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Autore: Heart    08/06/2015    3 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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VIII
“Caos”



 
 
Quando Dafne si risvegliò, si trovò in un luogo differente da quello in cui era la notte precedente.
Gli alberi erano spariti e anche la luna. Si voltò per esaminare il luogo in cui si trovava e si accorse in quel momento  di essere avvolta in un kimono.
Non era abituata a quel genere di vestiario, ma di sicuro in quel periodo di storia era comune indossarli.
Si alzo dal futon e si avvicinò alla finestra. La stanza era situata al centro dell’immenso palazzo. Notò con stupore che la torre in cui era rinchiusa, era così alta da far venire le vertigini. Cercò di assemblare gli ultimi frammenti di ricordi, ma la mente era ancora assonnata e stanca. Di sicuro quel lungo sonno le aveva consentito il recupero dell’energia.
Il punto era: chi l’aveva portata in quel luogo?
Si avvicinò alla porta, con l’intenzione di uscire ma ciò che trovò la fece infuriare. Colui che l’aveva portata in quel posto la voleva tutta per sè, o meglio, voleva tenerla fuori dal mondo. Lei era una donna libera ed indipendente e non amava rimanere in un posto troppo a lungo.
Osservò il tutto di quella stanza, dai mobili raffinati al mangiare, ma dei suoi vestiti e della sua borsa non c’era traccia. Credeva che bastasse così poco a metterla ko? Si sbagliava di grosso!
Doveva uscire, non riusciva a respirare in quel piccolo spazio. Per prima cosa strappò il costoso kimono, riducendo la stoffa a brandelli e accorciandolo con uno strappo netto, che si fermò sulle ginocchia, per avere più facilità nei movimenti.
Poi si legò i lunghi capelli in una coda alta con la stoffa rimasta e infine, per concludere, richiamò Phoenix. La pistola si materializzò nella mano.
 La ragazza non aspettò tanto per fuggire, infatti l’arma spaccò in due la serratura, permettendole di evadere da quella prigione.
Quelle scarpe le davano fastidio, i piedi scivolavano di continuo, peggio dei sandali.  Con una mano toccava il ruvido muro fatto di pietra, era strano non c’era nessuno in giro, nel pensare che erano nel pomeriggio, ma avvertiva la presenza di demoni intorno al palazzo. Alla fine rimembrò i vari momenti accaduti nella notte precedente.
L’incontro con Inuyasha, il suo regalo, la battaglia e poi lo scontro contro Sesshomaru. Purtroppo ricordava poco, forse a causa della botta.
Quel demone l’aveva colpita senza preavviso e lei era caduta come una principiante; forse  a causa della stanchezza. Sì, perché le sue energie erano al minimo, dopo quel ritrovo tra padre e figlio.
Si maledì mille volte per poi uscire fuori.
Il cortile si presentava con tanti fiori, con una fontana al centro del perimetro e le colonne che la circondavano. Quel luogo le sembrava talmente familiare che, per un momento si sentì a casa.
Quando si ritrovò a fissare due occhi neri si fermò. Rin se ne stava in un angolino a canticchiare con in mano dei fiori, le sue piccole mani li stavano intrecciando a forma di cuore.
La piccola sembrava stare bene in quel luogo, le sue guance era rosee e i suoi occhi brillavano, di sicuro il demone era nei paraggi e, peggio ancora, la stava osservando.
Dafne sembrava irritata di quel suo comportamento, ma preferì rimanere calma. Tutto fuorché nervosa, lui non doveva scoprire cosa celava dietro la maschera.
Prese ad avvicinarsi alla piccola che la guardò muoversi leggiadra; si sedette proprio accanto a lei.
-Ciao Rin.- Disse.
-Ciao nee-chan. Dormito bene?-Chiese la piccola, con un grande sorriso.
-Si, non mi posso lamentare. Ma dimmi, sai dove ci troviamo e dov’è Sesshomaru?-Domandò, mentre raccoglieva un fiore dal prato.
