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Autore: sakura_kinomoto    08/01/2009    5 recensioni
Stava per bussare, aveva alzato il braccio quando la porta si aprì improvvisamente.
- Chi sei? -
Se fosse stato un cartone animato, in quel momento una tonnellata di mattoni sarebbe caduta su di lui. Non si ricordava neanche che era il loro nuovo chitarrista.
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Leto, Matt Wachter, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il secondo giorno di prove per la ricerca del nuovo chitarrista quando Tomo vide per la prima volta Shannon Leto dal vivo, di fronte a lui, in carne ed ossa

Titolo: “ Se provi soltanto a far scappare anche questo chitarrista ti eviro. ”

Fandom: Real - People / Thirty Seconds to Mars.

Pairing: Shannon Leto / Tomislav Miličević {shomo is love *__*}; Jared Leto / Matt Watcher.

Autrice: me medesima stessa.

Raiting: Pg-13 (giusto per il linguaggio, si sa, sono una band volgare.)

Conteggio parole: 4,701 W, one-shot.

Avvertimenti: slash, idiozia random tipica della band, tentati omicidi, solito in poche parole.

Riassunto: stava per bussare, aveva alzato il braccio quando la porta si aprì improvvisamente.

- Chi sei? -

Se fosse stato un cartone animato, in quel momento una tonnellata di mattoni sarebbe caduta su di lui. Non si ricordava neanche che era il loro nuovo chitarrista.

Note: l’idea malsana mi è venuta dopo aver visto, per la millesima volta, il loro video ‘The Kill (Bury Me)’, se lo avete visto o l’avete presente capirete *___*

Disclaimer: i personaggi appartengono a loro stessi, blablabla, non li conosco, blablabla.

 

 

- Se provi soltanto a far scappare anche questo chitarrista ti eviro. -

 

Era il secondo giorno di prove per la ricerca del nuovo chitarrista quando Tomo vide per la prima volta Shannon Leto dal vivo, di fronte a lui, in carne e ossa.

“ E che carne. ” Si era ritrovato a pensare.

Era il secondo giorno di ricerca per sostituire Solon, quando Shan vide il chitarrista, era l’ultimo di quel giorno, dopo uno bravo con un nome straniero, da qualche parte dall’est europeo, non che contasse molto, aveva occhi solo per quel ragazzo, lo voleva nella band, oltre che nel suo letto.

Tomo aveva fatto il suo pezzo migliore, e sembrava che il cantante e il bassista apprezzassero, dato i loro commenti entusiasti, ma lui no. Era rimasto impassibile, senza mostrare alcun gradimento o altro, la noia fatta persona.

 

Era come sbattere la testa contro un muro; generalmente quando aveva a che fare solo con il fratello, riusciva a imporre le sue idee, qualche volta, ma se Jared era sostenuto da Matt, tanto valeva sbatterla realmente contro un muro, avrebbe ottenuto più risultati. Sapeva anche lui che il ragazzo straniero era il migliore di quelli che si erano presentati, nessuno gli impediva di vedersi con l’altro, il ragazzo che sarebbe dovuto stare nel gruppo, nonostante il bassista continuasse ad affermare che non sapeva distinguere un basso da una chitarra.

 

Quando sentì il telefono squillare pregò con tutta la sua persona che fosse Shannon ha comunicargli se lo avessero preso o meno, non gli importava molto ricevere un rifiuto se fosse stato il batterista a dirglielo. Appena rispose sentì la voce del bassista, era un po’ deluso dal fatto che non fosse Shan, ma fu lo stesso entusiasta quando scoprì di essere riuscito ad entrare nel gruppo; lo avrebbe visto tutti i giorni, almeno.

 

- Shan, se provi soltanto a far scappare anche questo chitarrista, ti eviro. -

Il ragazzo continuò a tamburellare sul muro con le bacchette, senza dare cenni di aver sentito. In quel momento aveva solo in mente tutte le possibili cose che avrebbe potuto fare al suo chitarrista.

