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Autore: The Price of Magic    07/06/2015    3 recensioni
Immaginatevi una macchina. Bella. Grande. Nera. Magari una Cadillac d’altri tempi proprio come quella di Gold. Ora metteteci padre e figlia al suo interno ma con la piccola Rose che, volendo emulare l’amico Henry, vuole guidare la macchina del padre. Cosa ne verrebbe fuori? Spin off basato sulla mia fanfiction “Tre Rose of True Love”. One shot scritta a quattro mani con Lucia
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PERICOLO ALLA GUIDA
 
Per secoli era stato lo stregone più temuto di tutta la Foresta Incantata. Per secoli aveva terrorizzato un sacco di persone stipulando patti di ogni genere e guadagnando sempre qualcosa a suo favore.
 
Aveva creato la maledizione più potente mai esistita, trasportando tutti in un posto senza magia. E ora, dopo diversi anni lontano dalla Foresta Incantata, aveva quasi dimenticato quali fossero i segnali del panico. All’epoca si manifestavano davanti a un invito a duello a fil di spada, ora… ora prendevano vita dalla visione di una bambina, una piccola bambina curiosa dai capelli mossi e gli occhi marroni così simili ai suoi ma con le mani in costante ricerca del volante e con “Posso guidarla io, papà?” a ripetizione sulla bocca. Gold sapeva che l’adorata figlia Rose, di appena 10 anni, era cocciuta quanto lo era la madre nell’altro mondo. Ma ci voleva anche Charming a farla diventare ancora più cocciuta.
 
Da quando Charming aveva permesso a Henry di guidare, anche solo per poco, il suo furgone, anche Rose voleva imitare l’amico. Gold avrebbe di sicuro minacciato Charming, anche se ora tutti ricordavano le loro vite precedenti e, quindi, il Signore Oscuro doveva guardarsi da molti. Soprattutto da Belle. Ora che aveva riacquistato la memoria, un solo passo falso con la figlia e si sarebbe ritrovato a dormire sul divano.
 
A destarlo dalle possibili minacce che avrebbe fatto a Charming o al timore di poter finire sul divano per molte notti, fu Rose che nuovamente gli domandò: “Allora posso, papino?” Ecco, quando aggiungeva “papino” a ogni domanda, voleva dire che andava a toccare quella parte del suo cuore che acconsentiva a ogni supplica della figlia. Con quel “papino”, Rose aveva ottenuto molte cose, tra le quali anche rimanere alzata oltre il suo consueto orario di letto. Ma questa volta era diverso e non avrebbe ceduto tanto facilmente, soprattutto se non voleva incorrere nelle ire di Belle.
 
“Solo perché lo ha fatto il tuo amico, non è detto che lo debba fare anche tu” disse Gold.
 
“Scommetto invece che gli è piaciuto un sacco” disse Rose, cercando di convincere in tutti i modi il genitore.
 
“Non lo metto in dubbio, ma non mi interessa. E’ stata tutta colpa di quello stupido di Charming, che ha voluto a tutti i costi accontentare il nipote. Ma dopotutto, anche nella Foresta Incantata non è che la sua mente fosse del tutto sveglia. E ben gli sta che Henry sia andato a sbattere contro una pianta. Poteva finire peggio. Così ora si ritrova con il suo amato furgone semi distrutto e con un sacco di soldi da spendere” spiegò Gold.
 
“Ma l’officina non è di tua proprietà?” chiese Rose.
 
“Ed è appunto per questo che farò aumentare la sua spesa” rispose sorridendo Gold.
 
“Avanti, papino. Prometto che ci proverò solo per qualche minuto” disse Rose, facendogli gli occhi da cerbiatto.
 
“Rose, stavolta non attacca. E poi, tua madre si infurierebbe se scoprisse che ti ho fatto guidare” disse Gold.
 
“Allora non diciamoglielo” disse Rose.
 