La piccola l’osservò e poi rispose.-Il padrone ritornerà stasera. Jaken ha detto che è in missione. –Rispose tutta contenta.
-Ah e ti ha detto di cosa si tratta?-Affermò Dafne, porgendo un nuovo fiore a Rin.
-No. Il signor Sesshomaru non dice mai dove va. Come hai fatto?-Chiese felice. Infatti dalla mano di Dafne il fiore mutò di colore, da bianco divenne azzurrino.
-E’ una magia. Tu credi in essa?-Chiese, intanto la ragazza apriva le mani per appoggiarli sulla piccola.
-Si- rispose lei entusiasta.
-Mi fa piacere tesoro. Tieni- le disse porgendole un ciondolo a forma di margherita.- ti proteggerà dal male ed è un segno della nostra amicizia- le sorrise.
Rin accettò con piacere quel piccolo dono, iniziò a salterellare e  ripetere il nome dell’amica, fino a che, dinnanzi a loro si presentò la figura virile di Sesshomaru.
L’uomo osservò con attenzione la piccola bambina e notò che intorno al collo aveva appeso un ciondolo; poi indirizzò lo sguardo sulla donna che stava ancora seduta sul prato. Da quella visuale intravedeva le sue lunghe gambe, il kimono era stato strappato in diversi punti, lo aveva scelto personalmente.
-Signor Sesshomaru Dafne nee-chan mi ha fatto un regalo-, disse la piccola facendo vedere il piccolo gioiello al demone.
Ma lui non se ne curò, avanzo verso la ragazza e lei, pronta a difendersi, si alzò, rivelando la sua naturale bellezza. Un dolce venticello le accarezzò la pelle e in quel momento il demone si concentrò sul suo sguardo.
La ragazza era ferma e lo fissava, come lui faceva con lei.
I suoi occhi stavano mutando. Delle sfumature rossastre tra il blu, danzavano in quelle iridi.
Dafne si accorse che il suo potere stava vacillando, oramai mancava poco. A breve sarebbe giunta l’eclissi e lei doveva empiere al suo ruolo.
Si accarezzò i capelli che fluttuavano e volse il suo sguardo verso l’orizzonte. Il panorama era bellissimo, l’arancio stava dipingendo il cielo, mentre il sole calava.
-Come sei uscita dalla stanza?-Chiese Sesshomaru.
Era sicuro di aver chiuso bene il lucchetto, sicuramente la ragazza era stata aiutata, ma da chi?
-Mio caro Sesshomaru non potrai mai legarmi come credi tu. Io sono libera e non ho nessuna intenzione di essere imprigionata da uno come te. E poi ho molte risorse.- Dichiarò Dafne.
-Parli della tua magia?-Domandò curioso.
-Non solo. –Rise.
Il demone la osservò.
Quel sorriso sembrava dipinto apposta sul quel viso di porcellana, sembrava così etera e talmente fragile, ma si era rivelata tutto l’opposto. Non ci mise tanto a contrattaccare con una dose di azione, estrasse Bagusaika e si avvicinò a lei.
Dafne questa volta non si fece trovare indifesa, richiamò Phoenix che avvertendo il pericolo la difese con uno scudo.
 -Che diavoleria è?-Esclamò Sesshomaru, notando un alone bluastro intorno alla mano della ragazza. C’era qualcosa che luccicava e la proteggeva per giunta.
Quando la base dello scudo svanì, fu possibile a Sesshomaru vedere l’arma. Non sapeva identificarla, ma di sicuro proveniva dal futuro.
-Grazie Phoenix sei grande-, mormorò Dafne impugnando l’arma con più destrezza.
L’uomo si trovò a fronteggiare un qualcosa di sconosciuto, ma non si tirò indietro.
Dafne iniziò a sparare colpi, ma il demone li schivava con grande abilità.