- Shan? -

- Sì, Jared. Ho capito. -

Non capiva perché ci tenesse tanto a quel ragazzo, okay era bravo, ma questo non cambiava la situazione, erano stati fin dall’inizio loro due e basta, loro erano il gruppo. Tutto l’album l’avevano inciso loro, con Jay che faceva anche le parti del basso e l’aiuto, in qualche canzone, di Solon, ma erano loro due. Non che non gli facesse piacere avere Matt, all’inizio ne era stato entusiasta, soprattutto perché era un bel ragazzo, ma come si suol dire ‘non c’era stata trippa per gatti’. Matt era crollato davanti a suo fratello, ma non lo dava a vedere. Lo stesso valeva per suo fratello, appena lo aveva visto lo aveva classificato come ‘giochino sessuale’. Per Jared ogni relazione era così, un trastullo momentaneo in cerca di un nuovo intrattenimento, odiava essere legato a vincoli, quindi aveva trovato in quell’atteggiamento il suo modo di approcciarsi al mondo, anche se puntualmente andava a lamentarsi dal fratello perché nessuno lo amava.

Matt si stava rivelando un osso duro, si capiva lontano un miglio che gli piaceva, ma doveva aver capito che sarebbe stato solo l’ennesimo giochino, e a lui non andava. All’inizio era stato un duro colpo per il fratello, il fatto che non fosse capitolato subito di fronte ai suoi occhioni azzurri e al suo bel faccino lo aveva fatto vacillare, era rimasto ore chiuso in casa sua a risanare il suo ego, per tornare più determinato di prima, avrebbe fatto in modo che lui fosse suo; e quando Jared desiderava ardentemente qualcosa, beh, non si faceva nessuno scrupolo ad ottenerla in qualsiasi modo. Come adesso. Era veramente senza pudore o vergogna, come un bambino gli si era avvicinato zompettando e gli si era seduto in braccio iniziando a strusciarsi contro Matt. Se fosse stato dotato di coda avrebbe anche scodinzolato.

 

Tomo era estremamente agitato, la guardia all’ingresso dello studio gli aveva dato le indicazioni corrette, era davanti alla porta dello studio indeciso sul da farsi, stava per bussare, aveva alzato il braccio quando la porta si aprì improvvisamente e si ritrovò davanti il batterista, e si perse nei suoi occhi.

- Chi sei? -

Se fosse stato un cartone animato, in quel momento una tonnellata di mattoni sarebbe caduta su Tomo. Non si ricordava neanche che era il loro nuovo chitarrista. Vide la faccia del cantante spuntare sopra la spalla del fratello, per poi spostarlo - si chiese come fece, essendo che Shannon era un uomo abbastanza muscoloso, lui assomigliava più ad uno stecchino, e neanche uno di quelli più in forma.

Sentì le braccia del ragazzo sul suo corpo, lo stava abbracciando. La sua accoglienza era stata decisamente più calorosa rispetto a quella del fratello. Mentre lo ricambiava impacciato si sentì trafitto dallo sguardo di Matt, era odio? Cercò di scusarsi subito con gli occhi, ma il bassista stava guardando da un’altra parte.

Non era il massimo come inizio, uno che lo ignorava, uno che lo odiava e uno, come poteva descrivere Jared? Iperattivo? Pazzo? Totalmente scemo? Stava saltellando da una parte all’altra dello studio blaterando su nuove idee per l’album, e poi vestito così di rosso sembrava Po, ed era strano che lui gli ricordasse un Teletubbies femmina.

 

Shannon sarebbe stato presto figlio unico. Era quasi mezzanotte e loro erano ancora lì in quello studio. Persino il nuovo ragazzo provava dell’odio, anche se non lo dava a vedere. Doveva ammetterlo, era veramente bravo. Forse un po’ timido, ma aveva avuto delle ottime idee, alcune migliori di quelle del fratello, ma aveva avuto la furbizia di dirle prima a Matt, in modo che fosse lui a esporle, sapeva che se lo avesse fatto lui, probabilmente Jared lo avrebbe cacciato a calci. Si era instaurato subito un buon rapporto tra lui e il bassista, con grande disappunto di suo fratello. A lui era indifferente.

 

Tomo cercò per l’ennesima volta lo sguardo di Matt. Dopo la prima incomprensione iniziale, tutto era andato meglio, appena ne aveva avuto la possibilità si era scusato con lui.

- Non ti preoccupare, lui fa sempre così. -

- Non vorrei intromettermi tra voi. -

Vide i suoi occhi azzurri allagarsi.

