Titolo:
“ Se provi soltanto a far scappare anche questo
chitarrista ti eviro. ”
Fandom: Real - People / Thirty Seconds to Mars.
Pairing: Shannon Leto /
Tomislav Miličević {shomo is love *__*};
Jared Leto / Matt Watcher.
Autrice: me medesima stessa.
Raiting: Pg-13 (giusto per il linguaggio, si sa, sono
una band volgare.)
Conteggio parole: 4,701 W, one-shot.
Avvertimenti: slash,
idiozia random tipica della band, tentati omicidi,
solito in poche parole.
Riassunto: stava per
bussare, aveva alzato il braccio quando la porta si aprì improvvisamente.
-
Chi sei? -
Se
fosse stato un cartone animato, in quel momento una tonnellata di mattoni
sarebbe caduta su di lui. Non si ricordava neanche che era il loro nuovo
chitarrista.
Note: l’idea
malsana mi è venuta dopo aver visto, per la millesima volta, il loro video ‘The
Kill (Bury Me)’, se lo
avete visto o l’avete presente capirete *___*
Disclaimer: i personaggi
appartengono a loro stessi, blablabla, non li
conosco, blablabla.
- Se provi soltanto a far
scappare anche questo chitarrista ti eviro. -
Era
il secondo giorno di prove per la ricerca del nuovo chitarrista quando Tomo
vide per la prima volta Shannon Leto dal vivo, di fronte a lui, in carne e
ossa.
“
E che carne. ” Si era ritrovato a pensare.
Era
il secondo giorno di ricerca per sostituire Solon, quando Shan vide il
chitarrista, era l’ultimo di quel giorno, dopo uno bravo con un nome straniero,
da qualche parte dall’est europeo, non che contasse molto, aveva occhi solo per
quel ragazzo, lo voleva nella band, oltre che nel suo letto.
Tomo
aveva fatto il suo pezzo migliore, e sembrava che il cantante e il bassista
apprezzassero, dato i loro commenti entusiasti, ma lui no. Era rimasto
impassibile, senza mostrare alcun gradimento o altro, la noia fatta persona.
Era
come sbattere la testa contro un muro; generalmente quando aveva a che fare
solo con il fratello, riusciva a imporre le sue idee, qualche volta, ma se
Jared era sostenuto da Matt, tanto valeva sbatterla realmente contro un muro,
avrebbe ottenuto più risultati. Sapeva anche lui che il ragazzo straniero era
il migliore di quelli che si erano presentati, nessuno gli impediva di vedersi
con l’altro, il ragazzo che sarebbe dovuto stare nel gruppo, nonostante il
bassista continuasse ad affermare che non sapeva distinguere un basso da una
chitarra.
Quando
sentì il telefono squillare pregò con tutta la sua persona che fosse Shannon ha
comunicargli se lo avessero preso o meno, non gli importava molto ricevere un
rifiuto se fosse stato il batterista a dirglielo. Appena rispose sentì la voce
del bassista, era un po’ deluso dal fatto che non fosse Shan, ma fu lo stesso
entusiasta quando scoprì di essere riuscito ad entrare nel gruppo; lo avrebbe
visto tutti i giorni, almeno.
-
Shan, se provi soltanto a far scappare anche questo chitarrista, ti eviro. -
Il
ragazzo continuò a tamburellare sul muro con le bacchette, senza dare cenni di
aver sentito. In quel momento aveva solo in mente tutte le possibili cose che
avrebbe potuto fare al suo chitarrista.
-
Shan? -
-
Sì, Jared. Ho capito. -
Non
capiva perché ci tenesse tanto a quel ragazzo, okay era bravo, ma questo non
cambiava la situazione, erano stati fin dall’inizio loro due e basta, loro
erano il gruppo. Tutto l’album l’avevano inciso loro, con Jay che faceva anche
le parti del basso e l’aiuto, in qualche canzone, di Solon, ma erano loro due.
Non che non gli facesse piacere avere Matt, all’inizio ne era stato entusiasta,
soprattutto perché era un bel ragazzo, ma come si suol dire ‘non c’era stata
trippa per gatti’. Matt era crollato davanti a suo fratello, ma non lo dava a
vedere. Lo stesso valeva per suo fratello, appena lo aveva visto lo aveva
classificato come ‘giochino sessuale’. Per Jared ogni relazione era così, un
trastullo momentaneo in cerca di un nuovo intrattenimento, odiava essere legato
a vincoli, quindi aveva trovato in quell’atteggiamento il suo modo di
approcciarsi al mondo, anche se puntualmente andava a lamentarsi dal fratello
perché nessuno lo amava.