Lo scontro durò giusto il tempo di finire le munizioni per poi scomparire, la ragazza aveva avuto la sua occasione.
-Hai finito? Inutile arma.- Dichiarò.
-Mai offendere qualcosa che non si conosce Maru-chan …- detto questo si volto per ritornare in camera, ma non ci arrivò mai, poiché Sesshomaru la incatenò ad un albero con forza, stringendo il collo in una morsa d’acciaio, mentre il suo corpo veniva premuta dal suo, virile.
-Non osare parlare in questa maniera, non ti ho dato il permesso di farlo. Tu mi servi per accrescere il mio potere.- Confessò, freddo.
-Ecco svelato il mistero. Peccato che io non ti aiuterò in questa follia. Mi dispiace, se vorrai crescere di potere dovrai farlo da solo, non sono uno strumento e non sarò mai la tua arma. Mettitelo in chiaro in quella testa di ferro!-Esclamò con rabbia. Spinse con forza il corpo del demone per liberarsi.
-Allora non hai scoperto tutte le tue carte, voglio vederti in azione.-Annunciò, burbero.
-Come te infine. Dimmi Sesshomaru tu hai qualcuno da proteggere?-Chiese lei.
Il demone rimase fermo nella sua postazione, mentre la sua mente elaborava quella frase, che tanto tempo fa aveva ricevuto dal padre.
-Non dire idiozie!-Gridò nervoso.
-Bene. Forse un giorno scoprirai tale significato e solo allora avrai ottenuto ciò che desideri ardentemente.- Disse per poi incamminarsi.
 
 
Dafne era svanita e lui era rimasto a fissare il prato diventare nero per l’assenza di luce. Di nuovo quella frase.
“Sesshomaru, tu hai qualcuno da proteggere?” Disse suo padre.
Come faceva lei a conoscere quell’aneddoto? Chi era?
Imprecò e si diresse verso la torre, aveva bisogno di risposte.
Giunto dinanzi alla stanza rimase fermo sulla soglia, c’era qualcosa che lo fermava. La mano sulla maglia rimaneva ferma e non si muoveva. Alla fine vinse quello scontro e si ritrovò in camera. La stanza era buia, non c’era un filo di vento.
Osservò ogni particolare fino a notare qualcuno raggomitolato a terra.
Dafne si trovava inginocchio, con la testa china e i capelli sparsi di qua e di là, una mano sul petto e i gemiti strozzati che uscivano dalla gola.
-Che diavolo ti prende?-Chiese, avvicinandosi alla giovane.
-Allontanati!-Urlò lei.
Ma lui non ci fece caso, s’inginocchiò per alzarle il viso e solo allora si accorse di qualcosa di strano. Gli occhi della giovane erano di un colore differente, uno blu e l’altro rosso. Che diavole le stava succedendo?
La giovane cercò di riprendere possesso del proprio corpo, ma il potere scaturito da tutto quello che era successo fin ora era troppo anche per lei.
-Ti stai trasformando?-Riferì lui, ormai era palese che stava accadendo quello. Ma non si spiegava come. Dafne era un umana anche se dentro di lei viveva una strana entità.
-Non ti deve importare, vattene. Prendi Rin e scappa.- Bisbigliò.
-Tsè! Non dire assurdità!, il principe dei demoni non scappa di fronte ad un essere come te.-Affermò autoritario Sesshomaru.
Dafne era incredula a quelle parole, lui non sapeva chi aveva di fronte, tuttavia aveva ragione. Decise in quel momento il da farsi, ormai la crisi era in procinto di scoppiare, l’unica alternativa era quella di scomparire.
Si alzò con quelle poche forze che aveva e si sorresse al muro.
-Sei uno stolto, io ti avevo avvisato di non metterti contro di me. Pagherai le conseguenze delle tue azioni, un giorno. Per oggi ritieniti fortunato.-
Sesshomaru la vide sparire senza battere ciglio; dopo un lasso di tempo, un onda d’urto fece tremare l’intero palazzo.
