Un primo incontro tragicomico
NOTE D’AUTRICE:
La storia è scritta totalmente dal punto di vista di Elena, dai suoi pensieri e dalle sue emozioni, dall’impressione che immagina abbia a fatto a Damon, non approffondirò che cosa abbia effettivamente pensato lui, almeno non in questa piccola storia.
“Elena alzati, è tardi!”, un peso improvviso sulla mia schiena, unito ad una luce abbagliante improvvisa, mi destano del tutto dal mio sonno.
“Jeremy togliti immediatamente di dosso, zia Jenna non potevi aspettare ancora cinque minuti, è prest…SONO LE 7.45?PERCHÈ NON MI AVETE SVEGLIATA SUBITO?!”
Urlo saltando in piedi come una molla, appena mi rendo conto che è, effettivamente, motlo tardi, anche rispetto ai miei standard!
Jeremy si limita a ridacchiare per poi scomparire in cucina, mentre zia Jenna scuote la testa per poi aiutarmi preparando lo zaino, intanto che io mi faccio una doccia gelata in dieci minuti per svegliarmi completamente e per riuscire a sveltirmi.
Quando rientro in camera, ho ancora i capelli bagnati ma me ne frego, indosso le prime cose che trovo nell’armadio, senza fare troppo caso a coordinareli con la biancheria intima, per poi afferare lo zaino e fiondarmi giù in cucina.
Lì trovo Jeremy perfettamente pronto che mi ha preparato un sacchetto per mangiare a metà mattina, prima di uscire di casa, salutiamo entrambi la zia.
Grazie alla velocità folle di mio fratello minore e all’assenza di polizotti, riusciamo a recuperare il nostro ritardo (sì, è il primo giorno di entrambi al liceo e siamo entrambi in ritardo!), ma quando varchiamo il cancello, sentiamo un rumore improvviso e in poco tempo veniamo ricoperti da una melma appiccicosa, nauseabonda e marroncina.
Prima di venire bagnati anche da un getto d’acqua, riusxciamo a sentire delle risate collettive…grandioso, siamo finiti vittime degli scherzi dei ragazzi più grandi del liceo!
Quando finalmente riesco a vedere chi mi ha liberato la faccia da quella poltiglia disgustosa, vorrei tanto venire ricoperta di nuovo!Davanti a me c’è un ragazzo davvero carino, con un ghigno beffardo, potrebbe essere uno dei colpevoli di questo brutto tiro, ma i suoi occhi e le sue labbra mi mandano in iperventilazione, balbetto qualcosa d’incomprensibile per cinque minuti, facendo soltanto aumentare le risate degli altri ragazzi che lo circondano.
Fortunatamente Jeremy riesce a reagire prontamente e a trascinarmi via, totalmente incurante della loro presenza davanti a noi.
“Mamma mia che figura del cavolo!”, esclamo quando finalmente mi sono ripresa e tento di pulirmi, con scarso successo per la verità, da quella schifezza assurda.
“Per fortuna che ci sono io”, esclama Jeremy facendomi un’altra doccia con una secchiata d’acqua gelata che fortunatamente riesce a mandare via tutto quello sporco di dosso, oltre ad appiccicarmi i vestiti indosso.
“Tieni, ho portato dei vestiti di cambio, non pensarci, sicuramente se ne dimenticheranno, e ci saranno delle altre vittime di questo scherzo”.
….
Peccato che così non sia stato, io e il mio caro fratellino siamo stati le uniche vittime in tutta la scuola di quello scherzo quel giorno.
E per di più, mi sono ritrovata quel ragazzo, ho scoperto poi che si chiama Damon Salvatore, come compagno di classe e di banco assieme anche a suo fratello Stefan, per tutto l’intero anno scolastico.
I due non si sono certo risparmiati varie battutine per farmi innervosire.
NOTE D’AUTRICE:
La storia è scritta totalmente dal punto di vista di Elena, dai suoi pensieri e dalle sue emozioni, dall’impressione che immagina abbia a fatto a Damon, non approffondirò che cosa abbia effettivamente pensato lui, almeno non in questa piccola storia.
“Elena alzati, è tardi!”, un peso improvviso sulla mia schiena, unito ad una luce abbagliante improvvisa, mi destano del tutto dal mio sonno.
“Jeremy togliti immediatamente di dosso, zia Jenna non potevi aspettare ancora cinque minuti, è prest…SONO LE 7.45?PERCHÈ NON MI AVETE SVEGLIATA SUBITO?!”
Urlo saltando in piedi come una molla, appena mi rendo conto che è, effettivamente, motlo tardi, anche rispetto ai miei standard!
Jeremy si limita a ridacchiare per poi scomparire in cucina, mentre zia Jenna scuote la testa per poi aiutarmi preparando lo zaino, intanto che io mi faccio una doccia gelata in dieci minuti per svegliarmi completamente e per riuscire a sveltirmi.
Quando rientro in camera, ho ancora i capelli bagnati ma me ne frego, indosso le prime cose che trovo nell’armadio, senza fare troppo caso a coordinareli con la biancheria intima, per poi afferare lo zaino e fiondarmi giù in cucina.
Lì trovo Jeremy perfettamente pronto che mi ha preparato un sacchetto per mangiare a metà mattina, prima di uscire di casa, salutiamo entrambi la zia.
Grazie alla velocità folle di mio fratello minore e all’assenza di polizotti, riusciamo a recuperare il nostro ritardo (sì, è il primo giorno di entrambi al liceo e siamo entrambi in ritardo!), ma quando varchiamo il cancello, sentiamo un rumore improvviso e in poco tempo veniamo ricoperti da una melma appiccicosa, nauseabonda e marroncina.
Prima di venire bagnati anche da un getto d’acqua, riusxciamo a sentire delle risate collettive…grandioso, siamo finiti vittime degli scherzi dei ragazzi più grandi del liceo!
Quando finalmente riesco a vedere chi mi ha liberato la faccia da quella poltiglia disgustosa, vorrei tanto venire ricoperta di nuovo!Davanti a me c’è un ragazzo davvero carino, con un ghigno beffardo, potrebbe essere uno dei colpevoli di questo brutto tiro, ma i suoi occhi e le sue labbra mi mandano in iperventilazione, balbetto qualcosa d’incomprensibile per cinque minuti, facendo soltanto aumentare le risate degli altri ragazzi che lo circondano.
Fortunatamente Jeremy riesce a reagire prontamente e a trascinarmi via, totalmente incurante della loro presenza davanti a noi.
“Mamma mia che figura del cavolo!”, esclamo quando finalmente mi sono ripresa e tento di pulirmi, con scarso successo per la verità, da quella schifezza assurda.
“Per fortuna che ci sono io”, esclama Jeremy facendomi un’altra doccia con una secchiata d’acqua gelata che fortunatamente riesce a mandare via tutto quello sporco di dosso, oltre ad appiccicarmi i vestiti indosso.
“Tieni, ho portato dei vestiti di cambio, non pensarci, sicuramente se ne dimenticheranno, e ci saranno delle altre vittime di questo scherzo”.
….
Peccato che così non sia stato, io e il mio caro fratellino siamo stati le uniche vittime in tutta la scuola di quello scherzo quel giorno.
E per di più, mi sono ritrovata quel ragazzo, ho scoperto poi che si chiama Damon Salvatore, come compagno di classe e di banco assieme anche a suo fratello Stefan, per tutto l’intero anno scolastico.
I due non si sono certo risparmiati varie battutine per farmi innervosire.