“Ti sei dimenticata che le voci in questa cittadina girano molto velocemente? Se non lo scopre da noi, sicuramente sarà quella “lingua lunga” della nipote della vedova Lucas a spifferarle tutto” spiegò Gold.
 
“Ruby non ha la lingua lunga. Parla solo più del previsto, dicendo cose che dovrebbe tenere per sé” disse Rose. Gold sospirò. Per poi dire: “Rose, guidare non è cosa da bambini.”
 
“Nella Foresta Incantata non c’erano macchine. Allora, quando sei arrivato qua insieme a tutti gli altri, come hai imparato a guidare?” domandò Rose.
 
“Andando semplicemente a Scuola Guida. Ma questo non sottintende che ti farò guidare adesso. Anche perché dobbiamo ritornare a casa e portare la spesa fatta” rispose Gold e guardò il retro della macchina strapieno di buste della spesa.
 
“Ma perché tua madre ci ha fatto comprare tutta questa roba?” disse Gold e riguardò avanti.
 
“Perché secondo lei avevamo il frigorifero vuoto. Strano, considerando che prepara la colazione per un esercito” spiegò Rose. Ma poi ritornò immediatamente al discorso di prima: “Se mi farai guidare per poco la macchina, prometto che metterò in ordine la mia camera.”
“Credevo che l’avessi già messa in ordine, quando l’altro giorno io e la mamma ti avevamo detto di farlo, altrimenti non ti avremmo fatto uscire a giocare con Paige e Henry” disse Rose.
 
“Non l’avevo messa a posto del tutto. Allora, accetti?” chiese Rose.
 
“Fammici pensare…” iniziò Gold. Sul viso di Rose era stampato un grosso sorriso.
 
“…no” finì Gold e il sorriso di Rose scomparve. Incrociò le braccia e mise il broncio.
 
In quel momento, il cellulare di Gold squillò. Questi lo prese in mano. Ma Rose guardandolo gli disse: “Lo sai che non si guida mentre si sta al telefono?”
 
“Sì, lo so. Ma questa è tua madre e, se non rispondo, poi mi tormenterà di domande” disse Gold, dopo aver visto il nome della donna sul display.
 
“Be', allora potresti far guidare me, mentre tu parli con la mamma” propose Rose.
 
“Ci hai provato, ma non attacca” disse Gold e, dopo aver aperto il cellulare e aver accettato la chiamata, se lo mise all’orecchio dicendo: “Ciao tesoro, qualcosa non va?”
 
“No, va tutto bene. Prima di venire a casa, non è che potreste passare alla Dark Star Pharmacy? Mi servirebbero delle uova e della farina” disse Belle mentre camminava avanti e indietro per il salotto, soffermandosi poi a osservare le varie foto incorniciate poste su un mobile.
 
“Uova e farina?! Tesoro, se lo avessi saputo, te le avrei prese anche prima” disse Gold.
 
“Lo so, ma è stata una decisione all’ultimo minuto ed è per questo che non le ho messe nella lista che ti ho dato. È che voglio fare una torta per Rose. Ma mi raccomando, non dirglielo. Voglio che sia una sorpresa” spiegò Belle, prendendo in mano la foto con Gold che teneva in braccio una Rose molto piccola. Sorrise nel vederli così bene insieme. Dopotutto anche nella Foresta Incantata, Tremotino era stato un buon padre. Sempre presente per l’adorata figlia. Le prime notti dopo la sua nascita, rimaneva accanto alla culla, vegliando su di lei da padre protettivo. Nessuno avrebbe mai osato mettersi contro il Signore Oscuro. Anche se ora che era diventato padre per la seconda volta, aveva pensato a un qualsiasi incantesimo per proteggere la piccola Rose da chiunque avesse tentato farle del male.
 
“Solo per Rose? Pensavo anche per me” disse Gold.
 
“Per te ci sarà qualcos’altro, quando avremo messo Rose a letto” disse Belle appoggiando la foto sul mobile. Gold sorrise pensando già a quel momento con Belle al suo fianco e nel loro letto. Guardò la figlia che lo stava guardando con sguardo interrogativo. Riguardò la strada dicendo: “Va bene. Prima di ritornare a casa, mi fermerò a prendere le uova e la farina.”
 