 
 
 
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-Dannazione!- imprecò Inuyasha.
Da quella notte non aveva più visto Dafne. In fondo al cuore sentiva un macigno che lo rendeva pesante, forse l’amica era in pericolo o, peggio ancora, stava male. Da quella notte/viaggio in lui era cambiato qualcosa e i suoi amici se ne erano accorti.
Non aveva loro raccontato del suo incontro con il padre, quel ricordo lo teneva custodito nel suo cuore, al sicuro da tutti, ne era geloso.
Era sicuro che i suoi amici non glielo avrebbe rubato , ma era cosa intimo…
Da quando si era risvegliato si era ripromesso di ringraziare la ragazza, ma al suo arrivo aveva trovato gli amici ancora dormienti e di lei nessuna traccia.
 beh una traccia c’era ed era quella di suo fratello.
Di sicuro Sesshomaru se l’era portata via, per quale motivo, era un mistero.
Si arruffò i capelli con fare nervoso e poi scese dall’albero.
 Kagome era ritornata nel suo presente, e loro si erano fermati al villaggio della vecchia Kaede.
Il gruppo era sparpagliato e lui non se ne curava, bastava ritrovarla.
-Credo che Inuyasha senta la mancanza di Dafne, che ne pensi Sango?-Disse una voce. Inuyasha la riconobbe subito, si trattava di Miroku, stava passeggiando assieme a Sango.
La ragazza aveva lo sguardo rivolto a terra.
-Lo credo anch’io. E da un poco di tempo che non si fa vedere, mi sto preoccupando.- Aggiunse la sterminatrice.
-Speriamo che stia bene, qualche notte fa ho avvertito un forte potere, purtroppo non presagiva nulla di buono-, confessò il monaco.
Inuyasha origliava il tutto senza essere scoperto, anche lui se ne era accorto. Si era svegliato di scatto e aveva corso per ritrovare quella scia, alla fine era giunto in una raduna distrutta. Dell’artefice nessuna traccia.
Gli amici proseguirono senza intoppi, li seguì per un altro poco per poi scendere e dirigersi verso la capanna della sacerdotessa.
Quando Kaede si scontrò con lo sguardo di Inuyasha lo invitò ad entrare.
-Che cosa ti turba, Inuyasha?-Domandò l’anziana, sedendosi.
-Ci deve essere per forza qualcosa?-Rispose burbero.
La vecchia non si mosse di una virgola, ormai era abituata ai suoi comportamenti infantili.
-Ti vedo cambiato Inuyasha, per caso ti è successo qualcosa? Sembri rinato- Terminò l’anziana donna, sorseggiando il suo the.
-Fatti gli affari tuoi, vecchia!-L’ammonì.
Rimasero per un certo tempo in silenzio. Inuyasha era seduto e teneva la sua spada come al solito, mentre fissava il vuoto.
Era strana, quella situazione.
Da sempre Kaede gli leggeva dentro, ma questo gli succedeva anche con Kagome o con Miroku… forse il loro potere spirituale individuava ciò che galleggiava nel suo animo.
Tuttavia Dafne era stata l’unica a scoprire tutte le sue carte, c’era qualcosa di così affascinate in lei!
 Forse adesso capiva perché Sesshomaru era così attratto di lei.
-Ho incontrato mio padre qualche notte fa - Disse piano.
Kaede lo guardò con attenzione, invogliandolo a continuare.
- All’inizio sembrava un sogno, ma poi lui mi ha detto che si trattava di qualcosa di diverso. Non so spiegarlo, ma ho potuto per la prima volta abbracciare mio padre. Ho sentito il suo calore, la sua forza, mi sono sentito amato.- Disse il mezzo demone, cercando di ricordare quelle bellissimi sensazioni.
-E’ stata la notte più bella della mia lunga vita, forse un giorno lo incontrerò di nuovo-,terminò, stringendo Tessaiga.