- Noi?! -

- Beh, sì. Se non ho capito male, non state insieme? -

- No. -

- Ah. -

Tomo era confuso. Visibilmente confuso.

- L’ho pensato da come lo guardavi. -

Matt si passò una mano sugli occhi, frustrato.

- Si nota tanto? -

Il chitarrista sorrise.

- Non molto, visto che si è totalmente distratti dal comportamento di Jared. Ma quando c’è un po’ di calma, si vede come lo guardi. -

Matt lo abbracciò di slancio. Finalmente qualcuno con cui parlare, o meglio, finalmente qualcuno che ragionava con cui parlare. Voleva quasi piangere. Anzi, lo avrebbe fatto sicuramente.

- Facciamo una cosa, non diciamolo, okay? -

- Non dire cosa? -

- Che ti ho abbracciato, visto la possessione di Jay, è probabile che ti spacchi una chitarra in testa. -

Tomo lo guardò allibito.

- Stai scherzando, vero? -

- Sarebbe bello. -

Il croato non fu più così sicuro di essere veramente contento di essere entrato in quella band.

 

Jared poteva sembrare la persona più buona e gentile del mondo, ma sotto una facciata composta da occhi di un azzurro talmente limpido che sembrava di guardare direttamente il cielo si nascondeva uno schiavista perfezionista. Jared Leto era l’essere più pignolo e stacanovista che avesse mai incontrato in tutta la sua vita, e lui di persone del genere ne aveva incontrate, in primis suo padre.

Capiva che fremeva per il nuovo album, ma che motivo c’era di fare restare tutti lì fino all’una?

- Jared, basta. -

Sembrò non sentire le parole del fratello. Vide la disperazione sul suo volto, era stanco come tutti. Quella fu una delle primissime cose che imparò del batterista, più era stanco più diventava intrattabile e aggressivo, dovettero fermarlo dal lanciare una sedia in testa al cantante.

- Matt, sai che non te lo chiederei mai, ma io ho da fare questa sera, o meglio notte, se per cortesia lo circuisci e fai in modo da farci andare via tutti te ne sarei veramente grato. -

- E cosa dovrei fare? -

Il ragazzo sospirò.

- Lo sai. Non so, abbraccialo e dirgli di lasciarci andare, dagli un bacio, scopatelo sulla consolle, ma ti prego, fai in modo che io possa lasciare questo dannato studio! -

- Shan! -

- Senti, non fare il polemico puritano adesso, altrimenti nella band rimaniamo io e Tomo. -

Il ragazzo, appena sentì il suo nome pronunciato per la prima volta dal batterista, arrossì e sorrise compiaciuto. Almeno il nome lo ricordava.

Vide Matt allontanarsi da loro, sembrava un uomo diretto al patibolo.

Finché Jared non dava il via libera nessuno poteva lasciare lo studio, per il semplice fatto che lui aveva le chiavi e li aveva chiusi tutti dentro, e sfondare la porta a testate non era il caso, soprattutto se era Shannon a guidare la tua testa contro il metallo.

Vide il bassista avvicinarsi al ragazzo, non sapeva bene come approcciarsi, era parecchio impacciato, visto l’evidente attrazione fisica che provava per lui.

- Ehm, Jay? -

Ricevette come risposta un grugnito.

- Cosa ne pensi di, ehm, lasciarci andare? -

- Dove? -

Matt lo guardò stranito.

- Via. Via da questo studio, Jared. -

- Anche tu? -

- Come? -

- Ti ho chiesto se anche tu vuoi andare. -

- Se hai bisogno resto. -

Mossa sbagliata, se ne rese conto dopo che le sue labbra avevano finito di pronunciarlo. Si ritrovò il cantante spalmato addosso, in un abbraccio confuso di braccia, gambe, mani -

- Jared! -

Matt era visibilmente a disagio, paonazzo in viso e con l’erezione del cantante troppo vicina alla sua nascente.

- Cosa c’è, Watcher? Qualcosa non va? -

Era un bastardo approfittatore, ma parlargli ad un millimetro dall’orecchio con quella lingua sempre pericolosamente fuori dalla labbra stava facendo vacillare l’autocontrollo del bassista.