Matt
si stava rivelando un osso duro, si capiva lontano un miglio che gli piaceva,
ma doveva aver capito che sarebbe stato solo l’ennesimo giochino, e a lui non
andava. All’inizio era stato un duro colpo per il fratello, il fatto che non
fosse capitolato subito di fronte ai suoi occhioni azzurri e al suo bel faccino
lo aveva fatto vacillare, era rimasto ore chiuso in casa sua a risanare il suo
ego, per tornare più determinato di prima, avrebbe fatto in modo che lui fosse
suo; e quando Jared desiderava ardentemente qualcosa, beh, non si faceva
nessuno scrupolo ad ottenerla in qualsiasi modo. Come adesso. Era veramente
senza pudore o vergogna, come un bambino gli si era avvicinato zompettando e
gli si era seduto in braccio iniziando a strusciarsi contro Matt. Se fosse
stato dotato di coda avrebbe anche scodinzolato.
Tomo
era estremamente agitato, la guardia all’ingresso dello studio gli aveva dato
le indicazioni corrette, era davanti alla porta dello studio indeciso sul da
farsi, stava per bussare, aveva alzato il braccio quando la porta si aprì
improvvisamente e si ritrovò davanti il batterista, e si perse nei suoi occhi.
-
Chi sei? -
Se
fosse stato un cartone animato, in quel momento una tonnellata di mattoni
sarebbe caduta su Tomo. Non si ricordava neanche che era il loro nuovo
chitarrista. Vide la faccia del cantante spuntare sopra la spalla del fratello,
per poi spostarlo - si chiese come fece, essendo che Shannon era un uomo
abbastanza muscoloso, lui assomigliava più ad uno stecchino, e neanche uno di
quelli più in forma.
Sentì
le braccia del ragazzo sul suo corpo, lo stava abbracciando. La sua accoglienza
era stata decisamente più calorosa rispetto a quella del fratello. Mentre lo
ricambiava impacciato si sentì trafitto dallo sguardo di Matt, era odio? Cercò
di scusarsi subito con gli occhi, ma il bassista stava guardando da un’altra
parte.
Non
era il massimo come inizio, uno che lo ignorava, uno che lo odiava e uno, come
poteva descrivere Jared? Iperattivo? Pazzo? Totalmente scemo? Stava saltellando
da una parte all’altra dello studio blaterando su nuove idee per l’album, e poi
vestito così di rosso sembrava Po, ed era strano che lui gli ricordasse un Teletubbies femmina.
Shannon
sarebbe stato presto figlio unico. Era quasi mezzanotte e loro erano ancora lì
in quello studio. Persino il nuovo ragazzo provava dell’odio, anche se non lo
dava a vedere. Doveva ammetterlo, era veramente bravo. Forse un po’ timido, ma
aveva avuto delle ottime idee, alcune migliori di quelle del fratello, ma aveva
avuto la furbizia di dirle prima a Matt, in modo che fosse lui a esporle,
sapeva che se lo avesse fatto lui, probabilmente Jared lo avrebbe cacciato a
calci. Si era instaurato subito un buon rapporto tra lui e il bassista, con
grande disappunto di suo fratello. A lui era indifferente.
Tomo
cercò per l’ennesima volta lo sguardo di Matt. Dopo la prima incomprensione
iniziale, tutto era andato meglio, appena ne aveva avuto la possibilità si era
scusato con lui.
-
Non ti preoccupare, lui fa sempre così. -
-
Non vorrei intromettermi tra voi. -
Vide
i suoi occhi azzurri allagarsi.
-
Noi?! -
-
Beh, sì. Se non ho capito male, non state insieme? -
- No. -
- Ah. -
Tomo era confuso. Visibilmente
confuso.
-
L’ho pensato da come lo guardavi. -
Matt
si passò una mano sugli occhi, frustrato.
-
Si nota tanto? -
Il
chitarrista sorrise.