-In quale notte è successo?-Chiese la sacerdotessa.
-Una notte. C’erano delle strane fiammelle sul lago quando poi mi hanno circondato…- spiegò.
-Si trattava di fuoco fatuo?-Cercò conferma Kaede.
-Credo di sì-
-è un accadimento raro. Le leggende narrano che il Dio della morte li richiama per portare messaggi ai vivi o il biglietto della morte stessa. Stai per morire?-Chiese allarmata.
-Non dire assurdità vecchia, non posso morire.-Azzardò Inuyasha infastidito di tale risposta, si alzo e la guardò in malo modo.
-Non morirò così facilmente e poi …- afferrò il ciondolo che aveva al collo e lo fece vedere alla donna.
Lei non capì di cosa si trattasse, ma era convinta che quella perlina era il fulcro di tutto quel viaggio. Ma non riuscì a proferire parole perché qualcosa esplose in un boato.
Uscirono in fretta e in furia dalla capanna. Trovarono il caos nel villaggio, gente che correva da una parte o chi urlava.
Il cielo si era dipinto di nero e il sole aveva assunto un colore rossastro, di sicuro qualcosa di brutto stava per avvenire. Miroku e Sango giunsero a destinazione e si prepararono a combattere.
Ci fu un lampo e qualcosa cadde al suolo.
Non si vedeva nulla, una luce abbagliante investì tutto.
Quando si ripresero notarono la distruzione totale.
Ma c’era qualcosa in loro che non andava. Sembrava che il tempo si fosse fermato; ma una straordinaria luce violacea si distingueva tra di loro.
Tessaiga li aveva protetti senza essere sguainata. Pulsava come non mai nel fodero e Inuyasha se ne accorse dalle vibrazioni emesse.
-Che diavolo??-Mormorò Inuyasha.
-Tessaiga ci ha protetto-affermò Miroku.
-Solo noi, oddio gli altri sono stati polverizzati!-Urlò Sango chiudendo gli occhi per lo sgomento.
-Chi è stato?-Inveì Inuyasha sconvolto.
-Esseri inutili, il mondo dovrebbe essere governato da noi. –Disse all’improvviso una voce.
Dalla nube di fumo emersero tre figure avvolte da mantelli color cremisi. Il gruppo cercò di intravedere qualcosa, ma la polvere li ostacolava.
-Che cosa volete da noi?-Disse Miroku. L’aura che li avvolgeva era spettrale, quei tre cosi erano molto potenti.
-Umano, nessuno ti ha dato il permesso di parlare.- Pronunciò uno dei tre. Aprì la mano e un fascio di luna si scatenò contro la sfera che ribaltò l’attacco.
-Polvere di fenice, di sicuro c’è il suo zampino-Affermò l’uomo.
-Di che cosa state parlando e che cosa volete da noi?-Esclamò Inuyasha ormai allo stremo della rabbia. Il villaggio Mushini non esisteva più a causa di quei tre.
-Da te nulla mezzo demone, ma forse da chi ha cosparso la tua arma di quella polvere…- dichiarò.
Inuyasha non capiva di che cosa stesse palando. Quale polvere?
-La tua arma è avvolta dal potere della fenice. Ma credo che tu non sappia questo particolare- affermò.
-Fenice? Ma è una creatura mitologica- Dichiarò Miroku.
-Non credo proprio, monaco. La fenice esiste e noi siamo qui per catturarla, prima che si risvegli.- Rivelò.
-Fratello, di lei nessuna traccia, aspettate- interruppe l’uomo che stava a destra. – Questa è l’energia di una delle pietre della morte!- Sostenne l’uomo.
In un battibaleno l’ombra svanì e tornò con un’altra persona. Inuyasha spalancò gli occhi nel vedere Kagome imprigionata tra le braccia di quello sconosciuto.
-Lasciatela!-Ringhiò.
-Sei tu allora, abbiamo la prima pietra- estraendola dal collo della ragazza che era diventata immobile. I suoi occhi erano spenti.