“Grazie. Ma non impiegateci troppo tempo” disse Belle e chiuse la chiamata. Gold rimise il cellulare in tasca e, poco dopo, parcheggiò la macchina sul ciglio della strada.
 
“Ok, tu rimani qua mentre io vado a prendere ciò che mi ha chiesto tua madre” disse Gold, mentre si slacciava la cintura e prendeva il bastone dal retro della macchina.
 
“Va bene. Però, non per contraddire la mamma ma… ehm…ecco…” disse Rose e, guardando sul retro, vide che da una delle borse stava colando qualcosa di bianco. Quindi riguardò il padre, aggiungendo: “Credo che tra non molto potremmo dire addio al gelato.”
 
“Farò in un attimo” disse Gold e, dopo essere uscito dalla macchina, guardò la figlia continuando: “Tu, nel frattempo, vedi di non fare nulla di rilevante.” Attraversata la strada, entrò nella Farmacia. Rose sbuffò. Sembrava che stavolta non sarebbe riuscita a convincere suo padre. Lei era cocciuta. Ma suo padre lo era ancora di più. Si guardò le mani. Avrebbe potuto usare la magia per avviare la macchina. Ma c’era un problema: non era da molto che la magia era ritornata a Storybrooke e lei, essendo la sua magia uscita da poco e tutta in una volta, non era ancora in grado di usarla bene. Sembrava che lei e la magia non andassero d’accordo.
 
Ad un tratto sentì dei rumori provenire dal retro. Voltò lo sguardo, tenendo le mani davanti a sé, pronta a scagliare un qualsiasi incantesimo. Ancora non ne conosceva ma, essendo la figlia del Signore Oscuro, qualcosa sarebbe uscito di sua spontanea volontà…almeno così pensava lei. Per sua fortuna non ci fu nulla di pericoloso, perché tra le buste comparve Excalibur. Rose abbassò le mani, dicendo: “Excalibur, che cosa ci fai qua?”
 
La volpe, di tutta risposta, entrò con metà corpo dentro una delle buste per poi uscirne con il muso sporco di gelato.
“Non mangiare il gelato. Ti fa male alla pancia” disse Rose. Excalibur balzò sul sedile davanti accanto a lei. Per paura di sporcarsi il vestito nuovo che suo padre le aveva preso il giorno prima, istintivamente Rose si spostò sul sedile del guidatore. Guardò il volante. Era lì. Tutto per lei. E suo padre non c’era. Era l’occasione giusta per provare quell’ebrezza che aveva provato, anche solo per poco, quel giorno Henry. Ma… da dove incominciare? Chi non ci pensò due volte fu Excalibur che, con la bocca, girò la chiave, avviando così la macchina. Rose la guardò, mentre si leccava via un po’ di gelato che aveva ancora sulla bocca. Riguardò avanti, mettendo le mani sul volante. Sbadatamente, Gold aveva lasciato giù il freno a mano.
 
Poco a poco, la macchina incominciò a muoversi. Rose riguardò avanti e, entusiasta, disse: “Non ci posso credere! Sto guidando!”
 
In quel momento, dalla Farmacia uscì Gold che, nel vedere la sua macchina muoversi e con Rose a guidarla, fece cadere uova e farina. Non sapeva se fosse istinto paterno di protezione o rabbia, ma una cosa era certa. Gold mollò a terra anche il suo bastone e incominciò a correre dietro alla macchina.
 
Rose era così presa da quel gioioso, per lei, momento, che non pensò neanche minimamente alle terribile conseguenze paterne a cui stava andando incontro. Gold la raggiunse gridando: “Rose! Fermati!”
 
La bambina voltò lo sguardo e, stupita nel vedersi il padre correre appresso, disse: “Papà?! Ma che cosa ci fai qua?!”
 