- Allora Matt? Cosa c’è che ti infastidisce? -

Dovette trattenersi dal sbatterlo veramente sulla consolle, seguendo il consiglio si Shan, si fece una violenza tale che ne avrebbe risentito per parecchio tempo, soprattutto la sua sanità mentale.

- Allora, possiamo andare? -

Jared sbuffò infastidito. Si staccò bruscamente girandogli le spalle.

- Sì, andate, se ci tenete proprio. -

Cosa doveva fare con lui? Gli attacchi diretti non servivano, quelli più subdoli nemmeno. Doveva essere suo, lo aveva quasi scritto in faccia ‘Property of Jared Leto’, eppure ancora niente. Sentiva che qualcosa era cambiato, soprattutto dopo quell’ultimo abbraccio; ma il bastardo non cedeva.

- Jared? -

- Che cazzo volete ancora? -

Suo fratello gli tirò una sberla sulla nuca, moderando la forza per evitare di staccagli totalmente la testa.

- Hai tu le chiavi, coglione. -

 

Nessuno capì esattamente quando Matt capitolò, o se fu il cantante, dopo quasi tre anni di astinenza forzata, a capitolare; fatto sta che finalmente quei due si erano dichiarati amore eterno e la cosa aveva reso estremamente felice Tomo, principalmente perché per un periodo Jared lo aveva usato come mezzo per far ingelosire il bassista. Non che non gli piacesse quanto fosse affettuoso, il problema erano gli sguardi killer del biondo, più e più volte aveva cercato di staccarsi di dosso il cantante, ma quello era peggio di una colla, il che rendeva quasi impossibile staccarsi.

Era comodamente seduto sul suo divano a guardare un indefinito programma alla televisione, francamente non gli stava nemmeno prestando molta attenzione, troppo focalizzato su un unico pensiero; pensiero che aveva un nome e anche un cognome.

Le cose fra loro erano ancora in stallo, lui cercava di non far vedere al mondo quanto anelasse ad essere considerato più di un amico, mentre Shannon, beh, lui non aveva cambiato di una virgola il suo comportamento. Aveva iniziato a considerarlo un membro effettivo della band, al pari di Matt, il che era stato un passo avanti, soprattutto da quando aveva smesso di chiamarlo ‘il Croato’ o ‘il nuovo chitarrista’. Il suo idillio sessuale con l’altro chitarrista era finito due mesi dopo le selezioni, ovviamente era stato il batterista che, da quanto aveva pettegolamente riportato Jared, lo aveva sbattuto fuori dal suo letto, senza troppe cerimonie, e poi fuori da casa sua, completamente nudo. Dopo quella piccola avventura Tomo non ne aveva sapute altre, eppure Shan non era un tipo così riservato. Sentì il suo telefonino squillare, lo prese in mano per vedere chi doveva insultare per averlo disturbato, lesse il nome. Quasi gli cadette dalle mani, cercò di calmarsi e premette il tasto per avviare la conversazione.

- Pronto? -

- Tomo, sono io. Ti aspetto a casa mia tra... il tempo che ci impieghi in macchina. Quindi muovi il culo e mettilo sul sedile anteriore e vieni qui. -

- Va bene. -

Shannon chiuse la conversazione, Tomo rischiò nell’arco di quelle due frasi, un numero approssimativo dall’uno all’infinito di infarti. Shan lo aveva chiamato, per la prima volta. Un sorriso trionfante gli sbocciò sulle labbra. La prima volta che lo chiamava e gli chiedeva di andare immediatamente in casa sua.

Raggiunse la casa citata in meno di dieci minuti, infrangendo una quantità imprecisata di leggi stradali, rischiando di investire tre vecchiette e un gatto. Fortuna volle che il gatto venisse risparmiato, purtroppo anche alle vecchiette toccò la stessa sorte.

Arrivato davanti alla porta prese un respiro profondo e avvicinò il dito al campanello quando sentì una mano afferrarlo per la maglietta e tirarlo in casa. Ci mise qualche secondo a realizzare che quella mano era attaccata ad un braccio che terminava nel corpo del batterista. E ci mise ancora più tempo nel realizzare che il suddetto batterista gli si era spalmato addosso guardandolo con occhi infuocati.