-
Non molto, visto che si è totalmente distratti dal comportamento di Jared. Ma
quando c’è un po’ di calma, si vede come lo guardi. -
Matt
lo abbracciò di slancio. Finalmente qualcuno con cui parlare, o meglio,
finalmente qualcuno che ragionava con
cui parlare. Voleva quasi piangere. Anzi, lo avrebbe fatto sicuramente.
-
Facciamo una cosa, non diciamolo, okay? -
-
Non dire cosa? -
-
Che ti ho abbracciato, visto la possessione di Jay, è probabile che ti spacchi
una chitarra in testa. -
Tomo
lo guardò allibito.
-
Stai scherzando, vero? -
-
Sarebbe bello. -
Il
croato non fu più così sicuro di essere veramente contento di essere entrato in
quella band.
Jared
poteva sembrare la persona più buona e gentile del mondo, ma sotto una facciata
composta da occhi di un azzurro talmente limpido che sembrava di guardare
direttamente il cielo si nascondeva uno schiavista perfezionista. Jared Leto
era l’essere più pignolo e stacanovista che avesse mai incontrato in tutta la
sua vita, e lui di persone del genere ne aveva incontrate, in primis suo padre.
Capiva
che fremeva per il nuovo album, ma che motivo c’era di fare restare tutti lì
fino all’una?
-
Jared, basta. -
Sembrò
non sentire le parole del fratello. Vide la disperazione sul suo volto, era
stanco come tutti. Quella fu una delle primissime cose che imparò del
batterista, più era stanco più diventava intrattabile e aggressivo, dovettero
fermarlo dal lanciare una sedia in testa al cantante.
-
Matt, sai che non te lo chiederei mai, ma io ho da fare questa sera, o meglio
notte, se per cortesia lo circuisci e fai in modo da farci andare via tutti te
ne sarei veramente grato. -
-
E cosa dovrei fare? -
Il
ragazzo sospirò.
-
Lo sai. Non so, abbraccialo e dirgli di lasciarci andare, dagli un bacio,
scopatelo sulla consolle, ma ti prego, fai in modo che io possa lasciare questo
dannato studio! -
-
Shan! -
-
Senti, non fare il polemico puritano adesso, altrimenti nella band rimaniamo io
e Tomo. -
Il
ragazzo, appena sentì il suo nome pronunciato per la prima volta dal
batterista, arrossì e sorrise compiaciuto. Almeno il nome lo ricordava.
Vide
Matt allontanarsi da loro, sembrava un uomo diretto al patibolo.
Finché
Jared non dava il via libera nessuno poteva lasciare lo studio, per il semplice
fatto che lui aveva le chiavi e li aveva chiusi tutti dentro, e sfondare la
porta a testate non era il caso, soprattutto se era Shannon a guidare la tua
testa contro il metallo.
Vide
il bassista avvicinarsi al ragazzo, non sapeva bene come approcciarsi, era
parecchio impacciato, visto l’evidente attrazione fisica che provava per lui.
-
Ehm, Jay? -
Ricevette
come risposta un grugnito.
-
Cosa ne pensi di, ehm, lasciarci andare? -
-
Dove? -
Matt
lo guardò stranito.
-
Via. Via da questo studio, Jared. -
-
Anche tu? -
-
Come? -
-
Ti ho chiesto se anche tu vuoi andare. -
-
Se hai bisogno resto. -
Mossa
sbagliata, se ne rese conto dopo che le sue labbra avevano finito di
pronunciarlo. Si ritrovò il cantante spalmato addosso, in un abbraccio confuso
di braccia, gambe, mani -
-
Jared! -
Matt
era visibilmente a disagio, paonazzo in viso e con l’erezione del cantante
troppo vicina alla sua nascente.
-
Cosa c’è, Watcher? Qualcosa non va? -
Era
un bastardo approfittatore, ma parlargli ad un millimetro dall’orecchio con
quella lingua sempre pericolosamente fuori dalla labbra stava facendo vacillare
l’autocontrollo del bassista.
-
Allora Matt? Cosa c’è che ti infastidisce? -
Dovette
trattenersi dal sbatterlo veramente sulla consolle, seguendo il consiglio si
Shan, si fece una violenza tale che ne avrebbe risentito per parecchio tempo,
soprattutto la sua sanità mentale.
-
Allora, possiamo andare? -
Jared
sbuffò infastidito. Si staccò bruscamente girandogli le spalle.