“Che cosa ci faccio qua?! Prima ferma la macchina e, poi, non solo ti aspetterà una ramanzina ma anche un bello sculaccione. Ferma la macchina!” replicò Gold.
 
“E come si fa?” domandò Rose guardandolo.
 
“Pigia il freno” rispose Gold.
 
“Il che?” chiese Rose.
 
“Il freno. Pigialo” rispose Gold. Rose guardò tutti i possibili pulsanti da schiacciare. Guardò Excalibur che se ne stava con la testa fuori dal finestrino. Quindi riguardò il padre dicendo: “Non lo trovo. E poi perché dovrei pigiarlo? Mi sto divertendo un sacco!”
“Ti divertirai meno quando ti sculaccerò e ti metterò in punizione per un mese” replicò Gold. Rose deglutì per la paura. Riguardò avanti, tenendo ben salde le mani sul volante e cercando di non andare a sbattere contro qualcosa o, peggio, contro qualcuno.
 
In quel momento, non molto lontano da dove stava andando la macchina, Gold notò qualcosa. Quindi si fermò e tenne entrambi le mani davanti a sé. Da esse uscirono onde di un blu elettrico che si collegarono alla macchina, rallentandone la discesa. Rose e Excalibur si sentirono come tirarsi indietro e fu proprio in quel momento che la bambina vide avvicinarsi davanti a sé un muro.
 
“Oddio, Excalibur, moriremo. Ne sono sicura” disse Rose. Excalibur la guardò stranamente. La bambina, guardandola a sua volta, aggiunse: “Be'… non ne sono sicura al cento per cento. Ma quel muro non si sposterà con un semplice schiocco di dita che verrà da me. Lo sai che faccio schifo con la magia” e riguardarono avanti.
 
I flussi di magia continuavano a uscire dalle mani di Gold, che non voleva che l’amata figlia e la preziosa macchina finissero contro quel muro. Per paura, Rose chiuse gli occhi e così anche Excalibur, che si acciambellò e si coprì il muso con la coda. Ma… quel muro non arrivò mai. Entrambe riaprirono gli occhi, per vedere la macchina ferma e il muro a pochi centimetri dal cofano. Rose tirò un sospiro di sollievo ed Excalibur si tolse la coda da sopra gli occhi. Il cuore della bambina andava a mille. A Rose sembrò mancare per un attimo il respiro. Si portò una mano sul petto cercando di calmare quel battito. Quando si fu un po’ ripresa, aprì la portiera proprio quando Gold arrivò da loro.
 
La bambina alzò lo sguardo verso il padre. In lui vide rabbia. Ma anche paura. Si accorse che quella bravata le era quasi costata la vita. Avrebbe potuto scappare, ma a che scopo? Suo padre si sarebbe arrabbiato ancora di più. Per un attimo si chiese come sarebbe finita se tutto questo fosse accaduto quando ancora non c’era la magia. Suo padre non sarebbe riuscito a correrle dietro… un momento…
 
“Papà, dov’è il tuo bastone? Non zoppichi più” domandò Rose, cercando di cambiare discorso.
 
“Il bastone non mi serve più, ora che ho di nuovo la magia” rispose Gold.
 
“Ma prima, in macchina…” iniziò col dire Rose. Ma Gold la fermò, replicando e mettendole una mano su una spalla: “Ti rendi conto di ciò che hai fatto?! Volevi farti ammazzare?! Non hai neanche minimamente pensato alle conseguenze di questo tuo folle gesto?! Pensa se non avessi avuto la magia per salvarti. Pensa a te, che vai contro questo muro e ne esci fuori… non so nemmeno io come. Pensa a tua madre e al dolore che le avresti inflitto. E non solo a lei ma anche a me!”
 
“Papà, non volevo. Giuro che non guiderò mai più una macchina” disse Rose con le lacrime agli occhi.
 
“Oh, puoi stanne certa per questo. Perché se dovessi rifarlo, ti ammanetterò le mani alla portiera dell’auto” replicò Gold.
 