- Non. Osare. Farlo. Mai. Più. -

Tomo era interdetto. Cercò di riattivare i suoi neuroni, che erano totalmente focalizzati sul corpo del ragazzo. Maledettamente vicino al suo. Uno gli dette ascolto e cercò di pronunciare il primo pensiero di senso compiuto e logico che gli fosse venuto in mente.

- Eh? -

- Non fare il finto tonto, mi hai lasciato in balia di quell’essere appiccicoso. -

- Parli di Jared? Tu stai sempre solo con lui. -

- No, io parlavo dell’altro, quella specie di nuovo vivente formato dalla fusione di lui e Matt. -

- Ah. -

- Ti sembra una risposta coerente? -

- Cosa dovrei dire? -

- Prostrati e chiedi perdono, mi sembra ovvio. -

Tomo gli scoppiò a ridere in faccia.

- Cosa dovrei fare? Te lo sogni, io non sapevo neanche che ci saremmo dovuti incontrati oggi. -

- Jay non te l’ha detto? -

Fu in quel momento che Shannon realizzò che era ancora a tre centimetri dalla bocca del suo chitarrista, e la cosa stava prendendo una piega indesiderata, stava provando l’insensato impulso di portarlo nella sua camera e non farlo uscire per almeno tre anni.

Si staccò di scatto, tenendosi a distanza con le braccia. No, c’era decisamente qualcosa che non andava, il suo corpo reagiva a stimoli che lui non sapeva nemmeno di avere, che non sapeva neanche di aver mai formulato.

- Tutto okay? -

- Tu. Sala. Tv. -

Tomo lo guardò incredulo mentre il ragazzo si avviava lungo il corridoio d’ingresso. Shannon Leto gli stava nascondendo qualcosa, e la cosa non gli piaceva per nulla.

 

Tomo tentava di concentrarsi sul film, ci provava proprio, ma affianco a lui, sul divano, si stava svolgendo un film porno a cui lui cercava di non dar peso, ma era abbastanza difficile visto che Jared lo aveva preso come cuscino.

A circa un’ora dall’inizio del film la catastrofe ebbe inizio: Matt, in uno dei rari momenti in cui il cantante non cercava di inglobarlo nel suo corpo, disse l’unica cosa che una qualsiasi persona sana di mente non avrebbe mai osato dire in presenza di Jared Leto, - certo che è proprio bello Shining, potremmo farci un video, un qualcosa di simile. -

Nelle orecchie dei due ragazzi risuonò una sirena che annunciava l’arrivo dell’uragano, in sincro si voltarono verso il cantante e capirono che era la fine. I suoi occhi azzurri si erano illuminati, iniziò a battere le mani come un bimbo di tre anni e si girò verso il suo ragazzo per ringraziarlo.

Tomo dovette ricredersi, quello di prima non era un film porno, era una semplice dimostrazione di affetto, casta e pura, quello lo era.

Vide il bassista accoccolarsi vicino al fianco del suo ragazzo con un sorriso a mille mila denti e un’espressione negli occhi da far invidia al gatto con gli stivali di Shrek.

 

Shannon maledì mentalmente Matt per quella stupida uscita, ora erano dei guai fino al collo, o più finemente, erano nella merda.

Incrociò lo sguardo sconsolato del suo chitarrista e provò ancora quell’impulso di portarselo in camera e incatenarlo al letto. Si voltò di scatto fingendosi interessato al film, ma i suoi pensieri erano tutti focalizzati sul croato di fianco a lui. Era indeciso se picchiarlo per quello che gli stava succedendo - essendo lui il principale, nonché unico, indiziato - oppure analizzare quel turbinio di sensazioni che lo stavano pervadendo.

L’unico problema era che Shannon Leto non si analizzava. Mai. Di certo non avrebbe iniziato ora, il tempo dei chiarimenti sarebbe arrivato e lui avrebbe dovuto farci i conti; ma per quel momento andava bene così, decise anche di non picchiarlo, sembrava così fragile che lo avrebbe potuto uccidere con una sola carezza.

- Anche se gli farei di peggio. -

Il primo che si stupì di quell’affermazione fu lui stesso, quello era il terzo pensiero incoerente sul suo chitarrista nell’arco di mezz’ora e la cosa lo mandò ulteriormente in confusione.

Il secondo che si stupì fu il diretto interessato di quell’affermazione che si girò a guardarlo domandandogli con gli occhi se stesse parlando a lui.