-
Sì, andate, se ci tenete proprio. -
Cosa
doveva fare con lui? Gli attacchi diretti non servivano, quelli più subdoli
nemmeno. Doveva essere suo, lo aveva quasi scritto in faccia ‘Property of Jared
Leto’, eppure ancora niente. Sentiva che qualcosa era cambiato, soprattutto
dopo quell’ultimo abbraccio; ma il bastardo non cedeva.
-
Jared? -
-
Che cazzo volete ancora? -
Suo
fratello gli tirò una sberla sulla nuca, moderando la forza per evitare di
staccagli totalmente la testa.
-
Hai tu le chiavi, coglione. -
Nessuno
capì esattamente quando Matt capitolò, o se fu il cantante, dopo quasi tre anni
di astinenza forzata, a capitolare; fatto sta che finalmente quei due si erano
dichiarati amore eterno e la cosa aveva reso estremamente felice Tomo,
principalmente perché per un periodo Jared lo aveva usato come mezzo per far
ingelosire il bassista. Non che non gli piacesse quanto fosse affettuoso, il
problema erano gli sguardi killer del biondo, più e più volte aveva cercato di
staccarsi di dosso il cantante, ma quello era peggio di una colla, il che
rendeva quasi impossibile staccarsi.
Era
comodamente seduto sul suo divano a guardare un indefinito programma alla
televisione, francamente non gli stava nemmeno prestando molta attenzione,
troppo focalizzato su un unico pensiero; pensiero che aveva un nome e anche un
cognome.
Le
cose fra loro erano ancora in stallo, lui cercava di non far vedere al mondo
quanto anelasse ad essere considerato più di un amico, mentre Shannon, beh, lui
non aveva cambiato di una virgola il suo comportamento. Aveva iniziato a
considerarlo un membro effettivo della band, al pari di Matt, il che era stato
un passo avanti, soprattutto da quando aveva smesso di chiamarlo ‘il Croato’ o
‘il nuovo chitarrista’. Il suo idillio sessuale con l’altro chitarrista era
finito due mesi dopo le selezioni, ovviamente era stato il batterista che, da
quanto aveva pettegolamente riportato Jared, lo aveva sbattuto fuori dal suo
letto, senza troppe cerimonie, e poi fuori da casa sua, completamente nudo.
Dopo quella piccola avventura Tomo non ne aveva sapute altre, eppure Shan non
era un tipo così riservato. Sentì il suo telefonino squillare, lo prese in mano
per vedere chi doveva insultare per averlo disturbato, lesse il nome. Quasi gli
cadette dalle mani, cercò di calmarsi e premette il tasto per avviare la
conversazione.
-
Pronto? -
-
Tomo, sono io. Ti aspetto a casa mia tra... il tempo che ci impieghi in
macchina. Quindi muovi il culo e mettilo sul sedile anteriore e vieni qui. -
-
Va bene. -
Shannon
chiuse la conversazione, Tomo rischiò nell’arco di quelle due frasi, un numero
approssimativo dall’uno all’infinito di infarti. Shan lo aveva chiamato, per la
prima volta. Un sorriso trionfante gli sbocciò sulle labbra. La prima volta che
lo chiamava e gli chiedeva di andare immediatamente in casa sua.
Raggiunse
la casa citata in meno di dieci minuti, infrangendo una quantità imprecisata di
leggi stradali, rischiando di investire tre vecchiette e un gatto. Fortuna
volle che il gatto venisse risparmiato, purtroppo anche alle vecchiette toccò
la stessa sorte.
Arrivato
davanti alla porta prese un respiro profondo e avvicinò il dito al campanello
quando sentì una mano afferrarlo per la maglietta e tirarlo in casa. Ci mise
qualche secondo a realizzare che quella mano era attaccata ad un braccio che
terminava nel corpo del batterista. E ci mise ancora più tempo nel realizzare
che il suddetto batterista gli si era spalmato addosso guardandolo con occhi
infuocati.
-
Non. Osare. Farlo. Mai. Più. -
Tomo
era interdetto. Cercò di riattivare i suoi neuroni, che erano totalmente
focalizzati sul corpo del ragazzo. Maledettamente vicino al suo. Uno gli dette
ascolto e cercò di pronunciare il primo pensiero di senso compiuto e logico che
gli fosse venuto in mente.
-
Eh? -
-
Non fare il finto tonto, mi hai lasciato in balia di quell’essere appiccicoso.