-Kagome!Kagome!-Urlava Inuyasha e poi tutti gli altri, ma lei non rispondeva.
-Maledetti che le avete fatto?-Urlò sguainando Tessaiga che si trasformò.
-Te la puoi tenere, non ci serve più.- Disse l’uomo per poi lanciarla a terra. Il corpo esanime di Kagome iniziò a perdere sangue.
A quella vista, Inuyasha perse il controllo. Gli occhi si tramutarono in rosso vivo, la parte più famelica  del suo animo ritornò a galla. La barriera si disintegrò e partì verso quei tre esseri.
-Inuyasha fermati!-Urlarono gli altri, ma non li sentì, ormai preso dalla furia. Alla fine lasciarono l’amico furioso per vedere come stava Kagome. La ragazza non aveva nulla di rotto, ma la parte in cui era uscita la sfera si stava ingrandendo, era da lì che sgorgava il sangue.
I tre cercarono di tamponare la ferita dell’amica, ma non riuscivano a fermarla. Kagome respirava malamente.
Intanto Inuyasha aveva perso del tutto il controllo del suo corpo, l’uomo lo affrontava senza serietà. Schivava i colpi senza badare a lui.
I due uomini che erano rimasti fermi osservavano il luogo, era inutile rimanere lì. Richiamarono il loro fratello per poi svanire.
 
 
Lo scontro era finito, ma a quale prezzo?
Miroku si avvicinò a Inuyasha steso a terra.
-Amico? Ehi Inuyasha!- Gridò il ragazzo ma il mezzo demone non gli diede risposta. Sembrava assente. Gli occhi spalancati e bianchi. Non poteva morire. No.
Iniziò a pregare i Kami per un miracolo, ma tutto fu vano.
 
 
 
All’improvviso una presenza conosciuta giunse. Sesshomaru, attratto da quell’energia potente si era precipitato al villaggio, ma al suo arrivo trovò solo distruzione. Fu lui a costatare che il fratello era morto, come la sacerdotessa.
-Signor Sesshomaru non li può aiutare?-Disse timidamente la piccola Rin.
-Non dire idiozie, Rin! Il padrone non si presterebbe a fare una cosa del genere. Non è vero, padrone?- Chiese Jaken, ma non ottenne risposta.
-Ha avuto la sua punizione- Dichiarò il demone.
-Come puoi dire una cosa del genere? E’ tuo fratello, sangue del tuo sangue!- Singhiozzò Sango.
-Non dire idiozie umana, lui ha portato il disonore nella famiglia è ciò che gli aspettava.- Rispose per voltarsi, ma si fermò nel riconoscere una figura avvicinarsi al gruppo.
La ragazza non lo guardò nemmeno negli occhi per dirigersi verso gli amici. Quando loro la videro, piansero.
-Dove eri quando avevamo bisogno di te?-L’accusò la sterminatrice, piangendo sul corpo dell’amica.
-Mi dispiace per non essere arrivata in tempo, ma ho avuto le mie ragioni. Non vi preoccupate andrà tutto bene.-Detto questo si avvicinò a Kagome e le prese la mano.
-Seishin ho bisogno del tuo aiuto, richiama l’anima di Kagome.-Disse Dafne stringendo la mano dell’amica.
 -Non farlo Dafne è una tecnica pericolosa. Non sei in grado di utilizzarla- affermò Kaede.
-Non ti preoccupare, sono poche le cose che non posso fare. –Le sorrise. Un sorriso sincero, buono.
Kaede avvertì infondo al cuore un tiepido calore, ed era Dafne a procurarlo.
-Oh per tutti i Kami, tu …- si fermò a quella confessione. Adesso le appariva tutto chiaro! Come aveva fatto a non accorgersi di una cosa così vicina al cielo?
-Ritorna da noi Kagome, Non è ancora il tuo momento per lasciare questo mondo. E’ un ordine!- Un’onda di energia calda si sprigionò da quel contatto.