- No, nulla. Parlavo da solo, torna a vedere il film. -

Mentre parlava la sua mano, dotata di vita propria, si avvicinò al viso del ragazzo per spostargli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Tomo credette di morire in quel momento, anzi, sarebbe sicuramente morto per soffocamento, aveva seguito il movimento della mano trattenendo il fiato. I suoi occhi non si staccarono da quelli del batterista, videro un lampo di stupore, allora non era l’unico stupito di quel gesto. Rimasero a guardarsi per un tempo indefinito fino ad essere interrotti da Jared.

- Ma cazzo! -

Si guardarono ancora stupiti. No, il sincro non andava per nulla bene.

 

- Matt, ti detesto con tutta l’anima. -

- Dai, in fondo è quello che vuoi. -

- Guardati le spalle quando vai in giro, perché dietro ci sarò io. -

- Mi sembri Shannon. -

- A stare con voi qualcosa si impara. -

- Certo, e poi tu impari tutto da Shan. -

- Watcher, hai tre secondi per iniziare a correre, poi uso la tua pelle per farmi una nuova fascia per la chitarra. -

Il bassista iniziò a ridere di quel buffo tentativo di minaccia, ormai era talmente palese che Tomo era totalmente andato per il batterista che gli unici che non se ne erano accorti erano il batterista stesso e Jared. Ma si sapeva, Jared era talmente svampito che non si accorgerebbe di nulla a meno che non gli ballasse nuda davanti con un cartello esplicativo, ovviamente dovrebbe avere le sue fattezze.

- Ragazzi ho un’idea meravigliosa. -

- Jay, le tue idee non sono mai meravigliose, sono rischiose, ti ricordo che Capricorn lo hai girato con un bozzo sulla fronte perché non sai tenere in mano la tua chitarra. -

Il ragazzo sbuffò irritato.

- Si da il caso che io mi faccia prendere dal ritmo. -

- Certo, ma la tua manualità lascia alquanto a desiderare. -

- Fratello, appena abbiamo finito di girare il video, sei morto. Quindi, sei libero per il quindici? -

- No, ho un impegno. -

- Sempre il solito fortunato. -

Matt decise di intervenire per porre fine a quel dialogo surreale e ad alto contenuto di idiozie.

- Per l’amor del cielo, quali idee? -

- Ci sdoppiamo. -

- Ci, cosa? -

- Sdoppiamo, decerebrato di un fratello. -

- Giuro che ti ammazzo. -

Ancora una volta Matt e Tomo dovettero trattenerlo di forza, con grande gioia del chitarrista.

 

- Io dovrei baciare chi? -

- Una ragazza. -

- Certo, mi sembra logico. Tu combatterai una battaglia a colpi di chi urla di più con te stesso, Matt dovrà bere con la sua copia. Io il pezzo peggiore, Tomo cos’ha? Un doppio che lo pettina? -

- No, sesso orale con un orso. -

Il cantante fu investito da uno spruzzo di caffè misto a saliva, guardò seccamente il batterista per avergli appena rovinato il trucco e i capelli, stava per replicare quando venne interrotto.

- Lui lo sa? -

- Tomo, dici? No, non anc- dove stai andando? -

 

Il chitarrista stava accordando la sua amata chitarra quando la voce di Shannon lo raggiunse. Nome completo, brutto segno.

- Tomislav! -

- Shannon Christopher. -

Il batterista si piegò appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

- Dovresti smettere di fumare. -

- Sì, e anche di stare in astinenza, ma non sono qui per questo. Jared ti ha già detto il concept del nuovo video? -

- Non era qualcosa con Shining, tipo dei doppi che vagano per un albergo o qualcosa del genere? -

- Esatto, caro il mio croato. Ma ti ha già detto quale sarà il tuo compito? -

Tomo si prese qualche secondo per assaporare quelle quattro parole.

Caro. Il. Mio. Croato.

- No, non ancora, perché? -

Shannon si stava già pregustando la scenata che il suo chitarrista avrebbe fatto al cantante, ci sarebbe stato uno spargimento di sangue.