-
-
Parli di Jared? Tu stai sempre solo con lui. -
-
No, io parlavo dell’altro, quella specie di nuovo vivente formato dalla fusione
di lui e Matt. -
-
Ah. -
-
Ti sembra una risposta coerente? -
-
Cosa dovrei dire? -
-
Prostrati e chiedi perdono, mi sembra ovvio. -
Tomo
gli scoppiò a ridere in faccia.
-
Cosa dovrei fare? Te lo sogni, io non sapevo neanche che ci saremmo dovuti
incontrati oggi. -
-
Jay non te l’ha detto? -
Fu
in quel momento che Shannon realizzò che era ancora a tre centimetri dalla
bocca del suo chitarrista, e la cosa stava prendendo una piega indesiderata,
stava provando l’insensato impulso di portarlo nella sua camera e non farlo
uscire per almeno tre anni.
Si
staccò di scatto, tenendosi a distanza con le braccia. No, c’era decisamente
qualcosa che non andava, il suo corpo reagiva a stimoli che lui non sapeva
nemmeno di avere, che non sapeva neanche di aver mai formulato.
-
Tutto okay? -
-
Tu. Sala. Tv. -
Tomo
lo guardò incredulo mentre il ragazzo si avviava lungo il corridoio d’ingresso.
Shannon Leto gli stava nascondendo qualcosa, e la cosa non gli piaceva per
nulla.
Tomo
tentava di concentrarsi sul film, ci provava proprio, ma affianco a lui, sul
divano, si stava svolgendo un film porno a cui lui cercava di non dar peso, ma
era abbastanza difficile visto che Jared lo aveva preso come cuscino.
A
circa un’ora dall’inizio del film la catastrofe ebbe inizio: Matt, in uno dei
rari momenti in cui il cantante non cercava di inglobarlo nel suo corpo, disse
l’unica cosa che una qualsiasi persona sana di mente non avrebbe mai osato dire
in presenza di Jared Leto, - certo che è proprio bello Shining,
potremmo farci un video, un qualcosa di simile. -
Nelle
orecchie dei due ragazzi risuonò una sirena che annunciava l’arrivo
dell’uragano, in sincro si voltarono verso il
cantante e capirono che era la fine. I suoi occhi azzurri si erano illuminati,
iniziò a battere le mani come un bimbo di tre anni e si girò verso il suo
ragazzo per ringraziarlo.
Tomo
dovette ricredersi, quello di prima non era un film porno, era una semplice
dimostrazione di affetto, casta e pura, quello
lo era.
Vide
il bassista accoccolarsi vicino al fianco del suo ragazzo con un sorriso a
mille mila denti e un’espressione negli occhi da far invidia al gatto con gli
stivali di Shrek.
Shannon
maledì mentalmente Matt per quella stupida uscita, ora erano dei guai fino al
collo, o più finemente, erano nella merda.
Incrociò
lo sguardo sconsolato del suo chitarrista e provò ancora quell’impulso di
portarselo in camera e incatenarlo al letto. Si voltò di scatto fingendosi
interessato al film, ma i suoi pensieri erano tutti focalizzati sul croato di
fianco a lui. Era indeciso se picchiarlo per quello che gli stava succedendo -
essendo lui il principale, nonché unico, indiziato - oppure analizzare quel
turbinio di sensazioni che lo stavano pervadendo.
L’unico
problema era che Shannon Leto non si analizzava. Mai. Di certo non avrebbe iniziato ora, il tempo dei chiarimenti
sarebbe arrivato e lui avrebbe dovuto farci i conti; ma per quel momento andava
bene così, decise anche di non picchiarlo, sembrava così fragile che lo avrebbe
potuto uccidere con una sola carezza.
-
Anche se gli farei di peggio. -
Il
primo che si stupì di quell’affermazione fu lui stesso, quello era il terzo
pensiero incoerente sul suo chitarrista nell’arco di mezz’ora e la cosa lo
mandò ulteriormente in confusione.
Il
secondo che si stupì fu il diretto interessato di quell’affermazione che si
girò a guardarlo domandandogli con gli occhi se stesse parlando a lui.