Rose abbassò lo sguardo. Questa volta l’aveva veramente combinata grossa. Gold sospirò. Non voleva sgridare la figlia e alzare la voce con lei, ma aveva quasi rischiato di perderla. Si abbassò e, spostando la mano dalla spalla alla guancia, disse, con voce un po’ più calma: “ Rose, come ben sai e ti è stato spiegato, in passato ho già perso un figlio. Non voglio perdere anche te.” E, abbracciandola, aggiunse: “ Sarebbe un duro colpo per me e tua madre. Noi ti vogliamo molto bene. Sei il nostro tesoro più prezioso. Non riusciremo a sopportare l’idea di poterti perdere. Quindi promettimi che la prossima volta cercherai di stare più attenta” e guardò la figlia.
 
“Va bene, papà, te lo prometto. E come ti ho detto prima, non credo che guiderò per molto tempo una macchina. Questa volta mi è più che bastata” disse Rose.
 
“Ora hai capito perché non volevo che tu la guidassi? Guidare una macchina non è roba da bambini e Charming è stato solo uno stupido nel farlo fare a suo nipote” disse Gold.
 
“Sì, ho capito. Ma ti solleverà il morale sapendo che non sono stata io ad accendere la macchina” disse Rose.
 
“E allora chi è stato?” chiese Gold.
 
“Excalibur” rispose Rose. Gold inarcò un sopracciglio. Quindi Rose, vedendo lo sguardo poco convinto del padre, aggiunse: “E’ stata lei. Te lo giuro.”
 
“Rose, le volpi non sanno guidare. In teoria non sanno nemmeno come è fatta una macchina. Quindi smettila di darle inutilmente la colpa” disse Gold.
 
“Ma è vero. E poi si è mangiata anche il gelato che si stava sciogliendo in una delle borse” disse Rose. Sentirono dei versetti. Entrambi voltarono lo sguardo per vedere Excalibur sul sedile del passeggero.
 
“E lei come ci è finita lì?! Pensavo fosse a casa con tua madre” disse stupito Gold.
 
Rose guardò il padre domandandogli: “Visto che avevo ragione? Allora, cosa dici?”
 
“Che mi sta venendo un forte mal di testa” rispose Gold chiudendo gli occhi e portandosi una mano sulla fronte, massaggiandosela.
 
“Papà” disse Rose.
 
“Sì, cara” disse Gold.
 
“Hai preso ciò che ti avevo detto mamma?” chiese Rose e Gold aprì gli occhi, ricordandosi solo in quel momento la fine che avevano fatto quelle uova.


Note dell'autrice: Buona sera miei cari Oncers ed eccomi qua con una nuova storia in questo nuovo account (il mio ce l'ho ancora, tranqui). Nuovo account creato da me e dalla mia amica Lucia ( qua il suo profilo: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=114161). E' un account dove metteremo i nostri lavori a "quattro mani". Idee strambre e ogni altra cosa. Perchè a Tre Price of Magic non offriamo solo magia ma anche altro. Io e Lucia abbiamo pensato di creare questa one shot basata sulla mia fanfiction The Rose of True Love ( qua il link alla storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2912216&i=1). Abbiamo pensato se Rose avesse chiesto al padre (volendo imitare l'amico Henry) di poter guidare, mentre padre e figlia sono di ritorno dalla speda richiesta da Belle.

Premetto che questa one shot è ambientata nella seconda stagione, subito dopo il primo episodio dove i personaggi cercano di abituarsi alla magia e alle loro memorie restituite. Questo ovviamente è uno spin off della mia fanfict (come scritto sopra), visto che sono ancora molto, molto indietro (sn ancora alla prima stagione ahahahah). Inoltre abbiamo voluto mettere anche quella peste di Excalibur, volpe creata da me per la mia fanfiction.

Ringraziamo in anticipo tutti/e coloro che passeranno di qua, anche solo per leggere in silenzio o recensire.

Alla prossima e passate una splendida serata, dearies
   
 
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