- Vediamo, Jared dovrà confrontarsi con se stesso e si urlerà addosso. Matt diventerà con barman e dovrà brindare alla sua salute, io mi confronterò in bagno e tu, tu avrai il piacere di avere un incontro ravvicinato con un orso. -

- Perché un orso? E il me stesso? -

Il batterista sghignazzò.

- Ci sarete entrambi? -

- Mi mangerà? -

- No, farete solo del sesso orale. -

- Con un orso?! -

- Paura? -

Vide la rabbia nei suoi occhi, ci sarebbe stato da divertirsi. Eppure non provava quel senso di appagamento che una notizia del genere avrebbe dovuto procurargli, era leggermente seccato, in primis perché avrebbe dovuto baciare una ragazza, e no. Grazie.

In secondo luogo trovava estremamente irritante il fatto che il suo chitarrista avrebbe dovuto intrattenere un orso e non lui.

- Shan, stai bene? Sei sbiancato improvvisamente. -

- Sì, credo di stare bene. -

- Dalla tua cera non si direbbe. -

- Perché, vorresti farmi da infermiera? -

Si era spinto troppo oltre,  anche per i suoi standard, soprattutto perché in quel momento i suoi progetti non comprendevano il suo chitarrista. Ma doveva ammetterlo, mettere quella preposizione possessiva prima di Tomo gli dava un senso di appagamento.

- Sicuro di star bene? Ora sei passato ad una gradazione verde putrefazione. Perché non ti siedi, magari hai la febbre. -

Shannon si fece accompagnare alla sedia come un automa, lo sentì farsi più vicino.

Appena riuscì a farlo sedere, era stranamente docile, gli spostò i capelli dalla fronte e automaticamente gli appoggiò le labbra sulla pelle per controllare se fosse calda. Fece quel gesto senza rendersi conto di tutto ciò che comportava; sua madre lo faceva sempre per controllare se fosse malato o se stesse fingendo, e lui non conosceva altri metodi.

Shannon, nonostante la catalessi nella quale era caduto, senti distintamente le labbra del chitarrista sulla sua fronte, e i pantaloni diventare stretti.

- Okay, non hai la febbre. Un calo di zuccheri? Un colpo di sole! -

- In pieno inverno? -

- Vero. -

Rimase a rimuginare sulle possibili cause quanto la realtà lo travolse come una slavina. Aveva baciato Shannon. Certo, non un bacio sulla bocca, ma pur sempre un bacio.

- Ora sei tu che sei diventato tutto rosso, stai bene? -

Tomo lo guardò ancora prima di imboccare la porta, uscire dallo studio, andare nel posto più isolato del parco di fronte e seppellirsi, giusto per citare The Kill.

 

Erano a quel vecchio hotel a Toronto.

Freddo.

Quella fu la prima sensazione che Tomo provò scendendo dall’auto. Tanto freddo, ma tutto sommato non c’era neanche la neve, anche se all’orizzonte si stavano avvicinando delle nuvole inquietanti, con grande disappunto di Jared.

- Al nostro arrivo, nel video, deve esserci bel tempo! -

- Jay, perché non cambi il tempo, allora. - Shannon era già stufo prima ancora di cominciare, quella mania recitativa che il fratello stava imponendo a tutta la band non gli piaceva affatto, lui era abituato ai video vecchio stampo, i musicisti suonano e se c’è un qualcosa da formare una storia si prendono delle persone adatte, che lo fanno di mestiere, li si paga, e loro recitano. Non lui.

- Posso davvero? -

- Sai modificare gli eventi atmosferici? -

- Non so, potrei provarci. -

- No, non sei capace, quindi ti becchi il nubifragio e non rompi. -

Il batterista si accese una sigaretta per calmare i nervi, Tomo e Matt ne desideravano tanto una.

 

- Shan, sei nervoso? -

Un grugnito fu la risposta.

- Shan? Ti ho fatto una domanda. -

- Cazzi miei. -

- Quanto sei volgare certe volte. -

- Ha parlato quello che manda a fare in culo la gente in diretta nazionale. -

Touché.

Jared cercò di capire perché il fratello stesse consumando la quarta sigaretta nell’arco di dieci minuti. Per la prima volta iniziò a pensare a qualcos’altro che non fosse lui, Matt o la band.

Stavano per girare la scena di Tomo, quindi non poteva essere nervoso per la sua, la ragazza l’aveva già baciata, quindi la sua ‘agonia’ doveva essere finita.