La ragazza si alzò e si diresse verso Inuyasha. Si fece un piccolo taglietto e poi pose il polso sulla bocca dell’amico.
-Credo che tra breve si riprenderanno. Forse è meglio fare qualcosa per questo villaggio. Mi farò perdonare.- Annunciò.
Tutti erano rimasti stupiti di quel potere, anche Sesshomaru. Non aveva preso in considerazione che ella possedesse tale potere.
Dafne chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi, l’aerea era estesa, ma ci sarebbe riuscita. La sua immagine divenne sbiadita per tutti, un calore sconosciuto inizierò ad uscire dal suo corpo.
 Solo Kaede, che ormai aveva capito chi fosse la ragazza, la vide nel suo aspetto originale.
La giovane indossava una veste lunga, dalla stoffa dorata. I suoi occhi era di un azzurro oltremare, dalla sua mano apparve una fiamma azzurra che pose infine sul terreno. Nessuno capì cosa stesse succedendo in quella frazione di secondo, ma quando riaprirono gli occhi la natura stava rinascendo.
-Come diavolo?-Chiese Miroku.
-I segreti hanno il loro prezzo- disse per poi raggiungere l’amica che si stava riprendendo.
-Come stai Ka-chan?-Domandò.
Kagome si sentiva stordita, ricordava poco di ciò che le era successo. Era ritornata nel Sengoku e poi era stata afferrata da qualcosa, il suo corpo non si muoveva, aveva avvertito uno strappo provenire dal suo corpo, la sfera era stata rubata. Non ricordava nient’altro.
-Stai tranquilla, la ritroveremo.-La rasserenò Dafne.
La sacerdotessa la guardò confusa, ma non ebbe il tempo di dire altro che fu sommersa di abbracci; da ciò che aveva capito che era morta ma, grazie a Dafne, era ritornata tra i vivi.
Sembrava ritornato tutto al suo posto, i piccoli germogli stavano spuntando dal terreno, la gente morta era ritornata in vita, ma c’era qualcosa che stonava. Inuyasha non si era ripreso e questo preoccupò tutti, tranne due persone. Una a cui la cosa non importava molto, e la seconda che lo guardava da lontano, sapendo che presto avrebbe dovuto spiegare tante cose.
Si, perché il momento della verità si stava avvicinando. E poi… il nemico la stava cercando.
Doveva trovare una soluzione per proteggerli.
Forse la risposta era a portata di mano. si, il suo piano si stava realizzando.
-Svegliati presto Inuyasha, il mondo ha bisogno anche del tuo supporto.-Disse, mentre si allontanava.
 
 
 
Da lontano il demone maggiore la seguiva.
 Dafne se ne era accorta ma non aveva fatto nulla.
Richiamò il suo guardiano e gli diede istruzioni.
-Alla fine si sono fatti vivi- Dichiarò Eddy.
-Avverti le alte sfere, ho bisogno che tutti siano al corrente. Eddy per favore richiama anche mia madre, ho urgentemente bisogno di parlare con lei.- Disse scostando i lunghi capelli.
-Sarà fatto.- Eddy svanì nella sua nuvola di fumo.
-Il momento sta arrivando.-Mormorò a bassa voce, ma Sesshomaru la sentì.
-Di che cosa stai parlando, Donna?-
-Adesso mi chiami così? Comunque non ha importanza, ho altro a cui pensare.- Affermò.
-Che cosa sta arrivando?-Domandò affiancandola.
-Il mio risveglio. e dal lì il mondo entrerà nel caos!-
Sesshomaru la guardò e si accorse che i suoi occhi era dipinti di rosso e le ciocche dei capelli si stavano sfumando di blu.
Chissà di che cosa parlava, ma di sicuro nulla di buono.
Oramai aveva deciso: l’avrebbe seguita.
Il mistero si faceva sempre più fitto.
  
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