-
No, nulla. Parlavo da solo, torna a vedere il film. -
Mentre
parlava la sua mano, dotata di vita propria, si avvicinò al viso del ragazzo
per spostargli una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Tomo credette di morire in quel momento, anzi, sarebbe
sicuramente morto per soffocamento, aveva seguito il movimento della mano
trattenendo il fiato. I suoi occhi non si staccarono da quelli del batterista,
videro un lampo di stupore, allora non era l’unico stupito di quel gesto.
Rimasero a guardarsi per un tempo indefinito fino ad essere interrotti da
Jared.
-
Ma cazzo! -
Si
guardarono ancora stupiti. No, il sincro non andava
per nulla bene.
-
Matt, ti detesto con tutta l’anima. -
-
Dai, in fondo è quello che vuoi. -
-
Guardati le spalle quando vai in giro, perché dietro ci sarò io. -
-
Mi sembri Shannon. -
-
A stare con voi qualcosa si impara. -
-
Certo, e poi tu impari tutto da Shan. -
-
Watcher, hai tre secondi per iniziare a correre, poi
uso la tua pelle per farmi una nuova fascia per la chitarra. -
Il
bassista iniziò a ridere di quel buffo tentativo di minaccia, ormai era
talmente palese che Tomo era totalmente andato per il batterista che gli unici
che non se ne erano accorti erano il batterista stesso e Jared. Ma si sapeva,
Jared era talmente svampito che non si accorgerebbe di nulla a meno che non gli
ballasse nuda davanti con un cartello esplicativo, ovviamente dovrebbe avere le
sue fattezze.
-
Ragazzi ho un’idea meravigliosa. -
-
Jay, le tue idee non sono mai meravigliose, sono rischiose, ti ricordo che Capricorn lo hai girato con un bozzo sulla fronte perché
non sai tenere in mano la tua
chitarra. -
Il
ragazzo sbuffò irritato.
-
Si da il caso che io mi faccia prendere dal ritmo. -
-
Certo, ma la tua manualità lascia alquanto
a desiderare. -
-
Fratello, appena abbiamo finito di girare il video, sei morto. Quindi, sei
libero per il quindici? -
-
No, ho un impegno. -
-
Sempre il solito fortunato. -
Matt
decise di intervenire per porre fine a quel dialogo surreale e ad alto
contenuto di idiozie.
-
Per l’amor del cielo, quali idee? -
-
Ci sdoppiamo. -
-
Ci, cosa? -
-
Sdoppiamo, decerebrato di un fratello. -
-
Giuro che ti ammazzo. -
Ancora
una volta Matt e Tomo dovettero trattenerlo di forza, con grande gioia del
chitarrista.
-
Io dovrei baciare chi? -
-
Una ragazza. -
-
Certo, mi sembra logico. Tu combatterai una battaglia a colpi di chi urla di
più con te stesso, Matt dovrà bere con la sua copia. Io il pezzo peggiore, Tomo
cos’ha? Un doppio che lo pettina? -
-
No, sesso orale con un orso. -
Il
cantante fu investito da uno spruzzo di caffè misto a saliva, guardò seccamente
il batterista per avergli appena rovinato il trucco e i capelli, stava per
replicare quando venne interrotto.
-
Lui lo sa? -
-
Tomo, dici? No, non anc- dove stai andando? -
Il
chitarrista stava accordando la sua amata chitarra quando la voce di Shannon lo
raggiunse. Nome completo, brutto segno.
-
Tomislav! -
-
Shannon Christopher. -
Il
batterista si piegò appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
-
Dovresti smettere di fumare. -
-
Sì, e anche di stare in astinenza, ma non sono qui per questo. Jared ti ha già
detto il concept del nuovo video? -
-
Non era qualcosa con Shining, tipo dei doppi che
vagano per un albergo o qualcosa del genere? -
-
Esatto, caro il mio croato. Ma ti ha già detto quale sarà il tuo compito? -
Tomo
si prese qualche secondo per assaporare quelle quattro parole.
Caro.
Il. Mio. Croato.
-
No, non ancora, perché? -
Shannon
si stava già pregustando la scenata che il suo chitarrista avrebbe fatto al
cantante, ci sarebbe stato uno spargimento di sangue.
-
Vediamo, Jared dovrà confrontarsi con se stesso e si urlerà addosso. Matt diventerà
con barman e dovrà brindare alla sua salute, io mi confronterò in bagno e tu,
tu avrai il piacere di avere un incontro ravvicinato con un orso. -
-
Perché un orso? E il me stesso? -
Il
batterista sghignazzò.