- Tomo, più vicino all’orso, su! Collabora. -

Lo vide eseguire i suoi ordini un po’ restio, ma lo fece; in compenso il fratello emise un ringhio incazzato.

- Sicuro che non sei nervoso? - Altro ringhio. Decisamente qualcosa non andava.

Iniziarono a girare la scena, l’orso aveva la testa tra le gambe del chitarrista e lui aveva finalmente abbandonato quell’aria da patibolo. Sentì suo fratello alzarsi facendo cadere la sedia in un gesto di stizza. Suo fratello gli stava nascondendo qualcosa. E in quella cosa c’entrava Tomo. Una scintilla lo illuminò sulla situazione.

- Oh mio Dio. -

Non aspettò neanche che la ripresa finisse, si alzò a sua volta e corse da Matt per aggiornarlo.

 

- Te ne sei andato. -

- Già. -

- Perché? -

Il batterista schiacciò sotto la suola l’ennesimo mozzicone di sigaretta. Sentì il ragazzo appoggiarsi affianco a lui sul muro.

- Cos’ho fatto? - Domandò stancamente.

- Perché? -

- È evidente che io abbia fatto qualcosa, è da quando le riprese del video sono cominciate che ti comporti stranamente con me, come se avessi fatto qualcosa per offenderti, e francamente io ci sto pensando, ma non mi risulta niente, magari involontariamente, però non so. Ti chiedo scusa se ho fatto qualcosa che ti ha fatto incazzare, ma smettila di comportarti come se io ti dessi fastidio, come se provassi ribrezzo solamente a vedermi. -

- Io non provo ribrezzo nel vederti. -

- Allora che cazzo hai? -

Tomo era irritato, quella situazione lo aveva portato al limite. Lui non aveva fatto nulla per irritarlo, eppure Shannon si comportava come se lui lo avesse offeso nel peggiore dei modi.

- E ora cos’hai da ridere? -

- Niente, è solo che è la prima volta che ti incazzi con me. -

- Non sono arrabbiato, sono... È frustrante come situazione. Sto cercando di capire. -

- Anche io. -

- Prova a parlarne. -

- Forse mi hai scambiato per mio fratello, io non sono il tipo che si fa psicanalizzare. -

- Non è questo che ho detto, ho detto di parlarne con me. -

- E se fossi tu la ragione del mio comportamento? -

Tomo si sentì come se fosse appena stato tirato sotto da un camion.

- Io? -

“Sei una testa di cazzo, Shannon.” Quel discorso stava prendendo la piega sbagliata, e per la prima volta si sentì in colpa, e fu solo lo sguardo da cane bastonato di Tomo a provocargli questa sensazione. Quasi sentiva un bastone concreto in mano.

- È complicato Tomo. - Non sapeva perché ma si stava incazzando.

- Cosa è complicato? Spiegati, una volta per tutte! Fammi capire, cazzo! -

Se Tomo aveva raggiunto il limite in quel preciso momento, arrivando persino ad urlare, Shannon quel limite lo aveva superato da tempo.

- Spiegazioni? - Gli ringhiò contro. - Chiedi delle spiegazioni? Dammi tu una spiegazione razionale al fatto che voglio scoparti fino a sfinirti completamente. -

Tomo boccheggiò. Si era perso qualche passaggio. Shannon si passò una mano sul viso, come se volesse cancellare quella sensazione di frustrazione, ma allo stesso tempo era grato al ragazzo per averlo fatto sbottare. Gli serviva.

- Tu... -

- Miličević, cerchiamo di venirci incontro, io non sono come Jared che pigola ‘I love you’ a Matt ogni secondo, e non lo sarò mai. -

- Non lo voglio. -

- Sarò scontroso, restio a farlo sapere in giro, sono affari nostri, punto. -

Tomo si crogiolò in quel ‘nostri’.

- Mi stai dicendo che sarai un orso? -

Il batterista sghignazzò.

- Come nel video. –

 

***

Tornai.

Ebbene sì, dopo secoli che scrivo questa storia, esattamente dal 9 settembre 2oo8, finalmente sono riuscita a finirla.

Ora sta a voi decidere se è per lo meno decente, indi: fatemi felice *____________*

Sakura&MattMikko.

  
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