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Autore: formerly_known_as_A    08/06/2015    2 recensioni
Momotarou e Sousuke si incontrano su un treno, mesi dopo la cerimonia del diploma.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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@clod_lilyy necessitava di una Soumomo con Momo folgorato dal sorriso di Sousuke e io ho scritto questa mezza schifezza.

Sono mesi che non pubblico o scrivo... e si vede. Spero che comunque vi piaccia e vi riempa d'amore per questi due. ♥




"Hey."

Momo ha impiegato più di dieci minuti a superare la folla -studenti in vacanza come lui che occupano il treno locale in piccoli gruppi compatti, adulti di ritorno da una settimana di lavoro che sembrano addormentati sul posto e sordi alle sue richieste, donne anzianissime che tenta di evitare ad ogni costo per paura di mandarle in pezzi solo scontrandole- che lo divideva dal suo obiettivo. Dieci minuti in cui è stato sballottato qua e là dai movimenti del treno, il borsone ben stretto al fianco, come un'ancora di salvezza ben approssimativa.

Non è riuscito a trattenere le emozioni, nell'incontrarlo del tutto per caso nel treno. Per moltissimi minuti si è ritrovato bloccato, indeciso sul da farsi, quasi cedendo all'impulso che gli diceva di far finta di niente, perché vederlo è spaventoso.

È sempre uguale, Sousuke, nel cipiglio severo che non riesce a nascondere occhi di un colore che Momo non trova da nessun'altra parte, nella sua statura con cui torreggia sugli altri passeggeri e il ragazzo ne è attratto per istinto, come se tutto il corpo avesse bisogno di quella presenza accanto.

Sono mesi che non lo vede. Mesi che non osa fare altro che scrivergli, dal mattino presto alla sera, quando le conversazioni sono destinate a morire sotto uno spesso velo di sonno.

Non ha mai avuto paura, di per sé, se non di sapersi dimenticato, messo da parte come qualcosa del passato, qualcosa da relegare all'ultimo giorno di liceo, come qualcosa di poco importante. Nonostante abbia migliaia di messaggi a testimoniare che qualcosa li lega, quel qualcosa è nato forse troppo tardi, all'ultimo momento.

Non ha creduto sul serio che Sousuke potesse ricambiarlo, quando ha preso tutto il proprio coraggio per dichiararsi il giorno del suo diploma. Non è nemmeno stata questione di coraggio, allora, tanto più disperazione e rabbia. Perdere quell'ultima speranza, quell'ultima occasione di confessargli qualcosa di potenzialmente distruttivo per il loro rapporto, ma nel contempo qualcosa che sentiva così forte, sarebbe stato un rimpianto troppo grande.

E poi, aveva pensato, non c'era nemmeno la sicurezza che continuassero a parlare, dopo il suo diploma. La sua cotta sarebbe potuta sparire, senza la sua presenza costante a ricordargliela.

Ma Momo è irrimediabilmente innamorato. Lo scopre di nuovo ora come fosse la prima volta, le dita strette intorno alla tracolla della borsa di Sousuke, come se temesse di vederlo fuggire, ora che sono di nuovo ad un metro scarso dall'altro.

"Hey." sussurra il ragazzo, sembrando sorpreso, in imbarazzo, anche, forse, per il modo in cui si sono ritrovati. Momo pensa a tutte le volte che gli ha proposto di vedersi nel weekend, mai direttamente, sempre nascondendolo dietro qualcosa da fare assolutamente nella zona della scuola, un libro da comprare o un documento da prendere per aggiungerlo al fascicolo che sta costruendo per fare l'esame da poliziotto.

Per tutto questo tempo non hanno fatto altro che danzarsi intorno, soppesando azioni e parole, perché, in fondo, si sono solo detti di piacersi, si sono detti di provare, nulla di ufficiale.

Almeno, è quello che Momo si è ripetuto fino a questo momento.

Si rende conto di quanto, invece, la sua voce gli sia mancata, quando è costretto a chiudere gli occhi per quanto questa fa male. È un dolore che lo fa tremare come una foglia, il movimento del treno che, fortunatamente, lo maschera, ma anche questo gli è mancato. È il dolore che l'ha accompagnato per gran parte del suo primo anno di liceo, associato a tutte le piccole cose che Sousuke fa senza accorgersene e che fanno innamorare Momo.

Stritola quella tracolla come se fosse un salvagente in un mare in tempesta, perché si rende conto di quanto si sia privato con quella stupida paura.

"Scendi a Sano?" chiede, lanciando un'occhiata fuori e notando come la stazione a cui deve scendere sia troppo vicina. Deve sembrare disperato, perché Sousuke fa un passo verso di lui, forse spinto da qualcuno dietro, forse semplicemente per abbassare la voce per parlargli, come se il loro fosse un complotto e non un incontro in amicizia.

"Vuoi che scenda a Hanayobi?"

Momo scuote la testa, d'istinto, ma stringe più forte la tracolla, appendendosi a lui.

"Ok."

È costretto ad alzare la testa per spiare la sua espressione, il sorriso storto che gli rivolge che gli riempe il cuore di spilli. Sembra divertito, anche se quel sorriso scompare quasi subito, mentre si volta per scendere alla stazione di Momo.

È solo la fermata prima, eppure al ragazzo sembra un sacrificio enorme.

Non vuole immaginare, eppure lo fa. Vede Sousuke guardare il paesaggio che l'avvicina ad Hanayobi, lo vede soffermarsi sul cartello con il nome della stazione e sorridere ancora come ha fatto poco fa. Riconosce in quel sorriso il proprio, il ricordo del proprio, quello che faceva quando lo guardava nuotare, a scuola, quando lo osservava da lontano con l'ammirazione che faceva posto a qualcosa che ancora non sapeva riconoscere.

Sobbalza quando si sente tirare per la mano e scende dal treno con le gambe di burro, preso di sorpresa. Non realizza subito che Sousuke gli sta stringendo la mano, tanto è preoccupato di mettere un piede dietro l'altro per lasciare lo spazio a chi deve scendere dopo di loro, tanto che quando finalmente succede si blocca di colpo, andando a sbattere contro una panchina.

“Mi scusi!” esclama, sentendosi immediatamente stupido. Non può averlo fatto per davvero.

Affonda il viso in una mano, nascondendo l'imbarazzo che minaccia di farlo fischiare come una teiera, perché si sente così stupido, così in ansia per quell'incontro da finire per combinare più disastri di quanti vorrebbe.

Ma Sousuke scoppia a ridere e Momo alza la testa per protestare.

Non riesce, però, perché l'espressione del ragazzo che lo fa ammutolire. È tanto che non lo vede ridere, anche se, soprattutto verso la fine dell'anno, non è stata un'occorrenza così rara. Ma i suoi occhi chiusi, il suono della sua risata che riesce a sciogliere la sua espressione imbarazzata... Rimane a bocca aperta, come ogni volta, prima di stringergli meglio la mano e spingerlo appena con l'altra.

Vorrebbe essere arrabbiato, almeno un po', se non con lui con se stesso, almeno, per aver perso così tanto. Ma riesce solo a sentire sollievo mentre si scopre ad aspettare il sorriso calmo che Sousuke gli rivolge, ricambiando la stretta.

“Mi sei mancato.” ammette infine, tirando la tracolla per affondare nel suo petto.

“Ti stavo aspettando.” risponde Sousuke, costringendolo a lasciargli la mano per stringerlo con più forza, chiudendo gli occhi.

Non vuole più dimenticare questa sensazione.

   
 
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