puoi andartene sul serio!” provò a dire.
“Dammi un buon motivo!” replicò Jensen, sperando in qualche gesto. Sperandoci fortemente.
Jared lo guardò intensamente. Guardò la bottiglia che aveva tra le mani e poi il bicchiere vuoto. Poi di nuovo il compagno sulla soglia di casa. La bottiglia. Il bicchiere.

Il cuore di Jensen fremette. Forse.….

Ma Jared lo sorprese. Riempì il bicchiere e bevve ancora.
Non trovò il coraggio di dire altro  o solo di guardare mentre Jensen, addolorato, andava via.
L’alcool avrebbe portato via anche quest’ennesimo dolore.
   
 
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