<< D'accordo, Hyoga... Adesso vediamo se hai capito cosa ti ho detto: che cosa il tuo Maestro ti ha categoricamente vietato di fare? >>
Hyoga fissò attentamente il cavaliere di Acquarius, in piedi dinnanzi a lui; i due avevano da poco concluso gli allenamenti della giornata e il piccolo era riuscito (più che altro, per sfinimento) a strappare al suo Maestro la concessione di restare a giocare fuori ancora per qualche minuto.
Era stata una nottata piovosa e le strade erano completamente ricoperte di fango, così Camus aveva dettato una serie di regole che Hyoga avrebbe dovuto rispettare con il massimo rigore.
<< Non devo correre in qua e in là come uno scatenato, non devo avvicinarmi troppo alle pozzanghere e non devo coinvolgervi in giochi che voi disapprovereste. >> enunciò con fare zelante.
Camus sorrise compiaciuto: << Precisamente. Ah, un ultima cosa: se per caso ti venire la malaugurata idea di... >>
Le sue parole vennero di colpo interrotte da una palla di neve in pieno viso.
<< Coraggio, Maestro Camus... Provate a prendermi! >>
Camus fissò Hyoga in cagnesco, rischiando per un attimo di perdere tutta la sua proverbiale calma.
<< Hyoga. >> ringhiò a denti stretti << Quando parlavo di “giochi che io disapproverei”, intendevo proprio questo genere di co... >>
Seconda palla di neve.
Camus stava seriamente iniziando a perdere la pazienza.
<< Per tutti i numi, Hyoga... Torna subito qui! >>
Hyoga, ridendo a crepapelle, correva avanti e indietro per tutta la radura, sotto lo sguardo attonito e spazientito di Camus. Non erano trascorsi neanche due minuti e Hyoga aveva già trasgredito ad almeno due delle regole del suo Maestro.
<< Hyoga, fermati subito! Ti stai cacciando in un guaio serio, mio piccolo siberiano! >>
Hyoga continuò ad ignorare quelle parole e a correre freneticamente avanti e indietro, senza fermarsi. Camus alzò gli occhi al cielo e sospirò pazientemente, lottando con tutte le sue forze per non scagliare una violenta Aurora del Nord contro il piccolo monello.
<< Va bene, Hyoga... Questo è il mio ultimo avvertimento: se non ti fermi al mio tre sarò costretto a.... No, fermo! Cosa stai facendo? >>
Camus accelerò il passo e cercò di bloccare Hyoga prima che questi cadesse in una pozzanghera, ma i suoi riflessi non furono sufficientemente pronti e così il bambino si ritrovò ben presto completamente zuppo dalla testa ai piedi.
Ricoperto di fango.
Camus credette di essere sul punto di esplodere.
<< Accidenti, Maestro Camus! >> fece il bambino, con un sorrisetto sornione sulle labbra << Mi sa che questa volta ho davvero esagerato. >>
Camus non riuscì neanche a proferire parola, tanto era spazientito ed irritato; con il suo sguardo glaciale tentò di intimidire Hyoga, ma questi era come immune ai suoi rimproveri, felicemente intento a sguazzare nella fanghiglia.
Il cavaliere di Acquarius sospirò sconsolato: era ormai del tutto evidente che niente e nessuno avrebbe mai potuto convincere il suo allievo ad obbedire, specialmente se l'alternativa era un'enorme, accattivante pozzanghera di fango.
*
<< Aiha, Maestro Camus... E' bollente! >>
Camus scosse il capo con fare sconsolato e poi sospirò profondamente, ormai all'apice dell' esasperazione; aveva ormai perso il conto delle volte in cui, nell'arco della giornata, si era ritrovato ad alzare gli occhi al cielo a causa di Hyoga.
<< Non fare storie, Hyoga, oggi non è proprio il caso. >> sbraitò Camus << Mi hai già fatto arrabbiare a sufficienza, non mi sembra il caso di peggiorare la tua situazione. >>
Il bambino fece una smorfia e lo guardò malamente.
<< Ma l'acqua è troppo calda. >> protestò << E a me il caldo non piace. >>
<< Beh, a me non piacciono tante cose! >> fece eco Camus << Ad esempio, non mi piacciono i bambini ricoperti di fango, quindi tu adesso entri dentro quella vasca e ti insaponi senza fare troppe storie, d'accordo? >>
<< Maestro, però dovete aiutarmi voi, da solo non ci riesco. >>
<< Cosa? >> Camus lo guardò malamente, con aria visibilmente inorridita << Stai forse dicendo che non riesci a lavarti da solo? Che sciocchezze sono queste? Non sei mica un mocciosetto, adesso prendi quella saponetta e... >>
<< Yahoooooo! >>
Nel giro di pochi istanti, Camus si ritrovò completamente fradicio dalla testa ai piedi.
Senza riuscire a proferire parola, si limitò a fissare Hyoga con espressione livida e furente, mentre il bambino ridacchiava strafottente sotto i baffi.
<< Sa una cosa, Maestro? >> disse sornione << L'acqua non è poi così calda, adesso. >>
Camus si batté una mano contro la fronte e scosse il capo, in preda alla disperazione più totale: Hyoga lo aveva decisamente messo al tappeto, stremandolo molto più di quanto fosse mai riuscito a fare qualsiasi nemico che avesse mai osato schierarsi contro di lui... Ed era solamente un ragazzino di otto anni.
“ Se avessi saputo che addestrare un futuro cavaliere di Athena sarebbe stato così faticoso” pensò fra sé e sé “ Probabilmente sarei rimasto in Grecia insieme a Milo.”
Perdonatemi di nuovo, nel caso voleste leggere qualcosa di più serio mi trovate qui con Hyoga, Natassia e le mie 100 drabble. :3