-
Ci sarete entrambi? -
-
Mi mangerà? -
-
No, farete solo del sesso orale. -
-
Con un orso?! -
-
Paura? -
Vide
la rabbia nei suoi occhi, ci sarebbe stato da divertirsi. Eppure non provava
quel senso di appagamento che una notizia del genere avrebbe dovuto
procurargli, era leggermente seccato, in primis perché avrebbe dovuto baciare
una ragazza, e no. Grazie.
In
secondo luogo trovava estremamente irritante il fatto che il suo chitarrista
avrebbe dovuto intrattenere un orso e non lui.
-
Shan, stai bene? Sei sbiancato improvvisamente. -
-
Sì, credo di stare bene. -
-
Dalla tua cera non si direbbe. -
-
Perché, vorresti farmi da infermiera? -
Si
era spinto troppo oltre, anche per i
suoi standard, soprattutto perché in quel momento i suoi progetti non
comprendevano il suo chitarrista. Ma doveva ammetterlo, mettere quella
preposizione possessiva prima di Tomo gli dava un senso di appagamento.
-
Sicuro di star bene? Ora sei passato ad una gradazione verde putrefazione.
Perché non ti siedi, magari hai la febbre. -
Shannon
si fece accompagnare alla sedia come un automa, lo sentì farsi più vicino.
Appena
riuscì a farlo sedere, era stranamente docile, gli spostò i capelli dalla
fronte e automaticamente gli appoggiò le labbra sulla pelle per controllare se
fosse calda. Fece quel gesto senza rendersi conto di tutto ciò che comportava;
sua madre lo faceva sempre per controllare se fosse malato o se stesse
fingendo, e lui non conosceva altri metodi.
Shannon,
nonostante la catalessi nella quale era caduto, senti distintamente le labbra
del chitarrista sulla sua fronte, e i pantaloni diventare stretti.
-
Okay, non hai la febbre. Un calo di zuccheri? Un colpo di sole! -
-
In pieno inverno? -
-
Vero. -
Rimase
a rimuginare sulle possibili cause quanto la realtà lo travolse come una
slavina. Aveva baciato Shannon. Certo, non un bacio sulla bocca, ma pur sempre
un bacio.
-
Ora sei tu che sei diventato tutto rosso, stai bene? -
Tomo
lo guardò ancora prima di imboccare la porta, uscire dallo studio, andare nel
posto più isolato del parco di fronte e seppellirsi, giusto per citare The
Kill.
Erano
a quel vecchio hotel a Toronto.
Freddo.
Quella
fu la prima sensazione che Tomo provò scendendo dall’auto. Tanto freddo, ma
tutto sommato non c’era neanche la neve, anche se all’orizzonte si stavano
avvicinando delle nuvole inquietanti, con grande disappunto di Jared.
-
Al nostro arrivo, nel video, deve esserci bel tempo! -
-
Jay, perché non cambi il tempo, allora. - Shannon era già stufo prima ancora di
cominciare, quella mania recitativa che il fratello stava imponendo a tutta la
band non gli piaceva affatto, lui era abituato ai video vecchio stampo, i
musicisti suonano e se c’è un qualcosa da formare una storia si prendono delle
persone adatte, che lo fanno di mestiere, li si paga, e loro recitano. Non lui.
-
Posso davvero? -
-
Sai modificare gli eventi atmosferici? -
-
Non so, potrei provarci. -
-
No, non sei capace, quindi ti becchi il nubifragio e non rompi. -
Il
batterista si accese una sigaretta per calmare i nervi, Tomo e Matt ne
desideravano tanto una.
-
Shan, sei nervoso? -
Un
grugnito fu la risposta.
-
Shan? Ti ho fatto una domanda. -
-
Cazzi miei. -
-
Quanto sei volgare certe volte. -
-
Ha parlato quello che manda a fare in culo la gente in diretta nazionale. -
Touché.
Jared
cercò di capire perché il fratello stesse consumando la quarta sigaretta
nell’arco di dieci minuti. Per la prima volta iniziò a pensare a qualcos’altro
che non fosse lui, Matt o la band.
Stavano
per girare la scena di Tomo, quindi non poteva essere nervoso per la sua, la
ragazza l’aveva già baciata, quindi la sua ‘agonia’ doveva essere finita.
-
Tomo, più vicino all’orso, su! Collabora. -
Lo
vide eseguire i suoi ordini un po’ restio, ma lo fece; in compenso il fratello
emise un ringhio incazzato.
-
Sicuro che non sei nervoso? - Altro ringhio. Decisamente qualcosa non andava.
Iniziarono
a girare la scena, l’orso aveva la testa tra le gambe del chitarrista e lui
aveva finalmente abbandonato quell’aria da patibolo. Sentì suo fratello alzarsi
facendo cadere la sedia in un gesto di stizza. Suo fratello gli stava
nascondendo qualcosa. E in quella cosa c’entrava Tomo. Una scintilla lo
illuminò sulla situazione.
-
Oh mio Dio. -
Non
aspettò neanche che la ripresa finisse, si alzò a sua volta e corse da Matt per
aggiornarlo.
-
Te ne sei andato. -
-
Già. -
-
Perché? -
Il
batterista schiacciò sotto la suola l’ennesimo mozzicone di sigaretta. Sentì il
ragazzo appoggiarsi affianco a lui sul muro.
-
Cos’ho fatto? - Domandò stancamente.
-
Perché? -
-
È evidente che io abbia fatto qualcosa, è da quando le riprese del video sono
cominciate che ti comporti stranamente con me, come se avessi fatto qualcosa
per offenderti, e francamente io ci sto pensando, ma non mi risulta niente,
magari involontariamente, però non so. Ti chiedo scusa se ho fatto qualcosa che
ti ha fatto incazzare, ma smettila di comportarti come se io ti dessi fastidio,
come se provassi ribrezzo solamente a vedermi. -
-
Io non provo ribrezzo nel vederti. -
-
Allora che cazzo hai? -
Tomo
era irritato, quella situazione lo aveva portato al limite. Lui non aveva fatto
nulla per irritarlo, eppure Shannon si comportava come se lui lo avesse offeso
nel peggiore dei modi.
-
E ora cos’hai da ridere? -
-
Niente, è solo che è la prima volta che ti incazzi con me. -
-
Non sono arrabbiato, sono... È frustrante come situazione. Sto cercando di
capire. -
-
Anche io. -
-
Prova a parlarne. -
-
Forse mi hai scambiato per mio fratello, io non sono il tipo che si fa
psicanalizzare. -
-
Non è questo che ho detto, ho detto di parlarne con me. -
-
E se fossi tu la ragione del mio comportamento? -
Tomo
si sentì come se fosse appena stato tirato sotto da un camion.
-
Io? -
“Sei
una testa di cazzo, Shannon.” Quel discorso stava prendendo la piega sbagliata,
e per la prima volta si sentì in colpa, e fu solo lo sguardo da cane bastonato
di Tomo a provocargli questa sensazione. Quasi sentiva un bastone concreto in
mano.
-
È complicato Tomo. - Non sapeva perché ma si stava incazzando.
-
Cosa è complicato? Spiegati, una volta per tutte! Fammi capire, cazzo! -
Se
Tomo aveva raggiunto il limite in quel preciso momento, arrivando persino ad
urlare, Shannon quel limite lo aveva superato da tempo.
-
Spiegazioni? - Gli ringhiò contro. - Chiedi delle spiegazioni? Dammi tu una
spiegazione razionale al fatto che voglio scoparti fino a sfinirti
completamente. -
Tomo
boccheggiò. Si era perso qualche passaggio. Shannon si passò una mano sul viso,
come se volesse cancellare quella sensazione di frustrazione, ma allo stesso
tempo era grato al ragazzo per averlo fatto sbottare. Gli serviva.
-
Tu... -
-
Miličević, cerchiamo di venirci incontro, io non sono come Jared che
pigola ‘I love you’ a Matt ogni secondo, e non lo
sarò mai. -
-
Non lo voglio. -
-
Sarò scontroso, restio a farlo sapere in giro, sono affari nostri, punto. -
Tomo
si crogiolò in quel ‘nostri’.
-
Mi stai dicendo che sarai un orso? -
Il
batterista sghignazzò.
-
Come nel video. –
***
Tornai.
Ebbene
sì, dopo secoli che scrivo questa storia, esattamente dal 9 settembre 2oo8,
finalmente sono riuscita a finirla.
Ora
sta a voi decidere se è per lo meno decente, indi: fatemi felice *____________*
Sakura&MattMikko.